Vaclav Giovedi (pseud. di Vaclav Cafourek)(Cecoslovacchia)
Nato a Praga il 4 aprile 1911 e ivi morto il 6 novembre 1976. E’ stato uno scrittore per bambini e giovani, autore di racconti, romanzi e testi teatrali per bambini. E‘ considerato un seguace delle fiabe classiche come Josef Lada, Ondrej Sekora, Jan Drda. Alcune delle sue opere sono scritte sotto pseudonimi, tra cui Huge chiacchierone. Dopo la prima guerra mondiale la sua famiglia si trasferì a Jicin. Vaclav frequentò l‘Alta Scuola di Specializzazione e, finito il corso presso l'Accademia d'affari, studiò legge senza però completare gli studi. Come responsabile finanziario lavorò presso la sede del distretto di Cheb e durante la seconda guerra mondiale fu responsabile finanziario a Praga. Dopo la liberazione, iniziò a collaborare con diverse riviste per bambini e con la Radio dove divenne capo di trasmissione per bambini e giovani. Dal 1960 si dedicò alla letteratura per l’infanzia, soprattutto quando iniziò a scrivere fiabe, racconti e libri. I suoi libri e racconti più famosi furono adattati per la televisione, per esempio, Racconti di muschio e di felci, Poppy Dfoll, Rumcais, La Fata Amelia. Alcuni dei suoi lavori rientrano nella fantascienza. Scrisse oltre settanta libri per ragazzi.
FILATELIAguarda l'album REPUBBLICA CECA Anno 2005 (402), 2006 (435),
VALTER EDGARD (Estonia)
Nacque a Tallin il 21 settembre del 1929 ivi morì il 17 maggio del 2006. Quarto figlio di una numerosa famiglia (erano otto tra fratelli e sorelle), completa gli studi nel 1945, senza raggiungere la laurea. Nel 1950 inizia a lavorare come freelance collaborando a diverse riviste e illustra molteplici testi per bambini (oltre 250) , molti dei quali di sua produzione. Creatore di molti personaggi caratteristici, durante il periodo sovietico ha scritto satire e racconti umoristici. Ha vissuto i suoi ultimi quindici anni nel podere di Pöörismäe, situato nel comune rurale di Urvaste della contea di Võrumaa. Il suo corpo è stato cremato e le ceneri sono custodite nel cimitero de Tallinn Metsakalmistu. Tra le sue pubblicazioni: Memuaarid di Jahikoera (1974; 2004), Pokuraamat "(1994; 2001; 2005) , Ahaa, kummitab (1995) , Kkuke di ja di Kassike (1995), Printses Miniminnist (1995) di ja di Justusest del lohe più lahkest di Lugu, Vilepill di Kullast (1996), Isand Tuutu ettevõtmised (1997) , Iika (1998) , Pintselsabad (1998) , Pühapäev di Metsa (1999) , Vaatama di Kuidas õppida? (2000), Ho-ho-hoo! (2002) , Pokuaabits (2002) , Pildid del naljakad di Natuke (2003) , Pokulood (2004) , Kummitab del veel di Ikka (2005) .
LIBRI. Nei libri, Pokuraamat Valter immagina il pokus (un ponticello di terra) sia abitato da creature animate, legate intimamente al luogo e alla natura. Il tema centrale si prefigge lo scopo di divertire i lettori e contemporaneamente di dar risalto alla necessità di rispettare e vivere nell'armonia con la natura. Il Pokuraamat è il primo libro che Valter abbia scritto e illustrato. Nel 1996, Pokuraamat ha vinto il concorso di Nukits per il miglior libro per bambini. In seguito l’autore pubblicò altri due libri poku: Pokuaabits (alfabeto) (2002) e Pokulood (natura) (2004). Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
FILATELIAguarda l'album ESTONIA 2001 (390/7)
VANDOT JOSIP (Slovenia)
Nato nel 1884. Morto nel 1944 Kranjska Gora è la località che diede i natali a Josip Vandot, lo scrittore delle Novelle del pastorello Kekec che, con coraggio ed ingegno, riesce sempre a trarsi d'impiccio. Le favole di Vandot rappresentano una fantasiosa riproduzione della vita di un tempo, e hanno fornito il copione per la riuscita serie di film per ragazzi, che porta il titolo del suo piccolo eroe. Oggi, grazie a Vandot e al suo personaggio, il paese di Kekec è risorto. Kekec, l'eroe dei bambini, e i suoi eroi, il malvagio Bedanec, la misteriosa zia Pehta, il saggio Vitranc, l'affabile Mojca ed il timido Rozle vivono sui monti, ove possono accedere solamente i bambini dai 3 ai 10 anni, ai quali Kekec offrirà del latte acido con polenta di grano saraceno in occasione della visita alla sua baita, ove ascolteranno rapiti le favole di un tempo che fu. ( Da Internet).
FILATELIA guarda l'album SLOVENIA 2004 (422)
(Moldavia)
Nato il 14 giugno 1932 nella contea di Balti in Moldavia. Figlio di contadini, frequentò la scuola elementare nel suo villaggio natale. Sua madre morì quando lui aveva solo 12 anni e il padre subì angherie da parte del NKVD, tanto che il giovane Spiridon, profondamente colpito dalla durezza del potere sovietico, quando in seguito gli venne chiesto di aderire al Partito Comunista, rifiutò. Nel 1946 il futuro scrittore iniziò gli studi di quinta elementare presso la Scuola Noi Bălţi. Terminato il liceo presso la scuola di Sângereni Noi, si trasferì a Mosca dove conseguì la laurea presso la Facoltà di lettere “G.Creanga”. Dopo il periodo militare, insegnò presso una scuola secondaria di Napadeni e nel 1960 trovò lavoro presso la casa editrice “Lumina”. Nel 1962 pubblicò il primo libro per bambini A Tara fluturilor (Nel paese delle farfalle), cui seguirono Soarele (Il sole, 1963), I più bei fiori, Chi ha detto che sono piccolo?,(1963), Baietelul din colba albastra (1964), Ballate1967, Le gesta di Guguta (1967, Il ministro Lulu (1971), Guguta capitano della nave (1979 e altri con lo stesso personaggio) e molti altri. Il personaggio più noto della sua vasta produzione letteraria per bambini è stato Guguta per il quale, nel 1971, ricevette il Premio dell'Unione nel concorso "il miglior libro per i bambini ". Nel 1974 gli fu assegnato il Premio Internazionale – Andersen. Vangeli lavorò come capo del Dipartimento di Letteratura per l'infanzia e dell'Unione degli scrittori per 25 anni, condividendo la sua esperienza con i giovani autori e aiutandoli a pubblicare i loro lavori. Vangheli è stato eletto Presidente del Centro PEN in Moldavia, un ramo della Writers'Association Mondiale. Nel 1993 ha partecipato al World Writers 'Association Congress che si tenne a Santiago de Compostela (Spagna) Nel 1997 ha ottenuto il Premio Nazionale Children's Preference a Chisinau.
FILATELIA MOLDAVIA Anno 2010 (Mic. 704)
VERISSIMO ERICO (Brasile)
Appartenente ad una ricca famiglia di proprietari terrieri, Verissimo nacque il 17 dicembre 1905 a Cruz Alta (Rio Grande do Sul). Dopo gli studi liceali non potè proseguire perché un tracollo finanziario familiare gli impedì di frequentare gli studi superiori. Il giovane deve quindi dedicarsi a varie attività commerciali, tra cui la gestione di una farmacia nella sua città natale. Ma le varie attività cui si dedica non riescono ad allontanarlo dalle sue passioni preferite: la letteratura, la scrittura, il disegno e la musica.I suoi primi exploit letterari sono composti da novelle, illustrate di sua mano e proposte a riviste. Comincia a pubblicare racconti nel ‘Diario de Notìcias’ e nel ‘Correio do Povo’. Nel 1930, abbandonato il lavoro in farmacia, si trasferisce a Porto Alegre dove lavora come disegnatore. Nel 1931 diventa direttore della ‘Revista do Globo’ e nel 1932 pubblica il romanzo Fantoches, il primo di una lunga serie di romanzi e di libri di viaggio che faranno di lui uno dei più importanti scrittori in lingua portoghese di quel momento. Brillante conferenziere, ottiene di insegnare lingua e letteratura brasiliana presso l’Università di Berkeley in California. Si occupa anche di politica e dal 1953 al 1956 è direttore degli affari culturali dell’Unione Panamericana. La sua produzione letteraria passa attraverso varie fasi. Nella prima sono comprese le opere Clarissa (1933) dove l’autore segue l’evoluzione di una bambina fino al momento in cui diventa donna; Caminhos cruzados (1935), romanzo a sfondo satirico; Musica ao longe (1935) dove riprende la storia di Clarissa, Um lugar ao sol (1936), Olhai os lìrios do campo, storia di redenzione e di abbandono dell’egoismo, Saga (1940) sulla guerra civile di Spagna, e Il resto è silenzio (1943). In una seconda fase i suoi orizzonti si allargano dall’ambito ristretto di una città per spaziare alla regione natia, alla società gaucesca. Tale nuova prospettiva è presente in tre romanzi che compongono il ciclo di II tempo e il vento: il continente (1949) dove viene descritta la terra di Sau Pedro e la sua conquista da parte dei coloni, Tempo senza volto (1951) e L’arcipelago (1961) in cui lo scrittore analizza le problematiche che investono la regione, ripercorrendo la storia passata, con accenni alla sociologia e alla psicologia degli abitanti. Nella terza fase il suo panorama comincia ad abbracciare il mondo intero. Nascono i romanzi Il signor ambasciatore (1965) ambientato nell’immaginaria Repubblica di Sacramento, tiranneggiata da un dittatore in combutta con l’oligarchia rurale e con compagnie nord-americane; Il prigioniero (1967) sulla guerra americana in Vietnam e Incidente ad Antares (1971). Nella sua produzione si trovano una diecina di opere destinate ai ragazzi tra cui Gato preto em campo de neve (1941), e A volta do gato preto (1946). Non mancano storie di viaggi: Mexico-Historia duma viagem (1957) e Israel em Abril (1969). Le sue memorie sono pubblicate in due volumi Solo de clarineta (1973 e 1976) Verissimo morì il 28 novembre del 1975 a Porto Alegre.
FILATELIA guarda l'album BRASILE 1980 (1147), 2005 (2918)
VERNE JULES (Francia) Verne è oggi considerato uno dei due padri della fantascienza moderna. L’altro è George Herbert Wells. Fra i due corre, però, una notevole differenza per cui è opportuno, prima di tracciare un ritratto dello scrittore di Nantes, gettare uno sguardo sulla fantascienza per rilevarne sfumature e aspetti. A prescindere da opere di contenuto proto-fantascientifico scritte nel lontano passato, la fantascienza moderna trae le sue origini nelle opere dell'800 e nelle riviste pulp americane nate tra il 1885 e il 1911. Le opere anteriori all’800 giunte sino a noi, seppur nate in epoche in cui la scienza e la tecnica ancora giovani e inesperte cominciavano a dare i loro frutti reali e a creare contemporaneamente immagini e fantasie negli scrittori che vedevano nelle nuove scoperte o nelle anticipazioni un fertile terreno di pascolo, dobbiamo, a mio avviso, inserirle in un filone parallelo a quello fantascientifico, un filone in cui il gusto fiabesco o magico o semplicemente fantastico prevaleva su quello scientifico, Ed ancor più inseribili in questo filone parallelo sono le opere del lontano passato a noi pervenute nella loro interrezza o a brani o attraverso il ricordo di altri scrittori, come le “gocce fantastiche” che si incontrano nella Bibbia, nei poemi indiani Ramayana e Bhagavadgita e, in senso lato, nella mitologia generale o in opere quali la Vera Istoria di Luciano di Samosata, il Viaggio verso l’estrema Thule, di Antonio Diogene, la fine del mitico mondo di Atlantide raccontato da Platone, il volume Utopia di Thomas More, la Nova Atlantis di Bacone, il Somnium Scipionis, il Viaggio di Astolfo sulla Luna e altri ancora. Scorrendo i saggi di J. Gattegno, Saggio sulla fantascienza (Milano, Fabbri, 1973), di J. Sadoul, La storia della fantascienza (Milano, Garzanti, 1975), di J. Gunn, Storia illustrata della fantascienza (Milano, Armenia, 1979) si nota che l’opinione comune è quella di dare al genere una doppia paternità, legandola alle opere di Verne e a quelle di Wells, considerati i padri della fantascienza moderna. Una attribuzione imprecisa di cui si rese conto, forse inconsapevolmente, l’editore Hetzel, il primo che pubblicò le opere di Verne in una collana dal titolo “Viaggi straordinari in mondi conosciuti e sconosciuti” in cui l’aggettivo’straordinari’ ben evidenzia il confine fra ‘straordinario’ e ‘fantastico’, quando vengono avvicinati al genere. Altro è ‘straordinario’, un qualcosa fuori dal comune, ma possibile; altro è ‘fantastico’, cioè un fatto, una cosa considerata fuori dal reale e, pertanto, impossibile… anche se quest’ultimo termine è assai impreciso e vago. Viaggiare in un sommergibile azionato da motori elettrici o essere ‘sparati’ con un obice verso la Luna, potevano sembrare operazioni impossibili per gli uomini che vivevano nell’800, eppure sono bastati solo cento anni perché l’immaginazione diventasse realtà. Oggi la presunta fantascienza verniana è stata ridimensionata. Chi, invece, continua a resistere sulla cresta della fantascienza è George Herbert Welles. I Seleniti descritti nel suo romanzo I primi uomini sulla Luna non esistono; la macchina che permette di viaggiare nel tempo non è stata inventata; l’uomo invisibile è una utopia; i dormienti ibernati nel passato e svegliati dopo secoli non si trovano… sebbene esistano già corpi ed embrioni immersi in ambienti criogenici, posti in attesa di essere risvegliati o utilizzati in un futuro vicino o lontano. Pertanto, fino ad oggi, ci troviamo di fronte ad un solo vero padre (Welles) e ad uno pseudo-padre (Verne). Per la verità lo scrittore di Nantes ha lasciato alcune opere sul cui contenuto fantascientifico non si può dubitare. Mi riferisco a Viaggio al centro della Terra, Le avventure di Ettore Servadac, Il mondo sottosopra e in particolar modo il racconto postumo Nel XXIX secolo. La giornata di un giornalista americano nell’anno 2889, pubblicato per la prima volta in inglese nel febbraio del 1889 nella rivista americana “The Forum” e in seguito proposto con alcune modifiche, in lingua francese, nel 1910. Il volume a sfondo speleologico Viaggio a centro della Terra racconta l’avventura del professor Lidenbrock. Per verificare alcune ipotesi scientifiche avanzate nell’800. Il professore, accompagnato dal nipote e da un atletico portatore, scende nel cratere del vulcano Sneffels e, attraversando tutto un fantastico mondo di grotte e cunicoli, si inoltra sempre più nelle viscere della Terra sino a raggiungerne il centro, occupato da un vasto mare. Lì il tempo si è fermato e il lettore si trova immerso in un mondo preistorico popolato da rettili antidiluviani e piante gigantesche dell’epoca terziaria. Un rocambolesco viaggio di ritorno a bordo di un gigantesco catino di pietra, sospinto dal basso verso l’alto da lava incandescente, proietta il professore e i suoi amici e li ‘sputa’ letteralmente dalla bocca dello Stromboli nel Mare Mediterraneo. Le avventure di Ettore Servadac è imperniato sulla figura di un capitano e di alcuni suoi amici che vengono ‘catturati’ da una cometa che sfiora la Terra e se ne porta via un frammento. Su questa specie di asteroide Servadac e i suoi amici sono protagonisti di un fantastico viaggio interplanetario, attraverso gli strati siderali, un viaggio che dura finché la cometa, sfiorando di nuovo la Terra non riporta gli improvvisati astronauti al punto di partenza. Il mondo sottosopra propone una nuova avventura di Barbicane, Ardan e compagni i quali, non paghi di aver fatto il periplo della Luna, si accingono ad una nuova impresa: raddrizzare l’asse terrestre. Per loro il modo è semplice: basta una cannonata ’speciale’. Ma il progetto fallisce per un errore di calcolo… e il modo ‘rimane storto’. Di carattere più fantascientifico, anche perché proiettato nel futuro, è La giornata di un giornalista americano nell’anno 2889. Il testo di una quindicina di pagine racconta una giornata tipo di Francis Bennet, direttore e proprietario dell’ “Earth Herald” (L’Araldo della Terra). Il racconto non ha nulla di avvincente. È un resoconto tipo diario, privo di mordente e alquanto sciatto, ma il suo interesse deriva dalle ‘stranezze’ scientifiche in esso contenute, molte delle quali preconizzate dall’Autore per un periodo molto lontano nel tempo e, invece, attuate a soli duecento anni dalla loro intuizione. L’inizio del racconto è un inno al progresso (e anche alla presunzione dell’uomo cui tutto sembra dovuto, tutto deve essergli reso facile e scontato). Gli uomini di questo XXIX secolo vivono nel bel mezzo di una continuata féerie, senza avere neppure l’aria di accorgersene. Assuefatti alle meraviglie, restano freddi di fronte a quelle che il progresso porta loro ogni giorno. Tutto sembra loro naturale. Se essi la confrontassero con il passato, apprezzerebbero maggiormente la nostra civiltà e si potrebbero rendere conto del cammino percorso. Come apparirebbero loro ammirevoli le nostre città moderne dalle vie larghe cento metri, dalle case alte trecento, dalla temperatura sempre regolare, e il cielo attraversato da migliaia di carri e di pullman aerei. Accanto a queste città la cui popolazione talvolta arriva perfino a dieci milioni di abitanti, cos’erano mai quei villaggi, quei borghi di mille anni fa, quelle, Parigi, quelle Londra, quelle Berlino, quelle Nuova York, borgate male arieggiate e fangose, dove circolavano dei cassoni traballanti, tirati da cavalli, sì, da cavalli. Cosa da non credere! Se essi pensassero al difettoso funzionamento dei piroscafi e delle ferrovie, ai loro frequenti scontri, e anche alla loro lentezza, come apprezzerebbero gli attuali aereotreni e soprattutto quei tubi pneumatici che attraverso gli oceani li trasportano a una velocità di millecinquecento chilometri all’ora! Infine non godrebbero meglio del telefono e del telefoto, schernendo i nostri padri che erano ridotti a quell’apparecchio antidiluviano che chiamavano telegrafo? Le intuizioni verniane sono racchiuse in poche righe. Troviamo accenni alla viabilità (strade larghe cento metri), l’uso del mezzo aereo per rapidi spostamenti, viaggi in superficie in tubi pneumatici (le odierne metropolitane) o viaggi sotto il mare ( attuate nel tunnel costruito sotto la Manica per congiungere Francia e Inghilterra), apparecchi televisivi tipo computer per la trasmissione di immagini. E non basta. Seguendo il direttore Bennet scopriamo la sostituzione del giornale cartaceo con la trasmissione in tempo reale di immagini commentate dalla viva voce di un reporter; l’uso intensivo della ginnastica per cui “gli uomini odierni sono di costituzione più robusta grazie al progresso dell’igiene e della ginnastica… e grazie ad alimenti asettici nell’attesa della scoperta dell’aria nutritiva che permetterà di nutrirsi solo respirando”. E ancora lo ‘specchio telepatico’, una specie di visore che permette di collegarsi contemporaneamente, vis a vis con uno o più interlocutori disseminati in vari punti della Terra per conversare o per trattare affari; il ‘gabinetto d’abbigliamento meccanico’ in cui si entra e dopo due minuti si esce abbigliati di tutto punto, lavati, pettinati, calzati e pronti al lavoro (Fregoli docet!). La pubblicità utilizza un sistema rivoluzionario: proiettare i messaggi ‘scrivendoli’ sulle nuvole usate come schermo. E se il cielo è sereno? Poco male: si producono scientificamente le nuvole! Nel campo militare Verne accenna ad missili asfissianti lanciati a cento chilometri di distanza; ad aggeggi capaci di produrre scariche elettriche tali da decimare o annientare un intero corpo d’armata o a bombe piene di batteri per diffondere peste, colera e febbre gialla. Il controllo delle nascite viene risolto in modo drastico: l’imposizione ai sudditi di un maximum di figli. Pena la morte chi lo supera. “Un figlio di troppo? Un padre di meno.” Per il problema dell’alimentazione quotidiana si attua il sistema dei tubi pneumatici. Basta attivare una rete di trasportatori pneumatici che raggiunga ogni abitazione e fornisca così a domicilio pietanze di mille specie a tutti gli abbonati alla rete, un sistema che rende la cucina migliore e ha inoltre il grande vantaggio di sopprimere la degenere razza dei Cordons Bleus dei due sessi. Chissà quali torti avrà mai subito Verne nei ristoranti parigini!. Solo l’età dell’uomo non ha subito grandi modifiche e la possibilità di addormentarsi nel presente per risvegliarsi nel futuro non ha ancora trovato una soluzione. L’ibernazione per Verne non funziona. Si può vivere nel futuro solo attraverso quanto si è lasciato in eredità di opere, di scritti, di invenzioni. Verne, stranamente, ha lasciato anche una fiaba che troviamo nel volume postumo Racconti di ieri e domani. Ha per titolo “Avventure della famiglia Raton”. Apparve sul “Figaro illustrée” nel gennaio del 1891 e venne ripubblicata nel 1910 nella raccolta postuma Hier e demain. Quando la scrisse Verne aveva compiuto settantatre anni e, come un nonno, si rivolge ai bambini con un racconto il cui inizio è quello consueto della fiaba “C’era una volta…” È la storia di una famiglia di topi, i cui protagonisti sono il padre Raton, la madre Ratonne, la figlia Ratine, il cugino Raté, i domestici Rata (cuoco) e Ratone (cameriera). Nella vicenda non poteva mancare un risvolto scientifico, seppur trattato superficialmente, in considerazione della destinazione ad un pubblico infantile. Si tratta del tema della metamorfosi. Ogni individuo per raggiungere la forma ‘superiore di essere umano” deve passare attraverso varie fasi. Si deve evolvere dalla forma minore di mollusco senza spirito, di pesce senza intelligenza, di volatile senza cervello, di quadrupede senza raziocinio fisso, fino a raggiungere lo stadio umano. Fate e maghi buoni aiutano gli esseri nella loro evoluzione e agevolano le varie metamorfosi. Maghi cattivi, invece, possono ricondurli alla forma iniziale. Molte le vicende della famiglia Raton, in particolar modo quando il principe Ratin si innamora di Ratine, di cui è pure innamorato il perfido principe Krissador. Quest’ultimo, aiutato dal bieco mago Guardafour, trama per rapire Ratine e mette in atto diversi tentativi . Ma come avviene nelle fiabe ogni tentativo fallisce e tutto si risolve piacevolmente. La famiglia può così raggiungere lo stadio della fase umana, tutti, tranne il padre Raton che, da buon filosofo vuole rimanere topo. “Topo sono, e topo rimarrò. È preferibile così, secondo me, e, come diceva o dirà il poeta Menandro, cane , cavallo, bue, asino, tutto è meglio che essere uomo, sempre che non ve ne abbiate a male!… Verne creò un nuovo tipo di romanzo di avventura, dando alla narrazione basi scientifiche e fino ad oggi è rimasto e rimane sulla cresta dell’onda nell’immaginario dei ragazzi. Eppure i giudizi dei suoi contemporanei sulla sua opera non furono granché lusinghieri. Scrive a tal proposito Teresa Buongiorno nella suo Dizionario della letteratura per ragazzi (Milano, Fabbri, 2001): “Verne ebbe il favore dei lettori e la diffidenza dei critici. De Amicis nel 1859 si recò adirittura ad Amiens per scoprire se dietro il suo nome si nascondesse ‘un’industria del romanzo’. Gramsci notò che i suoi libri erano erano ‘di scarso valore artistico’, e previde un rapido declino di popolarità, prendendo un granchio clamoroso. Salvator Dalì lo definì uno dei cretini fondamentali del nostro tempo, Albert Robida contrappose ai ‘viaggi straordinari’ di Verne I viaggi fantastici di Saturnino Farandola mutando gli eroi verniani in burlesche comparse. E se Ray Bradbury dice che converrebbe considerare i viaggi straordinari ‘il nostro vangelo e il nostro testamento’, Roland Barthes, Michael Foucault, Michel Butor leggono nell’ottimismo verniano le crepe di una angoscia che sarebbe esplosa più tardi”. Chi era Jules Verne? Figlio di un avvocato, la madre apparteneva ad una famiglia di armatori e di navigatori, nacque a Nantes l’8 febbraio 1828. Ebbe un fratello e tre sorelle. Sin da giovane, appassionato di libri di avventura che, assieme al fratello Paul, leggeva di nascosto per non incappare nelle ire del padre, avrebbe voluto dedicarsi alla vita di mare, una aspirazione personale incentivata da lezioni impartitegli dalla vedova di un capitano di lungo corso. A otto anni entra col fratello nel Seminario minor di Saint-Donatien. Nel 1839 la sua passione per il mare lo spinge ad imbarcarsi come mozzo su una nave in rotta per l’India. Scoperto dal padre prima che la nave salpasse è riportato a casa. In seguito all’ira del padre che lo rampognò aspramente, promette a se stesso di viaggiare soltanto con la fantasia. Come era consuetudine nelle famiglie degli avvocati e dei notai del tempo, è avviato dal padre verso gli studi di giurisprudenza, ma con poco successo. Nel 1844 entra nel liceo di Nantes e, superati gli esami, si reca a Parigi dove frequenta la facoltà di diritto, ma durante gli anni universitari si occupa più di teatro che di leggi, di pandette, tanto che il padre, venutone a conoscenza, gli taglia i viveri. Dopo un periodo di magra, assunto nel 1850 come segretario presso il Théatre Lyriques, scrive il suo primo libretto Pailles rompues, cui seguono altri libretti quali Collins Maillards (1853), Les compagnons de la Marjolaine (1855), L’Auberges des Ardennes (1860), M. de Chimpanzé, (1860), musicata da Hignard e diretta da Offenbach e il vaudeville Undici giorni di assedio (1861), opere che gli danno una notorietà effimera perché furono presto dimenticate e ‘annullate’ dalla fama che cominciò ad avere in un genere diverso dopo la pubblicazione del romanzo Cinque settimane in pallone, apparso sul ‘Magasin d’éducation et de récréation’ e poi pubblicato dall’ editore Hetzel nel 1863. Il romanzo ha in’ampia risonanza ed è l’inizio di una certa agiatezza. Con Cinque settimane in pallone nasceva un genere nuovo, il romanzo avventuroso-scientifico in cui l’osservazione della realtà e la conoscenza della tecnica, abilmente manipolate con la fantasia, gli permisero azzardate e geniali ipotesi, alcune delle quali furono profezie in seguito avveratesi. Lo sostennero in questo lavoro le lunghe ore trascorse in biblioteca alla ricerca di documentazioni e dati e ancor più l’amicizia con personalità del momento quali i due Dumas, il fotografo Nadar (Gaspard-Felix Tournachon) progettista di mongolfiere, col quale sembra che Verne abbia tentato una trasvolata conclusasi subito dopo la partenza con un incidente, François Arago fisico e astronomo, Pierre Julés Cesar Janssen, anche lui astronomo e fisico e altri. Da costoro attinse la parte scientifica dei suoi romanzi sulla quale lavorò di fantasia per dar vita a quel genere allora nascente: la fantascienza cui dedicò tutte le sue energie. Comunque non tralascia mai di scrivere per il teatro. Dai suoi romanzi trasse infatti commedie. Nel 1874, assieme con Dennery (pseudonimo di Adolphe Philippe) drammaturgo, uomo di teatro, scrive Il giro del mondo in ottanta giorni; I figli del Capitano Grant (1875); Michele Strogoff (1878). Con William Busnach, drammaturgo, scrive nel 1887 Mathias Sandorf, tratto dal romanzo omonimo. Dà pure alle scene I figli del Capitano Grant (1878); Viaggio attraverso l’impossibile (1882): Keraban l’ostinato (1883), ridotto poi a romanzo e pubblicato nello stesso anno; Due anni di vacanze (1888). Dopo la chiusura del Théatre Lyrique, Verne sposa nel 1857 una ricca vedova ventiseienne, Honorine Anne Hebe-Morel, dalla quale ebbe il suo unico figlio Michel.. Si laurea come voleva il padre, col quale si era riconciliato, e diviene agente di cambio, un lavoro che porta avanti stentatamente per non creare nuovi attriti col padre. Ma la sua attività era ormai delineata: Il suo primo romanzo, Cinque settimane in pallone fu scritto in quel periodo e piacque tanto alla moglie che riuscì a farlo pubblicare da Hetzel. Verne firma con l’editore un contratto ventennale, proponendosi di scrivere due romanzi all’anno. Nasce così la serie dei viaggi straordinari che affascinò e attrasse ragazzi e adulti. Nel 1866 si stabilisce in una sontuosa villa all’estuario della Somme e compra una scialuppa da pesca che battezza Saint-Michel. I viaggi sognati da Verne ragazzo e sino ad allora effettuati solo con la fantasia vengono, in parte, e senza il fascino dell’immaginario e dell’inventiva, effettuati in quegli anni. Compie viaggi nel Mediterraneo, in Inghilterra, in Scandinavia, nel Baltico, nell’America Sud e in quella del Nord. Durante l’invasione tedesca del 1870-1871 viene mobilitato come guardiacoste, un incarico che non gli impedisce di continuare a scrivere, tanto che alla fine della guerra l’editore Hetzel si trova pronti per le stampe quattro romanzi. Ai rivolgimenti politici che accompagnarono la sua lunga vita, Verne non partecipa mai attivamente, ma di riflesso si possono cogliere le sue idee attraverso le simbologie che affiorano nei suoi scritti. Nel 1872 in un clima di repressione anticomunarda preferisce abbandonare la capitale per ritirarsi in provincia, ad Amiens, dove continua la sua attività e è anche consigliere comunale nel 1889 nella lista progressista che qualcuno battezzò ‘ultra rossa’. Tra il 1872 e il 1880 acquista due yacht, prima il Saint.Michel II e in seguito il Saint-Michel III coi quali naviga per il Mediterraneo e l’Atlantico raggiungendo le coste della Norvegia, dell’Irlanda, della Scozia, il Mare del Nord e il Mar Baltico. La fama e la popolarità gli procurano detrattori e nemici tanto che nel 1886 un suo giovane nipote gli spara sulla porta di casa, colpendolo ad una gamba e lasciandolo zoppo. Un episodio di cui non furono mai chiarite le ragioni. Morì ad Amiens il 24 marzo del 1905 all’età di 77 anni.
GIUDIZI Abbiamo già anticipato alcuni giudizi negativi sulla sua opera, giudizi ribaltati dai critici moderni. Sull’ Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse si legge: “Pur destinata alla gioventù, l’opera di Verne ha una sua precisa collocazione culturale, come punto d’avvio della letteratura avveniristica e fantascientifica. L’esplorazione di mondi ignoti, frutto di un’instancabile immaginazione, si accompagna alla creazione di personaggi indimenticabili, divenuti popolarissimi, ricchi di umanità e spesso di humour, e a trovate di geniali originalità. La critica più recente ha rivalutato l’opera di Verne anche per il suo significato morale e simbolico sui destini dell’uomo e della scienza”. Un giudizio più completo è quello di un critico francese, pubblicato nel 1966 sull’edizione Hachette, I cinquecento milioni della Begum (pp.243-244). Si è detto tutto su questo tema [disputa tra sostenitori e denigratori] : qualcuno è persino giunto a vedere misteri dove non ce n’erano affatto, a circondare lo scrittore di una aureola di poteri soprannaturali, farne addirittura un mago. È più conforme al vero considerarlo come un uomo del suo tempo, sensibile alla ricchezza delle scoperte scientifiche di cui s’informa con una solerzia costante e scrupolosa; come un lavoratore infaticabile, quotidianamente proteso per mezzo secolo a far passare nel romanzo, prolungandole per mezzo di una abbondante estrapolazione, le conquiste e le scoperte degli scienziati della sua epoca. La sua estrapolazione raggiunge certamente l’avvenire, senza tuttavia precedere tutte le direttrici della scienza. Jules Verne è un poeta del XIX secolo e non un ingegnere del XX secolo. La radio, i raggi X, il cinema, l’automobile, che egli ha visti nascere, non occupano nella sua opera una funzione importante…non fornisce i mezzi tecnici che permetterebbero la realizzazione delle macchine moderne: egli ne evoca semplicemente l’esistenza e i poteri. Non è un superuomo, per quanto lo stesso Edison, che era un autentico scienziato, non abbia preveduto l’avvenire delle sue scoperte. Le rivoluzioni che può provocare la scienza pura sfuggono alle previsioni, e gli autori di fantascienza del 1965 non sono certamente più vicini al 2100 di quanto Verne, nel 1875 o nel 1880, lo fosse al mondo d'oggi, tormentato dalla scienza nucleare. Verne era qualcosa d’altro: un creatore che non fa concorrenza alla scienza ma ne incarna la poesia possente, a volte terribile, in miti fascinosi; un creatore che, in ascolto di un mondo che le ferrovie e le navi vanno via via trasformando, presenta avventure in cui l’uomo e la machina formeranno una coppia dai destini fiabeschi. Egli sta sulle soglie di un mondo. Di un mondo, non dell’universo nella sua totalità. Verne non è un metafisico: i suoi astronauti non hanno l’anima di Pascal nei loro viaggi attraverso le profondità spaziali. Non è nemmeno un sociologo: è errato cercare in Michele Strogoff una analisi occulta delle forze rivoluzionarie russe del XIX secolo. Ma narratore romanziere drammaturgo, creatore di intrecci, egli dimostra e sviluppa, con un vigore e una sanità inesauribili, un genio che ebbe pure il grande Dumas padre. Questi nutriva la sua opera guidandola verso il passato; Jules Verne vibra e crea alla confluenza del presente con l’avvenire. ( dal volume Le avventure della famiglia Topi, Roma, Edizioni Paoline, 1970). Per quanto concerne le sue opinioni religiose Verne si dimostrò un cattolico assai rispettoso. Nel 1884 fu ricevuto in udienza da Leone XIII e quando morì l’ ‘Osservatore romano’ scrisse che quella di Verne è “una produzione geniale che diletta e al tempo stesso istruisce, e non ha certo da rimproverarsi ciò che forma la colpa della maggior parte dei romanzieri moderni, quella cioè di servire di fomite e di strumento per la diffusione della corruzione.” Lo stesso Verne scrisse: “Ho sempre cercato di sscrivere opere tali che un ragazzo bene educato possa leggere alle sue sorelle senza arrossire”.
LIBRI Scrittore prolifico ( scrisse 80 romanzi e molte novelle), si occupò di generi storici, geografici, avventurosi, scientifici, teatrali, scrivendo una molteplicità di opere, ancor oggi di dominio pubblico. Il cinema attinse a piene mani nella sua produzione letteraria e sullo schermo apparvero le versioni cinematografiche di Il giro del mondo in ottanta giorni (1956), L’isola misteriosa (1929 e una successiva edizione del 1972), Dalla Terra alla Luna (1958), Michele Strogoff (1956 e 1970 e per la TV 1999), Ventimila leghe sotto i mari (1854), I figli del capitano Grant (1962) e altri.. Anche nella produzione dei fumetti si hanno numerose versioni tra cui Un capitano di quindici anni (1973), Michele Strogoff (1974), L’isola misteriosa (1975) tutte disegnate da Franco Caprioli ed edite dalle Edizioni Paoline. Alla sua vasta produzione appartengono: Alessandro VI (1847), Un inverno tra i ghiacci (1855), Cinque settimane in pallone (1863), Viaggio al centro della Terra (1864), Dalla terra alla Luna (1865), I figli del Capitano Grant (1867-68), Geografia illustrata della Francia e delle sue colonie (1867/69), Ventimila leghe sotto i mari (1870), Una città galleggiante (1871), Il giro del mondo in 80 giorni (1873), Il dottor Ox (1874/75), Il Chancellor (1875), L’isola misteriosa (1875), Amiens nell’anno 2000 (1875), Michele Strogoff (1876), Le indie nere, Ettore Servadac (1877), Storie di grandi viaggi e viaggiatori (1878) in tre voll., Un capitano di quindici anni (1878), I cinquecento milioni della Begum (1879), La tribolazioni di un cinese in Cina (1879), L’ammutinamento del “Bounty” (1879), La jangada (1881), La scuola dei Robinson (1982), Viaggio attraverso l’impossibile (1882), Keraban l’ostinato (1883), L’arcipelago in fiamme (1884), Mathias Sandorf (1885), Robur il conquistatore (1886), Nord contro Sud (1887), La Sfinge del ghiacci (1897), Nell’anno 2889 (1899), Il castello dei Carpazi (1904), Il padrone del mondo (1904), Il vulcano d’oro (1906), La caccia al meteorite (1908), Ieri e domani (1910), La straordinaria avventura delle spedizione Barsac (1920), I fratelli Kip (1983).
L’Arcipelago in fiamme Il romanzo è ambientato all’epoca della guerra di indipendenza della Grecia, Il contesto storico trova spazio per lo sviluppo di imprevedibili avventure. Un capitano di 15 anni Durante un viaggio verso S. Francisco un veliero subisce una serie di peripezie durante le quali il capitano muore. Ad assumere il comando è il figlio quindicenne di una passeggera, la signora Sheldon, imbarcatasi per raggiungere il marito. Il giovane capitano è affiancato da un gruppo di marinai neri, ma è osteggiato dal cuoco di bordo che fa di tutto pur di dirottare la nave su un’isola selvaggia dove avrebbe potuto vendere equipaggio e passeggeri come schiavi. Ma Dick, il giovane capitano, riesce a sventare ogni insidia e a condurre la nave in America.
Attorno alla Luna (vedi Dalla Terra alla Luna) Avventure nell’Africa Australe Avventure di una commissione scientifica composta da tre russi e tre cinesi nell’Africa australe. Il racconto permette all’Autore di dare informazioni e svelare il volto nel continente africano La casa a vapore Il colonnello Munro, prostrato per la morte della moglie, avvenuta durante la rivolta del rajah ribelle Nana Sahib, viene invitato a compiere un viaggio a bordo di uno strano camper antelitteram, trainato da una locomotiva a forma di elefante. Il castello dei Carpazi Storia romantica piena di suspense, ambientata in un tetro castello dei Carpazi. Il giovane conte Franz de Télek cerca di svelare il mistero di quanto avviene nel castello che sembra essere abitato da spiriti. Cesare Cascabel È la storia di un giovane francese che, fatta fortuna in America, decide di ritornare in patria. Prima di partire subisce il furto di tutti i suoi soldi. Impedito a viaggiare per nave, decide di ritornare comunque, viaggiando su una specie di roulotte e attraversando lo Stretto di Behring nel momento in cui è gelato. L’avventura è tessuta in un curioso intreccio romanzesco. Cinque settimane in pallone Sotto la guida del dottor Fergusson alcuni audaci esploratori, a bordo di un fragile aerostato compiono la traversata del continente nero da Zanzibar al Senegal, scoprendo mondi nuovi, paesaggi e popoli sconosciuti, in un susseguirsi di fantastiche avventure. I cinquecento milioni della Begum Un romanzo scientifico, utopistico e umoristico al tempo stesso. Verne immagina una città ideale, France-ville, retta sui principi della fratellanza, cui si contrappone una fantomatica città di acciaio, Stahlstad, mostruoso arsenale di guerra che il maniaco scienziato prof. Schultze ha modellato sul tipo del militarismo prussiano.
La città galleggiante É il racconto della traversata dell’Oceano Atlantico a bordo del piroscafo Great-Eastern., una enorme nave simile ad una città che galleggi. L’intreccio del romanzo passa in sottordine alla descrizione delle meraviglie della tecnica impiegata per descrivere la nave. Claudius Bombarnac È il taccuino di viaggio di un reporter del “XX Siècle”,m spedito dal suo giornale in Estremo Oriente, per indagare su un immaginario tronco ferroviario transasiatico che anticipa la linea Transiberiana. Clovis Dardentor Due giovani parigin sono, desiderosi di farsi adottare da un ricco provenzale e di sposare la bella Louise. Il tutto avviene durante un movimentato viaggio in Algeria. Dalla Terra alla Luna Verne immagina il primo viaggio nello spazio, compiuto da Barbicane, Nicholl e Ardan, lanciati verso la Luna a bordo di un razzo sparato con un enorme cannone, il Columbiad. Al romanzo segue il secondo episodio Intorno alla Luna e poi il Ritorno sulla terra. Dopo essere giunti in prossimità della Luna gli astronauti hanno un incontro imprevisto con un bolide che devia la traiettoria del razzo e li manda fuori rotta. Il razzo sfiora così la Luna e offre ai tre viaggiatori lo spettacolo ravvicinato del satellite, senza però dar loro la possibilità di allunare. Proseguendo un’orbita ellittica il razzo punta sulla Terra e ammara nell’Oceano Pacifico dove galleggia in attesa dei soccorsi subito inviati dal direttore dell’Osservatorio di Cambridge da dove il volo era stato costantemente seguito. Di fronte alla bandiera Il francese Roch, inventore di un infernale congegno di guerra, è vittima di una alterazione mentale e viene rinchiuso in un manicomio. Lui e il suomisterioso infermiere vengono rapiti da un esaltato che, impadronitosi dell’arma micidiale, vuole diventare il padrone del mondo. Lo scontro finale e la presenza della bandiera francese fermeranno la mano del folle. Una famiglia senza nome Nel romanzo Verne celebra l’insurrezione franco-canadese contro l’oppressore inglese. Un gruppo di cospiratori ordisce una congiura ma una spia li tradisce e i congiurati, arrestati, vengono condannati a morte. Passano dodici anni prima che il loro sacrificio sia premiato. Sarà una misteriosa figura, Jean Senza Nome a vendicarli. Un faro in capo al mondo È uno degli ultimi romanzi scritti da Verne, pubblicato quando ancora era in vita. Narra la storia di un celebre faro fatto costruire dal governo argentino sull’Isola degli Stati. Una banda di pirati se ne impadronisce, ma il guardiano superstite riesce a far arrestare infuori legge.
I figli del Capitano Grant In una bottiglia trovata nel ventre di uno squalo viene trovato un messaggio del cap. Grant, creduto morto in un naufragio. Nella speranza di ritrovarlo, Lord Glenarvan si imbarca sul Duncan con la consorte e i figli del capitano. Il gruppo deve affrontare tempeste in mare e avventure in terraferma nelea Ande e nelle foreste dell’Australia, fra gli antropofagi Maori. Il cap. Grant viene tratto in salvo. Il romanzo ebbe un seguito in 20000 leghe sotto i mari e L’isola, misteriosa. Il giro del mondo in 80 giorni Verne scrisse il romanzo quando ancora non era possibile ipotizzare un viaggio attorno al mondo in 80 giorni. Il viaggio viene fatto a seguito di una scommessa in cui il flemmatico Phileas Fogg, insieme al fido servo Passepartout, affronta il viaggio. Phileas Fogg viene seguito da un poliziotto che lo insegue perché lo sospetta di aver operato un furto alla banca londinese. L’invasione del mare Storia di un audace progetto: creare un mare interno nella zona del Sahara tunisino e dell’Algeria. L’azione si svolge nel XX secolo ed è dominata dalla guerriglia che insorge tra i tecnici addetti al lavoro e una pericolosa tribù guidata da un famoso predone.
L’isola misteriosa Durante la Guerra di Secessione americana cinque prigionieri rinchiusi nella città di Richmond riescono a fuggire a bordo di un pallone aereostatico e vengono trascinati nel Pacifico. Approdano in un’isola misteriosa apparentemente deserta. Il loro destino si ricollega a due misteriose figure già apparse in libri precedenti: quella di Ayrton e quella del capitano Nemo che qui ricompaiono come personaggi chiave della vicenda. Keraban l’ostinato Il mercante turco Keraba, ricco e bizzarro, si rifiuta di pagare un irrisorio pedaggio imposto a chi vuole attraversare il Bosforo da nScutari a Costahtinopoli e viceversa. Così, per recarsi dalla Piazza di Top Hanné di Costantinopoli alla sua casa di Scutari ( tragitto che si copre in mezz’ora) decide di compiere il periplo del Mar Nero. Lo accompagnano un amico e un fedele salvatore, che affrontano con lui strane e divertenti avventure Mastro Zaccharius Il romanzo è di stile gotico. Ambientato nella Ginevra del Cinquecento, racconta le vicende di un orologiaio inventore di un orologio paticolare. L’orologiaio perde la propria anima nel tentativo di usare l’orologio che, a suo parere, gli permetterebbe di dominare il tempo. Michele Strogoff Michele Strogoff è un corriere dello Zar e impersonifica il coraggio e la devozione. Strogoff affronta i più terribili rischi pur di recapitare un messaggio imperiale nella città di Irkutsk, la cui guarnigione è in procinto di ribellarsi al potere centrale. Il romanzo è ricco di episodi di altissima drammaticità, come quello in cui Strogoff viene accecato con una lama rovente. Ma riuscirà nella sua missione. La missione Barsac Dopo un furto presso la Central Bank di Londra, i ladri fuggono in Africa col bottino e di loro si perdono le tracce. Nel furto vengono coinvolti anche i figli di Lord Glenor Buxton. Alcuni anni dopo il furto, parte dalla Francia una missione di studio allo scopo di valutare la possibilità di far eleggere cinque deputati negri al Parlamento. Della missione fa parte l'on. Baudrière (contrario ad ogni elezione) e l'on. Barsac (favorevole). Alla missione si aggrega anche, in incognito, la nipote di Lord Buxton e suo zio decisi a far luce sul furto e soprattutto a ritrovare i parenti scomparsi. Il romanzo segue solo le vicende della missione Barzac di cui fa parte anche un giornalista che ne racconta le avventure. All’inizio tutto sembra normale ma presto iniziano i guai con la defezione dei portatori negri, intrighi, tradimenti, uccisioni. Il viaggio poi si colora di mistero quando, in piena giungla, viene scoperta una città con officine avveniristiche, officine, hangar, e soprattutto strane macchine volanti. I componenti della missione vengono fatti prigionieri. La soluzione della missione sarà tragica. Il despota che regge la città verrà sconfitto e ucciso quando truppe francesi giungeranno con lo scopo di liberare i prigionieri. Misteriosa Islanda. I naufraghi del “Chancellor” Narra le disavventure dei passeggeri di un veliero durante la traversata dell’Atlantico, culminanti con un naufragio. I naufraghi dell’aria Il padrone del mondo. È il seguito di Robur il conquistatore. A vent’anni di distanza dal primo romanzo, Verne riprende la figura di Robur. Si tratta di un personaggio diverso dal primo, non più il simbolo del progresso della scienza, ma dello scienziato pazzo, simbolo di una scatenata potenza distruttiva. L’intento del costruttore del vascello volante è quello di dominare e di conquistare il mondo. Ma la natura ha il sopravvento. Mentre l’apparecchio per volontà del costruttore cerca di passare attraverso una tempesta elettrica viene distrutto da un fulmine. Parigi nel XXIX secolo. Breve racconto che descrive la giornata di un direttore di giornale. Serve a Verne per anticipare molte scoperte che effettivamente furono fatte negli anni che seguirono il suo secolo. Ritorno dalla Luna Vedi Dalla Terra alla Luna. Robur il conquistatore (intitolato anche Il velivolo delle Nubi o Il vascello volante) I soci di un istituto che si occupa di palloni dirigibili discutono su dove porre l’elica. Si presenta l’ingegnere Robur che sostiene di aver costruito un apparecchio volante particolare che, pur essendo più pesante dell’aria, riesce a librarsi agevolmente nell’aria. Viene deriso e Robur per dimostrare la sua tesi rapisce il direttore e il segretario dell’istituto. È l’inizio di una avventura che, ancora una volta, precorre il futuro. La Stella del Sud o Il diamante scomparso. Un chimico francese, compiendo alcune esperienze in laboratorio, ottiene un enorme diamante, La Stella del Sud. Durante una festa il diamante viene rubato da uno schiavo negro. Ma lo schiavo è innocente. La storia, a sfondo giallo, ha una inattesa soluzione. Il superbo Orinoco Jean de Kermor è convinto che suo padre sia ancora vivo e si trovi in una città sorta lungo il fiume Orinoco. Spalleggiato dallo zio, parte per il Venezuela col proposito di risalire il fiume, seguendo le tracce lasciate dal genitore. Avventure straordinarie costellano il viaggio, cosparso di pericoli. Ma la costanza del giovane verrà premiata. Ventimila leghe sotto i mari É il romanzo che salda I figli del Capitano Grant e 20000 leghe sotto i mari. L’avventura si svolge negli abissi marini, a bordo del sommergibile Nautilus. Il sommergibile passa sotto l’itsmo di Suez non ancora tagliato, esplora la mitica Atlantide. L’equipaggio lotta con giganteschi calamari e per la prima volta si assiste al siluramento di una nave. Protagonista del romanzo è il capitano Nemo Viaggio al centro della Terra Il professor Lidenbrock, in compagnia del nipote e di una guida, per verificare alcune ipotesi, compie un viaggio nelle misteriose profondità della Terra. L’esplorazione lo porta al centro della Terra dove si trova un immenso oceano dove il tempo sembra essersi fermato. Sulle sponde del mare vivono ancora mostri del Giurassico. Il vascello volante (vedi Robur il conquistatore e Il padrone del mondo).
FILATELIA guarda l'album ALTO VOLTA 1978 (234 P.A.), ANTIGUA & BARBUDA 1996 (204756+BF341/2), 2005 (3623/6+BF 604), BUTHAN 1970 (281), CAMEROUN 1979 (623+ P.A.,290) CECOSLOVACCHIA 1970 (1793), CENTRO AFRICA (Repubblica) 1979 (BF 33), 1985 (668), COMORES 1985 (416), CONGO 1975 (204/5 P.A.), 2005 (BF 375 e BF 390), 2005 (1636/9), 2006 (1689/94), 2006 (6BF), 2006 (6v.) , COOK ISLANDS 1980 (564/7), COREA DEL NORD 2006 (3555), COSTA D’AVORIO 2005 (1196/1207+2BF), DOMINICA 2005 (3176/9+BF 506), FRANCIA 1955 (1026), 1982 (2247/8), 2005 (3789/94), GABON 1970 (96 P.A.), 2005, GAMBIA 2005 (4460/2+BF), GHANA 2006 (3126/29+BF 469), GIBUTI 1980 (524), GRENADA 1979 (853/6+BF 78), 2005 (4744/6+BF 692), GRANADA GRENADINES, 1979 (289/92+BF 43), GUINEA 1979 (633/7+P.A. 137/8), GUINEA BISSAU 2005, 2005 (6v.+BF), Guinea Bissau 2005 (1° e 2° serie 16 v. + 4 fog.) GUYANA 2005 (5826/9+BF 488), ISRAELE 2000 (1512), LESOTHO 2005 (1847/9+BF 197), LIBERIA 2005 (1BF), 2005 (4 valori + 3 BF), 2005 (4 valori + BF), 2005 (4 valori), 2005 (4 valori + BF), MALDIVE 2004 (3590/3+BF 544), 2004 (3615/8+BF 548), 2005 (3646/9+BF 554), 2005 (3658/61+BF 556), 2005 (3669J/M+ BF 558B), MALI 1970 (90/2 P.A.), 1975 (239/42 P.A.), 1979 (362 P.A.), 1980 (393/6 P.A.), 1999 (1442/3), MANAMA 1972 (Catal Michel A752 P.A.), MAURITANIA 1974 (144 e 146 P.A.), MICRONESIA 2005 (1404/6+BF 151), MONACO 1955 (427/33+ 60 P.A.), 1978 (1125/32), NEVIS 2005 (1850/3+BF 239), NICARAGUA 1978 (1104/7+BF 140), 1978 (910/11 P.A.) NIGER 1998 (1623) , PALAU, 2005 (2136/8), PANAMA 1967 (444), POLONIA 2005 (3936), ROMANIA 2005 (4960/3+BF), SAINT KITTS 2005 (1229/32+BF 80), SAINT VINCENT 2005 (BF 547), SAINT VINCENT & GRANADINES 2005 (4859/62+BF 599; 4870/3+BF 602; 4875/8+BF 603; (4887/90+BF 605), SAN MARINO 2005 (2034), S.TOME’ 2005 , SIERRA LEONE 2005 (4058/61+BF 599), TANZANIA 2005 (3323 a 3349+BF 599, 516, 517, 518, 520,524), TOGO 1980 (423/6+P.A. 986/7), 2006, UNGHERIA 1969 (309), 1978 (BF 137), VENEZUELA 1982 (1704)
Vernes Henri (pseud. di Charles-Henri Dewisme) (Belgio)Nato il 16 ottobre 1918 a Ath.Creatore di Bob Morane nel 1953, Henri Vernes è autore di oltre 200 romanzi delle avventure di questo personaggio fantascientifico le cui azioni sono ambientate nel nostro mondo e anche oltre la nostra galassia. Dewisme usò molti pseudonimi, tra cui Jacques Colombo, Robert Davids, C. Reynes, Jacques Seyr, Lew Shannon, Ray Stevens. Le avventure di Bob Morane sono state adattate ai fumetti, a cartoons, a videogiochi, a serie televisive. Henri Vernes era il figlio di Valérie Dupuis e Alphonse Léon Dewisme, ma dopo la separazione dei suoi genitori fu allevato dai nonni materni. A sedici anni abbandonò la scuola superiore e lavorò per un certo periodo come assistente in macelleria del padre, ma alla fine tornò a scuola a Enghien. Nel 1937 si innamorò di una donna cinese, «la signora Lou», e andò con lei per un viaggio di due mesi a Canton, utilizzando un passaporto falso. Tornato a Tournai, nel 1938 sposò Gilberte, figlia di un tagliatore di diamanti, ma il matrimonio fu sciolto nel 1941. Durante la seconda guerra mondiale fu inserito nel settore dei servizi di intelligence dell'esercito. Nel 1944 pubblicò il suo primo libro, La Porte Ouverte. Nel 1946 si trasferì a Parigi e collaborò con una agenzia di stampa americana e giornali francesi. Continuò, comunque, a scrivere romanzi di avventure. Nel 1949 pubblicò La Belle Nuit pour Homme Mort e tornò in Belgio. Tra il 1949 e il 1953 Henri ha scritto diversi racconti per riviste settimanali come Heroic Album e Mickey Magazine, sotto vari pseudonimi diversi. Nel 1953 fu invitato a scrivere un romanzo d'avventura per la serie Marabout-Junior (edizioni Gérard). Il suo Conquérants de l'Everest è stato un successo immediato, e Vernes è diventato lo scrittore più importante di tale raccolta. Uno dei suoi romanzi più deliranti, a metà strada tra Sputare sulle vostre tombe di Boris Vian e Ravage da René Barjavel, è Una bella notte per un uomo morto. Autore fecondo, si occupò pure di fumetti Il primo album a fumetti, L'oiseau de feu uscì nel 1959, disegnato da Dino Attanasio, ed è stato un altro clamoroso successo. Tra il 1959 e il 1967 Bob Morane è stato protagonista di molti libri, album, un cortometraggio, L'Espion aux cent visages (1960), e una serie TV che durò per 26 puntate. In tale periodo Vernes iniziò diversi cicli di altre avventure e creò diversi altri personaggi, come il cattivo Monsieur Ming (noto anche come «L'ombra gialla), il dottor Xathan, e Miss Ylang-Ylang. Vernes è stato oggetto di un documentario, Henri Vernes, aventurier ONU de l'imaginaire (1997), e nel 1999, all'età di 81 anni, è stato decorato come Officier nell'Ordine delle Arti e delle Lettere.
FILATELIA BELGIO Anno 2009 (Mic. 4016/25)
(Norvegia) Nacque il 18novembre 1907 a Trysil (Norvegia) e morì a Oslo l’8 settembre del 1985. Figlia del produttore Sven Moren, fece il suo debutto nel 1929 e rapidamente si affermò come principale produttore norvegese femminile della sua generazione. Era un produttore completo, ugualmente esperta nella poesia, nel dramma, nei racconti brevi e nei nei libri per bambini. Fu anche ottima traduttrice . In norvegese tradusse Il piccolo villaggio, Fedra di Racine e altri 52 drammi classici. Morì di cancro nel 1995 e fu sepolta qa Vinje (Telemark), vicino al marito Tarjei Vesaas.
FILATELIA NORVEGIA 2007
Vestly Anne-Cath(Norvegia)
Nata a Rena il 15 febbraio 1920, Morta a Mjondalen il 15 dicembre 2008. Autrice norvegese di letteratura per l’infanzia la cui statura nella società norvegese può in qualche modo essere paragonata in Svezia alla autrice Astrid Lindgren. Nata Anna Catharina Schulerud, scrisse il primo libro, Ole Aleksander Filibom-bom-bom, che in seguito si sviluppò in un sequel di altri dodici libri. Il tema trattato è una specie di sfida generazionale e sociale in cui ritrae una famiglia dove la madre lavora come avvocato, mentre il padre rimane a casa con i loro due figli. La sua opera più famosa Otto bambini e un camion riguarda una famiglia con otto figli che vivono in un piccolo appartamento a Oslo. E' stato il primo di una serie di nove libri, l'ultimo dei quali è stato pubblicato nel 2000. La serie, conosciuta come "Gli otto figli" , è 'una delle più famose in Norvegia. Vestly, nel ruolo della nonna, ha lavorato anche come attrice, nella versione televisiva e come co-protagonista con Alf Prøysen in Kanutten og Klive Romeo (1963), uno show televisivo per i bambini. Ha sposato Johan Vestly nel 1946, che ha illustrato tutti i suoi libri fino alla sua morte avvenuta nel 1993. Ad Anne-Cath venne diagnosticata la malattia di Alzheimer all'inizio del 2006. Secondo la sua famiglia, aveva mostrato segni di demenza diversi anni prima della sua diagnosi. Ha trascorso i suoi ultimi anni di vita in una casa di cura in Mjondalen, dove morì il 15 dicembre 2008 all'età di 88 anni.
FILATELIA NORVEGIA Anno 2010
(Moldavia)
Nato nel villaggio di Peperita nel 1935. Morto nel 2009. Figlio di agricoltori, si laureò in storia e filologia all’Università di Stato di Chisinau e, poco più che ventenne, pubblicò nel 1957 un libretto di poesie per bambini. Nel 1959, diventò redattore della rivista “Nistru”, edita dall’Unione degli Scrittori della Moldavia Dal 1960 al 1963, assunse l’incarico di direttore della casa editrice "Cartea Moldovenească" . Nel 1967, al libro di Vieru di "Poesia per i lettori di tutte le età" (pubblicato nel 1965) fu assegnato il Premio moldavo per la letteratura giovanile. L'anno seguente, il suo libro Your name fu adottato nelle università moldave. Nel 1989 fu eletto membro del Parlamento della Moldova e l’.anno seguente fu eletto Membro Onorario dell'Accademia rumena. Nel 1992, fu inserito nella lista dei partecipanti al Premio Nobel della Pace. Nel 1995, divenne un membro del Consiglio della Radio rumena e nel 1996 vinse diversi premi letterari rumeni. Nel 2000, gli è stato assegnato il premio "Eminescu" con Medaglia offerta dal governo rumeno. La sua poesia è caratterizzata dalla presenza di un vivace scenario naturale, e da un sentito patriottismo. Vieru morì tragicamente nel 2009 in un incidente stradale, mentre tornava con un amico a Chisinau dove, con un gruppo di amici intimi, aveva celebrato l'anniversario della nascita di Mihai Eminescu.
FILATELIA MOLDAVIA Anno 2010 (599)
(Uruguay)
Scrittore di letteratura giovanile e impresario, nacque a Rocha il 4 settembre 1876. Morì a Buenos Ayres il 24 settembre 1954. A causa delle vicende politiche del padre dovette trasferirsi a Montevideo dove compì gli studi. Inizialmente lavorò come giornalista e in seguito fondò le riviste “Alborada”, “Pulgarcito e Germinal”. Nel 1911 fondò la rivista “Mondo Argentino”, riuscendo a raggiungere le 150 mila copie. La rivista diventò un punto di riferimento della società, allora poco avvezza a quel tipo di prodotto. Nel 1918 lanciò un’altra rivista “Atlantida” dalla quale poi nacque l’omonima casa Editoriale Atlantica, che si impose quale leader nel mercato delle riviste. Nacquero poi altre riviste da lui fondate: “Chart” (1919), “Billiken” (1919), “Iris” (1920), “Para Ti” (1922), “Grand Guignol”(1922), “Tipperary” (1928), “Il golfista argentino” (1931) , “Cinefrag e la nostra vita”(1932) e “Tilman”, il primo giornale destinate alle donne. Tremila tra scuole e Biblioteche portano oggi il suo nome. Dal Papa Pio XII ricevette la Croce Lateranense e il suo nome fu proposto per un Premio Nobel per la Pace. Per i bambini creò personaggi divenuti molto popolari come Mono Relojero y la Hormiguita Viajera. Opere: Il deserto (1915), Miseria artificiale (1915), Il Clero e l'Educazione Cattolica (1926), Le verità nascoste (1927), Lettere di bambini (1927), Martha e George (1927), Coloro che spendono (1927), Compañero (1928 ), Upa (1939) ,) Amareè vivere (1941), Vidas que pasan ( 1941 ), L'educazione del bambino (1941), L'uomo e gli animali (1943).
FILATELIA URUGUAY Anno 2006 (2265)
VITOMIR “VITO” NIKOLIC(Jugoslavia)Originario di Niksic, Montenegro, nacque a Mostar (Jugoslavia, oggi Bosnia Erzegovina) il 27 aprile 1934. Morto a Podgorica, Montenegro, il 10 settembre 1994. Suo padre, di professione militare, morì nella guerra mondiale e così pure un suo fratello. Visse fino a 18 anni in un orfanotrofio. Trascorse parte della sua vita a Niksic dove visse in povertà e dove era noto per il suo stile di vita da bohemiens. Pubblicò a sue spese i primi due libri di poesia, Drumovanja (Viaggi, 1962) e Unce, hladno mi je (Sole, Io ho freddo, 1968). Anche se aveva alcuni conflitti con il governo socialista jugoslavo, il governo gli concesse ugualmente un appartamento in Nikšić.Successivamente, si trasferì da Nikšić a Titograd, dove lavorò come giornalista per il “Pobjeda”, scrivendo racconti brevi dal titolo Crnom Gorom, putem bespućem i. Alcune delle sue poesie per i bambini sono diventate popolari e sono incluse nei libri di letteratura per studenti delle scuole elementari e medie.Nel 2002, alcuni suoi scritti in prosa sono stati raccolti e pubblicati in un libro Dobri duh Nikšića (Il Buono Spirito di Nikšić). Dopo la sua morte, in Montenegro nacque un "Vito Nikolić Award" per la poesia. Il premio viene assegnato ogni anno, durante i "giorni di settembre", durante una manifestazione culturale ospitata dalla città di Niksic. Nel 2002, lo scrittore e giornalista montenegrino Matović con cui Vito lavorò sul giornale “Pobjeda”, pubblicò un libro di aneddoti di vita del poeta, dal titolo S Vitom na jos jednu Po (Un altro giro di bevande con Vito). Opere: Drumovanja (1962) Stihovi (1981), Stare i nove pjesme (1991), Posljednja pjesma (1994), Nedjelja u gradu N (1997), pubblicato postumo,
FILATELIA MONTENEGRO Anno 2009
Vovchok Marko (pseud di Mariia Vilinska) (Ucraina)
Nata nel 1834. Morta nel 1907. Nel 1851 si sposò con Opanas Markovych e si trasferì a Orel, Ucraina. Dal 1851 al 1858 visse a Chernihiv, Kiev, e Nemyriv dove studiò la lingua, le tradizioni e il folklore ucraini da cui trasse spunti per la sua opera Storie di folklore, pubblicata nel 1857. L’opera incontrò il plauso immediato nei circoli letterari ucraini, in particolare da Taras Shevchenko e Panteleḯmon Kulish, e in Russia fu tradotta a cura di Ivan Turgenev nel (1859). Nel 1859, dopo un breve soggiorno a San Pietroburgo, Vovchok si trasferì in Germania. Trascorse un po' di tempo in Svizzera, Inghilterra, e in Italia, ma rimase a lungo a Parigi. Nel 1862 vi furono altre due edizioni ampliate del volume Storie di Folklore, che furono riprese sulle riviste «Osnova» (San Pietroburgo), sul mensile «Meta», e sul settimanale «Vechernytsi». Dal 1867 al 1878 Vovchok visse a San Pietroburgo, dove a causa del divieto di scrivere in lingua ucraina si occupò di traduzioni per i giornali russi. Ha scritto in russo L'anima vivente (1868), Le note di un partecipante (1870), Nel tempo (1875), e molti altri romanzi. Dal 1878 visse nella Caucasia settentrionale, e dal 1885 al 1993 a Kiev, dove continuò il lavoro sul folklore ucraino e su un dizionario. All'inizio del 1900 riprese il contatto con gli editori ucraini. Elementi di realismo appaiono principalmente nella brevi storie sui contadini ucraini e nel rappresentare la difficile situazione delle donne. Si occupò anche di letteratura rivolta ai giovani, scrivendo per loro Nove fratelli e Halia, la decima sorella (1863), Karmeliuk (1865), e Marusia (1871), il nome col quale fu conosciuta per un po'di tempo in Francia nella traduzione di Pierre Jules Stahl. Vovchok con la sua prosa ha notevolmente influenzato lo sviluppo della letteratura ucraina nella seconda metà del 19° secolo. Edizioni delle sue opere sono state pubblicate in Ucraina a Kiev in 7 voll. (1964-7) e 3 voll. (1975). Diversi libri su di lei sono stati scritti dal nipote, Boris Lobach-Zhukenko, e una edizione del suo Storie del folklore ucraino è stata pubblicata nella Saskatoon nel 1983.
FILATELIA UCRAINA Anno 2008 (912), URSS Anno 1983 Annullo speciale e busta postale.
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