CALLCOTT MARIA (Inghilterra)
Nata nel 1785. Morta nel 1842. Scrittrice e illustratrice di libri di viaggi e di opere per l’infanzia, viaggiò a lungo in compagnia del padre in India, Sud Africa e nell’America del Sud. Sulle esperienze di tali viaggi compose alcune opere tra cui Letters on India e Journal of a Residence in India, Memoirs of Poussin, The History of France, The History of Spain, Little Arthur's History of England.(libro per ragazzi).
MAN (Mic. 1317)
CAMPRUBI ZENOBIA (Spagna)
Nata nel 1887. Morta nel 1956, Donna di notevole cultura e raffinatezza, in giovane età cominciò a pubblicare libri per l’infanzia. La sua perfetta conoscenza della lingua inglese le permise di tradurre in spagnolo molte opere della letteratura inglese e anche un’ottima traduzione dell’opera dello scrittore indiano Rabindranath Tagore. Nel 1913 conobbe il poeta Juan Ramon Jiménez, che sposò nel 1916 a New York e del quale fu compagna devota nella vita, sostenendolo nel corso della sua carriera. Nel 1931 Zenobia si ammalò di un tumore che la tormentò per quasi venticinque anni. Nel 1936 si spostò a Washington, dove Ramon Jiménez era stato nominato addetto culturale dell’ambasciata spagnola. Nel 1946 dovette occuparsi del marito, caduto in una grave crisi depressiva che richiese un lungo ricovero. In seguito viaggiarono per tutto il Sud America, tenendo corsi e conferenze in lingua spagnola. Nel 1950 si stabilirono a Portorico dove si riacutizzò la malattia di Zenobia, che fu costretta a subire diversi interventi chirurgici. Morì nel 1956.
FILATELIA SPAGNA 2008 (4368)
CAPEK JOSEF (Cecoslovacchia)
Nato a Hronov nel 1887. Morto a Bergen-Belsen nel 1945.Visti i cattivi risultati alla scuola di tessitura, viene destinato al lavoro in fabbrica e poi (nel 1904) allo studio presso la Scuola di Arti Applicate di Praga. Nel 1907 anche la famiglia si trasferisce a Praga e Josef comincia a scrivere assieme al fratello Karel. Nascono in quegli anni i racconti giovanili di Krakonošova zahrada [ Il giardino di Krakonoš ] e Zářivé hlubiny [ Abissi splendenti ] oltre alla pièce Lásky hra osudná [Un fatal gioco d'amore], tutti influenzati dall'art nouveau (ma in Abissi splendenti Josef sperimenta in alcuni racconti i principi del cubismo). Tornato a Praga dopo un soggiorno a Parigi (1910-11) diventa una delle figure centrali dell'avanguardia ceca (orientata verso il cubismo) ed entra a far parte prima della Skupina vytvárných umělců [Gruppo degli artisti figurativi] e poi del Mánes (associazione di artisti cechi che prende il nome da una famiglia di noti pittori dell'800), svolgendo anche il ruolo di redattore delle riviste dei due gruppi. Espulso dal Mánes scrive la sua prima raccolta (espressionista) di racconti, Lelio , in cui si riflettono la sua condizione di isolamento e l'atmosfera della guerra. Dopo il conflitto fonda assieme ai pittori Špála e Zrzavý la Skupina Tvrdošíjných [Gruppo dei testardi] e comincia a collaborare prima con il quotidiano Národní listy [I fogli nazionali], poi con il più filo-masarykiano Lidové noviny [Le notizie del popolo]. Nel 1923 pubblica la seconda raccolta di racconti Pro delfina [Ad uso del delfino], nella quale l'atmosfera è più distesa e il rapporto con il mondo non è più così conflittuale. Negli anni '20 ritorna anche al teatro da solo e con il fratello Karel, il noto scrittore (scrive con lui diverse pièces e inventa per lui la parola robot , utilizzata nel dramma R.U.R. Il neologismo deriva dalla parola robota , il lavoro coatto che nel sistema feudale i servi della gleba dovevano prestare nelle proprietà degli aristocratici). In quel periodo inizia a scrivere anche racconti per bambini che venivano pubblicati sui quotidiani e furono poi riuniti in due diverse raccolte. La sua opera letteraria più importante è Stín kapradiny [L'ombra della felce] per la quale riceve il premio di stato per la letteratura. Si tratta di una storia di “ delitto e castigo ”, dove i motivi tratti dalle ballate popolari e la riflessione filosofica sui destini degli uomini rivestono un ruolo di grande rilievo. L'inclinazione alla speculazione filosofica è evidente nelle successive opere (anche pittoriche) di Čapek: Kulhavý poutník [Il pellegrino zoppo], testo legato al motivo del pellegrinaggio e del viaggio (motivo molto importante nella letteratura ceca, basti pensare al Labirinto del mondo di Comenio), e Psáno do mraků [Scritto alle nuvole], raccolta di aforismi scritti tra il ' 36 e il ' 39. Arrestato dalla Gestapo il 1 settembre 1939 per la sua attività giornalistica antinazista, scrive la sua ultima opera in campo di concentramento: una serie di poesie riunite dal poeta Vladimír Holan dopo la guerra nella raccolta Básně z koncentračního tábora [Poesie dal campo di concentramento]. Il tema centrale è la libertà, se non fisica almeno spirituale. Josef Čapek muore in campo di concentramento nell'aprile del 1945, probabilmente a causa di un'epidemia di tifo. La sua opera pittorica è una tra le più originali dell'avanguardia ceca della prima metà del '900 e la sua attività di scrittore, spesso messa in ombra dalla sua stessa opera pittorica e dall'opera letteraria del fratello, resta imprescindibile. Čapek è un autore a suo agio sia nella pittura che nella letteratura . I suoi tentativi di applicare correnti artistiche e generi letterari anche molto diversi tra loro sono sempre legati ad un ' interpretazione molto personale. [Tratto da Internet, a cura di D. Sormani]
FILATELIA guarda l'album CECOSLOVACCHIA Anno 2007 Cartolina Postale
(Cecoslovacchia)
Nato a Malé Svatonovice il 9 gennaio del 1890. Morto a Praga il 26 dicembre del 1938. Figlio di un dottore, studiò a Parigi e in seguito si laureò a Praga in filosofia. Dal 1917 al 1919 diresse il periodico “Fogli Nazionali “ e il Giornale del Popolo”. Iniziò col fratello a scrivere racconti, riuniti poi nei volumi Profondità splendenti (1916) e Il giardino di Krakonos (1918). Sempre col fratello scrisse i drammi Dalla vita degli insetti (1921) e Adamo il creatore (1924). Poi continuò a lavorare da solo tratteggiando nelle sue opere, in chiave satirica e avveniristica, i vizi del secolo, lo strapotere delle macchine, il potere politico, la mania per le scienze e la psicologia dell’uomo medio. Nella sua opera La madre (1938) denunciò l’ottusità con cui chi deteneva il potere si avviava verso la guerra. Il suo lavoro più famoso è il dramma in tre atti R.U.R. (Rossum's Universal Robot) (1920), in cui compare per la prima volta la parola robot (dal ceco robota, "lavoro duro, lavoro forzato"), un termine che in seguito ebbe vasto successo nel campo della fantascienza. Va notato che i roboti di Čapek non sono in realtà robot nel senso poi attribuito al termine, in altre parole automi meccanici, ma esseri "costruiti" producendo artificialmente le diverse parti del corpo e assemblandole insieme. Altri scritti: Racconti tormentosi (1921, L'affare Makropulos (1922, La fabbrica dell'Assoluto (1927) La guerra delle salamandre (1936),
FILATELIA guarda l'album CECOSLOVACCHIA Anno 1958 (978), 1968 (1680), 1990 (2832) REPUBBLICA CECOSLOVACCHIA Anno 2010
CARIGIET ALOIS (Svizzera)
Nasce il 30 agosto 1902 a Trun, Oberland Grigionese, e muore nel 1985. Appassionato di pittura, porta a termine il suo apprendistato a Coira come pittore decoratore. E’ tra i fondatori del cabaret “Cornichon”, per il quale dipinge le scenografie e progetta i costumi. Nel 1927 apre a Zurigo un proprio atelier grafico. Nel campo della letteratura per bambini è autore e illustratore, assieme a Selina Chönz di un fortunato libro, tradotto in molte lingue, Una campana per Ursli. Maestro nell’arte cartellonistica e litografica, dipinge dipinti murali sia per loStato sia per privati.
LIBRI
Una campana per Ursli Fu pubblicato nel 1945. La storia riprende l’antichissima tradizione del Chalandamarz, la festa con cui i bambini dell’Engadina scacciano l’inverno a suon di campanelli. Uno di essi, Ursli, non possiede alcuna campana adatta allo scopo e inizia a cercarne una. FILATELIA guarda l'album SVIZZERA 2007,
CARLE ERIC (U.S.A.)
Nato a Siracusa, New York nel 1929. Con i suoi genitori di origine tedesca ritorna in Germania all’età di sei anni. Terminati gli studi nell’Accademie Bildenden Küste di Stoccarda, nel 1952 si trasferisce in America, terra delle sue memorie d’infanzia, con una cartella piena di disegni e 40 dollari in tasca. Trova presto un lavoro come progettista grafico e successivamente dirige una agenzia di pubblicità. Richiesto da un noto scrittore che aveva apprezzato un suo lavoro pubblicitario, illustra le storie Orso rosso, Orso marrone, Che cosa vedete? Carle comincia anche a produrre testi propri, dando inizio ad una carriera fortunata. Il suo primo libro con testi e illustrazione propri fu 1.2.3 al giardino zoologico, seguito presto da Il trattore affamato, il suo testo più noto.. L'arte di Eric Carle è immediatamente riconoscibile. La tecnica è quella del collage e usa carte dipinte a mano. Utilizza anche altri accorgimenti grafici che conferiscono luminosità alla pagina. Il suo segreto è quello di saper penetrare la psiche del bambino e di offrigli quanto la sua immaginazione richiede.
FILATELIA guarda l'album GRAN BRETAGNA 2006 (2718)
CARROL LEWIS (pseud. di Charles Luttwidge Dodgson) (Inghilterra)
Matematico e scrittore, nacque il 27 gennaio 1832 a Daresbury, Cheshire, una piccola cittadina dove suo padre era pastore della parrocchia. Carroll è il terzo figlio maschio di una numerosa famiglia che comprendeva altri quattro fratelli e sette sorelle. Compie i suoi studi nella scuola di Rugby, da lui poco amata, e in seguito presso il Christ Church College di Oxford dove ottiene la nomina di lettore in matematica pura, una materia alla quale si dedica appassionatamente. Nella scuola vi rimane fino al 1881. Una delle condizioni per rimanervi era quella di seguire la carriera ecclesiastica, di votarsi al celibato e di prendere gli ordini religiosi, imposizioni che Carrol non segue. Diviene soltanto decano nel 1861 e non va oltre, forse a causa della balbuzie e della sua timidezza. Per tutta la vita insegna matematica all’università di Oxford dove publica varie opere scientifiche: Formule di trigonometria piana (1861), La teoria dei determinanti (1867), Euclide e i suoi rivali moderni (1879). Ma non sarebbero stati in suoi trattati di matematica a conferirgli la notorietà di cui ancora oggi gode. Carroll è un uomo magro, un po’ claudicante, timido, un po’ sordo e balbuziente. Una balbuzie che sparisce di fronte alle bambine alle quali soleva raccontare storie e intrattenerle con giochi vari. E’ un abile giocatore di scacchi e un inventore di giochi nonché di nonsense, un’arte trasmessagli dal padre. Si appassiona alla fotografia e, col permesso dei genitori, fotografa bambine, anche nude, un hobby che destò sospetti nelle menti dei benpensanti, anche se tutti erano pronti a giurare sulle sue intenzioni innocenti. Quando ottiene i primi successi letterari non muta tenore di vita. Rinuncia solo all’insegnamento ma continua a vivere nel College, come responsabile del club dell’Istituto. Solo saltuariamente si reca a Londra per assistere a pièces teatrali. Compie qualche viaggio in varie parti d’Europa e si reca nel 1867 in Russia, in missione, per stabilire accordi fra la chiesa anglicana e la chiesa ortodossa. La sua fama gli deriva dal libro scritto per una bambina, Alice Liddel, figlia di un diacono, Alice nel paese delle meraviglie (1865), scritto sotto lo pseudonimo col quale è oggi conosciuto. Il libro, illustrato da John Tenniel, ottiene subito un immenso successo. Ad esso segue nel 1871 Alice attraverso lo specchio e ciò che vi trovò. L’opera fu amata, e continua ad esserlo, da bambini e adulti: sui primi per la fantasia particolare, intrisa di umorismo, di nonsense, di situazioni irreali; sugli adulti per il sottile gioco verbale e per il gusto del gioco logico. Sempre per bambini scrive pure Una storia complicata (1885), un breve poema La caccia allo “Snark” (1876) dove un gruppo di uomini va alla ricerca di un animale sconosciuto, benigno per alcuni e mortale per altri. Seguono poi Il gioco della logica del 1887 e Silvia e Bruno (1889-93), considerato un altro capolavoro che la critica definì “non riuscito” forse perché troppo moraleggiante. In esso l’autore pone a confronto due mondi diversi, ma nei quali vivono, con mutato aspetto, gli stessi personaggi e dove sembrerebbe che la regola interna al continuo gioco dei rispecchiamenti sia contenuta nell’inversione della parola LIVE (vita) che diventa EVIL (male). Carroll scrive pure poesie e nonsense per bambini; e si diverte a comporre parodie di poesie di autori. Di notevole interesse le sue Rhyme? and Reason? (1893). La facoltà di Carroll di saper osservare con candore la realtà e di trasfigurarla con la fantasia, serve all’autore per mettere in evidenza le assurdità degli adulti e per dar vita a sottili giochi di logica. Carroll muore improvvisamente di polmonite, mentre si trovava a Guildford (Surrey) presso le sorelle, il 14 gennaio 1898.
LIBRI Alice nel paese delle meraviglie Nato da racconti improvvisati destinati a tre bambine, il libro racconta un sogno. Alice si annoia mentre legge un libro privo di figure. Si addormenta Vedendo nel sogno un Coniglio Bianco passare davanti a lei, lo segue sino a infilarsi in una buca da dove precipita a capofitto in un paese sconosciuto. Da quel momento le capitano le cose più strane e più assurde. Alice cambia dimensioni a seconda che mangi una torta o beva un liquore; fa conoscenza con un gatto che appare e scompare, partecipa al tè della lepre marzolina e del Cappellaio matto. Incontra aragoste che ballano la quadriglia, partecipa alla partita a crocquet della Regina di Cuori la quale adopera mazze formate da fenicotteri e mazzi di carte che rappresentano ora soldati, ora giardinieri. A conclusione vi è un processo nel quale Alice sarà coinvolta e si troverà contro tutte le carte da gioco… e si risveglierà dal sogno. . La trama si muove in un mondo bizzarro e incantato dove tutto è regolato da leggi estranee agli adulti. Lo scrittore si cala nella mentalità dei bambini, libera da regole e pregiudizi. Alice attraverso lo specchio, scritto nel 1971, è la continuazione del primo volume. La bimba compie un viaggio in un paese fatto a forma di scacchiera, dove incontra personaggi strani: fiori che parlano, due esseri singolari Tuidedi e Tuidledum. Attraverso strani dialoghi con il Re e la Regina di scacchi, arriva alla ottava casella dove diventa lei stessa regina e presiede un banchetto in cui i commensali finiscono nei piatti e le vivande sulle seggiole. Follia ed estro bizzarro stanno alla base della storia che piace ai bambini perché lo scrittore, con la sua conoscenza psicologica, riesce a inserirsi nella loro mente, spesso spietata e ancora libera da convenzionalismi.
FILATELIA guarda l'album BURUNDI 1977 (750), COMORES 1976 (746), CONGO 2001 (9 valori in foglio), GRAN BRETAGNA 1979 (899), 1993 (1649), 1994 (1738), GRENADA 1987 (1491/99+BF 193), JERSEY 2010, ISRAELE 2010, MALDIVES 1980 (835/43+BF), MALI 1982 (439/41), TURKMENISTAN 2000 (The Stamp Show 2000)
CENDRARS BLAISE (pseud. di Frederic Sauser Halle) (Francia)
Nato a La Chaux-de-Fonds (Svizzera) il 1° settembre del 1887. Morto a Parigi il 21 gennaio del 1961. Narratore e poeta, condusse una vita errabonda percorrendo vari continenti ed esercitando mestieri diversi. Durante la guerra mondiale si arruolò nelle Legione straniera, prese parte a diversi combattimenti e nell’ultimo fu ferito ad un braccio e la mano dovette essere amputata. La sua opera nasce dal gusto della violenza, dell’avventura e da una prodigiosa vitalità. Fu un tipico figlio della sua epoca e, particolarmente nella poesia, volle infrangere i vincoli con la tradizione. Ebbe un notevole influsso su Apollinaire. Il suo spirito nomade e il desiderio costante di esplorare il mondo e gli uomini suggestionarono scrittori come Larbaud e Morand. Cendrars è autore di raccolte poetiche, La leggenda dell’oro grigio e del silenzio (1909), Pasqua a New York (1912), Prosa del transiberiano e della piccola Giovanna di Francia (1913). A queste raccolte si aggiungono i romanzi, spesso di carattere autobiografico, esotico, ora ambientati nei quartieri equivoci di una metropoli, ora nella solitudine dell’Antartico o della Patagonia, e sempre improntati alla figura dell’avventuriero moderno, L’oro (1925), Moravagine (1926), Le confessioni di Dan Yack (1929), Rum (1930) La vita pericolosa (1938), L’uomo fulminato (1945), La mano mozza (1946), Bourlinguer (1948), Film senza immagini (1959). Scrisse pure una Antologia negra (1921), seguita da Piccoli racconti negri per ragazzi (1928) e Come i bianchi sono degli antichi negri (1930). Per tali libri è considerato il precursore dell’interesse europeo per la civiltà negra. Fu anche autore di saggi come L’ABC del cinema (1926), Hollywood la Mecca del cinema (1936). Cendrar lavorò per qualche tempo anche nel cinema in qualità di sceneggiatore. Nel 1923 lo troviamo nel cast del film La strada, diretto da A. Gance.
FILATELIA FRANCIA Anno 1987 (2491)
CERVANTES DE SAAVEDRA MIGUEL (Spagna)
Il sogno e la fantasia da una parte, la realtà e il senso pratico dall’altra contraddistinguono il più famoso romanzo spagnolo e si configurano nei due personaggi, il cavaliere Don Chisciotte e il suo scudiero Sancho Panza. Fantasia e realtà, presenti nelle vicende private di Cervantes, le quali hanno accompagnato e puntualizzano tutte le fasi della sua vita, contrassegnando la sua movimentata esistenza, la sua vita vissuta all’insegna di una molteplicità di avventure che gli procurarono la felicità e il benessere sognato. Nel dualismo dei due personaggi, la follia malinconica di Don Chisciotte e il popolaresco buon senso di Sancio Pancia si riflette il dualismo di Cervantes, il ‘doppio’ della sua esistenza. É emblematico che le poste spagnole, in occasione del Congresso Mondiale di Psichiatria, tenutosi nel 1936 a Madrid, abbiano emesso un francobollo in cui campeggia la figura di Don Chisciotte. Cervantes nacque nel 1547 a Alcalà de Henares da Rodrigo e da Leonor de Cortinas, probabilmente il 29 settembre, giorno dedicato a San Miguel. Il padre, un medico di modeste condizioni, senza laurea, una specie di paramedico, esercitava la sua professione viaggiando spesso in compagnia della numerosa famiglia da Alcalà a Madrid, da Siviglia a Valladolid. Il giovane Miguel non poté così seguire studi regolari. Una prima notizia della sua attività letteraria ce la fornisce un maestro di corsi pubblici, Lòpez de Hoyos, il quale pubblicò una serie di poesie dei suoi allievi tra le quali è presente un sonetto di tipo petrarchesco scritto dal giovane Cervantes. Altro non si conosce dei suoi studi quindi si può asserire che la sua preparazione culturale fu frutto di una personale iniziativa e di letture maturate durante le sue peregrinazioni in Spagna e in Italia dove, poco più che ventenne, seguì il cardinale Giulio Almaviva di cui era diventato ‘camarero’. Che nel 1569 fosse a Roma lo attesta un documento richiesto da suo padre in cui si comprova la legittimità della nascita di Miguel e la purezza di sangue negli ascendenti. Nel 1970 entrò a far parte dell’esercito che Marcantonio Colonna stava radunando per muovere guerra ai Turchi. In occasione della battaglia di Lepanto, imbarcatosi sulla nave Marquesa, sebbene febbricitante, combatté valorosamente e a bordo di un battello, con una dozzina di compagni, si gettò nella mischia. Ferito da due colpi di archibugio, uno al petto e uno alla mano sinistra di cui in seguito perse l’uso, trascorse la convalescenza a Messina. Ristabilitosi, entrò nella compagnia di Manuel Ponce de Leon, combatté a Navarino, a Tunisi e a La Goletta. In ogni caso le armi, nelle quali aveva sperato di far fortuna, non gli diedero quanto si era ripromesso di ottenere. Nel 1575, munito di lettere di raccomandazione di Giovanni d’Austria e di Don Carlos de Aragon indirizzate al re di Spagna, partì con il fratello alla volta della Spagna. Pareva una soluzione ma la realtà e l’imprevisto sono per lui sempre stati i nemici del sogno. Durante la traversata, nelle acque di fronte a Les Saintes Maries presso Marsiglia, la galera su cui viaggiava fu assalita da alcune navi turche. Cervantes fu fatto prigioniero, portato ad Algeri e venduto come schiavo ad un rinegato albanese Alì Mamì, che trovatogli addosso le lettere di due eminenti personaggi, lo ritenne persona facoltosa e lo pose sotto sorveglianza speciale. A Tunisi rimase per cinque anni. Tutti i suoi molteplici tentativi di fuga furono sempre sventati. La somma per il riscatto, inviata dai suoi dalla Spagna, servì solo a far liberare il fratello, anche lui prigioniero. Il suo padrone, il greco Alì Mamì, che continuava a ritenerlo un personaggio illustre e ricco, non acconsentì alla sua liberazione. Sembra che al suo secondo tentativo di fuga Cervantes sia stato condannato a morte, ma l’intervento del viceré di Algeri Hassan Pascià, che lo comprò per 500 corone, gli permise di aver salva la vita. Anche sotto il nuovo padrone tentò la fuga, sempre senza successo. Solo nel 1580 il vicerè ricevette la somma per il riscatto che i familiari erano riusciti ad racimolare a seguito di una sottoscrizione di alcuni commercianti cristiani, e Cervantes poté rientrare in Spagna Per sopravvivere, sfruttando la sua fama di combattente contro i mussulmani e la sua situazione di ex schiavo, tentò la via del teatro, scrivendo una ventina di commedie tra cui emerge Numancia di tipo classico-romantico in cui si esalta l’amor patrio. È la lotta di tutta una città che, pur di non sottomettersi allo strapotere dei romani che vogliono conquistarla a tutti i costi, resiste fino all’ultimo, fino a che tutti i cittadini scelgono la morte volontaria. Tra incendi e strage solo la morte appare l’unica via verso la libertà. Ricorda la fine di un’altra città: quella di Masada. Un’altra commedia di un certo spessore è El trato de Argel. Storia intessuta di reminiscenze recenti dell’Autore. È basata sull’amore di due schiavi, ma affronta anche altri problemi: lo scontro tra le religioni cristiana e mussulmana e il conflitto morale di due razze. La vicenda si conclude tragicamente. A questo periodo risalgono le vicende amorose e familiari di Cervantes. Dopo un legame con una certa Ana Franca, da cui ebbe una figlia naturale, sposò nel 1584 la giovane figlia di un gentiluomo di Exquivias, Catalina de Salazar y Palacios. L’amore gli dettò nel 1585 un romanzo pastorale, ispirato alla Diana enamorada di Jorge Montemayor. La primera parte de la Galatea, dividida in seys libros, racconta gli amori di Elicio e Galatea, attraverso l’introduzione di racconti e di episodi che si intrecciano e si spezzano. Un vero romanzo pastorale che ricorda l’Arcadia del Sannazzaro. Ma la sua vita non fu serena come i suoi sogni romantici e letterali. E per varie vicissitudini, la morte del padre, il peso di due sorelle e della madre, la scarsa dote della moglie, fu costretto ad accettare la carica di incettatore di viveri per la ‘Invincibile armata’. Si trasferì a Siviglia da dove partiva per frequenti ispezioni nei villaggi dell’Andalusia. Un lavoro faticoso e per nulla gradevole perché doveva continuamente combattere contro i fornitori di grano e olio, contro gli impresari e persino contro la Chiesa. Nel 1588 a Écija, incorse addirittura nella scomunica dell’arcivescovo per l’eccessivo zelo nel trarre provvigioni dai beni del Capitolo sivigliano. Nel 1592 fu persino accusato di malversazione. Nel 1608, sempre per stare vicino alla corte, ritornò a Madrid. Ormai voleva seguire solo la via della letteratura e poté farlo per l’aiuto che alcuni uomini potenti gli fornirono, come il duca di Lerma, il duca di Béjar, il conte di Lemos e l’arcivescovo di Toledo. Nel 1609 gli sorrise la fortuna di poter seguire il conte di Lemos in Italia dove era stato nominato viceré di Napoli. Un altro sogno svanito. Dal 1605 in poi scrisse la maggior parte delle sue opere. Il 19 aprile del 1616 così scriveva al conte di Lemos, dedicandogli il suo ultimo lavoro Persiles y Sigismunda “Ieri mi si dette l’estrema unzione… Il tempo passa; i dolori crescono, la speranza diminuisce.” Morì quattro giorni dopo e fu sepolto nel convento delle Trinitarie di Calle de Cantarranas. La sua tomba non è mai stata identificata. OPERE: La prima opera importante con cui iniziò la sua attività letteraria fu Galatea (1585). Seguirono le Novelas ejemplares (1613) che comprendono 12 novelle molto dissimili tra di loro. Vi sono novelle di costume, di intrigo, di avventura. Tra esse sono interessanti El celoso estremeño, La gitanilla, La illustre fregona, La fuerza de sangre, La española inglesa, Rinconete y Cortadillo (la più riuscita), El casamento engañoso, El licenciado Vidriera, El coloquio de los perros. Seguono le opere Viage del Parnaso (1613) in cui l’Autore teorizza sulla ricerca dell’armonia, del verosimile, dell’impossibile; Ocho comedias y ocho entremeses (1615), in cui son comprese le sue migliori opere teatrali Pedro de Urdemalas e Il retablo de las maravillas. E, infine, Los trabajos de Persiles y Sigismonda (1616), fatto pubblicare postumo l’anno successivo dalla moglie.). Accanto al Don Chisciotte e a Galatea, Persiles y Sigismonda è da ritenersi il terzo capolavoro del Cervantes. In esso si narrano le peripezie di Persile, erede del regno di Tule, e di Sigismonda, figlia del re di Frislanda. I due giovani, innamorati, si avventurano nelle regioni del nord, errano tra neve e gelo, scampano a innumerevoli pericoli, finché non sbarcano a Lisbona. Di lì raggiungono la Provenza e l’Italia dove, a Roma, celebrano le loro nozze. Due figure smarrite in mezzo ad eventi più grandi di loro, immerse in una atmosfera fantastica che diventa sempre più reale, quanto più si allontanano dalle nebbie del nord per raggiungere il sole del mediterraneo. Ma il capolavoro, quello universalmente conosciuto è Don Chisciotte. Don Chisciotte Dopo Galatea ( opera che aveva dato a Cervantes una certa notorietà nel campo letterario) gli scritti che seguirono furono alquanto scialbi. È del 1591 un romance inserito nella Flor de varios nuevos romances di André de Villalba; alcune quintillas in lode di San Giacinto; due sonetti del 1596; un sonetto di lode in occasione della seconda edizione della Dragontea di Lope de Vega. Ben poca cosa ma la ragione dobbiamo ricercarla nel fatto che in quel tempo Cervantes già pensava alla composizione del suo romanzo Don Chisciotte. Probabilmente Lope de Vega era al corrente del lavoro di Cervantes perché nel 1604 scriveva ad un amico: “Molti poeti stanno scrivendo, ma nessuno così male come Cervantes, né è tanto sciocco da vantarsi per un Don Chisciotte”. Una critica anticipata ed errata per un romanzo che uscì quattro mesi dopo, edito da Francisco Robles, con i tipi di Juan de la Cuesta. Fu un successo immediato, con varie edizioni nello stesso anno in Spagna e Portogallo. E successive traduzioni in Francia, Inghilterra e Italia. Il titolo completo dell’opera è La primera parte del Ingenioso hidalgo Don Quixote de la Mancha, cui seguirà a distanza di tempo la seconda parte pubblicata nell’anno nel 1614. L’intento di Cervantes fu quello di mettere in ridicolo la passione smodata della Spagna nei confronti dei romanzi cavallereschi. Un gentiluomo di campagna al quale la passione per la letteratura cavalleresca ha tolto la ragione, prendendo per oro zecchino l’esistenza di ricche castellane, di incantesimi, di mostri e di avventure fantastiche descritti dagli scrittori del genere, decide di partire alla scoperta di questo mondo meraviglioso. Con la sua fervida fantasia scambia una locanda per un castello feudale, l’oste per il signore del castello e le serve per altrettante damigelle. Non essendo ancora consacrato cavaliere, gli ospiti per divertirsi alle sue spalle, si prestano alla commedia della consacrazione. La prima impresa è la lotta contro i mulini a vento. Il neo cavaliere, vedendo la ampie pale di alcuni mulini mosse dal vento, credendole le mani e le braccia di giganteschi giganti, parte lancia in resta per abbatterli, col risultato di essere buttato a terra. Al suo fianco c’è il fido scudiero Sancio Pancia, di certo più assennato di lui, sebbene pavido e prudente e sempre pronto a dar consigli non ascoltati. Ma l’ideale di un cavaliere è quello di combattere per la donna da lui amata per cui Don Chisciotte nella sua mente esaltata se ne crea una cui dà il nome di Dulcinea del Toboso e la proclama signora dei suoi sogni. Nelle avventure successive prende a bastonate un pastore e il suo servo, cerca di liberare un gruppo di galeotti, ma ogni volta viene a sua volta bastonato a sangue e riportato a casa dove la nipote, il curato, il barbiere e la governante si prendono cura di lui. Guarito, riparte alla ventura sempre in compagnia di Sancio Pancia e dovunque la sua immaginazione gli fa apparire come un sopruso o una violenza una scena del tutto naturale, col suo elmo in testa (una catinella da barbiere che lui ha battezzato l’elmo di Mambrino), a cavallo del suo destriero Ronzinante, parte lancia in resta… per ricavarne solo bastonate. Attacca una carrozza in cui viaggia una dama che lui crede di liberare, mette in fuga dei frati, scambia greggi per eserciti, combatte contro degli otri di pelle pieni di vino, in una osteria incontra la serva Maritornes e un mulattiere geloso che lo bastona … Alla fine, sfiduciato e stanco di riparar torti altrui, si rifugia con il suo scudiero nella Sierra Morena per ritemprare le forze e condurre una vita di penitenza. Unico contatto col mondo è Sancio Pancia che viene inviato a Toboso per portare una lettera d’amore a Dulcinea. Il servo, imbattutosi nel barbiere e nel curato, partiti alla ricerca del loro amico, li guida nel romitaggio del suo padrone e lì, con lusinghe e astuzie, facendo sempre leva sulla fervida immaginazione del cavaliere, lo convincono a lasciare la Sierra Morena e lo riportano a casa chiuso in una gabbia issata su un carro. Gli ultimi capitoli sono occupati da varie novelle in cui Don Chisciotte è presente come personaggio. Il titolo dell’opera lasciava presupporre un seguito alle avventure di Don Chisciotte, un seguito che tardò a venire tanto che nel 1614 il Licenciado Alonso Fernàndez de Avellaneda faceva stampare il Segundo tomo del Ingenioso hidalgo Don Quixote de la Mancha. Non si sa chi sia l’autore nascosto dietro lo pseudonimo; alcuni propendono per un frate di nome Aliaga. Il libro è inferiore all’opera di Cervantes, benché non privo di un certo mordente. Cervantes era all’oscuro della pubblicazione, la quale ebbe come risultato di spronarlo a completare e a pubblicare nel 1615 la Segunda parte del Ingenioso caballero Don Quixote de la Mancha por M. de C.S., tradotto in francese e in italiano nel 1625. Ormai Don Chisciotte sembra rinsavito e il barbiere e il curato, discutendo con lui di cavalleria, ammettono la nobiltà di alcuni suoi punti di vista e non si oppongono a che il cavaliere riparta verso nuove avventure, in questo spronato da baccelliere Sanson Carrasco. Il fido scudiero Sancio Pancia, che ha preso gusto alla vita errabonda e alla prospettiva di diventare governatore di un’isola, lo segue. Carrasco gli suggerisce di andare a Saragozza e, strada facendo, travestito da Cavaliere del Bosco, gli tende un agguato e lo sfida a duello. Ma viene sconfitto. Durante il viaggio Don Chisciotte incontra una duchessa che, a conoscenza delle sue stravaganze, lo invita nel suo castello per burlarsi di lui. Tra le burle coinvolgono anche lo scudiero, affidandogli il governatorato dell’isola Baratteria. Lo collocano in un palazzo dove gli fanno soffrire la fame. In quell’occasione Don Chisciotte affianca lo scudiero per offrirgli saggi consigli. Ovviamente tutto finisce a bastonate. Rimessisi in viaggio i due arrivano a Barcellona dove Don Chisciotte viene sfidato dal Cavaliere della Bianca Luna, che altri non è se non il baccelliere Carrasco, a proclamare la donna più bella. Don Chisciotte punta su Dulcinea, ma, sconfitto nel duello che ne segue, chiede la morte. Questa soluzione però non rientrava nei patti della sfida per cui il cavaliere errante torna al paese, dove cade ammalato. Ripresosi dalla malattia e rinsavito, proclama di abbandonare il nome di Don Chisciotte per riprendere quello di Alonso Quijada, detto il Buono per i suoi retti costumi, di rinnegare il passato e prende congedo dai suoi amici, il barbiere, il parroco, Sancho, il baccelliere e muore in solitudine. .L’opera ha la sfrenata libertà dei romanzi di cavalleria. Ma nel Don Chisciotte traspaiono le ragioni dell’ideale, personificate dal cavaliere solitario, sempre annullate dalla realtà in cui si ritrova al termine del sogno fantastico e le ragioni della logica che il saggio scudiero sempre gli suggerisce. In ogni caso, conclusa una avventura eccone subito un’altra che Don Chisciotte affronta sostenuto dalla sua demenza felice in cui continua a crogiolarsi. Sancho Pancia rappresenta nel romanzo la parte positiva e pratica, il buon senso terra terra, in opposizione alla follia che non vede ostacoli. I due personaggi incarnano gli aspetti dell’animo spagnolo: idealismo alla ricerca del fantastico e dell’impossibile da una parte e dall’altra la praticità e la positività che sperano nella buona sorte per poter raggiungere la fortuna. Nell’opera del Cervantes è sempre presente l’ironia che nasce dall’esame dell’ambiente popolaresco-castigliano, dal suo mondo vario di contadini, di osti, di carrettieri, di pastori, di servotte procaci e allegre. C’è la Spagna di allora, quella però lontana dalle forme mondane e pompose delle classi elevate. Don Chisciotte vive l’umile vita dei contadini della sua terra, di tutto un popolo che lavora e vive immerso nelle sue tradizioni, nelle sue idee semplici, buffonesche, triviali e comiche, superstiziose e sentimentali. Il tutto trasfigurato dall’arte del Cervantes. In Italia la prima traduzione apparve nel 1622/25 a Venezia. Va pure ricordato che Giovanni Meli scrisse nel 1785/86 un poema in dodici canti in dialetto siciliano Don Chisciotti e Sanciu Panza. Nel campo teatrale il romanzo ispirò numerosi compositori tra cui Purcell, Paisiello, Salieri, Mercadante,Massenet, Richard Strauss e altri. Esistono pure balletti ispirati all’hidalgo spagnolo. Si ricordano un balletto comico di Favart (Don Chisciotte dalla duchessa), di Nover, di Paolo Taglioni, di Marius Petipa. Nel campo cinematografico tra i film più interessanti tratti dal romanzo vi sono quelli diretti nel 1933 da G.W.Pabst (con F.Scialiapin) e nel 1956 quello diretto da G. Kosintzev (interpretato da N. Cerkasov).
FILATELIA guarda l'album ALBANIA 1987 (2139), ALGERIA (1427), ARGENTINA (489), 1975 (148 PA), BOLIVIA 1961 (418 e 211 PA), BULGARIA 1955 (843), 1989 (3229), 1997, CECOSLOVACCHIA 1967 (1602), CILE 1947 (217), COLOMBIA 2005 (1 foglietto), COSTARICA 1947 (240/1), CROAZIA 1997, CUBA 1972 (16123/4 BF 38), 2005 , EQUADOR 1949 (509/13 + PA 204/8), 1951 (225), FRANCIA 1955 (1134) , FUJERA 1967 (201), GUINEA EQUATORIALE 1975 , ISRAELE 1997 (1351), MESSICO 1963 (241) , 1975 (389PA), MONACO 1979 (1177) , 2005, PANAMA 1921 (125), 1948 (268 ,98/9PA). 1949 (105A PA) , ROMANIA 1967 (1429), RUANDA 1971 (518), RUSSIA 1966 (227/34) 1996 (3179), SAHARA SPAGNOLO 1958 (136/39), SAN MARINO 2004 (1933), SAN SALVADOR 2007, SLOVACCHIA 2004, SPAGNA 1905 (235), 1916, 1936 (109 PA), 1947 (760), 1947 (A 235 PA), 1961 (1066), 1966 (1401), 1966 (1404), 1983 (2319), 1997 , 1998 (3131/55), URUGUAY 1967 (323).
CHERNY SASHA (pseud. di Aleksandr Mikhailovich Glickberg) (Russia)
Nato a Odessa il 13 ottobre del 1880. Morì a Lamkandou, in Francia il 5 luglio del 1932. Ebbe un’infanzia infelice con una madre isterica che mal sopportava la presenza di bambini e un padre collerico che spesso puniva severamente i suoi figli. Il padre, non potendo iscrivere alla scuola i figli in quanto nati in una famiglia ebrea, risolse il problema facendoli battezzare. Sasha non amò la scuola sin dall’inizio e a quindici anni fuggì da casa per rifugiarsi presso una zia a Pietroburgo. Cercò di riprendere gli studi, ma fu espulso dal ginnasio di Pietroburgo e si ritrovò senza lavoro e senza soldi. Né genitori né parenti risposero alle sue richieste di aiuto. Per sua fortuna un racconto da lui scritto fu pubblicato dal giornalista Alexander Yablonovsky sul giornale “Syn Otechestva”. Il racconto fu letto da un francese-russo, Zhitomir, che prese a benvolere il giovane e lo adottò. Entrato a far parte dell’esercito vi militò per due anni e al suo rilascio ottenne un incarico come funzionario doganale nel villaggio di Novosiltsy, al confine dell’Austria-Ungheria. Nel 1904, tornato presso la famiglia adottiva, lavorò come giornalista presso la rivista “Volynsky Vestnik”, poi , cessate le pubblicazioni per fallimento, Sasha si spostò a Pietroburgo per continuare la carriera giornalistica. A Pietroburgo trovò un lavoro amministrativo nelle ferrovie e incontro Maria Ivanovna Vasiolieva che divenne sua moglie. Trascorsero la luna di miele in Italia e al ritorno, adottato il “nom de plume” Sasha Cherny, pubblicò una raccolta di versi, Nonsense, sulla rivista “Zritel”, la quale a causa di tale opera, censurata, fu chiusa per volere del governo, Ma quei versi ottennero successo e furono diffusi sottoforma di ‘samizdat’ in tutto il paese. Tra il 1906 e il 1907 visse in Germania e frequentò l’Università di Hidelberg. Nel 1908, tornato a San Pietroburgo, collaborò con la rivista “Satirikon”. Conobbe Mayakovsky. Nel 1910 pubblicò un libro di versi, Satire e nel 1911 Satire e Testi. Si occupò anche di libri per l’infanzia alla quale dedicò Tul-Tuk (1913) e Live ABC (1914). Dopo la rivoluzione di ottobre emigrò a Vilnius, poi in Germania, dove lavorò per la rivista di Berlino «Fire Bird», poi in Francia, dove collaborò a «Il giornale russo». Nel 1923 pubblicò il suo terzo libro di versi Sete e nel 1927 è stato il fondatore di una colonia russa nel villaggio La Favier in Provenza. Nel periodo trascorso all’estero scrisse il poema Chi vive bene in emigrazione (1931-1932) e, in prosa, Storie non serie (1928), Racconti di soldati (1933). Dopo la sua morte uscì il suo quarto libro di versi Isole di ragazzi. Morì per un attacco di cuore, mentre aiutava a spegnere un incendio nella città di Lamandou nel sud della Francia il 5 luglio 1932. La leggenda narra che il suo cane Micky, protagonista della storia per ragazzi Il diario di Micky Fox Terrier, si accovacciò sul petto di Sasha e morì con il suo proprietario .
FILATELIA RUSSIA Anno 2005 Busta postale
CHUKOVSKY KORNEY IVANOVICH (Russia) Nato nel 1882. Morto nel 1969.È probabilmente il poeta più popolare per i bambini di lingua russa. Le sue poesie “Il Dottore Aybolit„, “Il gigante Roach„, “Il coccodrillo„ sono tra i favoriti di molte generazioni di bambini. Il suo nome vero era Nikolay Vasilyevich Korneychukov, ma utilizzò lo pseudonimo con cui firmava i suoi articoli giornalistici che inviava da Odessa nel 1901. Era un figlio illegittimo di Ekaterina Osipovna Korneychukova. Studiò nel ginnasio di Odessa, dal quale fu espulso a causa della sua “bassa origine” e dovette ottenere il diploma dell'università e della scuola secondaria per corrispondenza. Dal 1903 al 1905 visse come corrispondente a Londra, dove iniziò ad ammirare i versi di Walt Whitman, di Lewis Carroll e di Edward Lear. Tornato in Russia, cominciò a tradurre dall'inglese e a pubblicare parecchie analisi degli autori europei contemporanei, che lo portarono a conoscere le personalità principali della letteratura russa e gli assicurarono l'amicizia di Alexander Blok. Nel periodo 1905-06 fu autore di satire e di pubblicazioni antigovernative per le quali fu arrestato per sei mesi. In quel periodo Chukovsky scrisse le sue prime fantasie per i bambini molte delle quali furono in seguito adattate per spettacoli teatrali. Prokofiev e altri compositori le utilizzarono per balletti. Successivamente, altre furono adattate per il teatro e pellicole animate, con lo stesso Chukovsky tra i collaboratori. Con la popolarità acquisita fece pubblicare le opere complete di Nikolay Nekrassov, e lui stesso pubblicò una guida turistica popolare ad uso dei bambini. Come attestato nei suoi diari, usò la sua autorità per aiutare gli autori perseguitati dal regime tra cui Anna Akhmatova, Mikhail Zoshchenko, Alexander Galich ed Alexander Solzhenitsyn. Fu l'unico a congratularsi ufficialmente con Boris Pasternak quando questi ricevette il premio Nobel. Sua figlia Lydia Chukovskaya è ricordata come una compagna e segretaria per tutta la vita della poetessa Anna Akhmatova. Per la sua opera sulla vita di Nekrasov ottenne il premio Lenin Prize (1962) e il dottorato onorario dell'Università di Oxford in 1962.
FILATELIA guarda l'album RUSSIA Anno 1993, URSS Anno 1982
(Slovacchia) Nato nel 1896. Morto nel 1960Produttore, scrittore, insegnante. Nel 1933 si occupò dello “Slovenská di Matica” e fu redattore dello “Slniečko”. In seguito fu responsabile dell'istituzione dell’editrice Neografia„ Emigrato nel 1945, fu presidente del Consiglio Nazionale slovacco e presidente onorario della lega dei produttori e degli artisti slovacchi all'estero. Nel 1959 fondò lo “Slovenská di Matica” all'estero. Si occupò attivamente della letteratura rivolta all’infanzia scrivendo racconti e romanzi (Najmladší Závodský, Chlieb„ e Mak di Jozef…) Introdusse elementi lirici innovatori nel realismo letterario slovacco (Pisár Gráč). Durante gli anni del periodo fra le due guerre aggiunse al suo lavoro per i bambini (Zzajko, Budkáčik di Smelý un Dubkáčik, Zlaté hodinky). Durante l’esilio terminò e pubblicò nel 1948 Andreas novello Búr Majster che rappresentò l'apice della cosiddetta “prosa lirica„.
FILATELIA SLOVACCHIA Anno 1996 (2008)
CLARIS de FLORIAN JEAN-PIERRE (Francia)
Nasce nel 1755 nel Castello di Florian, Sauve, Linguadoca e muore a Sceaux-Parigi nel 1794. Fu pronipote di Voltaire. Claris trascorre buona parte della vita nel castello di Anet in quanto fa parte del seguito del duca di Penthièvre. Quando il suo protettore muore, si trasferisce a Parigi dove prende parte alla Rivoluzione. È uno scrittore delicato, di ispirazione tenue e ingenua, preziosa, incline al sentimentalismo, la quale spesso reca l’impronta di Rousseau. Le sue opere complete appaiono nel 1820 e nelle Opere inedite è compresa la sua autobiografia, Memorie di un giovane spagnolo. Tra le sue opere vanno ricordate le commedie di soggetto borghese Il buon padre, La buona madre nelle quali il personaggio di Arlecchino è presentato come una figura edificante e sentimentale; i romanzi pastorali Galatea (1783) ispirato a Cervantes, ma ambientato nelle Cevenne, ed Estella (1788); i romanzi cavallereschi Numa Pompilio (1786) e Consalvo di Cordova (1791). Notevoli anche le Ottantanove favole in versi (1792) assai popolari, caratterizzate da una ironia disincantata tipica del Settecento.
FILATELIA FRANCIA 1955 (1021)
Clement Clarke Moore(USA)
Nato il 15 luglio 1779 a New York. Morto il 10 luglio 1863 a Rhode Island. Figlio di Benjamin Moore, arcivescovo episcopale di New York, Rettore della Chiesa Trinità e presidente del Columbia College. Figlio unico, la sua educazione fu curata in casa. Si laureò alla Columbia University. Nel 1813 sposò Catharine Taylor, morta nel 1830. A lui si deve il testo poetico, scritto per i suoi figli nel 1822, Twas the Night Bifore Christmas ( conosciuto anche col titolo Una visita di S. Nicholas), ma solo nel 1834 l’opera fu collegata al suo nome. Sebbene sia noto solo per questo testo, Moore scrisse pure molti altri lavori tra cui un pamphlet politico, un libro di testo e poesie.
FILATELIA guarda l'album
ANGUILLA 1981 (fog. 40), GUERNSEY 2003 (994/9) , SIERRA LEONE 1990 (1254/69; 1298/305; fog. 135/8; fog.146/7) 1993 (fog. 237)
COLLODI (pseud. di CARLO LORENZINI) (Italia)
Pinocchio, - scrive Italo Calvino - è un libro che sembra essersi scritto da solo, senza alcun Geppetto che lo modellasse, per cui tutti conoscono vita e miracoli del celebre burattino e pochi, invece, sanno chi era Carlo Lorenzini. A Firenze, in via Taddea, sul muro di una casa vi è una lapide su cui sta scritto: “In questa casa nacque nel 1826 Carlo Lorenzini, padre di Pinocchio”. Collodi nasce il 26 ottobre del 1826 e muore nel 1890. Vive la sua infanzia e la sua adolescenza in una Firenze agitata da fermenti patriottici, da idee politiche discordanti che lo spingono a diventare un acceso fautore delle idee mazziniane. Studia in seminario, fa commesso di libreria e prende parte con i volontari toscani alla campagna del 1848, combattendo a Curtatone e a Montanara. Nel 1859, trovandosi a Milano per lavoro presso la casa Ricordi, si arruola nel Reggimento di Cavalleria Novara e partecipa alla seconda guerra di indipendenza. Dopo Villafranca ritorna a Firenze dove, assunto lo pseudonimo di Collodi, preso dal nome di un borgo vicino a Pescia, dove era nata sua madre, dà vita ad una intensa attività giornalistica, specialmente in campo teatrale, la quale gli vale nel 1860 la carica di censore presso la prefettura Firenze. É tra i fondatori della rivista 'Il lampione', presto soppressa in quanto sosteneva idee nazionalistiche in un momento in cui l'Italia 'unita' ancora non esisteva. In seguito fonda il giornale umoristico 'La scaramuccia'. Collabora fin dal primo numero con il giornale 'La Nazione'. É membro di una giunta e si assume il compito di preparare un dizionario della lingua italiana parlata. Nel 1875 traduce dal francese le fiabe di Perrault, di Marie Catherine d'Aulnoy e di Jeanne Marie Le Prince de Beaumont nel volume Racconti delle fate. A tempo perso compone anche commedie di poco conto quali Gli amici di casa, La coscienza e l'impiego, L'onore del marito, I ragazzi grandi, Il dramma Anna Buontalenti; e i romanzi I misteri di Firenze e Un romanzo in vapore. Tra le sue attività vi è pure quella di rinnovare i libri di lettura. Da anni ormai, da quando il Parravicini aveva scritto Giannetto, un'opera scolastica infarcita solo di buoni propositi e di doveri che i ragazzi dovevano seguire, si avvertiva il bisogno di offrir loro qualcosa di più vivo e di più affine al loro carattere. [1] I vari Tarra, Cantù, Perego, Thouar, seguaci delle teorie del Parravicini, offrivano ai giovani testi eccessivamente moraleggianti e noiosi. Lo stesso Collodi inizia a scrivere seguendo quei concetti pedagogici, ma ben presto se ne allontana prendendo quella strada che lo avrebbe portato a Pinocchio. Tra i suoi primi libri abbiamo Minuzzolo e Giannettino. Già la scelta di un personaggio il cui nome è Giannettino è emblematica e rappresenta una rottura col personaggio Giannetto del Parravicini: là un nome serioso, da ometto perbene, che non deve mai derogare dai suoi doveri morali e scolastici; qui un Giannettino più frizzante, birichino, il quale comincia a rompere gli schemi pedagogici che erano iniziati con Berquin. Giannettino esce nel 1876, seguito dal Minuzzolo (1878), Il primo viaggio di Giannettino per Italia (1880), La grammatica di Giannettino (1883), L'abbaco di Giannettino, Il regalo di capodanno, La geografia di Giannettino (1885), Il libro di lettura per la seconda classe, Il libro di lettura per la terza classe, La lanterna magica di Giannettino (1890), tutte opere parzialmente fedeli alla tradizione pedagogica precedente nelle quali era possibile propinare al lettore una quantità di nozioni e ammaestramenti attraverso un racconto divertente. Collodi scrive pure Macchiette (1880), Occhi e nasi (1981), Storie allegre (1887), Note gaie (1892), Divagazioni critico-umoristiche (1892). Nel 1893 occupa il posto di direttore del 'Giornale per bambini’ su cui pubblica nel 1885 Pipì, lo scimmiottino color di rosa. Collodi muore a Firenze nel 1890 a causa di un colpo apoplettico.
IL ROMANZO
Se Collodi non avesse avuto l'intuizione e l'estro di scrivere il suo capolavoro Pinocchio, non si sarebbe mai staccato dalla mediocrità degli scritti che hanno caratterizzato gli educatori toscani del suo tempo. Pinocchio nasce per caso nel 1883. Ferdinando Martini direttore dal 1880 del 'Giornale per i bambini' chiese al Collodi di scrivere un racconto a puntate e lo scrittore accettò (si dice per pagare debiti di gioco). Nella lettera di accettazione chiese al Martini di pagarlo bene se voleva che non gli venisse meno la voglia di portar avanti il racconto La prima puntata, col titolo di Storia di un burattino fu pubblicata nel 1880 e ad essa seguirono le altre con una certa regolarità, tranne una interruzione inspiegabile. Nel 1883 l'opera uscì in volume col titolo Le avventure di Pinocchio. La storia del burattino inizia quando è ancora un ciocco di legno grezzo dal quale il falegname Geppetto intende ricavarne un burattino speciale, capace di tirar di scherma, di ballare e di fare salti mortali. Appena abbozzato, Pinocchio comincia a far dispetti. Strappa la parrucca a Geppetto, schiaccia il Grillo Parlante per non udire i suoi saggi consigli, fugge di casa, si vende l'abbecedario per andare a teatro a vedere lo spettacolo di Mangiafoco e dei suoi burattini. Il capo comico prima lo minaccia e poi gli regala cinque monete d'oro da consegnare a suo padre. Ma invece di portarle a Geppetto, Pinocchio cede alle lusinghe del Gatto e della Volpe che gliele fanno seminare in un campo, convincendolo che sarebbe nato un bell'albero di monete. I due lestofanti, per rubargliele, lo impiccano.
Con la morte del burattino, le puntate sul 'Giornale per i bambini' cessano ma, dietro la richiesta dei lettori, Collodi dovette riprendere la storia.
Soccorso dalla Fatina dai Capelli Turchini, il burattino rinsavisce ma solo temporaneamente perché il desiderio di avventure lo spinge a fuggire di nuovo. Rimasto intrappolato in una tagliola, è costretto a sostituire il cane da guardia. Liberato dalla catena per aver avvisato il padrone della presenza dei ladri, incorre subito in altre avventure: corre il rischio di finire in prigione e poi di essere fritto in padella da un pescatore che lo aveva catturato con la rete. Riesce a fuggire e incontra il suo amico Lucignolo che lo conduce nel Paese dei Balocchi, da dove ne esce trasformato in un grazioso somarello. Comprato dal direttore di un circo equestre, si azzoppa durante un esercizio e viene venduto ad un uomo che, volendo con la sua pelle fare un tamburo, cerca di annegarlo. I pesci però, cibatisi del suo involucro di carne, liberano il burattino di legno che a nuoto fugge. Inghiottito da un pescecane, incontra nella sua pancia Geppetto che era andato alla sua ricerca. I due riescono a fuggire dalla bocca spalancata del pesce e ritornano a casa. Lì, ammaestrato dalle esperienze vissute, assai poco piacevoli, Pinocchio mette la testa a posto, va a scuola, diventa buono e un mattino si risveglia non più burattino ma ragazzo in carne e ossa. Rispetto alle opere precedenti con Pinocchio Collodi affronta un tema universale, quello della crescita, del passaggio dalla fase di 'crisalide infantile' a quella di ‘individuo cosciente’ delle sue possibilità e limiti. Sono le avventure della prima fase, liete e meno liete, a permettergli di conoscere le alternative tra il bene e il male. Diversamente dal precedente personaggio di Giannettino, che divenne protagonista di diversi libri, Collodi non ritorna più sul personaggio, derogando per fortuna dal cliché dei serial-libri, quei libri in cui la ripresa di un personaggio ben accolto dalla critica, viene sfruttato eccessivamente tanto da renderlo noioso e stucchevole. Ma se Collodi chiuse la porta a Pinocchio, altri pensarono subito a riaprirla. La strada scoperta da Collodi venne, quindi, percorsa da scrittori quali Cioci, Catani, Paolo Lorenzini (che essendo nipote dell'Autore si fece chiamare Collodi Nipote), Scotti Berni, Rembadi Mongiardini, Piccioni (in arte Momus) e una pletora di scrittori minori. Nacquero quelle che furono definite 'le pinocchiate'. Se ne contano oltre 250 nelle quali il burattino fu presentato sotto diversissime categorie: si va da Pinocchio poliziotto a Pinocchio viveur, ciclista, automobilista, boxeur, prestigiatore, pasticciere… Gli furono attribuiti fratelli, sorelle, promesse spose. Fu inviato in diverse parti del mondo come esploratore e giornalista; fu spedito sulla Luna, al Purgatorio, Inferno e Paradiso sulle orme di Dante. Fu pure sfruttato durante il regime fascista dove divenne balilla, avanguardista, combattente nelle campagne d'Africa, a Sciarra Sciat, tra gli abissini in qualità di istruttore del Negus. Andò in Austria nella prima guerra mondiale, fu politico della Terza Italia e fu usato per pubblicizzare nel 1950 la propaganda elettorale del PSDI. Pinocchio ispirò molti illustratori di libri per ragazzi tra i quali meritano di essere ricordati: Enrico Mazzanti, (il primo illustratore), C.Chiostri, A.Mussino, L.Mattotti, D.Cambellotti, A.Rubino, Golia, Yambo, Toppi, Galeppini, Jacovitti e di recente la pregevole opera di Roberto Innocenti, realizzata nel 1988 per l'editore inglese J. Cape. Il teatro si occupò di lui con commedie e operette destinate ai giovani. Fu utilizzato nella pubblicità per esaltare la bontà di prodotti destinati alla salute, per pubblicizzare giocattoli… e finì anche sul piccolo e grande schermo. Si ricorda una serie televisiva con la regia di Comencini e il protagonista, Andrea Balestri; un film del 1912 con protagonista il comico Polydor; opere teatrali con Carmelo Bene e Benigni. La Walt Disney gli dedicò un lungometraggio. Oggi a Pescia, nel Parco Collodi, il burattino è ricordato con un monumento, opera dello scultore Emilio Greco.
FILATELIA guarda l'album CECOSLOVACCHIA 1961 (1160), 1991 (2895), COMORES 1976 (147), GERMANIA 2001 (2025), ITALIA 1954 (746), 1981 (Cartolina postale), MANAMA 1972 (818), NIGER 1998 (9 valori), NEVIS 1996 (951), RUSSIA 1992 (5944), SAINT VINCENT 1992 (1555), SAN MARINO 1990 (1296/99), 2004 (1956), SHARJAH 1972 (6 valori), SIERRA LEONE 1985 (694), SVIZZERA 1994 (1214), TANZANIA 1998 (391); 1991 (BF 167), TURKS & CAICOS 1980 (495/503+BF 25), TURKMENISTAN 2000 (foglietto con 12 valori), URUGUAY 1982 (1108), USA 2004 (3566), ITALIA 2010
CONDE CARMEN(Spagna)Nasce a Cartagena, il 15 agosto de 1907. Muore a Madrid, l’8 gennaio 1996. All’età di sette anni si trasferisce con la famiglia a Melilla dove vive sino all’età di tredici anni. Le memorie di questo periodo sono raccolte in Empezando la vida. Nel 1923 vince un concorso quale Ausiliaria della Sala di Delineacion de la Sociedad Española de Construcciòn Naval e inizia anche la collaborazione con la stampa locale. A 19 anni si iscrive alla scuola per maestre di Murcia e nel 1927 sposa il poeta Antonio Oliver Belmas. Tra le prime opere pubblica nel 1928 la raccolta poetica Obra en marcha: diario poetico. Nel 1929 dà alle stampe Brocal e l’anno successivo termina gli studi alla Scuola Normale di Albacete di Murcia. Dal 1931 al 1933 marito e moglie danno vita alla rivista “Presencia”, creando nel frattempo la prima Università Popolare di Cartagena, cui era annessa una biblioteca per adulti, una per bambini, una sala per esposizioni, proiezioni, un centro assistenza del Patronato delle Missioni Pedagogiche. Carmen, inoltre, lavora come maestra nella Scuola Nazionale di El Retén. Nel 1934 pubblica Jubilos con prefazione di Gabriela Mistral e lavora come Ispettrice presso l’Orfanotrofio di El Pardo, lavoro che lascia nel 1935. Allo scoppio della guerra civile il marito si unisce all’esercito repubblicano e lavora presso la radio Fronte Popolare. Carmen lo segue in varie città dell’Andalusia, poi ritorna a Cartagena per stare vicino alla madre ammalata. Nel 1937 rinuncia a presenziare all’invito di Gabriela Mistral, allora Console del Cile a Lisbona. Seguono viaggi all’estero (Francia, Belgio) per studiare le istituzioni culturali di quei paesi Il periodo dal 1940 al 1950 fu particolarmente fruttuoso dal punto di vista letterario. Scrive opere sotto gli pseudonimi di Magdalena Noguera, Florentina del Mar e altri. Insegna in corsi per stranieri; tiene conferenze, collabora con la Radio Nazionale Spagnola., si occupa dell’Editoriale Alhambra e pubblica opere importanti come Ansia de la Gracia, Mujer sin Edén. Nel 1968 muore il marito. Nel 1978 viene eletta accademica e in quell’occasione pronuncia il discorso Poesia ante el tiempo y la immortalidad. A partire dal 1982, per l’eccessivo lavoro viene colpita dal morbo di Alzheimer. Nel 1987 riceve il Premio Nazionale per la letteratura infantile e giovanile per l’opera Canciones de nana y desvelo. Trascorre gli ultimi anni di vita nella villa di Majadahonda (Madrid) e nel settembre del 1992 redige un testamento in cui lascia tutte le sue opere e quelle del marito al Comune di Cartagena, la sua città natale. Tra le sue opere: Brocal, (1929) Júbilos (1931), con prólogo de Gabriela Mistral e illustrazioni di Norah Borges, Pasión del verbo (1944), Ansia de la Gracia (1945), Signo de amor (1945), Mujer sin Edén (1947), Obra poética (1967), La noche oscura del cuerpo (1980), Soy la madre (1980), premio Ateneo di Sevilla per la novella 1987, Canciones de nana y desvelo (1987), Premio Nacional de literatura infantil y juvenil .
FILATELIA SPAGNA 2007
CONSCIENCE HENDRIK (Belgio)
Nato ad Anversa il 3 dicembre 1812, morì a Bruxelles il 10 settembre del 1883. Figlio di un sottufficiale francese e di una donna nativa del Brabante. viene arruolato nell’esercito per sei anni dal 1830 al 1836 e comincia a farsi conoscere scrivendo alcune canzoni in fiammingo. Tornato ad Anversa svolge modesti impieghi. Comincia a prendere parte al movimento romantico che promosse la rinascita nazionale fiamminga in Belgio. Per dissidi con la famiglia, si ritira in campagna a fare l’orticultore. In seguito occupa cariche pubbliche tra cui l’incarico di Amministratore dell’Accademia delle Belle Arti. Nel 1837 pubblica una raccolta di prose e poesie dal titolo Fantasia, accolta poco benevolmente dalla critica, ma si conquista la fama col romanzo Il leone delle Fiandre, un romanzo storico sulla scia di W. Scott. Il successivo romanzo Jacopo d’Artevende (1849) rafforza la sua fama. Scrive oltre cento romanzi tra i quali vale la pena ricordare: Il coscritto (1859), Il nobile povero (1851), Il tesoro di Felice Roobek. Ai suoi tempi Conscienze fu uno scrittore rappresentativo, oggi è sceso al posto di scrittore per il popolo e per i giovani.
FILATELIA BELGIO Anno 1983 (2106)
COOPER JAMES FENIMORE (U.S.A)
Assieme a Wahington Irving, Cooper è considerato il creatore dei miti legati all’West americano, alle grandi praterie, alle lotte tra bianchi e indiani, ai vasti paesaggi del Nuovo Mondo. Da lui si può far iniziare la storia letteraria americana. Cooper nasce a Burlington (New Jersey) il 15 settembre 1789. Figlio di un ricco colono che aveva fondato la cittadina di Cooperstown, vive da giovane in una zona di frontiera che plasma il suo animo di fanciullo e i cui ricordi sono sparsi nella sua opera. Frequenta regolarmente la scuola fino ad iscriversi all’Universtà di Yale dalla quale viene espulso per indisciplina. Segue una esperienza marinara che dura fino al 1811. Tornato a casa sposa l’aristocratica Susan de Lancey e si stabilisce nelle proprietà della famiglia. La sua carriera letteraria inizia per caso quando a trent’anni scrive Precauzione (1820), un romanzo di costume secondo la moda inglese. Il successo che ottiene e la fortuna dei due romanzi successivi La spia (1821) in cui sono presenti tutti i motivi della sua opera legati all’avventura e al tono melodrammatico, e Pionieri (1823) lo spingono ad abbracciare la carriera letteraria e lo inducono a trasferirsi prima a New York e poi in Europa dove conosce Walter Scott (al quale fu spesso paragonato) e Lafayette. Nel 1833 fa ritorno in patria e inizia per lui un periodo di attrito con alcuni esponenti della democrazia jacksoniana allora imperante e di polemica pubblicistica e libellistica che gli aliena parte del pubblico e lo rende alquanto impopolare. Nascono in questo periodo il saggio Il democratico americano (1838), i romanzi The monikins (1835), Homeward bound e Homes as Found (1838), e soprattutto la trilogia dei Littlepage, Satanstoe.e L’incatenato (1845), I pellirosse (1846), in cui la politica antidemocratica si fa più virulenta. Gli ultimi anni della sua vita li vive immerso in un cupo pessimismo, testimoniato dal romanzo utopico The Crater del 1847. La sua fama però è legata ai romanzi in cui riesce a far coesistere la tradizione letteraria inglese con quella americana. L’immagine che ricorre nei suoi romanzi è quella dell’eroe che agisce in una terra di nessuno, l’uomo che si allontana dalle restrizioni della vita civile per vivere libero a contatto della natura, in sintonia con gli abitanti delle vaste praterie, indiani amici o nemici. Prototipo dei suoi eroi è Natty Bumppo, protagonista della serie detta ‘Calze di cuoio’ composta dai romanzi I pionieri (1823), L’ultimo dei Mohicani (1826), La prateria (1927), La guida (1840) L’uccisore di cervi (1841). Cooper non segue la cronologia del personaggio per cui in un libro lo troviamo all’età di settanta anni, nel successivo all’età di trent’anni e nell’altro ancora a vent’anni. Natty è il prototipo dell’individuo pioniere americano nelle sue diverse età; l’uomo che vive sempre in armonia con la natura, odia vedere il disboscamento delle foreste da parte dei bianchi perché è il segnale negativo dell’avanzare di una civiltà distruttrice. Cooper ha creato un personaggio di bassa estrazione che purtuttavia sta sempre al centro della vicenda e che suggestionerà altri scrittori. Mark Twain lo criticò di scarso realismo, ma l’intento di Cooper non era solamente realistico. Oltre ai romanzi sulla prateria e sui pionieri, Cooper produsse anche romanzi d’ambiente marinaro. Il suo periodo di arruolamento nella Marina americana durato fino al 1811, aveva dato buoni frutti letterari. Nel 1824 scrive Il pilota; nel 1828 segue il Corsaro rosso (1828) poi I leoni di mare (1849), I due ammiragli (1842). Di puro gusto storico e in difesa dei costumi americani contro l’Europa sono i romanzi Il bravo (1831) e Mercedes di Castlile (1840). Scrisse pure nel 1839 una Storia navale degli Stati Uniti, non priva di valore. Cooper muore a Cooperstown, New York, il 14 settembre 1851.
LIBRI La guida È uno dei cinque romanzi che compongono la serie ‘Calze di cuoio’. Uomo di mezza età, la guida vive in un forte dell’Ontario, dove gode l’amicizia del sergente comandante della guarnigione. Mabel, la figlia del sergente, raggiunge il padre per vivere al suo fianco e lo accompagna quando il sergente, in compagnia della guida, vengono inviati con un gruppo di soldati in un altro forte per dare il cambio alla guarnigione. Durante il viaggio via fiume, vengono colti da una tempesta e la barca su cui navigano rischia di naufragare. Riescono comunque a raggiungere la loro destinazione. Il forte, durante una breve assenza del padre e della guida, partiti con le truppe per una perlustrazione del territorio circostante, viene attaccato. Gli assediati resistono e sono confortati dall’arrivo della guida che annuncia l’imminente arrivo dei soccorsi. Purtroppo questi cadono in una imboscata e il padre di Mabel muore. Dopo l’arrivo degli aiuti capeggiati dal tenente Jasper il forte è liberato e la vita riprende. La guida segretamente innamorata di Mabel, vorrebbe chiedere la sua mano, ma accortosi che la ragazza ama il giovane tenente, lascia il forte per riprendere la sua vita solitaria nella foresta. I pionieri È il primo dei romanzi che compongono la serie ‘Calze di cuoio’. Anche qui troviamo un indiano simile all’ultimo dei mohicani, il quale dà la sua vita per difendere il vecchio Maggiore Effingham, eroe delle lotte di successione. Il nipote di questi ritiene di essere stato derubato della sua eredità dal giudice Marmaduke Temple.. Ma la realtà era diversa: il giudice aveva solo amministrato i beni del maggiore dopo la sua scomparsa e non aveva tradito la simpatia per la famiglia Effingham. La figlia di Temple potrà così sposare il giovane rampollo degli Effingham. La figura più viva del libro è Natty Bumppo, che dopo aver servito il vecchio Effingham, è diventato cacciatore e per trent’anni ha girovagato per i boschi. Più di una volta interviene per salvare il giovane Temple e quando i due sposi gli offrono un comodo rifugio, per la vecchiaia, rifiuta per ritornare alla vita solitaria. L’uccisore di cervi Nel racconto Cooper riprende il suo personaggio più noto, Natty Bumppo, e i suoi amici mohicani Uccisore di Cervi e Occhio di Falco. La scena è quella del Lago Otsego, fra le selve dei Monti Allegani. Il racconto è un continuo susseguirsi di avventure che coinvolgono cacciatori bianchi, mercanti, indiani irochesi sempre pronti ad assalire carovane o ad attaccare le fattorie dei coloni bianchi. Nell’ampio quadro degli avvenimenti si assiste al ritorno dell’uomo nella natura selvaggia e primitiva. Protagoniste della storia sono due sorelle, Netty e Judith, il cui destino è diverso. Netty è destinata ad una fine immatura; Judith, bellissima creatura, verrà trascinata e travolta dalle passioni che suscita. L’ultimo dei Mohicani La vicenda si svolge al tempo della guerra tra Francia e Inghilterra, nel territorio del Nord America. Munro, comandante di un forte sul Lago Sacro, minacciato dall’avanzata delle truppe francesi del comandante Moltcam, chiede rinforzi. Gli viene inviato un contingente di 1500 uomini di cui fanno parte alcuni civili e tra i quali vi sono le due figlie di Munro, Alice e Cora. Per raggiungere più presto il forte, Alice e Cora, accompagnate dal maggiore Hayward, innamorato di Alice, seguono il consiglio della guida indiana Magua che asserisce di conoscere una via più breve. Magua, che in passato aveva subito una severa punizione dal comandante del forte e deciso a vendicarsi, fa cadere il gruppo in una imboscata di indiani Uroni. Salvati dagli indiani mohicani, guidati da Unkas, riescono a raggiungere il forte. Il forte viene attaccato prima dell’arrivo dei rinforzi. Alice e Cora sono fatte prigioniere e vani sono i tentativi del padre di salvarle. Solo con l’arrivo delle truppe inglesi gli Uroni vengono sconfitti. Magua, il loro capo viene ucciso, ma non prima di essersi vendicato uccidendo Cora e Unkas. Il libro rimane un classico esempio delle avventure che coinvolsero bianchi e indiani, visti in una prospettiva romantica più che in una realtà storica. Il racconto sta a metà fra l’avventura e il racconto storico. L’avventura assume un senso mitico; la parte storica è solo un pretesto. Dal libro sono state ricavate alcune versioni cinematografiche, tra cui quelle di G.Sherman (1947); J.L.Conway (1977); M.Mann (1992).
FILATELIA guarda l'album RUSSIA 1989 (5686-90), USA 1940 (412)
(Inghilterra)
Nata nel 1935. Prima di recarsi all’Università di Oxford studiò alla Slough High School. Durante il tempo libero a Oxford si occupò della rivista universitaria “Palma”. Dopo la laurea con un Master in inglese, cominciò a lavorare per il “Times”, sotto la guida di Jan Fleming, e poi divenne scrittrice. Il suo primo libro fu un romanzo di fantascienza. Partecipò ad un concorso per racconti di avventure per bambini, cominciando così ad appassionarsi alla letteratura per giovani. Nel 1963 lasciò l'Inghilterra per sposare un americano, professore presso il Massachusetts Institute of Technology, e andò a vivere negli Stati Uniti dove scrisse due libri per adulti: uno studio sull’'America e una biografia di JB Priestley. Un altro romanzo, autobiografico, Dawn of Fear fu pubblicato nel 1970. Tuttavia la sua fama è legata alla serie The Dark is Rising che comprende The Dark Is Rising (1973), Il re Grigio (1975), e l'ultimo libro della serie Tree (1977). Uno dei libri della serie, Il Re Grigio, vinse il Newbery Medal nel 1976, un premio che viene assegnato annualmente dalla Biblioteca dell’Istituto Americano per l'eccezionale contributo alla letteratura per bambini. Dopo il completamento della serie, Susan Cooper iniziò a lavorare nel teatro per il quale scrisse la commedia Foxfire, in collaborazione con l'attore canadese Hume Cronyn. Collaborò con sceneggiature per film e scrisse, dietro invito di Jane Fonda, la sceneggiatura di un libro di Harriet Arnow, The dollmaker. Dal 1980 al 1990 produsse testi per bambini, basati su fiabe folkloristiche, tra i quali Jethro e Jumbie (illustrato da Ashley Bryan), un racconto ambientato nei Caraibi, seguito da Danny e il re (1993 illustrato da G. A. Smith) e il libro illustrato, Frog (2002). Altre opere: Boggart (1993), Boggart e il mostro (1997), Il re delle ombre (2000), Green Boy (2002), The Magician's Boy, una raccolta di saggi sulla letteratura per bambini, opera che fornisce la visione del mondo in cui creò le opere destinate ai giovani. (da Internety)
FILATELIA guarda l'album GRAN BRETAGNA Anno 1998 Busta postale.
ĆOPIĆ BRANKO (Serbia)
Nato nel villaggio di Hasani, Bosanska Krupa, Bosnia Erzegovina nel 1915. Morto nel 1985. I suoi romanzi, poesie, racconti, storie per bambini sono molto noti e diffusi. Senza dubbio fu uno degli scrittori più amati e popolari nel periodo in cui Tito governò l’Yugoslavia, sebbene la critica lo abbia messo ingiustamente in disparte a causa del suo deciso impegno per la sua idea di “yugoslavismo”. Anche se visse a Belgrado, la maggior parte della sua vita, i suoi personaggi (soprattutto bambini e giovani) e suoi racconti e romanzi sono stati ispirati dall’amore per la sua Bosnia e per la sua infanzia. Nei libri rivive la natura pacifica, orgogliosa, elegante e luminosa di persone con cui venne a contatto durante la seconda guerra mondiale (partigiani e rivoluzionari), il tutto visto da un infantile, ma intelligente, molto emotivo punto di vista umoristico. Deluso nei suoi affetti nelle sue idee e nelle aspettative che aveva riposto negli ideali comunisti, si suicidò gettandosi da un ponte di Belgrado, dopo aver scritto un preambolo ad uno dei suoi ultimi libri in cui aveva previsto la diffusione del nazionalismo xenofobo nei Balcani e le sue terribili conseguenze.
FILATELIA BOSNIA ERZEGOVINA Anno 1997(60)
(Italia)
Nato il 27 dicembre del 1908. Cessò le pubblicazioni il 15 agosto 1995. Due giorni dopo il Natale del 1908, in aggiunta al "Corriere della Sera", uscì un giornalino per l’infanzia che ebbe la fortuna di durare fino al 15 agosto del 1995. Ottantasette anni di vita, tutti spesi per deliziare grandi e piccini.Primo direttore fu Silvio Spaventa Filippi, il quale sviluppò una idea di Paola Lombroso Carrara, figlia del celebre Carlo Lombroso.Il giornalino si rivolgeva ai figli della nascente borghesia e fu una lettura interessante e appassionata per bambini e ragazzi, nello spirito pedagogico che richiamava la pedagogia del Risorgimento. Ai personaggi di puro stampo italiano, tra cui Il signor Bonaventura, Mammola e Medoro, Gibernetta, Pier Cloruro de Lambicchi con la sua Arcivernice, Quadratino, Marmittone e altri, si affiancarono anche personaggi tratti dai più famosi fumetti americani tra cui Bibì e Bibò, Fortunello, Arcibaldo e Petronilla. Ma a differenza dei personaggi americani che si esprimevano attraverso le “nuvolette di fumo”, le tavole delle storie italiane erano sottolineate da filastrocche a rima baciata. Nel corso degli anni il “Corriere dei piccoli” ospitò alcuni inserti tra cui il “Corriere dei Piccolissimi”, il “Corrierino-Scuola” a fianco delle rubriche "La palestra dei lettori", "Corrierino-club" e "Corrierino-Sport". Il “Corriere dei Piccoli” subì molte modifiche e adeguamenti ai tempi. Dal 1972 in poi si sono avvicendati molti direttori che hanno, ad ogni cambio di direzione, stravolto formula, formato e foliazione, cambiando pure il nome da “Corriere dei Piccoli” a “Corrierino”, durante la direzione di Maria Grazia Perini, nel 1993. Il giornalino uscì in edicola senza interruzioni fino al 15 agosto 1995. Un ultimo numero fu distribuito nelle edicole lombarde nel gennaio del 1996.
FILATELIA guarda l'album ITALIA Anno 2008
COUSINS LUCY(Gran Bretagna)
Nasce a Reading, Gran Bretagna nel 1964. Dopo un corso di studi nell’Università di Canterbury, si diploma in disegno tecnico presso il Politecnico di Brighton, dove segue i corsi di grafica del celebre illustratore Raymond Briggs. In seguito è allieva di Quentin Blake presso il Royal College of Art. Durante questo periodo presenta il progetto di un libro a due tinte con soggetto un pinguino ad un concorso patrocinato dalla Macmillan UK, e ottiene il secondo premio. È il suo primo libro ad essere pubblicato. Durante gli anni universitari sviluppa pure l’idea di comporre libri pop-art interattivi aventi per soggetto animali e dopo vari tentativi inventa il suo personaggio principale, uno topo simpatico, Maisy, che pubblica in album nel 1990, ottenendo subito un vasto successo letterario nel mondo dell’infanzia. Il personaggio divenne popolare presso i bambini in età prescolastica per la sensibilità del disegno, i colori vivaci e l’aderenza al loro mondo fantastico. Ha ottenuto diversi premi; ha illustrato oltre 40 libri, pubblicati da editori inglesi e di altri paesi. Il suo personaggio Maisy nel 1990 è approdato sul piccolo schermo in cortometraggi televisivi. L’illustratrice oggi vive in una casa di campagna, in compagnia dei quattro figli. L’ambiente più adatto per il suo estro creativo. Lo stile delle sue illustrazioni che maggiormente attira l’attenzione dei piccoli lettori riunisce humor, fantasia ed elementi quotidiani del mondo a cui si rivolge.
FILATELIA guarda l'album GRAN BRETAGNA 2006 (2719)
(Nuova Zelanda)
Nato a Levin, Nuova Zelanda nel 1936. Scrittrice di libri per bambini, vive nel suo ranch di 135 acri a Marlborough Sounds, Nuova Zelanda. Ha ottenuto la medaglia commemorativa per il servizio di letteratura per l’infanzia e l'Ordine dell'Impero Britannico e, nel 1993, ha ricevuto la laurea in lettere honoris causa dalla Massey University. Ha scritto storie, esercizi e programmi di lettura che vengono utilizzati a livello internazionale. Le sue storie sono emozionanti, piene di avventure e di personaggi dal carattere stravagante come Huggles, il Jigaree, e la Meanies. Uno dei suoi più noti personaggi è Mrs Wish che ha venduto più di 40 milioni di copie. Tra le sue opere: i romanzi per bambini, The Silent One e Bow Down Shadrach (entrambi vincitori del Children's Book of the Year Award e Il formaggio Trap , che vinse il Picture Book of the Year Award nel 1996. A questi si aggiungono opere per adulti, romanzi e racconti. Nel 1996, lei e suo marito, il fotografo Terry Coles, hanno collaborato ad un libro di riflessioni spirituali. Nel suo tempo libero Joy cura gli hobby preferiti: lavori a maglia, di filatura e tessitura, pesca e modellismo. Vive a Picton, Nuova Zelanda.
FILATELIA guarda l'album NUOVA ZELANDA Anno 1999
CREANGA JON (Romania)
Appartenente ad una modesta famiglia della piccola borghesia rurale moldava, Jon Creanga nasce ad Humulesti il 10 giugno 1837. I genitori, di formazione religiosa, spingono il giovane ad intraprendere la carriera ecclesiastica. Dopo essere stato consacrato pope di una chiesa ortodossa di Jasi, Creanga, giovane di indole alquanto indisciplinata e ribelle, viene sospeso dall’incarico e allontanato a causa del suo comportamento giudicato eccessivamente laico. In un primo tempo si dedica all’insegnamento, per presto ripiegare sul mestiere più redditizio di tabaccaio, senza peraltro abbandonare la sua passione per la scrittura, in particolar modo per la poesia. Entrato a far parte della Società letteraria “Junimea” di Jasi, incontra il poeta Eminescu che nel 1875 lo introduce nel ristretto cerchio degli scrittori raggruppati intorno alla rivista “Convorbiri Literare” (Conversazioni letterarie). Tra i due nasce una solida amicizia ed Eminescu, intuito l’estro poetico del giovane e il suo talento di narratore orale, lo spinge a ‘tradurre’ in prosa le sue idee e le trame dei suoi immaginari racconti. A trentasei anni, dopo la pubblicazione della sua opera Soacra cu trei nurori (La suocera con tre nuore) viene annoverato fra i maggiori narratori rumeni del momento. L’opera che gli conferisce più fama è Ricordi d’infanzia (Amintirile din copilârie), un romanzo autobiografico, pubblicato nel 1880. In esso Creanga parla della sua nascita, della sua infanzia spensierata e libera, birichina e lieta. A spingerlo verso lo studio non fu tanto il padre, un uomo legato alla terra, indifferente alla cultura (era solito dire che se tutti studiassero, nessuno più lavorerebbe la terra) quanto la madre che, fiduciosa nell’intelligenza del figlio lo invia nel villaggio di Brosteni per frequentare la scuola locale. Ma la nostalgia per la casa lontana lo spinge a fuggire dalla pensione di una povera donna di cui era ospite per ritornare dai suoi. Creanga, ormai adolescente, viene successivamente inviato sempre dalla madre alla scuola catechistica di Folticeni dove trascorre il tempo tra studi, vita comune con i compagni, scherzi e baldorie. Soppressa la scuola, Creanga si trasferisce nel seminario di Socola per continuare gli studi di teologia. Deve, pertanto, abbandonare definitivamente i luoghi dell’infanzia a lui tanto cari e diventa un giovane serio, sebbene poco convinto dei programmi di studio sino ad allora seguiti. Creanga svolge una intensa attività di scrittore fino al 1883. Poi, per ragioni di salute, soffriva di epilessia, si allontana da ogni occupazione letteraria. Muore a Jasi il 31 dicembre del 1889.
Ricordi d’infanzia, oltre ad elementi biografici, comprende racconti, aneddoti, descrizioni accurate di tipi di contadini rumeni, colti con finezza, arguzia e umorismo, illustrati con semplicità e descritti attraverso una lingua ricca, armoniosa e viva. Maestro nato, Creanga ha lasciato ai giovani un patrimonio fiabesco, Povesti (Fiabe), ricco di impressioni e avvincente. Le sue fiabe sono tratte dal patrimonio folkloristico-popolare con temi tratti dalla vita e dal comportamento degli animali, del mondo eroico rumeno, delle leggende. Le fiabe si impongono per il mondo fantastico, per i caratteri dei personaggi, per l’humour che le anima. Creanga può essere considerato come uno dei massimi narratori rumeni. In lui si avverte una somiglianza con Rabelais a causa del comico presente nella sua opera, per la sua visione del mondo. Per lui l’esistenza è pensata come una continua festa, basata sulla materialità. La sua lingua è scorrevole e l’impatto col lettore immediato
FILATELIA guarda l'album ROMANIA 1937 (511/4), 1958 (1566), 1964 (2019), 1965 (2132), 1982 (3405, 3407, 3409), 1989 (3849) . MOLDAVIA 1996 (180), 2010 (Mic.703)
(Italia)
Nato in San Giovanni in Persiceto, Bologna nel 1550. Morto a Bologna nel 1609. Figlio di fabbri e fabbro a sua volta, morto il padre, lo zio continuò a cercare di dargli una cultura. Non ebbe mai mecenati particolari, e lasciò gradualmente la professione di famiglia per fare il cantastorie. Ottenne enormi successi girando per corti, fiere, mercati e case patrizie. Si accompagnava con un violino. L'enorme sua produzione letteraria dipese da una autoproduzione delle stampe dei suoi spettacoli. Ebbe due mogli e 14 figli e morì in povertà. Gran parte delle notizie biografiche su Giulio Cesare Croce sono tratte dalla sua opera autobiografica Descrittione della vita del Croce. Praticamente non ebbe maestri e si può definire uno degli autodidatti di maggior successo della letteratura italiana. Non entrò mai a pieno titolo nei circuiti dei letterati dell'epoca per le scelte diverse che fece, anche se ebbe contatti documentati con Giovan Battista Marino e altri importanti letterati dell'epoca. Essere letterato al suo tempo significava fare vita di corte, avere dei mecenati o essere completamente autosufficienti. Lui non fu mai un letterato in senso stretto e cercava maggiormente il suo pubblico fra le persone comuni. Pertanto la sua ispirazione e le sue motivazioni venivano dal basso, dal pubblico dei mercati dove a volte persone in grado di leggere compravano le sue opere, al contrario di molti suoi coevi che trovavano le ispirazioni a volte nei desideri dei mecenati, il che rende le sue opere un'importante testimonianza della sensibilità delle classi più umili dell'età barocca. Personaggio: Bertoldo. Riprese più volte temi popolari del passato, come la storia di Bertoldo che ebbe varie versioni nel medioevo ambientando le vicende alla corte di re Alboino sia a Verona sia a Pavia. Nella sua versione scritta più organica (Le sottilissime astutie di Bertoldo, 1606), lui veronesizzò le storie e le portò a Roveré, il paese di provenienza di Bertoldo. Le rese meno licenziose e attenuò la forma di rivalsa popolare verso i potenti. Una forma scritta precedente come fonte fu il Dialogus Salomonis et Marcolphi.Al Bertoldo, lo stesso autore aggiunse un seguito, Le piacevoli et ridicolose simplicità di Bertoldino, 1608 (che trattava del figlio di Bertoldo, alle prese con la madre Marcolfa). Successivamente (1620), l'abate Adriano Banchieri elaborò un ulteriore seguito, Novella di Cacasenno, figliuolo del semplice Bertoldino. Da allora l'opera di Croce è spesso unita alla novella ed è pubblicata col titolo Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno da cui furono liberamente tratti tre film, nel 1936, nel 1954 e nel 1984 (quest'ultimo diretto da Mario Monicelli). In Bertoldo, Croce, confessò probabilmente le sue aspirazioni segrete, il rozzo villano è l'autodidatta, la presenza a corte è il colpo di fortuna con cui pensava di risolvere i suoi problemi e la libertà di pensiero ed azione di Bertoldo a corte era il suo desiderio di avere il mecenate come molti suoi coevi senza pagare prezzi di riconoscenza. Croce lasciò più di 600 opere alternando lingua italiana al dialetto bolognese. E’ stato uno dei maggiori esponenti italiani della letteratura carnevalesca, filone importante della letteratura europea caratterizzata dal collegamento stretto con la cultura rurale e in particolare col rito del carnevale.Tra le opere: Descrizione della vita del Croce (autobiografia in versi), I banchetti di mal cibati (sulla carestia del 1590), La sollecita e studiosa Accademia de' Golosi, L'eccellenza e il trionfo del porco, Le ventisette mascherate piacevolissime (dedicate alla veneziana Berenice Gozzadina Gozadini), Commedie: La Farinella, Il tesoro, Sandrone astuto, Cavalcata di varij lenguazi, Sogno del Zani, Dispute fra Cola et Arlechino, Dai Dialoghi curiosi, Vanto ridicoloso del Trematerra, La gran vittoria di Pedrolino contra il Dottor Gratiano Scatolone, La canzone di Catarinon, Vocabulario Gratianesco, Conclusiones quinquaginta tres sustintà in Franculin dal macilent Signor Grazian Godga., Sbravate, razzate e arcibullate dell'arcibravo Smedolla uossi..., Disputa fra Cola Sgariatore, ed Arlechino da Marcaria sopra le lor prodezze, Utrom del Dottore Graziano Partesana da Francolino. (da Internet)
FILATELIA ITALIA Anno 2003 (Affrancatrice meccanica illustrata)
CROMPTON LAMBURN RICHMAL (Inghilterra)
Nata il 15 novembre 1890 a Bury, Lancashire. Morta a Bromley, Kent, nel 1969. Studiò nel Cheshire e più tardi a Londra. Laureatasi insegnò letteratura alla High School per ragazze di Bromley e, nel frattempo, cominciò a scrivere storie brevi che pubblicò su riviste varie. Nel 1928 apparve il suo primo libro Girl’s Own. Un grave attacco di poliomielite la costrinse a lasciare l’insegnamento e a diventare scrittrice a tempo pieno. In rapida successione uscirono trentotto libri sul suo personaggio William. Oltre ai libri su William scrisse un’altra serie di libri sul personaggio Jimmy e libri per adulti, i quali non raggiunsero né il livello né la diffusione di quelli destinati all’infanzia. Al momento della sua morte nel 1969, più di otto milioni di copie di libri di William era stata venduta. William fu usato dalla BBC per trasmissioni radiofoniche. E’ pure apparso in televisione in un film interpretato da Dennis Waterman.
FILATELIA guarda l'album GRAN BRETAGNA Anno 1993
(Belgio)
Nata a Uccle, Bruxelles, nel 1970. E’ un’autrice e illustratrice di libri per bambini, vincitrice nel 2010 dell’Astrid Lindgren Memorial Award. Figlia di padre inglese e madre svedese, è cresciuta a Uccle. Ha studiato arti grafiche presso l’Istituto Saint Luc di Bruxelles. Scrive principalmente in francese, occasionalmente in olandese. Ha scritto circa 35 suoi libri e ha pure illustrato opere di altri autori, ad esempio lavori di Carl Noirac, Moevaert Bart e Tellegen Toon. La giuria del Griffel Gouden le ha assegnato un "Vlag en Wimpel" nel 1997 per il libro illustrato Mon ami Jim. Ulteriori riconoscimenti seguirono nel 2003 e nel 2005, quando ha ricevuto la matita d'argento per Pikkedonker In het (Nel buio pesto) e Meisje Kleine Dood en het.
FILATELIA BELGIO Anno 2010 (Fog. 150)
(Cecoslovacchia)
Nato a Praga il 4 aprile 1911. Morto a Praga il 6 novembre 1976. Conosciuto sotto lo pseudonimo di Václav Giovedi, è stato uno scrittore per bambini e giovani, autore di racconti, romanzi e testi teatrali su fiabe popolari. E'considerato un seguace delle fiabe classiche di Josef Lada , Ondrej Sekora , Jan Drda . Alcune delle sue opere sono scritte sotto pseudonimi, come Il grande chiacchierone, Noon, la Domenica, o Malek Dopo la prima guerra mondiale la famiglia si trasferi da Praga a Jicin presso i nonni. In seguito ritornò a Praga per completare gli studi. Si iscrisse alla facoltà di legge ma non concluse gli studi. Cominciò a lavorare come responsabile finanziario presso la sede del distretto di Cheb e durante la seconda guerra mondiale lavorò come responsabile finanziario a Praga . Dopo la liberazione, iniziò a collaborare con riviste per bambini Broucek, Sedmihlásek, Vlaštovička, e altre. In seguito entrò a far parte della Radio cecoslovacca dove divenne capo di una trasmissione per bambini e giovani. . Dal 1960 si dedicò interamente a opere letterarie, soprattutto quando cominciò a scrivere fiabe, racconti e libri. Continuò a frequentare la cittadina dove vivevano i nonni tanto che nel 1975 divenne cittadino onorario della città di Jicin. Molti suoi libri e racconti sono stati adattati per la televisione. In collaborazione con la televisione cecoslovacca creò diverse serie di film di animazione tra cui Racconti di muschio e felci, Poppy Doll, Rumcais, La Fata Amelia e altri ancora. Alcuni dei suoi lavori rientrano nella fantascienza.(Da Internet)
FILATELIA REPUBBLICA CECA Anno 2005
CUKOVSKIJ KORNEJ IVANOVIC(Russia)Nato a Pietroburgo nel 1882. Morto a Mosca nel 1969.Inizia la sua carriera letteraria come critico e raccoglie in volumi i suoi scritti: Da Cechov ai nostri giorni (1908), Racconti critici (1911), Volti e maschere (1914), Il libro sugli scrittori contemporanei (1914). In campo poetico si accosta a Nekrasov al quale dedica due studi: Nekrassov artista (1922) e La maestria di Nekrassov (1952).Ottiene grande successo come poeta per l’infanzia scrivendo Il coccodrillo (1917) e Destino di una mosca (1924) . Traduce molte opere e sul suo metodo scrive il saggio L’arte della traduzione (1930).
FILATELIARUSSIA Anno 1982 (4896)
CUNLIFFE JOHN (Inghilterra)
Nato nel 1919. Bibliotecario, insegnante e poi scrittore a tempo pieno. Il suo primo libro sull’agricoltore Barnes (uno dei suoi personaggi), che acquista un maiale fu pubblicato nel 1964. Ma i suoi personaggi più indovinati furono il postino Pat e Rosie. Autore di oltre 190 libri per bambini piccoli e di cinque volumetti di poesie, oltre a libri illustrati e a raccolte di racconti, scrisse pure una commedia I dodici giorni di natale che fu rappresentata da una compagnia teatrale nel 1997.
FILATELIA guarda l'album GRAN BRETAGNA Anno 2000, ISOLA DI MAN Anno 1994
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