AASEN IVAR
(Norvegia)
Nato a Golden nel 1813 e morto a Oslo nel 1896.
Figlio di contadini, nonostante le difficoltà economiche e le ristrettezze
familiari, fu inizialmente autodidatta e riuscì in seguito a diventare maestro.
Dal 1842 al 1847 viaggiò a lungo attraverso la Norvegia per studiare dialetti
locali, usi e costumi della sua terra e per approfondire lo studio dei dialetti
occidentali, scoprendo che essi derivavano da antiche saghe nordiche. Sulla base
dei dialetti elaborò una grammatica e un dizionario, la Grammatica
della lingua popolare norvegese (1848) e il Dizionario della lingua
popolare norvegese (1850), che nelle prime edizioni chiamò ‘folkesprog’
(lingua del popolo) o ‘landsmaal’ (lingua del paese) e poi con un solo termine
‘norsk’ (norvegese), gettando così le basi del norvegese moderno.
Si occupò anche di botanica e fu il primo lirico norvegese moderno
di schietta impronta popolare. Scrisse il dramma lirico L’erede (1865) e
nel 1863 una raccolta di poesie Symra (Anemoni o Fioritura di primavera).
A lui si deve pure una raccolta di proverbi norvegesi, pubblicata nel 1856.
FILATELIA
NORVEGIA Anno 1963 (458/9), 2013
ABASIYANIK SAIT FALK
(Turchia)
Poeta, novelliere, saggista, giornalista, nacque a Adapazari il 23 novembre
1906. Morì a Istambul l’11 maggio 1954.
Nella sua opera poetica raccolse tradizioni classiche scrivendo in lingua tagica
e uzbeca. Visse nel periodo in cui Mustafa Kemal introduceva l’alfabeto latino
(1928) e lanciava un programma di riforma linguistica i cui sostenitori
cercavano di portare la letteratura ad un contatto più stretto con la società e
i letterati cominciavano ad interessarsi ai problemi sociali della popolazione
rurale e a prendere in maggior considerazione l’Anatolia.
I lavori di Abasiyanik furono in parte improntati a queste idee per
cui si è pensato a lui come ad un esponente del movimento di
protesta sociale. Una impressione errata in quanto lo scrittore fu un uomo
distaccato che scrisse quasi pensasse solo al fatto artistico e non sociale.
Figlio dell’Anatolia, scelse Istambul come residenza e come ambiente principale
per le sue opere.
Abasiyanik studiò a Istambul, senza però terminare gli studi e
neppure li portò a termine quando il padre lo inviò a Grenoble per seguire corsi
di economia.
La sua formazione letteraria fu fortemente condizionata dai romantici e dai
naturalisti francesi come Maupassant e Zola. Le storie, per lo più novelle,
hanno il carattere di bozzetti poetici in cui l’Autore dà più importanza alla
forma, che spesso si esprime in prosa poetica, che non al contenuto. L’azione è
ridotta al minimo; i personaggi non sono disegnati a tutto tondo e rimangono
indefiniti, come immersi in un sogno o in un gioco fantastico, a metà tra il
mondo dell’artista e quello dell’uomo comune. L’originalità delle sue
opere e il suo stile fanno di lui un novelliere ineguagliato in Turchia.
FILATELIA
TURCHIA Anno 1992 (2732)
ABAY QUNANBAYULI IBRAHIM
(Kazakistan)
Nato sulla
montagna di Shinghis (nell'odierna provincia orientale del Kazakhstan), il 10
agosto del 1845. Morto a Valle Jidebay, Kazakistan il 5 luglio del
1904.
Poeta,
compositore e filosofo, nacque in una famiglia agiata e il padre, dopo
l’insegnamento primario in una madrasa, poté fargli frequentare la scuola
russa di Semipalatinsk, dove incontrò gli scrittori Mikhail Lermontov e
Aleksandr Puhskin.
Abay usufruì del
fatto che l’occupazione russa del Kazakistan, col cambiamento
socio-politico e socio-economico avviato nella regione, offrì ai giovani
maggiori possibilità educative.
Oltre ai suoi
lavori in campo filosofico, fu autore di molte poesie e traduttore di opere di
scrittori russi ed europei.
FILATELIA
RUSSIA Anno 1965 (2976)
ABAZA AZIZ
(Egitto)
Nato il 13
agosto 1898. Morto nel 1973.
Studiò
all’università e si laureò in Giurisprudenza nel 1923.
NNoto
come uno dei più importanti poeti nella moderna letteratura egiziana e araba,
Abaza Aziz è stato anche un pioniere della poesia drammatica. Nei suoi scritti
traspare la idea di una unità Pan-araba e questa nostalgia per le glorie
del passato arabo fu fonte di ispirazione per tutti i difensori del’unità araba.
Career Ebbe una intensa vita politica: lavorò
come un avvocato, membro della procura generale, membro del Parlamento,
Direttore del Dipartimento di identificazione, Ministro degli Interni (1923) e
Vice-Governatore di Al-Behaira (1935).. Nel
1939, fu governatore di Al-Qalyoubiya e Al-Fayoum, nonché governatore della
Regione del Canal di Suez, m•.embro della
Accademia di lingua araba, del Consiglio supremo di Arti, Lettere e Scienze
Sociali, e membro corrispondente della Accademia delle Scienze irachena. Nel
1965 gli fu concesso dallo Stato un Premio di riconoscimento alla carriera.
Tra le sue opere:.
Hamasat Ha'ierah, raccolta di elegie in memoria della moglie, drammi
poetici, Qeis e Lubana, Abbasah, Al-Nasser, Al Shagarat Dor, drammi
poetici Ghoroub Awaraqul Khareef, Al Andalus,
• Cesare.
Eccelse nella
poesia drammatica e in particolar modo nel dramma, un genere nuovo nella
letteratura araba nel quale si dimostrò maestro.
FILATELIA
EGITTO 2001 (1698)
Abba Giuseppe Cesare
(Italia)
Nato a Cairo Montenotte, Savona, nel 1838, morì a Brescia nel 1910.
Partecipò alla guerra del
1859, alla spedizione dei Mille, e poi alla guerra del 1866 come volontario
garibaldino. Oltre che soldato partigiano, si cimentò in vari generi letterari
il cui soggetto era legato principalmente all’epopea del Risorgimento.
La sua fama è legata alla
rievocazione, sotto forma di diario, della giovanile avventura garibaldina: Da
Quarto al Volturno : noterelle di uno dei Mille, pubblicata nel 1880
dall’editrice Zanichelli di Bologna su segnalazione di Carducci (che aveva
ricevuto il testo per posta, in via privata) e poi in edizione definitiva nel
1891. La distanza di due decenni che separa la redazione dell'opera dai fatti
narrati dà al testo un tono idealizzato in cui, nonostante la finzione
diaristica, traspare l'intento celebrativo. Il testo è considerato come il
frutto migliore della memorialistica garibaldina.
Il racconto, che avvolge
l'impresa dei Mille in un alone di elegia è scritto in prima persona e usando il
presente storico, che coinvolge il lettore nell'"immediatezza" di ciò che
accade. Sappiamo che Abba stese parte del materiale a caldo su un taccuino e in
seguito lo rielaborò in funzione creativa nel 1866 nel poemetto Arrigo : da
Quarto al Volturno. Dopo l'edizione del 1880 (Le Noterelle di uno dei Mille
edite dopo 20 anni) se ne ebbe una ampliata nel 1882, per giungere a quella del
1891 con il titolo ormai assestato. Il racconto riesce a comporre il controllo
emotivo all’equanimità di giudizio. Pur collaborando al mito-Garibaldi, il
protagonista non appare mai in primo piano. Abba non volle esaltare se stesso,
si dice che non volesse neppure che il suo nome apparisse sul frontespizio del
volume.
FILATELIA
ITALIA Anno 1988 Annullo speciale
Abd al-Rahman Aisha
(Egitto)
Nata a Damietta
nel 1913. Morta al Cairo il 1 dicembre 1998.
Figlia di un
insegnante, fu iscritta dalla madre a corsi scolastici contro la volontà
del marito. Frequentò le classi superiori a El Mansurah dove apprese l’arabo e
poi andò all’università del Cairo per conseguire la laurea nel 1939 e un
Master nel 1941. Nel 1942 ottenne dal Ministero della Pubblica Istruzione
l’incarico di insegnante di lingua araba e nel 1950 fu nominata professore
ordinario di Letteratura araba presso il Collegio femminile della Ain Shams
University.
Sotto lo
pseudonimo di Bint al-Shati scrisse
biografie di importanti donne mussulmane tra cui quelle della madre, delle mogli
e delle figlie di Maometto e si occupò di critica letteraria. Fu la prima donna
ad occuparsi di esegesi coranica e, anche se non fu mai considerata una
femminista, si occupò anche, attraverso opere scritte, del problema di una
maggiore integrazione delle donne nella società mussulmana.
La sua produzione
letteraria cominciò a diffondersi nel 1959, lo stesso anno in cui Naguib
Mahfouz pubblicò una versione allegorica sulla vita di Maometto.
Sposò un
insegnante universitario conosciuto durante il periodo di studi al Cairo. Morì a
causa di un ictus cerebrale seguito da un attacco cardiaco. Lasciò la sua vasta
biblioteca allo Stato il quale le rese omaggio erigendo al Cairo una
statua in suo onore.
Tra le sue opere:
L'egiziano e le campagna (1936), Il problema dei contadini (1938),
Il segreto della spiaggia e il Maestro della Tenuta: La storia
peccaminosa di una donna (1942), Poetesse nella poesia araba
contemporanea (1961- 1963) .
FILATELIA
EGITTO Anno 1999 (1642)
ABDEL QUDDOUS IHSAN
(Egitto)
Nato il 1°
gennaio del 1919. Morto nel 1990.
Appartenente alla generazione contemporanea dei
grandi romanzieri come Tawfik-el-Hakeem, Naguib Mahfouz e Youssef Edrees, Ihsan
non fu solo un uomo di lettere, ma anche uno scrittore politico, che seppe
svelare nei suoi scritti molti inediti misteri della politica e i
conflitti sociali del suo paese.
Nacque in un.
periodo denso di indignazione nazionale verso la l'occupazione britannica
e di rivolta, guidata da Saad Zaghloul.
Sebbene discendente da una famiglia benestante, si sentì sempre vicino alla
popolazione rurale. Ricevette una accurata preparazione culturale e col nonno
frequentò spesso riunioni cui partecipavano eminenti uomini di lettere, poeti,
artisti e politici, traendone idee nuove. Ma a queste accostò anche le sue idee
personali, sviluppando una duplice personalità: quella di uomo tranquillo che si
affida al suo destino e quella diversa legata alle idee rivoluzionarie che il
contatto con la realtà faceva nascere in lui.
Il contrasto tra
queste due posizioni si manifestò dopo il conseguimento della laurea in
giurisprudenza (1942).
In un primo tempo
entrò a far parte come praticante dello studio legale del famoso avvocato Edward
Qussairi e, contemporaneamente, cominciò ad inviare articoli ai giornali.
A causa della sua natura timida si dimise dalla professione di avvocato e si
dedicò interamente al giornalismo e alla La carriera
letteraria ebbe inizio quando aveva solo 11 anni, scrivendo brevi racconti
in cui narrava le vicende di un giovane in visita in Europa.
Con The Black Glasses (1949), iniziò a
scrivere romanzi sentimentali. Nel romanzo Sono libero (1952), sostenne
l’indipendenza delle donne e da quel momento la figura femminile rimase il tema
centrale delle sue opere letterarie. Fu, in questa sua visione,
profondamente influenzato dalla grande personalità della madre. Considerò sempre
la donna come un simbolo di libertà e al tempo stesso la ritenne degna di
partecipare attivamente alla vita pubblica, sociale e politica.
I suoi racconti e romanzi, apparentemente provocatori
hanno contribuito ad un vasto cambiamento di concetti antiquati e convenzionali.
Accanto a temi di politica e di amore, lhsan ha
scritto pure alcuni racconti brevi di impostazione spirituale e religiosa come
ad esempio L’amore dentro il Reame di Allah.
FILATELIA
EGITTO 2003 (1772)
ABERSON
HELEN
(USA)
Nata il 16 giugno
1907 a Siracusa, New York. Morta il 3 aprile 1999 a New York.
È nota per aver creato il personaggio dell’elefantino volante Dumbo,
per la cui storia, (come lei stessa scrisse ) utilizzò alcuni ricordi
autobiografici legati a lei e a sua madre.
Studiò
all’Università di Siracusa e per trent’anni fu ospite di un programma
radiofonico di una emittente di Siracusa. In seguito lavorò in un suo
ufficio a Manhattan per produrre opere legate al mondo degli animali e alle loro
caratteristiche.
Morì all’età di
novantuno anni, colpita dal morbo di Parkinson.
FILATELIA
BELGIO Anno
2006, BENIN Anno 2003, CINA Anno 2005, Dominica Anno 1987,
GRENADA GRENADINES Anno 1988, LESOTHO Anno 1985, SIERRA LEONE
Anno 1987, 1991, 1993, SAINT VINCENT Anno 1991, TANZANIA
Anno 1990, 1991, USA Anno 2007
ABOVIAN KHACIADUR
(Armenia)
Nato nel 1804 a Kanaker. Morto nel 1948.
Compì gli studi nel monastero del convento di Ecmiazin e poi nel seminario di
Nerses di Tiflis.
Nel 1829 si unì come guida ad una missione scientifica sull’Ararat, diretta dal
professor Parrot. Il professore lo incitò in seguito a seguire i corsi
dell’Università di Dorpat, in cui insegnavano professori tedeschi, dove si
formò una cultura europea. Sposò una donna tedesca e durante gli studi
universitari scrisse Ricordi di gioventù.
La sua natura sentimentale lo accostò sempre più al romanticismo tedesco, come
si nota nelle sue Poesie. Durante un soggiorno in Germania subì
l’influsso di Belinskij che lo portò a lottare contro l’idealismo in filosofia e
in estetica e ad esaltare idee di libertà ed eguaglianza.
Tornato in patria nel 1836, incontrò l’ostilità degli ambienti conservatori e
suscitò perplessità negli ambienti ecclesiastici, preoccupati della sua
formazione alla scuola protestante tedesca. Ciò gli impedì di ottenere una
cattedra universitaria. Accettò, invece, la carica di ispettore scolastico
e fondò una scuola privata a Tiflis. Durante questo periodo scrisse il romanzo
Le ferite dell’Armenia, il suo capolavoro, uscito postumo nel 1858. La
sua attività nel campo scolastico fu riconosciuta dal Katholikos, la massima
autorità religiosa armena, e venne nominato ispettore del seminario di Tiflis.
Le ultime notizie certe su di lui risalgono al 26 aprile del 1848. Dopo quella
data non si sa più nulla. Si ritiene sia morto ucciso dei Persiani oppure
suicida.
FILATELIA
RUSSIA Anno 1948 (1230/31), Anno
1956 (1784)
ABRAMOV FËDOR ALEKSANDROVIČ
(Russia)
Nato ad Arcangelo il 29 Febbraio 1920 . Morto a Leningrado il 14 maggio 1983.
Critico letterario e scrittore, proveniva da una famiglia contadina.
Studiò all'Università statale di Leningrado e dovette interrompere gli studi
per partecipare alla Seconda guerra mondiale. Li riprese a guerra ultimata e li
concluse nel 1951. Terminata la sua formazione presso l'Università, vi rimase
fino al 1960 in qualità di insegnante.
Nel 1960 abbandonò l’insegnamente per dedicarsi esclusivamente alla scrittura.
Nel suo primo saggio, scritto nel 1954, Ljudi kolkhoznoy derevni v
poslevoDennoy , sulla vita degli abitanti di un kolchoz nel dopoguerra,
analizza ed esalta la vita nei villaggi russi. L’opera non ebbe l’approvazione
dell’Unione degli scrittori russi. In un saggio successivo affrontò il tema
della legge che negava ai contadini i passaporti interni, e si batté a loro
favore esaltando le loro azioni, la fatica e l’utilità del loro lavoro.
Per tale posizione ideologica venne rimosso dal suo incarico di redattore
presso la rivista “Neva”.
Il suo primo romanzo, intitolato Bratya mi syostri ("Fratelli e sorelle")
è stato scritto nel 1958. Affronta la dura vita dei paesani russi settentrionali
durante la seconda guerra mondiale. Abramov ha scritto due sequels di Bratya
mi syostri dal titolo, Dve zimy ho tri leta ("Due inverni e tre
estati") e Puti-pereputya ("Percorsi e crocevia"), scritti nel 1968 e
nel 1973. Scrisse anche un quarto romanzo nel 1978 chiamato Dom ("La
casa")
Iniziò pure un altro romanzo, Kniga Chistaya ("Libro pulito") nel quale
discute sul destino della Russia. Il romanzo non fu mai portato a termine causa
la morte dell’Autore.
Nel 1977 l’astronomo sovietico Nikolai Stepanovic Cernykh scoprì il pianetino
3409 cui diede il nome di Abramov.
FILATELIA
RUSSIA Anno 2010 annullo speciale e
busta postale
Abrasevic Costa
(Serbia)
Nato a Ohrid in Macedonia nel 1879. Morto nel 1898.
Discendente da una famiglia di commercianti, suo padre era serbo e sua madre
greca, concluse gli studi di greco nella scuola di Ohrid,
e continuò la sua formazione nel liceo di Sabac, dove suo padre si era
trasferito con la famiglia e dove aveva cominciato ad ad usare il "nickname"
Abras come cognome.
Fu tra i primi ad entrare in contatto con i movimenti socialisti e fondò un
gruppo politico- letterario
a Sabac, il quale pubblicava due giornali sui quali scrisse articoli
politici e poesie, tutte dominate dalle sue idee socialiste.
Tradusse le opere dei poeti tedeschi, Hanslevera, Obenhaslda e altri
Dopo la sua morte, le sue opere, apparse sui giornali, furono raccolte e
ristampate nel 1931.
In seguito sono state tradotte in russo, ungherese, albanese e rumeno.
Morì a Sabac.
FILATELIA
YUGOSLAVIA Anno 1979
ABREU CASIMIRO de
(Brasile)
Nato il 4 aprile 1839 a Barra de São João (Rio de Janeiro), morì il 18
ottobre 1860 a Nova Friburgo.
Può essere considerato il più romantico poeta brasiliano. Ebbe vita brevissima
che bruciò, sognando desideri e dovendo affrontare la realtà. Situazione che
risolse con una rassegnata accettazione. Le sue tendenze letterarie si
manifestarono precocemente. Dopo i primi studi, il padre lo inviò a Lisbona
all’età di quattordici anni affinché studiasse commercio. Il giovane deluse le
aspettative paterne, ma si fece notare per la collaborazione con giornali e
riviste portoghesi e per un testo teatrale, Camôes e il giavanese (1856),
applaudito a teatro dal pubblico.
Nel 1857 rientrò in Brasile, malato di mal sottile. Portò a termine le liriche
Le primavere (1859) nelle quali si coglie il presentimento della fine
imminente.
Morì all’età di ventuno anni. Nel Brasile divenne una leggenda e le sue poesie
sono tuttora lette.
La musa adolescenziale e, soprattutto la morte per tisi, ne hanno fatto un
personaggio quasi da leggenda e un autore tuttora amato e letto in Brasile.
FILATELIA
BRASILE Anno 1989 (1931),
2009
ABU al QASIM
AZ-ZAHRAWI AL-SHABBI
(Tunisia)
Nato nel sud
della Tunisia, nell’oasi di Tozeur, nel 1904. Morto nel 1934.
Da giovane fu costantemente in viaggio attraverso la
Tunisia accompagnando il padre, un funzionario impiegato nel Dipartimento
di giustizia .
Studiò diritto a Tunisi. Si distinse per la sua
aperta ribellione verso il sistema coloniale francese.
La sua carriera poetica è stata breve e si svolse
nell’arco di sette anni, troncata da una malattia cardiaca che lo portò
precocemente alla tomba.
Nuove correnti poetiche arabe del Medio Oriente e del
Nord America si sono fuse nella sua poesia in cui cercò di spezzare i
vincoli di convenzione e di tradizione con la poesia e la società precedenti.
Si oppose al regime coloniale francese, ma non mancò
di colpire anche i costumi tradizionali tunisini in fatto di trasformazioni
sociali e di progresso, contribuendo alla rinascita sociale e politica del suo
paese.
Molte delle sue poesie sono state musicate in
particolar modo quelle a carattere patriottico o di argomento popolare.
FILATELIA
TUNISIA Anno 1962 (562), 1984
(1021), 1995 (1247)
Acevedo Díaz Eduardo
(Uruguay)
Nato a Villa de
la Unión, il 20 aprile 1851 . Morto a Buenos Ayres il 18 giugno 1921.
Precursore del
naturalismo nel suo paese, grazie al suo temperamento romantico sviluppò un
senso particolare verso la storia del suo paese. È noto per la trilogia composta
dalle opere Nativa (1880), Ismaele (1888) e Grido di gloria
(1893) inquadrati in avvenimenti della lotta di indipendenza del suo paese.
Nel 1894
pubblicò racconti lunghi, tra cui Brenda, Soledad, Lancia e sciabola
(1814) e Minés (1915). Si occupò attivamente anche di
politica e scrisse saggi storici, raccolti nel 1935 in un volume
Cronache, discorsi e conferenze.
FILATELIA
URUGUAY Anno 1967 (753/4)
Achard Marcel, (pseud. di M.
Augustin Ferréol)
(Francia)
Nato a
Sainte-Foy-lès-Lyon il 5 luglio 1899. Morto a Parigi il 4 settembre 1974.
Autore di commedie, ebbe il suo iniziale successo con la pièce Volete ballare
con me?.
Nel 1929
ottenne nuovamente un successo con Jean de la lune e poi con
Domino (1932), opere malinconiche che ricordano certe canzoni
popolari. Fu l’esponente del teatro boulevardier e
riuscì sempre a trovare argomenti cari al pubblico
Dopo una breve
esperienza giornalistica si dedicò interamente al teatro e si occupò anche di
cinema.
Nel 1959 entrò a
far parte dell’Academie Française
Tra sue opere vanno ricordate: Marlborough va in guerra (1924), La
donna silenziosa (1925), Non vi amo (1926), Vi amo (1928),
Domino (1932), messo in scena da Louis Jouvet, Pétrus (1934), Noce
di cocco (1936), Il corsaro,(1938), Adam (1939), Vicino
alla mia bionda(1946) , Andremo a Valparaiso (1947), Le
Moulin de la Galette (1951). Les Compagnons de la marjolaine (1953),
Patate (1954), messo in scena da Pierre Dux , L’Idiote (1960),
messo in scena da Annie Girardot al “Théâtre Antoine”, Turlututu (1962) ,
Machin-Chouette (1964), Gugusse (1968), La Débauche (1973)
FILATELIA
MONACO Anno 1976 (1048)
ACHEBE CHINUA
(Niger)
Nato a Ogidi, (presso Onitsha) il 16 novembre del 1930.
Studiò medicina e letteratura all’università di Ibadan e poi lavorò alla radio
nigeriana dove fece carriera.
Trascorse lunghi periodi all’estero presso l’università del Massachutsetts.
Poeta creativo dallo stile modellato sulla lingua ibo è autore di una
trilogia di romanzi epico-storici sulla storia del popolo ibo prima e dopo la
colonizzazione europea. La trilogia Dove batte la pioggia comprende
Il crollo o Le locuste bianche (1958), Ormai a disagio o La
goduria dura poco (1960), La freccia di Dio (1964). È pure autore di
un romanzo satirico dal titolo Uomo del popolo (1978) e scrittore di
racconti raccolti in Ragazze in guerra (1972), di saggi Al mattino del
giorno della creazione (1975), di poesie Attento fratello
(1971,1972).
I suoi temi sono la trasformazione del popolo africano dalla forma tribale ad
una forma nuova in cui la politica e la società sono alla base di profondi
mutamenti.
Achebe si occupò anche di letteratura per ragazzi. Per essi scrisse Dead
Men’s Path (1972), Marriage is a Private Affair, The Flute
(1975), The Drum (1978), pubblicato in Italia dalla Mondadori col titolo
di Il flauto e il tamburo.
FILATELIA
NIGERIA Anno
2006 (774), GUINEA BISSAU Anno 2009 (2928)
ACHMATOVA ANNA ANDREEVNA
(pseud. di A.A.Gorenko)
(Russia)
Nata a Bol’soj Fontan l’11 giugno del 1889. Morta a Mosca il 4 marzo del 1966.
Moglie di Nikolai Gumilev, fece parte della Corporazione dei poeti, un gruppo
fondato dal marito.
Compose la prima opera, La sera, nel 1912, alla quale seguì Il rosario
nel 1914, caratterizzate entrambe da un'intima delicatezza. Lo stormo bianco
(1917), Piantaggine (1921), Anno Domini MCMXXI (1922) sono
raccolte di versi ispirate dal nostalgico ricordo dell'esperienza biografica,
che spesso assumono quasi la cadenza di una preghiera.
Dopo la fucilazione del marito nel 1921, seguì una lunga pausa indotta dalla
censura, che la poetessa ruppe nel
1940 con Il salice e Da sei libri, raccolte dalle quali emerge
un dolore derivato dalla costante ricerca della bontà degli uomini. Il figlio
Lev fu imprigionato fra il 1935 e il 1940.
Espulsa dall'Unione degli Scrittori Sovietici nel
1946 con l'accusa di
estetismo e di disimpegno politico, riuscì tuttavia ad essere riabilitata
nel
1955, pubblicando nel
1962 un'opera alla quale lavorava già dal
1942, il Poema senza eroe, una nostalgico ricordo del passato russo
rielaborato attraverso la drammaticità che la nuova visione della storia
comporta, e attraverso una trasfigurazione dello Spazio e del Tempo in una
concezione di puro fine.
Poesie in lingua italiana: Le rose di Modigliani,. Poema senza eroe e
altre poesie. Liriche scelte. Io sono la vostra voce ... La
corsa del tempo: Liriche e poemi. Lo stormo bianco. Distrugga, per
favore, le mie lettere: lettere 1906-1966.
FILATELIA
URSS Anno
1989
cart. postale, 1999
cart. postale,
RUSSIA
Anno
2004
busta postale, GUINEA Anno 2012 (6197)
Acosta de Samper
Soledad
(Colombia)
Nata a Bogotà nel 1833. Morto nel 1913.
Figlia del colonnello Joaquín Acosta, ebbe una educazione elevata rispetto
agli standard del suo tempo e del suo paese. Viaggiò attraverso vari nazioni
dell’America e dell’Europa, incontrando e facendo amicizia con intellettuali di
paesi diversi.
Cattolica, contrasse matrimonio con un uomo politico, José Maria Samper,
radical-liberale, dal quale ebbe tre figli.
Nel 1860 iniziò a collaborare con riviste e periodici usando gli
pseudonimi Aldebaran, Andina, Bertilda, Renato. Fondò essa stessa e
diresse le riviste “La donna” (1878), “La famiglia” (1884), “La domenica
della famiglia cristiana” (1888), e altre. I temi trattati sono vari:
vanno dalla storia all’antropologia della Colombia e dell’America sino alla
moda, alla situazione della donna, alla religione, nei quali punta
all’educazione e all’emancipazione femminile.
La sua stessa vita, sempre in accordo con i prototipi del suo tempo, fanno di
lei una pioniere della “nuova donna colombiana”.
Nella sua produzione letteraria lasciò 20 novelle, una cinquantina di romanzi
brevi, un centinaio di articoli di grande interesse per una panoramica
colombiana del XX secolo.
Ebbe successo in patria e fuori. Fu delegata per la Colombia al Congresso
Americanista di La Rabida (Spagna) e nel, 1942, al Congresso commemorativo
per il IV centenario della Scoperta dell’America.
Libri publicati: Novelas y cuadros de la vida
sudamericana (1869), Biografías de hombres
ilustres o notables relativas a la época del descubrimiento, conquista y
colonización de la parte de América denominada actualmente E.E.U.U. de Colombia
(1883), Los piratas en Cartagena: crónicas histórico novelescas (1886),
La mujer en la sociedad moderna (1895), Biografía del general Joaquín
Acosta: prócer de la independencia, historiador, geográfo, hombre científico y
filantropo (1901), Aventuras de un español entre los indios de las
Antillas (1905), Catecismo de historia de Colombia (1908) ,
Biblioteca histórica (1909). Biografía del general Antonio Nariño
(1910)
FILATELIA
COLOMBIA Anno 1998 Posta
aerea
ACUÑA MANUEL
(Messico)
Nato il 27
agosto 1849 a Saltello, Coahuila. Morto il 6 dicembre 1873.
Pur essendo la
poesia il suo tema preferito, scrisse anche alcuni romanzi e opere teatrali.
Imparò a scrivere e a leggere in
tenera età. Studiò presso il City College Josefino Saltillo e nel 1865 si
trasferì in Messico, dove entrò come convittore presso il Collegio di San
Ildefonso per studiare matematica, latino, francese e filosofia.
Successivamente, nel gennaio 1868 si iscrisse alla Scuola di Medicina presso l’Universidad
Nacional Autónoma de México . Era uno studente assiduo, anche se non completò
gli studi di medicina. Durante i primi mesi, visse in una stanza
nell'ex-convento di Santa Brigida. Da qui si trasferì in una camera presso la
scuola di medicina, la stessa che qualche anno prima era abitata da un altro
poeta messicano, Juan Díaz Covarrubias. In questo ambiente incontrò molti dei
giovani scrittori di quel tempo: Juan de Dios Peza , Manuel M. Flores , Agustín
F. Cuenca , Gerardo M. Silva , Javier Santamaría , Juan B. Garza , Miguel
Portilla e Vicente Morales , tra gli altri .
Nel 1868, iniziò la sua breve
carriera letteraria, facendosi conoscere per la poesia scritta per la morte di
uno dei suoi amici più stretti Eduardo Alzúa . Nello stesso anno,
incoraggiato dalla rinascita culturale che seguì il trionfo della Repubblica,
partecipò, con Agustín F. Cuenca e Gerardo Silva, alla fondazione della
Nezahualcóyotl Società Letteraria, in cui presentò i suoi primi versi. Le opere
presentate nella società furono pubblicati nella rivista El Anáhuac (Messico
1869) e in un opuscolo del quotidiano La Iberia denominata "Letteratura Saggi
del Nezahualcóyotl società".
Il 9 maggio 1871, pubblicò un
lavoro drammatico El pasado (Il passato), che riscosse un successo dal pubblico
e dalla critica che lo riconobbe come un poeta eccezionale.
Rosario de la Peña era la donna
alla quale si sentiva il più strettamente legato negli ultimi anni di vita.
In realtà, la maggior parte degli amici di Acuña erano innamorati di questa
donna (anche se lei non ha mai avuto un rapporto formale con nessuno di loro).
La sua casa si trasformava in un luogo di aggregazione sociale per questi
poeti, dove ognuno esponeva i suoi nuovi versi e la sua personale filosofia.
Tra le opere principali di Acuna
sono: Nocturno e Entonces y hoy nelle quali si configura un anarchismo violento.
Acuña morì tragicamente. Si uccise
il 6 Dicembre 1873 ingerendo cianuro di potassio. Si dice che le lacrime
sgorgarono dai suoi occhi chiusi, così come aveva poco prima scritto nella sua
ultima poesia: "como deben llorar en la última hora, los inmóviles párpados de
un muerto" ("Come le palpebre immobili di un uomo morto devono piangere nelle
ultime ore "). Si disse che il suo amore non corrisposto per Rosario de la Peña
sia stato il motivo del suicidio.
Il giorno in cui Acuña morì, fu
vegliato dai suoi amici presso la scuola di medicina. Acuña è stato sepolto nel
cimitero "Campo Florido", con la partecipazione di rappresentanti di società
letterarie e scientifiche, nonché una folla enorme di persone che lo ammiravano.
Suo fratello, Juan de Dios Peza (il suo migliore amico), Gustavo Baz , Eduardo
F. Zárate e Justo Sierra hanno dato il loro ultimo saluto a Acuña. Infine, il
suo corpo fu trasferito a "La Rotonda de los hombres Ilustres ", dove fu eretto
un monumento in suo onore.
Dopo la morte di Acuña, José Martí
scrisse una lettera poetica Acuña.
FILATELIA
MESSICO Anno 2013
Adam de la Halle
(Francia)
Adam de la Halle
(noto anche come Adam d'Arras o Adam le Bossu, «Adam il gobbo») nacque ad
Arras verso il 1240 e morì a Napoli nel 1285.
Studiò
grammatica, teologia e musica presso la famosa abbazia cistercense di Vaucelles
nei pressi di Cambrai.
Assieme al
padre, noto cittadino di Arras, venne coinvolto in discordie civili e dovette
rifugiarsi a Douai. Le sue intenzioni erano quelle di dedicarsi alla vita
monastica, ma vi rinunciò. Si sposò con una certa Maria che cantò nelle sue
poesie.
Può essere
considerato un innovatore in quanto passò dalla poesie e dalla musica liturgica
a quelle profane e così pure nel campo teatrale.
Dopo l’esilio di
Douai, entrò al servizio di Roberto II d’Artois e lo seguì in qualità di poeta
alla corte angioina di Napoli.
Importante il
contributo da lui dato agli inizi del teatro profano con due “ludi” scenici (una
rappresentazione satirica e un poemetto pastorale) di cui curò anche le musiche.
Il secondo “jeu” o ludo era destinato probabilmente all’intrattenimento della
corte angioina. I due suoi lavori, i ludi scenici Le jeu de Robin et
Marion e Le jeu de la feuillée (due affreschi, l'uno della vita
urbana, l'altro della vita campestre), sono considerati i precursori dell'opera
comica e sono tra i più antichi esempi di teatro profano del Medioevo. Un'altra
sua opera molto nota è La Chanson du roi de Sicile,
Rimase servizio di Roberto II conte d'Artois e quindi di Carlo d'Angiò,
fratello di Carlo IX, le cui fortune egli seguì in Egitto, Siria, Palestina e
Italia. Fu il primo musicista francese ad aver girato l'Italia.
La data della
sua morte è oggetto di controversia: alcuni ritengono che sia morto nel 1288 nel
sud dell'Italia, forse a Napoli, presso la corte del conte d'Artois, altri
sostengono che la sua morte sia avvenuta più tardi, nel 1306, dopo il suo
ritorno a Arras.
FILATELIA
FRANCIA Anno 1985 (2367)
ADAMIC LOUIS
(Slovenia)
Nato a Blato, Carniola nel 1899.Morì a New Jersey nel 1951.
Fuggì negli Stati Uniti a 14 anni e svolse molteplici mestieri. Tra
le sue opere di carattere sociale si ricordano Dinamite (1931), che
tratta del movimento dei lavoratori in America e Laughing in the jungle
(1932). Un viaggio in Jugloslavia gli ispirò Il ritorno del nativo
(1934.
Il contributo degli immigrati alla formazione di una civiltà americana è
rappresentato dalle opere La mia America (1938), Grandson a story of
american lives (1935), Cradle of life, the story of une man’s beginnings
(1936), le novelle Lukas, re di Balukas e negli scritti
successivi From many lands, (1940), Ma native land (1943), La
nazione delle nazioni (1945), Pranzo alla Casa Bianca (1946), The
eagle and the root (1950).
FILATELIA
SLOVENIA Anno 1998,. (205)
ADAMSON JOJ (Gioia Friedericke
Victoria Gessner)
(Cecoslovacchia)
Nata nel 1910 a Opava, Repubblica Ceca (allora parte dell'Impero
Austro-Ungarico). Morta nel 1980.
Con il suo terzo marito, George Adamson, si è stabilita in Kenya, sulle rive
del lago Naivasha. Ha studiato e dipinto gli animali allo stato brado, e divenne
famosa dopo la pubblicazione del libro Nata libera (1960) nel quale ha
descritto le sue esperienze per salvare la vita ad una leonessa cui diede il
nome di Elsa.
Seguirono altri libri sul suo lavoro di naturalista. Dalla sua vita
avventurosa fu tratto un film interpretato da Virginia McKenna.
Adamson si separò in seguito dal marito. Viveva da sola quando è stata uccisa da
ignoti nella sua abitazione all'età di 83 anni.
FILATELIA
LESOTHO Anno 1991 (BF 83), 1998 (BF
141), LIBERIA Anno 2001 (3082) SIERRA LEONE Anno 1996 (2104)
ADIVAR ALOGENURO EDIB
(Turchia)
Nata nel 1883. Morta nel 1964.
Scrittrice si è laureata ad Üsküdar nel Collegio
americano per ragazzele(1901). Sposò il matematico Salih Zeki dal quale
divorziò nel 1910.
Fu insegnante presso la Scuola Superiore per ragazze
di Istambul e ispettrice delle scuole turche di Beirut e Damasco, su invito di
Kemal Pascià (1916). Si recò in seguito in Anatolia con Adnan Adıvar,
che sposò nel 1917.
Durante la Guerra di indipendenza fece parte
dell’esercito con i gradi di caporale, sergente e primo sergente. Apprezzati in
questo periodo i suoi discorsi durante i raduni di Fatih, Kadıköy e Sultanahmet
Dopo l'annuncio della Repubblica, non apprezzando il
Partito Progressista, abbandonò la Turchia per viaggiare dal
1923 al 1938 attraverso il Regno Unito, la Francia e gli Stati Uniti in
compagnia del marito. Tenne lezioni come professore-ospite alla Columbia
University negli Stati Uniti (1931-32) e presso l'Università islamica Delhi,
dove si recò su invito del Mahatma Gandhi (1935.
Dopo la morte di Atatürk, ritornò in patria dove tenne conferenze di
letteratura occidentale a Istanbul, presso l’Università, Facoltà di Scienze
della Letteratura.. Servì come vice
parlamentare con il marito tra il 1950 e il 1954.
Pubblicò il suo primo articolo dopo l'annuncio della
Monarchia costituzionale in Tanin sotto il nome di Alogenuro Salih. Sotto il suo
vero nome scrisse storie e articoli critici sugli Yakup Kadri, Mehmet Emin e
Ömer Seyfettin
Alogenuro Edip, fu influenzata dalla letteratura
occidentale e tra i suoi temi emersero storie d’amore come traspare dalla suo
romanzo Seviye Talip (Impegno per Amore). Vinse il Premio Novel
Award con il suo romanzo Sinekli Bakkal (Il clown e la figlia), 1942.
Secondo il critico Cevdet Kudret, i romanzi di
Alogenuro Edip possono essere classificati in tre gruppi in base alle loro
tematiche: l'analisi psicologica, vedi i romanzi Seviye Talip, Handan
, Mev'ut Hüküm e Kalp Ağrısı; i romanzi sulla Guerra di
Indipendenza come ad esempio Ateşten Gömlek e Vurun Kahpeye ; i
romanzi a sfondo moralistico, vedi Sinekli Bakkal , Sonsuz
Panayır .
Nei romanzi di Alogenuro Edip si riflettono le
circostanze e l'atmosfera del suo tempo.
FILATELIA
TURCHIA Anno 1966 (1763).
1996 (2819)
ADY ENDRE
(Ungheria)
Nato a Ermindazent il 22 novembre 1877. Morto a Budapest il 27 gennaio del 1919.
Compiuti gli studi nel collegio calvinista di Zilah, studiò giurisprudenza a
Debrecen e in quella città iniziò la sua carriera di giornalista.. Nel 1900 si
trasferì a Nagyvàrad dove si andò formando la sua visione radicalista politica e
sociale. Lì scrisse le prime poesie (1899-1903)
In un soggiorno a Parigi nel 1904 venne a contatto col simbolismo francese.
Ispirato dall’amore per Adele Brüll, donna di straordinaria cultura, scrisse
Nuove poesie (1905), un avvenimento che sconvolse la vita letteraria
ungherese. La parte progressista della società lo accolse e lo considerò come un
poeta rivoluzionario, ma la maggior parte dei lettori vide in lui un
pericoloso sovversivo. Fu uno dei capi del movimento sorto attorno alla rivista
“Occidente”, che apriva l’arte magiara all’influsso delle idee occidentali.
La lotta contro di lui divenne più accanita dopo la pubblicazione del romanzo
Sangue e oro (1907). Nella poesia toccò motivi lirico-religiosi, il terrore
della morte, la ricerca di Dio, la dissoluzione della classe dirigente,
l’aspirazione ad un miglioramento del popolo. Fu accusato di incomprensibilità,
di immoralità, di disprezzo verso la nazione. Alla battaglia preferì il rifugio
nella casa paterna, alternato a lunghi viaggi in Europa, accompagnato dalla sua
donna con la quale venne gradatamente raffreddandosi.
Rimase comunque sempre un severo giudice e flagellatore della sua razza. Ma via
via, col passare degli anni, venne addolcendo alquanto la sua visione, come
traspare nelle opere Sul carro di Elia (1909) e Vorrei che mi amaste
(1910)
Ady, che era nobile per nascita, crebbe in condizioni di vita modeste. Abituato
da giovane alla vita del villaggio, non si riteneva rappresentante del ceto
borghese. Educato in ambiente calvinista, si sentiva attratto dal cattolicesimo.
La sua passione politica si affievolì col trascorrere degli anni, anche a
causa di una malattia del sangue malcurata. Lo si avverte nelle opere
della piena maturità La vita che fugge (1912), L’amore di noi stessi
(1913), Chi mi ha visto? (1914), in cui scomparvero le idee
rivoluzionarie, forse a causa delle vicende della sua terra che si facevano
sempre più scure. Previde con orrore la catastrofe del 1918. La sua ultima
opera fu Guardando i morti (1918).
A trentotto anni sposò una giovane ammiratrice, ma non trovò conforto nel
matrimonio. La sua malattia proseguiva inesorabilmente e all’età di quarantadue
anni morì in una clinica di Budapest.
Tra le opere occorre ancora includere I versi di tutti i segreti (1911),
Alla testa dei morti (1918) e le ultime poesie, riunite nel 1923 in un
volume dal titolo Ultime navi.
FILATELIA
UNGHERIA Anno 1947 (866),
1969 (2018), 1976 (2479), 1977 (2586), ROMANIA Anno 1957
(1547)
AFANASJEV
ALEKSANDR NIKOLAEVIC
(Russia)
Nasce a Voronez
l’11 luglio1826 e ivi muore nel 1871.
Di estrazione
borghese, era figlio di un modesto impiegato statale, trascorre un’infanzia
scialba e poco felice. Il padre, autodidatta, consapevole che l’istruzione era
la sola via per innalzarsi al di sopra del normale, lo affida a maestri e a
popi talvolta rozzi e poco adatti a curare l’evoluzione mentale degli
allievi loro affidati. I rapporti tra discente e docente si dovettero imprimere
profondamente nei ricordi di Afanasjev e lasciarono tracce che emergeranno nei
suoi futuri scritti attraverso elementi satirici che hanno per bersaglio la
scuola, la chiesa, l’insegnamento, la burocrazia dei piccoli centri delle
cittadine di provincia.
Terminati gli
studi primari, si reca a Mosca per studiar legge, ma dai codici e dalle pandette
passa presto ad interessarsi anche di argomenti storici, folkloristici e
linguistici.
L’ambiente
culturale russo, intorno agli anni 1840, ferve di nuove idee, di accese dispute
tra illuministi e romantici, fra occidentalisti e slavofili e furono proprio le
idee degli esponenti delle varie dottrine a fornire al giovane Afanasjev modelli
e indirizzi. In particolar modo è Fedor Ivanovic Buslaev (1818-1897), autore di
una Grammatica storica della lingua russa, pubblicata nel 1863, a
spingere il suo interesse verso la lingua russa e in particolar modo verso il
patrimonio popolare e il folklore slavo.
Nel 1849 ottiene
un incarico in sintonia con la sua passione per le antiche carte. Diviene,
infatti, funzionario dell’Archivio del Ministero degli Esteri. E' l’inizio
fecondo di una attività che gli permette di scrivere articoli di storia, di
letteratura, opere bibliografiche e di concentrarsi sul genere che gli
conferirà la fama: la raccolta e la pubblicazione del patrimonio favolistico
russo, tanto che per la sua raccolta di fiabe viene definito il ‘Grimm russo’.
Afanasjev trova
una fonte importante nel lavoro iniziato in precedenza da Vladimir Ivanovic
(1801-1872), un linguista e folklorista d’origine danese, ed ancor più attinge
dalla viva voce dei contadini russi.
In quel tempo la
Russia, tranne il lavoro di Sacharov in cui era presentata una serie di racconti
popolari, non possedeva in quel settore quasi nulla. E', pertanto, accolta con
entusiasmo l’opera di Afanasjev composta tra il 1855 e il 1864, racchiusa in
otto volumi. Tutto un mondo fantastico, nuovo fino ad allora, frammentato in
mille rivoli, trova nel cantore delle ‘skàzki’ (fiabe e racconti) e delle
leggende slave la via per confluire nel vasto fiume delle Fiabe popolari
russe (1866-1864) in 8 volumi in cui sono riunite circa 600 tra fiabe e
novelle e nella raccolta Leggende popolari russe del 1859, vietata
dalla censura zarista fino al 1914.
Studioso dei
fratelli Grimm, ne segue le orme, cercando di penetrare gli aspetti primitivi,
religiosi e mitologici delle fiabe da lui raccolte. A partire dal 1866
pubblica tre volumi dal titolo Concezioni poetiche degli slavi riguardo
alla natura. L’opera ebbe critiche. Si disse che le sue concezioni
riconducessero molte tradizioni e canti popolari slavi al culto del sole,
trattando in modo artificioso la mitologia solare degli antichi slavi.
Linguista qual è
cerca di penetrare, di interpretare e di valutare parole, frasi, inflessioni dei
racconti, seguendo una concezione che gli deriva dal romanticismo tedesco e in
particolar modo dalla varietà di motivi, dalla fantasia creativa, dall’umorismo,
dalla malinconia che precedenti e oscuri scrittori di
’skàzka’avevano sparso a piene mani nelle
loro opere.
Afanasjev attinge spunti dalla tradizione, dal
mito, da reminiscenze letterarie crea figure e personaggi tipici come
Vassilissa Prekràsnaia, che ricorda la Cenerentola di Perrault Vassilissa
Premùdraia, sposa del re del mare; l’uccello di fuoco, una fulgente Fenice; il
ridicolo “Ivànusko-duracok'’ che per certi aspetti ricorda il nostro Bertoldo.
Afanasjev non
vive solo nel mondo della fantasia. Nel 1862, durante il periodo delle
persecuzioni politiche, è obbligato a lasciare il lavoro al Ministero per le sue
idee non in sintonia col regime e l’ultimo periodo della vita lo dedica a
curare i suoi racconti e a scrivere altre opere.
Viaggia per
l’Europa, in particolar modo in Germania, in Svizzera e in Italia. Nei suoi
scritti si avverte la simpatia con cui segue l’evolversi degli avvenimenti
italiani nel periodo che vede la preparazione dell’unità d’Italia.
Tra le sue opere
vanno ancora ricordate: Il domovoj (1850), Lo stregone e la strega
(1851)
Muore a Voronez
nel 1871.
LE FIABE
Nonostante la vastissima raccolta di fiabe
presenti nell’opera di Afanasjev, pochissime sono state oggetto di valori
postali sia in Russia che altrove e, contrariamente a Puskin, l’Autore non
ricevette “omaggi filatelici” negli anniversari della nascita e della morte. Ciò
non toglie che da qualche fiaba da lui raccolta, siano stati tratti valori
postali, ad esempio L’uccello di fuoco, fiaba molto nota nella
favolistica russa e dalla quale Igor Stravinskij trasse un balletto, in un
atto e due quadri, su richiesta di Diaghilev. Il balletto venne presentato per
la prima volta all’Opera di Parigi nel 1910 dalla compagnia dei Balletti russi.
L’uccello di fuoco.
Nel giardino del mostro Kaschchei capita il principe Ivan mentre insegue un
magico uccello dalle piume di fuoco. Il giovane riesce a catturarlo ma, dietro
le preghiere dell’uccello e la promessa di aiuto, lo libera, ottenendo in cambio
una piuma di fuoco. Scomparso l’uccello, dal castello adiacente al giardino
escono tredici fanciulle che cominciano a ridere e a scherzare col giovane. Gli
raccontano di essere prigioniere del mostro il quale pietrifica chiunque tenterà
di liberarle. Il principe non desiste e affronta il mostro e i suoi sgherri. Una
lotta impari, ma quando sta per soccombere, chiede aiuto all’uccello di fuoco.
Questi lo libera dagli incantesimi del mago confondendolo e addormentando tutti
i suoi sgherri. Il principe riesce così a liberare le fanciulle e sposare
Zarièvna, la più bella.
Vassilissa la Bella.
Il personaggio è presente in molte fiabe. Una bimba, rimasta orfana
della madre in tenera età, deve superare diverse prove per cercare (e infine
trovare) la luce. Altre protagoniste della fiaba sono la Baba-Jaga, una sorta di
strega donna/madre, che muove i fili delle azioni di Vassilissa, e una bambola,
regalata alla bimba dalla madre in punto di morte, un feticcio che, sotto forma
di voce interiore, non abbandona mai la bimba nel pericolo, anzi l’accompagna
fino alla fine della sua ricerca.
Maria Marina (o Morovna)
. Morti i genitori, il principe Ivan rimane con tre sorelle che concede in sposa
a tre principi. Dopo un anno, spinto dal desiderio di rivederle, si mette in
cammino. Strada facendo arriva ad un campo di battaglia disseminato di
morti. Ad ucciderli erano state le truppe di Maria Marina. Il principe, quando
la incontra, se ne innamora e la sposa. La donna, guerriera nata, gli affida
l’incarico di governare in sua assenza, ma gli proibisce di entrare in una sala
del castello. Ivan disubbidisce e, aperta la porta, si trova di fronte ad un
uomo incatenato, Scheletro senza Morte. Preso da pietà, lo libera. Per
ricompensa però otterrà solo guai e per ritrovare la sposa dovrà
affrontare peripezie e pericoli sino a sconfiggere e ad uccidere il suo
avversario.
Falco sereno.
È la storia di tre sorelle che chiedono in dono al padre un abito, uno scialle e
la più piccola un fiore vermiglio. Il padre trova il fiore presso un vecchio che
glielo cede a patto che la ragazza sposi suo figlio Finish, il Falco sereno. La
ragazza accetta e ogni notte un falco si reca nella sua stanza dove si trasforma
in un bel giovane. Scoperto il suo segreto, le sorelle tramano contro di lei e
riescono a tramutare l’amore del giovane in odio. La ragazza dovrà affrontare
difficili prove, superare pericoli, prima di riconquistare l’amore del suo
amato.
FILATELIA
BULGARIA 1964
(1242), ISOLE MARSHALL 2002 (1544), RUSSIA 1969 (3548/52),
1975 (4217), 1976 (4289), 1984 (5135/38),
URSS 1961 (2379C),
), UCRAINA 2001 (425),
2003 (494),
Agarbiceanu Ion
(Romania)
Nato il 6 gennaio 1907. Morto il 9 marzo 1971.
Grande
personalità della scienza rumena, era il rappresentante della Romania presso
l'Unione internazionale di Fisica Pura e Applicata e del Gruppo europeo per la
spettroscopia atomica.
.E' stato eletto membro corrispondente
della Accademia di Romania il 21 marzo 1963.
Scrittore della
Transilvania nacque nel villaggio Agarbici Copşa Mica - Sibiu dove suo padre era
una guardia forestale.
Completata
l’istruzione ginnasiale (1892 - 1900),
frequentò la Facoltà di Teologia di Budapest. (1900-1904).
Parroco di
Bucium-Sasà, Alba (1906-1910), poi Orlat, Sibiu (1910-1919), trovò rifugio
durante la prima guerra mondiale in Moldavia, poi, evacuato in Russia, svolse le
sue funzioni in qualità di cappellano per i volontari del corpo
Transilvania (1917-1918).
Dopo il 1918 fu
direttore del giornale "Patria" di Cluj (1919-1927), poi del giornale "Tribuna”
di Cluj (1938-1940).
Occupò diverse
cariche politiche nel primo parlamento rumeno e fu senatore e poi Vice
Presidente del Senato.
E' stato membro
del Comitato esecutivo del Partito nazionale romeno della Transilvania (1919).
Ed è stato un sacerdote e decano di Cluj (1930), Diocesi canonica di Cluj-Gherla
(1931).
Per la sua opera
letteraria, fu membro corrispondente (1912), poi attivo (1925) e divenne
segretario letterario scientifico delle sezioni generali di Astra (1925-1940),
con un ruolo importante nelle sue riunioni annuali. Fu pure editor della
“Rivista della Transilvania”.
Fu eletto membro
corrispondente dell'Accademia Rumena nel 1919, poi membro della stessa Accademia
nel 1955.
È stato membro
del comitato direttivo della Società degli Scrittori e sino alla morte è stato
presidente dell'Unione per il commercio e la stampa rumena della Transilvania e
Banato (1921).
Ha ricevuto il Premio Nazionale per
la narrativa nel 1927, il "Work Order" per meriti eccezionali "nel campo della
creazione letteraria" nel 1954, l'Ordine della Stella della Repubblica " 1962.
FILATELIA
ROMANIA Anno 1982 (Annullo
speciale)
AGARWALA JYOTI PRASAD
(Assam)
Nato il 17
Giugno 1903 a Tamulbari, Assam. Morto il 17 Gennaio 1951, ad Assam Tezpur.
E’ stato un
drammaturgo, cantautore, poeta, scrittore e cineasta dell’Assam. Nel suo paese
era considerato come una icona culturale e profondamente venerato per la sua
visione creativa.
In realtà, egli è
considerato il fondatore del cinema Assamese per il suo film Joymati (1935) .
Dopo aver
completato i suoi studi in varie scuole dell’Assam e di Calcutta, si recò a
Edimburgo nel 1926 per studiare economia, ma ritornò nel 1930 prima di
completare il suo corso. Sulla via del ritorno, trascorse sette mesi in uno
studio di UFA in Germania, per l'apprendimento del film-making.
Dopo il suo
ritorno in Assam, continuò la sua attività di sostenitore dell'indipendenza
indiana, per la quale aveva dovuto interrompere e nel 1932 fu imprigionato per
quindici mesi.
Fondò lo Studio
Chitraban al Tea Estate Bholaguri e iniziò le riprese del film Joymoti
verso la fine del 1933. Considerato il primo film da Assam, uscì nel 1935. Era
basato su una commedia di Laxminath Bezbarua.
Nel 1936 sposò
Devajani Chaliha. Nel 1941 partecipò al movimento per la libertà, e nel 1942,
riuscì a sfuggire alla repressione britannica. Verso la fine della sua vita la
sua opera passò da una visione romantica ad una visione più radicale.
Morì di cancro il
17 gennaio 1951 a 'Poki', Tezpur
Opere: scrisse
circa 300 canzoni, molte delle quali musicò personalmente. Questi canti sono
chiamati Jyoti xongit. Fu autore di raccolte di poesie (Jyoti
Raamaayon ; Luitor Paaror Agnixur.1971).
Fu il creatore
del cinema assamese cinema e realizzò film a tema mitologico e anche di
carattere nazionalistico: Joymoti, (1935); Indramalati (1939).
FILATELIA
INDIA Anno 2004
AGNON
SHEMUEL YOSEF (pseud. di S.I.
Czacskes)
(Israele)
Nato a Buczacz.
Galizia, il 17 luglio morì a Rehovoth (Israele) il 17 febbraio 1970.
Figlio di un
rabbino, lasciò la Polonia nel 1908, per trasferirsi a Giaffa in
Palestina, dove pubblicò il primo romanzo Le mogli abbandonate
(1908), cui seguì nel 1912 E il torto diventerà ragione.
Nel 1913 si
recò per studio in Germania dove, a causa della guerra, rimase fino al
1924. Ad Amburgo conobbe e lavorò con Martin Buber per undici anni, dedicandosi
a studi sullo chassidismo. Rientrato in Palestina, si stabilì a
Gerusalemme e vi rimase sino alla morte.
Sotto il nome di
Agnon uscì nel 1909 la novella Le derelitte e nel 1912 il romanzo E il
torto diventerà ragione, che ottenne un largo successo e fu pubblicato in
sei lingue. Del 1925 è La dote della sposa, romanzo di tono picaresco.
La sua produzione
è assai vasta e comprende i romanzi Ieri e avanti’ieri (1945),
L’ospite di una notte e decine di racconti tra cui Un cane randagio,
il suo capolavoro.
Agnon si dedicò
anche alla saggistica, pubblicando nel 1938 Libri, interpreti e
leggende. Sempre nel 1938 apparve Giorni di timore una raccolta di
leggende sulle festività ebraiche. Il romanzo Shirah è stato pubblicato
postumo nel 1970
Dal 1954 fu
membro dell’Accademia della lingua ebraica. Agnon, insieme alla poetessa tedesca
Nelly Sachs, ottenne il premio Nobel nel 1966.
FILATELIA
ANTIGUA Anno
1995 (1964), ISRAELE Anno
1981
(792),
2007
( 1872 bf),
PARAGUAY
1977
(Mic.Fog. 306),
UCRAINA
Anno
2008
Busta postale.
AGOULT (d’) MARIE-CATHERINE
SOPHIE DE FLAVIGNY
(Francia)
Nata a
Francoforte sul Meno il 31 dicembre 1805. Morta a Parigi ilm 5 marzo 1876,
Marie
Catherine Sophie, contessa d'Agoult, viscontessa di Flavigny (nota anche
con lo pseudonimo di Daniel Stern) era figlia dell'aristocratico francese
emigrato Alexandre Victor François de Flavigny (1770-1819) e di Maria
Elisabeth Bethmann (1772-1847). Marie de Flavigny fu educata in un
monastero in Francia. Sposò il conte Charles Louis Constant d’Agoult
(1790-1875) il 16 maggio 1827. Divorziò il 19 agosto 1835 dopo avergli
dato due figlie, Louise e Claire. Visse dal 1835 al 1839 con il
compositore Franz Liszt da cui ebbe tre figli: Blandine, Daniel e Cosima
la quale avrebbe sposato in seconde nozze Richard Wagner nel 1870. Viaggiò
molto in compagnia di Liszt, in Svizzera e in Italia.
Le sue
prime storie, Hervé, Julien, Valentia, Nélida, furono pubblicate
nel 1841-1846. A partire dal 1848, il suo salotto di Parigi divenne un
importante centro di azione politica; lei stessa fu impegnata a propugnare
per un liberalismo umanitario e democratico, come testimoniano le
Lettres républicaines (1848) e dalla sua opera più nota, Histoire
de la Révolution de 1848 in due volumi (1851-1853), pubblicata con lo
pseudonimo di Daniel Stern. Fu amica di Moses Hess e di Daniele Manin, fu
ammiratrice di Giuseppe Mazzini (col quale fu in corrispondenza) e di
Cavour.
Nell'ultimo
periodo della sua vita effettuò nuovi lunghi viaggi in Italia e scrisse
una delle sue opere più famose: Dante et Goethe, dialoghi
pubblicati prima a puntate sulla “Revue germanique et française” nel 1864
e poi in volume nel 1866.
Le sue
altre opere comprendono le Esquisses morales (1849), Trois journées de
la vie de Marie Stuart (1856), Florence et Turin (1862), Histoire des
commencements de la république aux Pays-Bas (1872) e Mes souvenirs
pubblicati postumi (1877). È anche autrice di un volume di Mémoires
(1927).
La sua
corrispondenza con Mazzini è stata pubblicata nei volumi Lettres de J.
Mazzini à D. Stern (1874) e Lettere della Contessa d'Agoult a G.
Mazzini (1927).
Alla sua
morte è stata seppellita nella sezione 54 del cimitero di Père Lachaise.
Opere:,
Essai sur la liberté considérée comme principe et fin de l'activité
humaine, 1863, Florence et Turin : études d'art et de politique, 1862,
Lettres républicaines, 1848, Mes souvenirs, 1806-1833, 1880, Nelida,
1866.
FILATELIA
GUINEA Anno 2011 (M.
8537)
AGRICOLA MIKAEL
(pseud. di Mikael Bauer)
(Finlandia)
Nato nel 1508 a
Torsby, Karlstad, nella parrocchia di Usimaa (Nyland), morì a Uusikirkko,
Vyborg, nel 1557.
Figlio di un
pescatore, studiò a Vyborg e scelse la carriera ecclesiastica. A Wittemberg
seguì le lezioni di Lutero e in seguito divenne vescovo di Turku (Abo), allora
capitale della Finlandia
Seguendo
l’insegnamento del suo maestro Agricola, usò la lingua del popolo per
l’insegnamento religioso ed ebbe tanto merito e successo da essere definito il
padre della letteratura finnica.
Lavorando
indefessamente per dieci anni pubblicò un Abbecedario (1542), Un
Libro di preghiere (1544), i Salmi (1551) tradusse il Nuovo
Testamento, il Ritiuale del battesimo e di altre cerimonie cristiane
e altri scritti. Nella prefazione alla sua opera Il Salterio è inserito
un elenco di divinità pagane, prezioso come fonte di conoscenza della mitologia
finnica.
Le sue opere
furono pubblicate a Stoccolma perché in Finlandia non esisteva alcuna tipografia
FILATELIA
FINLANDIA Anno
2007
(1805/6)
Aguilera Malta Demetrio
(Ecuador)
Nato a Guayaquil il 24 maggio 1909.
Morto nel 1981.
Scrittore, giornalista, regista,
pittore, diplomatico
Suo padre era un uomo d'affari ,
proprietario di fabbriche e fattorie. Il suo bisnonno materno, Juan José de
Malta y Salcedo, è stato un drammaturgo, e il giovane Aguilera Malta scoprì le
sue opere nella biblioteca ereditata da suo nonno.
Trascorse gran parte della sua
infanzia nella fattoria della sua famiglia in un'isola nel Golfo di Guayaquil. E
fu istruito in casa da sua madre e da un tutore.
Frequentò la Rocafuerte School,
dove si laureò nel 1929. All'inizio della sua istruzione universitaria, studiò
legge a Guayaquil, ma abbandonò gli studi nel 1931. In seguito,avendo ottenuto
dal Ministero della Pubblica Istruzione borse di studio in Ecuador e in Madrid,
si dedicò alla letteratura poco prima dell'inizio della guerra civile spagnola.
Fu sottosegretario della Pubblica
Istruzione e incaricato d'affari presso l'Ambasciata dell'Ecuador in Cile nel
1947 sotto il governo di Carlos Julio Arosema Tola e più tardi, fu addetto
culturale in Brasile nel 1949 e Ambasciatore dell'Ecuador in Messico da agosto
1979 fino alla sua morte nel 1982.
Fu corrispondente di guerra durante
la guerra civile spagnola. Lavorò come giornalista per La Prensa ed El
Telégrafo a Guayaquil. E anche per El Diario de Panamá, El Gráfico, e
La Estrella de Panamá (tutti a Panama).
Aguilera Malta è considerato uno
degli scrittori più importanti dell'Ecuador. . E 'stato uno dei membri fondatori
della Casa della Cultura dell'Ecuador e del Gruppo Guayaquil (insieme con il suo
migliore amico Joaquín Gallegos Lara), della Comunità Iberoamericana di
Scrittori, e della Casa della Cultura latino-americana. I suoi libri sono
stati pubblicati in tutto il mondo e tradottiin diverse lingue.
Si trasferì in Messico nel 1958.
Sofferente di diabete fu colpito da cecità. Morì il 28 Dicembre 1981 a Città del
Messico, a causa di un colpo dopo una caduta.
Aguilera si occupò anche di filmografia.
Tra le sue opere: Don Goyo,
Canal Zone, La isla virgen ,Una cruz en la sierra Maestra ,La caballeresa del
sol, Un nuevo mar para el Rey, Siete lunas y siete serpientes, Requimen para el
diablo, Ispaña leal, Campeonatomanía, Carbón, El sátiro encadenado. Lázaro,Sangre
azul. Dos comedias fáciles, No bastan los átomos, Dientes blancos, El tigre,
Honorarios, Infierno negro, Fantoche, Muerte - La muerte es un gran negocio, Una
mujer para cada acto, Teatro completo,
FILATELIA
ECUADOR Anno
2009
(2178)
AGUSTINI DELMIRA
(Uruguay)
Nata a Montevideo
il 24 ottobre1886, ivi morì il 6 luglio 1914.
Enfant
prodige, la sua cultura si svolse tra le mura paterne e con l’aiuto di
precettori. A quattro anni sapeva già leggere e scrivere. Imparò presto la
lingua francese, la musica, la pittura. Lettrice appassionata, formò la sua
cultura letteraria sui poeti francesi e sul pilastro della letteratura del
momento Ruben Darìo, che conobbe a Montevideo.
I suoi primi
versi apparvero nella raccolta La Alborada (1904).
La sua vita
terminò tragicamente. Fu uccisa dal marito che poi si suicidò.
Tra le sue opere
poetiche Il libro bianco (1907), Canti del mattino (1910),
Calici vuoti (1913). Postumi uscirono Il rosario di Eros e Los
astros de abismo (entrambi del 1924).
Nelle sue poesie,
di impronta simbolista e decadente, sono presenti temi amorosi ed erotici,
trattati con passionalità, unitamente a sofferte passioni, il tutto espresso con
originalità di accenti.
FILATELIA
URUGUAY
Anno
1990
(1301),
2009
(2391)
Ahlberg Janet Hall
(Inghilterra)
Nata nel 1944. Morta nel 1994,
Ahlberg Allan
(Inghilterra)
Nato nel 1938.
Marito
e moglie, sono creatori e illustratori di libri per bambini.
Pubblicarono inizialmente tre libri, The Old
Joke Book, Vanishement of Thomas Tull e Antifurti Bill, i quali
ottennero subito un largo consenso. Uno dei libri successivi più popolari e che
maggiormente si è imposto all’attenzione dell’infanzia è Jolly il postino,
pubblicato nel 1956,cui fece seguito Pocket Jolly e Il natale del
postino Jolly.
I due autori hanno ottenuto il Janet Kate Greenaway
Medal per le illustrazioni di Peach Plum Bear, e il Premio Machler Kurt.
La loro produzione letteraria è per lo più rivolta ad
una fascia di età compresa fra i tre e gli otto anni. Per la fascia
superiore scrissero e illustrarono Antifurti Bill, guardie e ladri, Funny
Bones e la serie La famiglia felice.
Allan ha pure scritto due libri di poesie e libri di
testo per bambini tra cui Woof!
FILATELIA
ISOLA DI MAN 2008.
AHMED ALI
(Pakistan)
Nato a Delhi nel 1910.
Dopo aver studiato nelle università
di Lucknow e di Aligarh, insegnò nell’università di Calcutta
(1944-47).
Fu rappresentante e direttore della
BBC in India durante il 1942-44. Nel 1947 si recò in Cina come professore
presso l’università centrale nazionale a Nanchino. Nel 1948 si recò a Karachi.
Iniziò la carriera letteraria
in età molto giovane e, assieme ad altri quattro amici, pubblicò una serie di
racconti che furono vietati dalle autorità britanniche nel 1933.
Scrisse: Sholay (1934); Hamari
Gali (1940); Qaid Khana (1942); e Se Pahle (1945) di Maut. I romanzi L’oceano
della notte, La montagna dell’oro, Il mondo dei sogni dei signor Eliot. Saggi:
La Cina mussulmana, Ghalib, Il problema di stile e tecnica in Ghalib. Tradusse
opere dall’urdu, dal persiano, dall’indonesiano, dal cinese e dall’arabo. La sua
fama è legata al libro Crepuscolo a Delhi.
Rifacendosi ai
ricordi dei suoi nonni che, ancora bambino, avevano assistito alla distruzione e
alla devastazione di Delhi (1857) ad opera delle truppe britanniche, lo
scrittore ricrea il tragico momento con la passione di un uomo che ama la
sua terra, e che sa soffrire anche per il suo passato.
Pubblicato per la
prima volta dalla Hogarth Press nel 1940, grazie all'interessamento personale di
Virginia Woolf, con la sua scrittura poetica e brutale, delicata e violenta,
«fresca e ammaliante», Crepuscolo a Delhi fu subito accolto come una
delle opere più importanti della letteratura del subcontinente indiano.
FILATELIA
PAKISTAN Anno
2005
(1184)
AHMED ASHFAQ
(India)
Nato il 22 agosto
1925a Firozpur , India britannica. Morto il 7 settembre 2004.
Scrittore ,
drammaturgo , intellettuale e spiritualista del Pakistan, autore di più di venti
libri in urdu. Le sue opere comprendono romanzi, racconti e opere teatrali per
la televisione e la radio.
Ha trascorso la
sua infanzia ed ha inizialmente studiato nel quartiere nativo di Muktsar. Poco
prima dell'indipendenza nel 1947, emigrò a Pakistan e si stabilì a Lahore,
Punjab . Ha completato il suo Master in letteratura urdu dal governo College di
Lahore .
Lavorò per la
Radio Azad Kashmir. Ottenne la docenza presso Dayal Singh College di Lahore per
due anni. Dopodiché, si recò a Roma per unirsi a Radio Roma come giornalista
Urdu. Insegnò l’urdu all'Università di Roma. Durante il suo soggiorno in
Europa, ha ricevuto i diplomi in italiano e francese dalla Università di Roma e
dall'Università di Grenoble , in Francia . Ha inoltre conseguito un diploma di
formazione speciale nelle trasmissioni radio dalla New York University .
Ha iniziato a
scrivere racconti della sua infanzia, che sono stati pubblicati sulla rivista
“Phool” [Fiore]. Dopo il ritorno in Pakistan dall'Europa, iniziò a pubblicare
una sua rivista letteraria mensile, Dastaango , e si è unito a Radio
Pakistan come sceneggiatore. Fu nominato direttore del popolare settimanale Urdu,
Lail-o-Nahar [giorno e notte], succedendo al poeta Sufi Ghulam Mustafa .
Nel 1962, Ashfaq
Ahmed ha iniziato il suo popolare programma radiofonico, Talqeen Shah
che lo ha reso immensamente popolare tra la gente in città e villaggi. È stato
nominato direttore del Markazi Urdu Consiglio nel 1966, che fu poi ribattezzato
come Urdu Science Board, incarico che mantenne per 29 anni. Ha lavorato anche
come consulente nel Ministero della Pubblica Istruzione. Negli anni '60, ha
prodotto una lungometraggio , Dhoop aur Saie, che non ebbe molto successo
al botteghino.
Oltre alla sua
personalità come un grande autore di libri imponenti e lodevoli, Ashfaq Ahmed,
nei suoi ultimi anni di vita, si è avvicinato al sufismo .
Il 7 settembre
del 2004, Ashfaq Ahmed morì di cancro al pancreas . Fu sepolto a Lahore .
FILATELIA
PAKISTAN Anno 2013 (1384)
AHO
JUHANI (pseud. J. Brofeldt)
(Finlandia)
Nato a Lapinlahti
nella Finlandia centrale l’11 settembre 1861. Morto a Helsinki l’8 agosto
1921.
Il padre, pastore
protestante, partecipava con la moglie ad un movimento spirituale per il
risveglio delle coscienze nella popolazione della campagna. Il giovane
trascorse la sua infanzia e adolescenza a stretto contatto con la gente modesta
e umile.
Nel 1880 si
trasferì a Helsinki per completare gli studi universitari, ma non li concluse
perché si dedicò attivamente alla letteratura e al giornalismo. All’università
aveva. stretto amicizia con un coetaneo Arvid Järnefeit. Conobbe la famiglia e
si infatuò della di lui madre. I contatti con tale famiglia lo introdussero
nelle correnti intellettuali della città ed ebbe così agio di conoscere la
nuova letteratura finlandese e di allargare i suoi orizzonti attraverso la
lettura delle opere di Zola e di Tolstoi. Nei primi scritti si dimostra
decisamente naturalista come lo attesta il primo lungo racconto La
strada ferrata (1884), cui seguirono La figlia del prete (1885),
Quando papà comprò la lampada, che lo rivelò scrittore di talento.
Nel 1889 venne a
Parigi e risentì dell’influenza di Maupassant, Daudet, Bourget. Al suo ritorno
in patria cominciò a pubblicare articoli sui giornali, col titolo Trucioli,
bozzetti, cose viste, ricordi, in seguito raccolti in otto volumi.
Nel 1893 scrisse
il romanzo La moglie del prete e nel 1897 l’opera Panu, sul
contrasto fra le tendenze magiche cui il popolo finlandese era legato e il
cristianesimo.
Nel 1906 nacque
un altro romanzo che tratta l’epoca compresa fra gli anni 1840 e 1860, La
primavera e la ricaduta nell’inverno, e poi nel 1911 Juha, in cui
elementi realistici e romantici si fondono.
Negli ultimi anni
abbandonò la scrittura e si diede alla pesca e ad una più moderna traduzione
della Bibbia. Aho, nei suoi viaggi, aveva anche visitato l’Italia che gli
ispirò l’opera Questo e quello sull’Italia (1906).
Aho è considerato
il più importante narratore finnico dopo Aleksis Kivi.
FILATELIA
FINLANDIA Anno
1961
(515), Anno
2011 (2088/9)
Aini
Sadriddin
(Tagikistan)
Nato nell’Emirato
di Bukara nel 1878. Morto nel 1954.
Si occupò di
giornalismo, storia, poesie, lessicografia.
Contribuì a
creare un senso di diffuso nazionalismo tra il suo popolo (che sopravvisse al
crollo dell’Unione Sovietica) e a propagandare la rivoluzione russa del
Taghikistan e nell’Uzbekistan.Jump to:
Aini frequentò
una madrasa di Bukhara, dove imparò a scrivere in arabo. Partecipò al
Congresso degli scrittori sovietici nel 1934 come rappresentante del Tagikistan.
Nei suoi scritti,
fu in grado di sfuggire alla censura sovietica che colpì molti intellettuali in
Asia centrale.. Aini sopravvisse alle
epurazioni sovietiche e sopravvisse a Stalin Ricreò la letteratura Tajik,
che era stata vietata durante l’emirato, e scrisse il primo romanzo
tagico, Dokhunda (1927). Fu membro del Soviet supremo del Tagikistan per
20 anni. Ottenne per tre volte l’Ordine di Lenin e fu il primo presidente della
Accademia delle Scienze del Tagikistan.
I suoi principali
lavori sono stati raccolti in quattro volumi Yoddoshtho.
FILATELIA
RUSSIA Anno
1958
(2067),
1968
(3366),
1978
(Cart.post.),
TAGIKISTAN
Anno
2003
(203)
Aistis Jonas
(Lituania)
Nato nel 1904.
Morto nel 1973.
Ha studiato
letteratura lituana presso l'Università di Kaunas e ha ricevuto una sovvenzione
dal Ministero lituano della Pubblica Istruzione per studiare letteratura
francese presso l'Università di Grenoble, dal 1936 al 1940. Nella sua tesi di
dottorato esaminò la struttura linguistica del Vangelo in traduzioni nell’antico
provenzale. . Dal 1944 al 1946 lavorò
prima a Nizza e poi a Parigi negli archivi della Biblioteca Nazionale di Parigi.
Nel 1946 si recò negli Stati Uniti con l’incarico di Presidente della Lega
degli Scrittori e lavorò presso la Biblioteca del Congresso fino alla sua morte
avvenuta nel 1973.
Aistis ha
pubblicato dieci libri di poesia; ha. scritto
anche critiche letterarie e curato diverse antologie di poesia.
FILATELIA
LITUANIA Anno
2004
(729)
AITMATOV CHIGHIZ
(Kirghisistan)
Nato a Sheker
il12 dicembre 1928. Morto il 10 giugno 2008 a Norimberga.
I genitori
era.sno dipendenti pubblici a Sheker. Nella sua prima infanzia la famiglia
girovagò come i nomadi attraverso il Kirghisistan in quanto il padre era
accusato di “nazionalismo borghese”. Nel 1937 venne arrestato e nel 1938
giustiziato.
Aimatov trascorse
l’infanzia in un periodo di forti rivolgimenti nel Kirghisitan che tendeva di
diventare repubblica autonoma. Inizialmente studiò in una scuola sovietica
a Skeker e subito dovette trovare lavoro. A 14 anni era assistente del
segretario di un villaggio sovietico. Successivamente fece diversi lavori
come esattore delle tasse, caricatore, assistente di un ingegnere e altri.
Nel 1946 studia
presso la Divisione Agricolo-Zootecnica dell’Istituto di Frunze e
successivamente all’Istituto M.Gorki di Mosca dove visse dal 1956 al 1958.
Nei successivi otto anni lavorò per la “Pravda”.
Le prime
pubblicazioni apparvero nel 1952 sul giornale “Dziuio Boy” e il primo lavoro,
Pioggia bianca,fu pubblicato nel Kazakistan nel 1954. Nel 1958
apparve Jamila. Il romanzo Il giorno dura più di cento anni
vide la luce nel 1980; L’impalcatura nel 1988. Alcune opere furono
tradotte in diverse lingue.
Il 16 maggio del
2008, colpito da insufficienza renale, fu ricoverato all’ospedale di Norimberga
in Germania dove morì di polmonite all’età di 79 anni.
Aitmatov
appartenne alla generazione post bellica. L’opera che lo rese celebre fu
Jamila che Louis Aragon pose tra le più belle storie d’amore che siano mai
state scritte. L’opera ottenne il premio Lenin nel 1973.
Un particolare
aspetto della scrittura di Aitmatov è la sua vicinanza a quelli che definisce
“piccoli fratelli”, gli animali, per le loro e le nostre vite spesso intimamente
e inseparabilmente connesse. I due personaggi di Addio, Gulsary! Sono un
uomo e un stallone. Un cammello svolge un ruolo di primo piano in Il giorno
dura più di cento anni. L’impalcatura inizia e finisce con la storia
di un branco di lupi, il grande lupo femmina Akbara e il suo cucciolo. Vite
umane entrano nella narrazione, ma si intreccianio con la vita dei lupi.
Opere: Un
passaggio difficile (1956), Face to Face (1957), Il primo
maestro (1962), Racconti di montagne e steppe (1963), Lo Steamboat
bianco (1966), L’ascesa del Monte Fuji (1973), Cassandra’s Brand
(1996).
FILATELIA
KIRGHISISTAN Anno
2009.
Akhundov Mirza Fatali Mammad
(Azerbaigian)
Nato a Shaki nel (1812—1878) 1812. Muore nel
1878.
Drammaturgo,
filosofo, fondatore della moderna scuola realista e della critica letteraria,
aprì . una nuova fase nello sviluppo
della letteratura azerbaigiana ed è anche considerato uno dei fondatori della
moderna letteratura iraniana. Fu anche un precursore del moderno nazionalismo
iraniano e, sebbene non sia nato. Iran, fu
considerato "quasi uno iraniano".
Di famiglia
proprietaria terriera, fu spinto da giovane verso una carriera ecclesiastica.
Fu, invece, attratto dalla letteratura. L'incontro a Ganja nel 1832 con
Mirza Shafi Vazeh, un famoso poeta lirico e filosofo, determinò la sua carriera
di scrittore. Fu, infatti, Vazeh, e ispirargli “idee illuminate e
la rimozione dai suoi occhi del velo dell’ignoranza". Nel 1834 Akhundov si
trasferì a Tiflis, dove si occupò di traduzioni da lingue orientali. A
Tiflis la conoscenza e l’amicizia con gli esuli russi decembristi Alexander
Bestuzhev-Marlinsky, Vladimir Odoevsky, il poeta Yakov Polonsky e altri
influirono sulla formazione di Akhundov e sulle sue prospettive di
europeizzazione.
Akhundov pubblicò
nel 1837 il primo lavoro Il poema orientale (1837), scritto
per la morte del grande poeta russo Alexander Puskin. Nella prima metà del 1850,
scrisse sei commedie, di cui la prima in lingua azera.
Le commedie da
Akhundov ebbero ripercussioni in altri paesi dell’area russa e anche di altri
stati. La tedesca «Rivista di letteratura straniera» lo definì un "genio
drammatico", "il Molière azero". Nelle commedie si ravvisa l’intento di spianare
la strada del progresso, della libertà e il desiderio di un futuro radioso per
il popolo azerbaigiano.
Nel 1859 Akhundov
pubblicò un breve ma celebre romanzo Le stelle ingannatrici in cui
gettò le basi del realismo storico, offrendo agli scrittori un nuovo genere
letterario.. Con i suoi drammi e commedie
Akhundov fissò il realismo come la principale tendenza della letteratura.
Azera
FILATELIA
URSS Anno
1962
(2578),
1982,1987
buste postali.
AKL SAID
(Libano)
Nato il 4
luglio 1912.
Poeta,
scrittore, drammaturgo e riformatore del linguaggio, è considerato uno dei. più
importanti moderni poeti libanesi. Egli è anche un convinto sostenitore
dell'identità , del nazionalismo,del linguaggio libanese e della sua
progettazione su una base latina di un " Alfabeto libanese", composto da 37
lettere. I suoi scritti sono poesie e prose sia in dialetto libanese sia in
lingua classica araba. Ha scritto opere teatrali ed è autore di molte canzoni
popolari e inni pan-arabi.
Akl
nacque da una famiglia maronita cattolica nella città di Zahlé, Libano.
Dopo aver perso il padre all'età di 15 anni, ha dovuto
abbandonare la scuola e successivamente ha lavorato come insegnante e poi come
giornalista. Ha poi studiato teologia,
letteratura e storia islamica, diventando un docente universitario. Tenne
conferenze in numerose università libanesi, istituti scolastici e politici.
Durante i
suoi primi anni, Akl era un seguace del Partito Nazionalista, guidato da Antun
Saadeh dalm quale fu espulso a causa di dispute ideologiche inconciliabili.
La sua
ammirazione per la storia e la cultura libanese è stata caratterizzata da una
forte ostilità verso la lingua e la cultura araba.
Nel 1968 affermava che l’arabo letterario sarebbe
svanito dal Libano. Egli è conosciuto per le sue radicali idee nazionalistiche
libanesi; nel 1972, ha contribuito a fondare il
rinnovamento del partito libanese.
Durante
la guerra civile libanese, Akl servì come il leader spirituale del movimento
nazionalista radicale libanese i Guardiani dei Cedri, condotto da Étienne Saqr.
Ha
pubblicato il suo libro di poesia Yara seguendo la sua proposta di
alfabeto libanese, diventando così il primo libro mai pubblicato in questa
forma. Negli anni successivi, ha anche
pubblicato il suo libro di poesia Khumasiyyat nello stesso alfabeto.
A partire
dagli anni 1970 Akl ha offerto un premio a chi avesse creato il miglior saggio
in arabo libanese. Da allora i premi sono stati
concessi a molti intellettuali libanesi e artisti.
Akl ha al
suo attivo letterario numerosi scritti che vanno da spettacoli teatrali, poemi,
poesie e testi di canzoni. Il suo primo lavoro
pubblicato è stato rilasciato nel 1935, uno spettacolo teatrale scritto in
arabo. Le sue opere sono scritte in uno
libanese arabo letterario o francese. Egli è
anche noto per la scrittura di testi di molte canzoni famose, tra cui "Zahrat al
Madaen" .
Nel 1981
ha inoltre pubblicato poesie in francese.
Nella cultura popolare
ha proposto i testi per un inno per il Partito nazionalista pan-siriano,
respinto dal fondatore del partito, Antun Saadeh, che gli preferì quello da lui
scritto in carcere.
Akl ha
anche scritto poesie che sono state trasformate in canzoni-inno con la musica
dal Rahbani Brothers e cantati da diva libanese Feyrouz.
Questi includono "Zahrat al Madaen", "Ghannaytou
Mecca" sull'Islam e "Saailiini ya Sham" sulla Siria.
FILATELIA
LIBANO Anno 2012 (498)
AKopyan Akop
(Armenia)
(1866—1937) Nato nel 1866. Morto
nel 1937.
Poeta nazionale dell’Armenia e della Georgia, scrisse le
raccolte Nuovo mattino (1909), Le diverse
divinità hanno iniziato a parlare (1922), Il canale Shir
(1924), Volhovstroj (1925).
FILATELIA
URSS Anno
1966
(3196).
1986
Busta postale.
AKRITAS
LOUKIS
(Cipro)
Nato nel 1909 a Morphou. Morto a
Londra nel 1965.
Laureato nel 1925 nel Pancyprian
Gymnasium, perfezionò gli studi l’anno successivo nel Collegio Docenti
Pancyprian di Nicosia. Iniziò a lavorare come insegnante prima a Morphou e poi
nelle città di Syngrasi e Kelaki. Nel 1930 si stabilì ad Atene dove
lavorò come editor per i giornali “Estiaq” e “Proia” e dal 1944 pubblicò
articoli sui giornali “Kathimerina Nea” e “Ellenika Cronika” nonché sulla
rivista “Mondo, Scienza, Vita”.
Fu eletto deputato al Parlamento nel 1951, come
rappresentante del partito di Nikolaos Plastiras e nel 1963/64 fu membro
del Parlamento con l’Unione di Centro. Come sottosegretario della Pubblica
Istruzione con il governo George Papandreou, introdusse una riforma
scolastica.. Nel corso del 1950, prestò
servizio in qualità di membro della commissione parlamentare per la promozione
della questione di Cipro, dimostrando così attivamente il suo amore e interesse
per Cipro.
Ha pubblicato tre romanzi: Un ragazzo con buone
referenze (1935), La Piana (1936) e la Armatoli (Gendarmi -
1947).. Il primo esprime il dramma e la lotta
dei giovani attraverso condizioni difficili, mentre nel secondo, descrive in
modo realistico la vita rurale di Cipro, nonché il mondo arcaico della sua
gente. Armatoli ha per tema la guerra greco-italiana (1940-1941).
FILATELIA
CIPRO
Anno
2001
(990 valore + cartolina postale)
Aksakov Sergey TIMOFEEVIC
(Russia)
Nato il 20
settembre 1791 a Ufa. Morto il 3 aprile 1859 a Mosca
Figura letteraria russa del diciannovesimo secolo ricordata per i suoi racconti
semi-autobiografici di vita familiare, di caccia, di pesca e di raccolta dì
farfalle.
Di famiglia agiata, studiò all’università di Kazan e poi trascorse una vita da
gentiluomo di campagna per oltre vent’anni. Dopo di che si recò a Mosca dove
cominciò a pubblicare le sue note di caccia e di pesca che lo resero celebre e
gli procurarono molti ammiratori, tanto che alcuni critici lo dichiararono
superiore non solo a Gogol ma persino a Shakespeare. Conobbe Gogol,
di cui divenne amico e sul quale scrisse Storia della mia amicizia con Gogol
(post.1890). Si convertì al realismo che nella sua opera trattò a modo suo.
Nel 1843 Aksakov
si trasferì nel villaggio di Abramtsevo assieme ai suoi figli Konstantin e Ivan.
Verso la fine del 1850 pubblicò La cronaca della famiglia (1856) e
Gli anni di infanzia del nipote Bagrov (1858), che hanno il sapore di
reminiscenze di un'infanzia spesa nella famiglia patriarcale russa piuttosto che
di un lavoro di tipo romanzesco. Notevoli pure per le descrizioni della natura
sono Note sulla pesca all’amo (1847) e le Note di un cacciatore nel
governatorato di Orenbur (1855), elogiate da Turgenev, che, proprio in quel
periodo, aveva scritto Memorie di un cacciatore.
Aksakov fu anche
uno dei più quotati critici teatrali del suo tempo.
Le descrizioni semi-autobiografiche di Aksakov sono ineguagliabili per la
descrizione obiettiva e dettagliata della vita quotidiana della nobiltà russa.
Fra i suoi lavori destinati all’infanzia si impose la fiaba Il fiore di
colore scarlatto che, nel 1952, fu utilizzata in campo
cinematografico per un lungometraggio animato.
Sopravvalutato
dalla critica del suo tempo, che salutò in lui “il massimo scrittore vivente”, è
stato in seguito ridimensionato.
Nel 1952,
nell'allora Unione Sovietica, usando la tecnica del rotoscopio fu creato un
adattamento animato della favola Il fiore scarlatto. La trama,
simile a quella della fiaba La bella e la bestia di M.me de Beaumont,
è ambientata nel Medioevo slavo e i personaggi parlano l'antica lingua russa
(detta anche Vecchia Lingua Slava Orientale), che si usava tra il Xe il
XIVsecolo.
FILATELIA
RUSSIA
Anno
2004 (6771),
SHARJAH
Anno 1972
(Mic. 954),
URSS Anno
1959
(2126),
1977
(4360),
1991
Cart. Postale
Akutagawa Ryunosuke
(Giappone)
Nato nel distretto di
Kyobashi, Tokyo, il ,
1° marzo 1892. Morto il 24 luglio 1927.
È considerato “il padre del
racconto giapponese„ per il suo stile superbo e le sue storie precise e
dettagliate che esplorano il lato più scuro della natura umana.
Gli fu dato il nome di “Ryūnosuke„
( che significa “il figlio del drago„) perché nacque nell’anno del drago, nel
mese del drago, nel giorno del drago e nell’ora del drago. Sua madre si ammalò
dopo la sua nascita e fu adottato da uno zio che gli diede il nome di
famiglia Akutagawa.
Si interessò presto agli studi di
letteratura classica cinese e alle opere di Mori Ogai e di Natsume Soseki. Nel
1910 frequentò le scuole superiori e nel 1913 entrò nell’Università di Tokio
dove si laureò in lingua e letteratura inglese. Insegnò per breve tempo nella
scuola navale a Yosuka come istruttore di lingua inglese prima di dedicarsi
interamente alla scrittura.
Nel 1914, con alcuni amici fece
rivivere il giornale letterario “Shinshichō” (“Nuove correnti di pensiero„),
dove pubblicò traduzioni da William Butler Yeats, Anatole France e lavori suoi.
Akutagawa pubblicò il primo racconto Rashomon sulla rivista “Teikoku
Bungaku” (“Letteratura imperiale„), mentre era ancora un allievo. La storia,
basata su un racconto di dodicesimo-secolo, è vista in chiave
drammatico-psicologica. Incoraggiato dagli elogi dei critici si dedicò anche
alla poesia haiku sotto lo pseudonimo di Gaki.
Proseguì con una serie di racconti
ambientati nel perido Heian, Edo e Meniji dell’antico Giappone. Tra i migliori:
Zanmai di Gesaku 1917), Kareno-shō (1918), Butōkai
(1920).
Avversario del naturalismo, che
aveva dominato il romanzo giapponese all'inizio del Novecento, continuò ad
attingere alla società del passato, conferendo ai temi e alle storie una
impronta moderna, ottenendo successi con Mikan (“I mandarini„, 1919) e
Aki (“Autunno„, 1920).
Nel 1921, sulla cresta della sua
popolarità, Akutagawa interruppe la carriera di scrittore per trascorrere
quattro mesi in Cina, come reporter per “Osaka Mainichi Shinben”. Il viaggio e
la permanenza furono stressanti. Soffrì per diverse malattie, e la sua salute ne
risentì. Al ritorno pubblicò il racconto più famoso, Yabu nessun
naka (“In un boschetto„, 1922). Da quel momento il lavoro si distinse per il
carattere autobiografico e risente di una certa introspettiva che riflette
il suo deterioramento mentale.
Tra le opere finali si possono
citare Kappa (1927), una satira basata su una creatura
folkloristica giapponese, Haguruma (“Ruota dentata„, 1927), una storia di
orrore basata su una mente sensibile che sta perdendo gradualmente la relativa
stretta sulla realtà.
Verso la conclusione della sua
vita, Akutagawa cominciò a soffrire di allucinazioni e da nervosismo. Cercò,
comunque, di rifarsi una nuova vita attraverso nuove amicizie, ma fallì. Si
suicidò prendendo una dose eccessiva di Veronal. Aveva soltanto 35 anni.
Akutagawa non scrisse romanzi,
preferiva mettere a fuoco le sue idee affidandole ai racconti. Ne scrisse oltre
150 durante la sua breve vita. Il regista Akira Kurosawa diresse il film
Rashomon tratto da una sua novella.
In suo onore venne istituito il
Premio Akutagawa.
FILATELIA
GIAPPONE Anno
1999
(2696)
al-Akkad Mahmoud Abbas
(Egitto)
Nato il 28 giugno
del 1889. Morto il 12 marzo del 1964.
Autore di
oltre 100 libri di filosofia, religioni e di poesia, fondò una scuola di
poesia con Ibrahim Al-Mazny e Abd al-Rahman Shokry chiamata Al-Diwan.
Morì nel 1964 al
Cairo.
Le sue opere più
famose sono state al-'Abkariat, Dio, e Sarah..
Molti dei suoi libri sono stati tradotti in inglese. Akkad era conosciuto per
la sua prosa fiorita e complicata. .
FILATELIA
EGITTO Anno
1974 (958)
Alarcón Juan Ruiz
de
(Messico)
A Taxco nel 1581. Morto a Madrid il 4 agosto del 1639.
Figlio di Pedro Ruiz de Alarcón e Leonor de Mendoza, nacque nel Messico quando
la regione era sotto il dominio spagnolo.
Frequentò corsi
di Legge presso l'Università Reale e Pontificia di Città del Messico e
all'inizio del XVII secolo andò in Spagna dove ottenne il titolo di baccelliere
all'Università di Salamanca. Lavorò anche a Siviglia e ritornò in Messico per
terminare i suoi studi in Legge.
Nel 1614 partì di nuovo per la
Spagna dove lavorò come relatore interno del Consiglio delle Indie e
cominciò a dedicarsi alla produzione letteraria. Le peculiarità che riguardavano
il suo fisico ed il suo atteggiamento ritenuto al tempo 'troppo superbo' ne
fecero il bersaglio preferito di numerose burle e critiche da parte di scrittori
coevi come Francisco de Quevedo, Félix Lope de Vega e Pedro Calderón de la
Barca.
Le opere di Juan Ruiz de Alarcón
sono caratterizzate da attacchi ai costumi ed ai vizi sociali dell' epoca.
Pubblicò due compendi di commedie nel 1628 e nel 1634. La sua opera principale,
La verdad sospechosa, appare nel secondo di questi.
FILATELIA
MESSICO Anno 1972
(P.A.333) ,
SPAGNA
Anno
1950
(801)
ALARCÓN PEDRO ANTONIO DE
(Spagna)
Nato a Guadix, Granada il 10 marzo 18933. morto a Madrid il 19 luglio 1891.
Iniziò gli studi presso il seminario, prima di trasferirsi a Madrid, attirato
dalla intensa vita culturale della capitale.
In armonia con i suoi ideali riformisti e di rinnovamento, partecipò attivamente
alla vita politica, difatti assunse la guida del giornale periodico satirico “El
Látigo” ("La frusta"), di chiara impronta anticlericale e antimonarchica. Il suo
cammino ideologico però subì varie modifiche nel corso della sua vita ed alla
fine abbracciò tendenze più conservatrici e tradizionaliste.
Il suo primo lavoro letterario El final de Norma, fu composto all'età di
diciotto anni. Nel 1857, scrive El hijo pródigo, dramma di grande
successo.
Partecipò alla spedizione africana del 1859 e come testimone oculare pubblicò
una raccolta di articoli nel volume Diario de un testigo de la guerra de
África, apprezzato per le descrizioni della vita militare.
In seguito soggiornò in Italia, e questa permanenza venne immortalata nel testo
De Madrid a Nápoles, (1861).
Quattro anni dopo si sposò con Paulina Contreras Reyes, nella città di Granada.
Fu anche per due volte eletto deputato e ministro.
La sua fama letteraria è per lo più dovuta ai racconti e ai romanzi. La sua
narrativa fu spesso al centro di dibattiti e polemiche, a causa dei suoi
cambiamenti di rotta ideologici.
Fu un appassionato lettore di Edgar Allan Poe, del quale subì anche una lieve
influenza.
Tra i suoi lavori più importanti, annoveriamo: El sombrero de tres picos
("Il cappello a tre punte", 1875), che ispirò anche l'omonimo balletto di De
Falla; El escándalo ("Lo scandalo", 1875), basato su tematiche religiose
e sociali.
Proseguendo con la sua vena moralista, lo scrittore realizzò le sue opere più
importanti, El niño de la bola ("Il bambino della palla", 1878) e La
Pródiga (1880), una denuncia del dilagare della corruzione dei costumi.
Pedro Antonio de Alarcón è considerato un abile narratore, dallo stile realista
e dalle caratterizzazioni di personaggi nel pieno rispetto dell'impronta
romantica.
FILATELIA
FERNANDO POO, Anno 1960 (182)
ALAS LEOPOLDO
(Pseud. di Leopoldo Enrique Alas y Urena
detto anche Clarin)
(Spagna)
Nacque a Zamora (Castiglia-Leon) il 25 aprile 1852. Morì a Madrid il 13 giugno
1901.
Il padre era il governatore di Oviedo
In casa si
parlava continuamente del Principato delle Asturie e sua madre, con una certa
nostalgia, narrava racconti di quella terra. Tale ambiente influì sullo spirito
del bambino che da sempre si sentì più asturiano che castigliano (arrivò persino
a dire "Me nacieron en Zamora"), anche se in tutta la sua vita conservò un certo
affetto per le terre che lo videro nascere.
A sette anni
iniziò gli studi nel collegio dei gesuiti della città di León. Fin dall’inizio
seppe adattarsi alle regole e alla disciplina del centro ed in pochi mesi era
già considerato un alunno modello. I suoi compagni lo avevano soprannominato
el Gobernador (il governatore), alludendo alla carica ricoperta da suo
padre.
Nell’estate del
1859 tutta la famiglia tornò nelle Asturie. Leopoldo scoprì con i propri occhi
la geografia asturiana di cui tanto aveva sentito parlare dalla madre. Durante
gli anni seguenti entrerà in contatto con gli autori che diventeranno suoi
maestri, leggendo le loro opere nella vecchia biblioteca di famiglia, in
particolar modo Cervantes e Fray Luis de León.
Il 4 ottobre
1863, all’età di undici anni, entrò all’Università di Oviedo, per quelli che
erano chiamati studi preparatori. Studiò latino, aritmetica e dottrina
cristiana e nel 1871 ottenne la laurea in diritto civile e diritto
canonico. In questi anni si svegliò anche la sua passione per il giornalismo.
Dopo gli studi
all’università si trasferì a Madrid per il dottorato. Lì incontrò, Tuero,
Palacio Valdés e Rubín. I primi tempi nella capitale non furono soddisfacenti
per Leopoldo, ancora abituato alla terra asturiana. I rapporti col nuovo
ambiente e con gruppi di intellettuali pronti a seguire le nuove tendenze
cominciarono a far nascere dubbi sulla religione e sulle sue idee filosofiche.
Nel marzo del
1875, Antonio Sánchez Pérez fondò un periodico chiamato El Solfeo e
Leopoldo Alas entrò a far parte della redazione col soprannome di Clarin . Era
stato il direttore a volere che i suoi collaboratori usassero il nome di uno
strumento musicale. Sotto tale pseudonimo Leopoldo scrisse critiche
ironiche verso la classe politica.
Oltre al
giornalismo, Clarín sentì la necessità di coltivare altri generi letterari e
si dedicò alla stesura di racconti e di poesie che furono pubblicati sulla
“Revista de Asturias”.
Il
1° luglio
1878 ottenne il titolo di dottore in diritto civile e canonico e si
presentò al concorso per la cattedra vacante di economia politica e
statistica nel quale risultò il vincitore. Ma il conte di Toreno Quieto de Llano,
allora primo ministro, essendo stato in precedenza fatto segno da Clarin con
versi satirici, assegnò la cattedra al secondo classificato. Alas replicò con
una lettera di protesta.
Nel 1882 Alas fu
più fortunato perché ottenne la cattedra di economia politica e statistica a
Saragozza.
Il suo intenso
lavoro di insegnante cominciò a minare il suo fisico. Ammalatosi di
tubercolosi, male incurabile a quell’epoca, morì a Oviedo nel 1901.
Tra le sue opere
sono da ricordare: i saggi Solos de Clarín (1881)
, La literatura en 1881 (1882),
Sermón perdido (1885)
, Nueva campaña (1887)
, Ensayos y revistas (1892)
, Palique (1894)
. I romanzi: La Regenta (1884-85) , Su único hijo (1890)
. I romanzi brevi: Pipá, Doña Berta, Cuervo,
Superchería. I racconti El Señor y lo demás son cuentos, Cuentos
Morales, El gallo de Sócrates, Opere postume: Doctor Sutilis,.Boroña,
Cuentos morales, Cuervo, De la Comisión,
Doble vía , Doctor Angelicus , Don Paco del empaque.
FILATELIA
SPAGNA
Anno
1996
(3036),
2001
(3369)
AL-BAYATI ABD AL-WAHHAB
(Iran)
Nato a Bagdad il 19 dicembre 1926. Morto a Damasco il 3 agosto 1999.
Poeta iracheno. Fu un pioniere nel suo campo sfidando la forma convenzionale
della poesia precdedente.
E’ rimasto legato alle sue origini pastorali che ha sempre considerato come
elemento principale della sua vita, sebbene abbia soggiornato a lungo a Londra,
Mosca, Madrid e Bagdad, città presenti nella sua poesia.
Ha frequentato l'Università di Baghdad, ed è diventato un insegnante dopo la
laurea conseguita al Dar Al-Mu'allimin (Collegio dei Docenti) nel 1950, stesso
anno in cui esce la sua prima raccolta di poesie, Mala'ika wa Shayatin (
Angeli e diavoli ). Oltre a insegnare nelle scuole pubbliche, al-Bayati anche
curato la rivista cultural-popolare, “Al-Thaqafa A-Jadida” ( La nuova cultura ).
Nel 1954 ha lasciato l'Iraq dopo essere stato licenziato dai suoi incarichi a
causa delle sue opinioni politiche comuniste e della sua attività
anti-governativa. Si trasferì a Damasco, la sua attività lo spinse a viaggiare
al Cairo, a Beirut e a molte capitali occidentali. Sempre coinvolto negli
affari del mondo, alcune delle poesie al-Bayati sono, infatti, indirizzate a
figure internazionali come TS Eliot e Che Guevara.
Prima del suo esilio, si è sposato, ma sua moglie e quattro figli sono
menzionati solo di passaggio nelle poche biografie disponibili, forse perché la
famiglia rimase in Iraq dopo la sua partenza.
Dopo aver trascorso quattro anni in esilio nel Libano, Siria ed Egitto,
al-Bayyati tornò in Iraq nel 1958 dopo un colpo di Stato militare, durante il
quale furono assassinati il principe ereditario Abdul Illah e suo nipote King
Faisal. Il nuovo governo repubblicano gli offrì un posto al Ministero della
Pubblica Istruzione, dopo di che è andato a Mosca come addetto culturale, in
rappresentanza dell'ambasciata irachena. Al-Bayati rassegnò le dimissioni
dall’incarico nel 1961, ma non tornò in Iraq subito. Ha continuato a vivere in
Russia, insegnando presso l'Istituto asiatico e africano dell'Accademia
Sovietica delle Scienze . Rimase in Europa orientale, viaggiando spesso, e tornò
brevemente in Iraq nel 1964. A metà degli anni 1970 Al-Bayati si spostò tra il
Cairo, Parigi, Londra, Madrid, Jeddah e Delphi, senza mai avere una fissa, ma
sempre tornando al Medio Oriente. La sua fu una vita travagliata a causa delle
sue convinzioni politiche e delle sue scelte personali.Difficoltà che nel corso
della sua vita divennero oggetto di gran parte della sua scrittura.
Morì in esilio a Damasco il 3 agosto 1999, apparentemente senza alcuna malattia
diagnosticata in precedenza,
Opere: Abariq muhashshama, 1954, Risala ila Hazim Hikmet wa quas'aid ukhra,
1956, Al-Majd al-li Atfal wa al-Zaytun, 1956, Ash'ar fi al-manfa, 1957, Ishrun
qasida min Berlin, 1959, Kalimat la tamut, 1960, Muhakama fi Nisabur, 1963,
Al-Nar wa al-Kalimat, 1964, SIFR al-faqr wa al-Thawra, 1965, Alladhi ya'ti wa
laya'ti, 1966, Al Mawt fi al Hayat, 1968, Tajribati al-shi'riyya, 1968, 'Ulyun
al-kilab al-mayyita, 1969, Buka'iyya ila shams haziran wa al-murtaziqa, 1969, Al
Kitaba al Teenager, 1970, Yawmiyyat siyasi muhtarif, 1970, Qasaid hubb 'ala
bawwabat al-' alam al-sab, 1971, Sira dhatiyya li sariq al-Nar, 1974, Kitab
al-Bahr, 1974, Qamar Shiraz, 1976, Mamlakat al-sunbula, 1979, Sawt al-sanawat
al-daw'iyya, 1979, Bustan 'A'isha, 1989, Al-Bahr Ba'id, Asma'uh Yatanahhud
(Il mare è lontano, lo sento Sospirando), 1998.
FILATELIA
IRAQ Anno 2011
Albee Edward
Franklin
(USA)
Nato a Washington DC il 12 marzo
1928.
Scrittore e drammaturgo,
introdusse nella drammaturgia americana le nuove tendenze drammatiche europee
della seconda metà del XX secolo, e le concezioni del teatro dell’assurdo.
La sua opera più compiuta e nota è
Who's afraid of Virginia Woolf? (1962), che gli meritò fama
internazionale grazie al suo adattamento cinematografico del 1966.
Adottato a due settimane di vita,
Albee viene consegnato al padre adottivo, Reed A. Albee, figlio di un magnate
del vaudeville. Col crescere, Edward acquista una precoce
familiarità col palcoscenico.
Lascia la casa paterna prima dei
vent'anni e dirà in seguito, in un'intervista: "Loro non erano molto bravi a
fare i genitori, ed io non ero molto bravo a fare il figlio". Frequenta la Rye
Country Day School, quindi la Lawrenceville School, dalla quale viene espulso.
Nel 1943 si iscrive alla Valley
Forge Military Academy a Wayne Pennsilvania, dove si diploma nel 1945 a
diciassette anni. Prosegue gli studi alla Choate Rosemary Hall (1946) e al
Trinity College di Harford, dal quale viene espulso nel 1947 per essersi
rifiutato di assistere ai servizi religiosi obbligatori. Studente meno che
diligente, in seguito dedicherà molto del suo tempo a promuovere il teatro
universitario americano, come conferenziere nei campus e come docente
all’Università di Houston.
Membro della Dramatist Guild
Council, Albee ha ricevuto tre Premi Pulitzer per il teatro: nel 1967 per A
Delicate Balance, nel 1975 per Seascape, nel 1994 per Three Tall
Women. È stato anche insignito di uno speciale Tony Award alla carriera
(2005), della medaglia d'oro per il teatro dall'American Academy and Institute
of Arts and Letters (1980), del Kennedy Center Honors e della Medaglia nazionale
delle Arti (1996).
Albee è il presidente della "Edward
F. Albee Foundation", che sostiene il "William Flanagan Creative Persons
Center", una colonia di scrittori ed artisti di Montauk, New York.
Altre opere:
teatrali: The Zoo Story (1958), The Death of Bessie Smith
(1959), The Sandbox (1959), Fam and Yam (1959), The
American Dream (1960), The Ballad of the Sad Cafe (1963),
Tiny Alice (1964), Malcolm (1965), Everything in
the Garden (1967), Box e Quotations From Chairman Mao
Tse-Tung (1968), All Over (1971), Listening
(1975), Counting the Ways (1976), The Lady From Dubuque
(1977-79), The Man Who Had Three Arms (1981), Finding the Sun
(1982), Marriage Play (1986-87), The Lorca Play
(1992), Fragments (1993), The Play About the Baby (1996),
The Goat or Who is Sylvia? (2000), Occupant (2001), Knock! Knock!
Who's There!? (2003), Peter & Jerry (2004), Me Myself
and I ( (2007). Stretching My Mind. Saggio.
FILATELIA
SERBIA Anno
2009
(284) (attore: recitò drammi di Albee)
Albert Marvin Hubert
(USA)
Nato il 22 gennaio 1924 a
Philadelphia, Pennsylvania. Morto a Mentone nel 1996.
Fu uno scrittore di romanzi
di mistero, crimine, avventura e produttore di copioni
cinematografici (tra cui What's New, Pussy Cat?). Le suo opere
uscirono spesso sotto pseudonimo come Albert Conroy, Ian McAlister, Nick Quarry
e Tony Rome.
Ambientò i suoi romanzi in
Francia (dove visse per molti anni), a Miami, nel vecchio West.
Una serie di romanzi del
mistero furono pubblicati sotto lo pseudonimo di Tony Rome. Da due di essi
furono ricavati film con protagonista Frank Sinatra: Tony Rome (1968) e
Lady in cement (1969).
Altre opere:
The Pink Panther (1964), The Don is Dead (1972), The Dark
Goddess (1978), Stone Angel and Back in the Real World (1986).
FILATELIA
GUINEA
Anno
1998
(1205)
Alberti Leon Battista
(Italia)
Nato a Genova il 18 febbraio 1404.
Studiò a Padova e Bologna.
Visse soprattutto a Roma e Firenze, prendendo gli ordini ecclesiastici e
entrando al servizio dei papi Eugenio IV e Niccolò V come abbreviatore presso la
cancelleria papale, un ufficio che gli permise di viaggiare per l'Europa alla
ricerca di testi antichi. Espose le sue idee sull'architettura nei dieci libri
de L'architettura (De re aedificatoria, 1450) e nelle sue realizzazioni
architettoniche: il Tempio Malatestiano a Rimini, il Palazzo Rucellai a Firenze
ecc. Esse influenzarono profondamente l'architettura e l'urbanistica del XV e
del XVI secolo. Leon Battista fu un umanista di larghissima cultura: fu
scultore, musico, si interessò di filosofia, matematica, ottica. Scrisse di
questioni grammaticali: Piccola grammatica vaticana la prima grammatica
volgare.
In latino scrisse la
commedia giovanile Philodoxeos, che inizialmente attribuì a un antico
commediografo, rivendicandone poi la paternità; I dialoghi Intercenali
(1440) in cui affrontò con spirito ironico i temi morali a lui più
congeniali; un romanzo satirico
Momus o Il principe
(1443-1450), ripreso da Luciano, incentrato sull'analisi critica del potere
politico e sui grandi ideali umani.
In volgare scrisse sonetti
di corrispondenza con Burchiello; elegie e egloghe; i dialoghi
Deifira e Ecatonfilea, nei
quali
traspare un misogenismo di fondo. Interessanti anche i trattati Della
famiglia (1433- 1441) in quattro libri, e De iciarchia (1468) in tre
libri.
Alberti, consapevole del
rigore formale del latino e del suo prestigio culturale, ma anche del carattere
anacronistico dell'uso di quella lingua, cercò di valorizzare il volgare
adeguandolo alle esigenze della nuova cultura. Riscrisse in italiano il trattato
La pittura (De pictura, 1435), e fu lui a promuovere il certame coronario
del 1441. (da Enc. Le Garzantine)
FILATELIA
ITALIA Anno
1972
(1118)
ALBERTI RAFAEL
(Spagna)
Nato a El
Puerto de Santa María il 16 dicembre 1902. Morto a Cadice il 28 ottobre
1999.
Passò un'infanzia
tranquilla e nel 1917 si trasferì a Madrid dove cominciò a interessarsi di
pittura. Nel 1922 i suoi lavori vennero esposti nell'ateneo di Madrid. Poco dopo
entrò in contatto con gli artisti e gli scrittori nella Residencia de
Estudiantes, quelli che saranno in seguito i protagonisti della Generazione del
27.
Andaluso come
Garcia Lorca, avvertì anch’egli nella sua poesia l’influenza della leggiadria
e della grazia di J.R.Jimenez. Nel 1924, costretto a vivere nella sierra (Guadarrama
y Rute) a causa di una malattia alle vie respiratorie, pubblicò la raccolta di
poesie Marinero en tierra (1925), che vinse il "Premio nacional de
Literatura".
Nel 1927
partecipò alle celebrazioni per la morte di Góngora in omaggio al quale pubblicò
"Cal y Canto". Nel 1928 compose "Sobre los ángeles" in seguito ad
una profonda crisi personale, poi "Sermones y moradas" e "El hombre
deshabitado".
Una nuova fase
iniziò con l'avvento della Repubblica. Nel 1931 entrò nel Partido Comunista de
España (PCE), con la sua compagna Maria Teresa León fondò la rivista
rivoluzionaria "Octubre" e partecipò alla lotta contro il fascismo. Nel
1939, dopo la sconfitta repubblicana, si rifugiò in Francia, poi in Argentina
quindi in Italia a Roma presso Trastevere (1963).
Nel suo lungo
soggiorno romano, trascorso con la sua compagna Maria Teresa, il poeta frequentò
assiduamente i circoli intellettuali progressisti, che lo accolsero, oltre che
per il suo indubbio valore poetico, anche per la sua qualità di democratico in
esilio da un regime dittatoriale. In quel periodo, 1963-1976, ebbe un lungo
sodalizio culturale con la poetessa italiana, ispanista, Elena Clementelli, e si
legò ad un gruppo di critici letterari romani, tra cui Walter Mauro e Luigi
Silori. Non rari furono i suoi incontri con il gruppo musicale cileno Inti
Illimani, che musicò anche alcuni testi di Alberti, accomunati al poeta dalla
condizione di esiliati e che sono stati per anni ospitati dal comune di Genzano.
Rientrò in Spagna
nel 1977 solo dopo la morte di Francisco Franco e ottenne il Premio Cervantes.
Opere:
Sugli angeli (1929), Il poeta nella strada (1935), Ritorno dalla
vita lontana (1952), Poemi scenici (1962), Roma, pericolo per i
viandanti (1968), Poesie dell'esilio e dell'attesa. 1935-75 (1976) .
Raccolse le sue memorie nei due volumi L’albereto perduto
(1959 e 1987) .
FILATELIA
SPAGNA Anno
2001
(3351)
ALCEO
(Grecia)
Nato a Metilene nel sec. VII o VI a.C.
Nacque da una famiglia aristocratica ma, implicato
nelle lotte politiche della sua città.condusse una vita agitata e errante.
Combatté contro i tiranni Melancro e Mirsilo e fu
costretto ad andare in esilio. Tornato in patria combatté contro gli Ateniesi
per il possesso di Sigeo (Triade), ma, come Archiloco, “gettò via lo
scudo” per aver salva la vita.
Quando salì al potere il buon tiranno Pittaco (uno
dei Sette Sapienti) riprese la via dell’esilio. Fatto prigioniero, fu da quello
generosamente perdonato.
Scrisse: Canti rivoluzionari pieni di passioni
politiche e guerresche. Dell’opera sono rimasti solo frammenti, Scrisse
pure Canti conviviali e Canti erotici.
FILATELIA
CAMBOGIA
Anno
1983
(392),
AIMAN
Anno
1972 (Mic 1887)
ALCEU AMOROSO LIMA
(Brasile)
Nato a Petropolis
l’11 dicembre del 1893. Morto a Rio de Janeiro il 14 agosto
1983.
Scrittore,
giornalista e attivista, adottò nel 1919 lo pseudonimo de Tristão Ataíde e
scrisse sotto quel nome. Nel 1928 si convertì al cattolicesimo e alla fine
divenne il capo dell’Azione Cattolica in Brasile. Anche se inizialmente aveva
una certa simpatia per il raggiungimento di taluni obiettivi di integralismo
brasiliano è diventato un avversario forte dell’autoritarismo e del fascismo in
particolare. Fu un convinto sostenitore della libertà di stampa durante il
periodo della dittatura militare.
Opere: • Estudos - Segunda série (1927), Política
(1932), Idade, sexo e tempo (1938), Elementos de Ação católica (1938), Mitos
de Nosso tempo (1943), O Problema do trabalho (1946), Meditações sobre o mundo
interior (1953), O existencialismo e Outros mitos de Nosso tempo (1951), O
gigantismo Economico (1962), O humanismo ameaçado (1965), Direitos O homem do
Homem eo sem Direitos (1975), Revolução Suicida (1977), Tudo é misterio
(1983).
FILATELIA
BRASILE Anno 1993
ALCOTT LOUISE MAY
(U.S.A.)
Il padre Amos
Bronson Alcott, educatore, filosofo e poeta, introdusse nel sistema educativo
americano nuovi
metodi, ispirandosi a Pestalozzi e ancor più al sistema socratico della
conoscenza e dell’analisi. Aveva aperto una scuola a Fruitslands, ma la scuola
da lui fondata non fu pari alle sue aspettative e per l’ostilità generale
dovette essere chiusa. Radiato dall’insegnamento per aver messo nella
stessa classe bambini bianchi e di colore, dovette cercarsi un altro lavoro.
In questo clima
educativo nasce nel 1832 a Germantown in Pennsylvania la secondogenita, Louisa
May Alcott.
Louisa viene
educata dal padre e da David Thoreau a Concord (Massachussets) e altri suoi
insegnanti furono anche R.W.Emerson e Theodore Parker. La sua aspirazione è
quella di diventare attrice e comincia con lo scrivere alcune commedie, una
delle quali fu accettata dal Boston Theatre ma non fu mai rappresentata. Dopo il
fallimento della scuola aperta dal padre, lei e le sorelle dovettero adattarsi
ad accettare umili lavori per aiutare la famiglia.
La carriera
letteraria della Alcott inizia precocemente con la stesura di racconti che
invia a varie redazioni di riviste con la speranza di una pubblicazione. La
rivista “Atlantic Monthly” è la prima a riconoscerne la capacità letteraria.
Dopo la
pubblicazione di alcune novelle, riesce a far stampare il suo primo romanzo
Favole di fiori
Durante la guerra
civile presta servizio in qualità di infermiera nell’Union Hospital di
Georgetown e l’ esperienza acquisita costituisce il nucleo dell’opera
Moods (1865), in cui la scrittrice rievoca fatti ed episodi di quel periodo.
Il romanzo viene apprezzato da Henry James; ma la notorietà giunge più tardi,
dopo un viaggio in Europa come dama di compagnia di una zia.
Dietro la spinta
dell’editore T. Nyles la Alcott assume la direzione di “Merry Museum”, una
rivista per bambini e comincia a scrivere un soggetto tutto al femminile,
leggero, ma apprezzabile dal pubblico. Nascono le Piccole donne
(1868), un romanzo indirettamente autobiografico in cui si raccontano le
vicende familiari ed educative di una tipica famiglia borghese. Dopo l’ottima
accoglienza da parte dei lettori, la scrittrice continua sullo stesso argomento
con Piccole donne crescono (1869), Piccoli uomini (1871),
I figli di Jo (1886).
Con il suo lavoro
di scrittrice e i guadagni che ne seguono, sopperisce ai bisogni della famiglia,
aiutando le sorelle Ann, May e i genitori. Una terza sorella, Beth, era
morta di scarlattina così come uno dei personaggi delle sue Piccole donne.
Tra le altre
opere emergono, anche se non all’altezza di Piccole donne. i romanzi
Il sacchetto degli stracci di zia Jo (1828), Le buone mogli (1840),
La donna di marmo (1865), Rosa in fiore (1875), Otto cugini
(1875), Sotto i lillà (1878), Jack e Jill, Una ragazza fuori moda,
Polly.
La Alcott non si
sposò. Morì a Boston nel 1888.
I suoi romanzi
sono sopravvissuti nell’immaginario giovanile sino ai tempi nostri per la
freschezza delle idee e per i buoni sentimenti profusi a piene mani. La
Alcott non si propone di divertire i lettori ma di persegure l’intento di dare
quegli ammaestramenti morali in lei inculcati in gioventù dal padre e dagli
altri suoi insegnanti.
Opere.
Piccole donne La storia abbraccia l’arco di un anno, da un Natale
all’altro, e narra le vicende della famiglia March durante la Guerra di
secessione, della quale però si avverte solo un accenno lontano. Il padre è
volontario come cappellano, la madre lavora in una società di assistenza dei
soldati e le quattro figlie devono affrontare la vita quotidiana da sole. Meg fa
l’istitutrice, Jo, la più irrequieta, amante della lettura, accudisce una
vecchia zia ricca e brontolona. Le minori vanno a scuola, l’una appassionata di
musica e la più piccola di pittura. La venuta di Laurie, il nipote di un ricco
vicino di casa, viene a movimentare la loro vita. Jo fa amicizia con lui, mentre
Meg viene corteggiata dal precettore del ragazzo. Le ragazze March, nonostante i
sacrifici, riescono a cavarsela, anche se sono tutte rattristate dalla malattia
di Beth, colpita da una grave forma di scarlattina. Jo tra tutte è la più forte
anche perché si accorge che la sua adolescenza sta giungendo al termine. Il
romanzo ebbe fortuna e fu seguito da Piccole donne crescono, Piccoli uomini,
Buone mogli in cui la saga della famiglia March prosegue. Meg sposa John
Brooke, Beth muore, Jo sposa un professore di tedesco e Laurie finirà per
sposare Amy.
L’opera ebbe
diverse edizioni cinematografiche: quella di G.Cukor del 1933 e le successive di
G.Armstrong (1944) e di Mervyn Le Roy (1949).
La RAI TV
mandò in onda nel 1955 una versione a puntate, diretta da A.G.Majano.
FILATELIA
USA
1940
(416),
1993
(2199)
Aldiss Brian Wilson
(Inghilterra)
Nato a East
Dereham il 18 agosto 1925.
Scrittore di narrativa e
fantascienza, si arruolò nel 1943 nel reggimento Royal Signals partecipò
ad alcune azioni in Birmania che in seguito gli ispirarono il romanzo
Hothouse e successivamente i due volumi su Horatio Stubbs.
Dopo la seconda guerra mondiale
lavorò come libraio a Oxford.
Oltre ai racconti brevi di
fantascienza per varie riviste, egli scrisse in quel periodo una serie di
novelle sulle vicende di un immaginario negozio di libri che attrassero
l’attenzione di Charles Monteith, della casa editrice Faber and Faber. Da ciò
nacque il primo libro di Aldiss: The Brightfount Diaries (1955).
Nel 1955, il giornale “The Observer”
lanciò un concorso per racconti ambientati nell’anno 2500 che Aldiss vinse con
una storia dal titolo “Not For An Age”.
I successi ottenuti e i guadagni
gli permisero di rinunciare al lavoro in libreria e di diventare uno
scrittore a tempo pieno. Nel 1958 fu votato dalla World Science Fiction
Association come “Nuovo autore più promettente” e nel 1960 fu eletto
presidente della British Science Fiction Association. Attorno al 1964 lui e il
suo collaboratore di lunga data Harry Harrison fondarono il primo giornale di
critica per la letteratura fantascientifica, Science Fiction Horizons,
che ebbe vita breve.
Oltre che come autore, Aldiss ebbe
grande successo anche come antologista. Negli anni ’70 Aldiss realizzò per la
Faber diverse collezioni di fantascienza classica che ebbero largo successo:
Space Opera , Space Odysseys, Galactic Empires, Evil Earths,
e Perilous Planets. Sempre di questo periodo è il volume di grande
formato Science Fiction Art, una selezione di illustrazioni tratte da
riviste e pulp magazine.
Infine si ricorda la serie di
antologie The Year’s Best Science Fiction (1968-1976?).
Nel 2005 gli è stato conferito
dalla Regina Elisabetta II il titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero
Britannico per meriti letterari.
FILATELIA
GUINEA Anno
2008
(Mic. 5492)
ALECSANDRI
VASILE
(Romania)
Nato a Bacåu il 14 giugno 1821. Morto a Mircesti il 22 agosto 1890.
Di famiglia aristocratica, figlio di un ricco boiaro, ricevette un’ottima
educazione senza però raggiungere la laurea. Fu tra i maggiori protagonisti del
suo tempo. Partecipò alla rivoluzione del 1848 e trascorse un anno esule a
Parigi dove fondò con Balcescu la rivista “La futura Romania”.
Nel 1859 rifiutò il Principato della Moldavia e si recò in
occidente, passando per Torino dove si incontrò con Cavour col quale discusse la
sua idea dell’unificazione dei Principati Rumeni. Si ritirò dalla vita politica
dopo la caduta di Alessandro Cuza nel 1866.
Nel 1878 vinse il concorso Felibre a Montpellier con Il canto della gente
latina. Nel 1840 esordì come narratore con la novella La fioraia di
Firenze, pubblicata sulla rivista “Dacia letteraria”, e come poeta con
alcuni testi di sapore romantico. Di fattura romantica è pure
Canti e mughetti (1853) in cui Alecsandri ripercorre la sua storia
d’amore con Elena Negri. Con la raccolta Pastelli (1868-69) aprì la
poesia rumena a prospettive paesaggistiche di tipo parnassiano.
Dopo il primo soggiorno in terra francese, ritornato a Jasi, cominciò ad
occuparsi di teatro, scrivendo alcune commedie, per lo più adattate da Molière e
da Scribe. Uno dei suoi primi drammi di impronta e contenuto romeno è Il
principe Despot. Seguirono altri cinquanta drammi tutti legati a problemi
politico-sociali del suo tempo e del suo paese.
La fama, comunque, non gli derivò dal teatro, ma dalla poesia e dalla scoperta
della poesia orale romena che culminò con la pubblicazione di Poezii
populare. Balade (1852-53), che, tradotta in altre lingue, valse a far
conoscere il patrimonio poetico e la tradizione del popolo romeno, tanto che lo
storico Michelet scrisse che il popolo che aveva creato la ballata Miorjta
meritava di avere il diritto all’autodeterminazione.
Altre opere: Le perle (1863), una raccolta di poesie storiche;
Nostri soldati (1877) in cui cantò le vicende rumene nella guerra di
indipendenza, Leggende storiche, che trae ispirazione dalle Leggende
dei secoli di Victor Hugo.
FILATELIA
MOLDAVIA 1996
(181), ROMANIA
Anno
1948
(1037),
1952
(1256),
1958
(1569),
1965
(2166),
1968
(2339),
1973
(fog. 106),
1977
(128) ,
1983(3434),
2008
(Mic.6319).
Aleeg
Bari Ghulam
(Pakistan)
Nato a Klannore, Distretto
Gurdaspur, India nel 1907. Morto il 10 dicembre del 1949 a Faisalabad.
Ricevette la sua prima educazione a
Faisalabad e poi trascorse alcuni anni presso l’Università di Alighar. Dotato di
creatività e originalità, amante del suo paese, intelligente, ritenne subito di
doversi impegnare a favore della sua terra in una società allora di tipo
feudale, turbata da questioni coloniali e sottoposta ad oppressione, tirannia,
povertà e sfruttamento. Non avendo la possibilità né i mezzi per pubblicare le
sue idee vagò a lungo attraverso il paese alla ricerca di un giornale su cui
potesse esprimere le sue idee.
I genitori lo esortarono a trovare un lavoro stabile, ma egli si ribellò sempre.
Per qualche tempo insegnò in una scuola a Faisalabad, lavorò saltuariamente a
Lahore, Amritsar Rangoon.
Era attratto dal comunismo, perché
si opponeva all'imperialismo ed era a favore delle masse operaie.
Scrisse 13 libri principalmente
sulla storia, sul comunismo e sull'Islam: Hai Taarikh Kia (Qual è la
storia), Taarikh Ka Mutaalia (Lo studio della storia),
Inqilaab-i-Francia (La rivoluzione francese) sono i suoi lavori storici più
importanti. È diventato famoso per la presentazione della storia nella sua vera
prospettiva.. Tutti i libri di storia scritta
durante il dominio della East India Company fanno di lui un tedoforo di civiltà,
di pace e di prosperità.
I suoi scritti hanno spianato la
strada per progressive conquiste nel campo della letteratura e del giornalismo
ed hanno esercitato un notevole impatto sui suoi contemporanei. Ha introdotto
una nuova tendenza nell’analizzare gli eventi in un modo razionale e logico.
FILATELIA
PAKISTAN Anno
1999
(1006)
Alegría Bazan Ciro
MaNUEL
(Perù)
Nato ad Hacienda Quilca, Huamachuco il 4 novembre 1909. Morto a Lima il 17
febbraio 1967.
Nel 1930 Alegría si unì al
movimento Aprista, dedicato a riforme sociali e a migliorare le condizioni di
vita delle popolazioni indigene peruviane. Per la militanza in questo movimento
fu incarcerato e in seguito visse in esilio in Cile e negli Stati Uniti fino al
1948.
In seguito frequentó l'Università
del Puerto Rico, e scrisse sulla Rivoluzione Cubana mentre si trovava a Cuba.
Abbandonato l'Aprismo e si
uní al partito di Azione popolare, del presidente Fernando Belaùnde Terry, per
il quale fu eletto deputato nel 1963. Nello stesso periodo entró nella
Academia Peruana de La Lengua e nel 1960 assunse l'incarico di presidente
della Asociación Nacional de Escritores y Artistas peruviana.
Morí a Lima nel 1967.
Opere:
La serpente
de oro
(1935),
Los Perros
Hambrientos
(1939),
El mundo e ancho y
ajeno
(1942),
Duelo de
Caballeros
(1962),
Panki y el
guerriero
(1968),
Ofrenda de pietra
(1969),
Lazaro
(1972),
Siete cuentos quiromanticos
(1978),
El sol de los jaguares
(1979,
El dilema de
Krause
(1979).
FILATELIA
PERU’
Anno
2009
(1823).
ALEICHEM SHALOM
(Ucraina)
Nato a Perejaslav nel 1859. Morto a New York nel 1916.
Il suo vero nome era Shalom Rabinoviyz, ed è considerato tra i fondatori della
letteratura jiddish moderna.
Dopo il cheder, la tradizionale scuola ebraica, frequentò il ginnasio
russo e iniziò a pubblicare i primi racconti in ebraico e in jiddish su
varie riviste.
Fu per breve tempo rabbino, poi commerciante sfortunato finché il fallimento
economico del 1890 lo indusse ad occuparsi soltanto di letteratura
Nel 1906 lasciò la Russia e si stabilì a New York, ma prima viaggiò a lungo in
diversi paesi europei.
Shalom è un autore molteplice, dotato di una immaginazione sbrigliata che lo
pone ai livelli di Charles Dickens o di Mark Twain.
Nel 1892 uscì la prima serie di racconti intitolati Menakhem Mendl, dal
nome del protagonista, serie proseguita fino al 1913. Nel 1894 uscì la prima
serie di Tewjé il lattaio, proseguita fino al 1916. In questi racconti,
costruiti secondo la tecnica del monologo e del racconto epistolare, Aleichem
fonde in una geniale invenzione linguistica umorismo, tragicità, tenerezza
e demistificazione della realtà.
Kiev, la città dei traffici e dei commerci, diventa la comica e bislacca Jehupez.
Dalla prospettiva ingenua di Menachen Mendl, l’eroe travolto dalla speculazione
in borsa ma indistruttibile nel suo candore, il meccanismo della società modena
appare come una girandola assurda e insensata.
Allievo ideale di Dickens, Sterne, Cervantes, Aleichem crea la figura di Tewjé,
l’arguto e savio lattaio, un personaggio immortale della letteratura mondiale,
un don Chisciotte che ha dentro di sé anche il proprio Sancho Pancia. La sua
odissea è quella dell’individuo contemporaneo, simboleggiato dall’ebreo, il
quale nelle sue sconfitte conserva, pur senza illudersi, la capacità di amare e
di ridere, di dominare stoicamente il dolore e di godere gli attimi di gioia.
FILATELIA
ANTIGUA Anno 1997
(2129),
GAMBIA
Anno
2001
(3414),
ISRAELE
Anno
1959
(150),
NEVIS
Anno
1998
(1137),
URSS
Anno
1959
(2148),
ROMANIA
Anno
1959
(1619),
RUSSIA Anno
2010
(Mic
1658),
UCRAINA
Anno
2009
(934)
ALEIXANDRE VICENTE
(Spagna)
Nato a Siviglia il 26 aprile del 1898. Morto a Madrid il 13 dicembre del 1984.
Trascorse l’infanzia a Malaga e in seguito si trasferì con la famiglia a Madrid
dove studiò diritto ed economia. Spronato da un amico si accostò alla poesia di
Rubén Dario, la cui opera lo spinse verso più ampi studi letterari.
Terminata l’università si diede all’insegnamento e occupò una cattedra di
tecnica commerciale. Ma l’abbandonò presto per lavorare presso una compagnia
ferroviaria.
Purtroppo, a causa di una nefrite, fu costretto ad lasciare il lavoro e a
trascorrere a Miraflores de la Sierra un lungo periodo di riposo durante il
quale si accostò alla poesia di San Juan de la Cruz e a quella di Gongora e di
Becquer.
Nel 1926 pubblicò le prime liriche sulla “Rivista di Occidente”e l’anno
successivo scrisse anche sulla rivista “Versi e prosa” il suo omaggio al poeta
Gongora.
Ritornò a Madrid e la sua casa divenne un cenacolo di scrittori e intellettuali.
Al 1932 risale la pubblicazione dell’opera Spade come labbra, ma deve
interrompere l’attività a causa di un intervento chirurgico ad un rene.
Nel 1935 ottenne il Premio Nazionale di Letteratura.
Non potendo partecipare attivamente alla Guerra civile, collaborò con i suoi
scritti sulla rivista ”L’Ora di Spagna”.
Nel 1949 entrò a far parte dell’Accademia Spagnola e nel 1977 venne insignito
del Premio Nobel.
FILATELIA
SPAGNA Anno
1977
(2427),
MALDIVE
2001
(BF. 482)
ALEMAN MATEO
(Spagna)
Nato a Sevilla nel 1547. Morto a Ciudad de Mexico nel 1614 ca.
Di origine ebraica e di buona formazione umanistica, fu costretto a vivere a
lungo con modeste mansioni di esattore e contabile, prima a Siviglia dove, nel
1580, fu anche imprigionato per debiti.
Si trasferì in seguito a Madrid per svolgere le stesse mansioni e dove, nel 1594
fu nuovamente imprigionato per irregolarità Amministrative.
Ritornato a Siviglia vi rimase fino al 1608 e poi partì alla volta del Messico.
Divenne famoso in campo letterario per l’opera Vita del picaro Guzman de
Alfarache (1999). Nel 1604 a Lisbona una seconda parte dell’opera venne
pubblicata col titolo di Vendetta della vita umana. L’opera fu
assai nota e si diffuse tanto che nel 1615 aveva già avuto una trentina di
edizioni. In Italia fu tradotta col titolo di La vita di un furfante.
Si tratta di un
romanzo picaresco il cui protagonista, figlio di un mercante ladro genovese,
passa di avventura in avventura attraverso città italiane, francesi e spagnole,
affrontando i più disparati mestieri, cambiando stato sociale (cavaliere,
sguattero, seduttore, ruffiano, servitore di potenti, sacerdote). L’opera venne
accostata ad un'altra, altrettanto nota, Lazarillo de Tormes.
Scrisse anche opere
minori tra cui una biografia del frate Garcia Gierra, il vescovo al cui seguito
Aleman si recò in Messico, e una traduzione di opere di Orazio.
FILATELIA
SPAGNA Anno
1948
(778)
Alemayehu Haddis
(Etiopia)
Nato nel 1909. Morto nel 2003.
Durante tutta la sua carriera
artistica ha svolto un’attività proteiforme, offrendo il suo contributo in
diverse discipline.
In primo luogo, fu senza dubbio il
più talentuoso romanziere etiope amato e ammirato sino ad oggi nella narrativa
del suo paese.
Tra le sue opere, il romanzo del 1968 - Fiqr meqabir iske ('Amore verso il
Grave') - che è l'equivalente etiope di Romeo & Juliet è di gran
lunga il più discusso e ammirato romanzo etiope..
E 'stato inserito tra i migliori libri sul “New York Times”.
L’altra faccia - quella
politico-sociale - di Haddis Alemayehu è il suo amore per la patria e lo
spirito di patriota speso in difesa del suo paese durante l'invasione delle
truppe dell’Italia fascista nel 1930. Catturato dagli italiani, fu tenuto in
cattività per sette anni in Italia. Tornò nell’Etiopia indipendente nel 1944.
Il giovane Haddis Alemayehu – oltre
alla sua fama di romanziere e patriota - fu un insegnante appassionato che ha
creduto nel potere dell'educazione.
Haddis servì il suo paese come un ministro degli Esteri negli anni 1960-61,
sotto il governo dell'imperatore Haile Selassie.
Era un uomo altruista dignitoso che difese il suo Paese tutelandone gli
interessi, attraverso la diplomazia, e che si dedicò all’educazione dei giovani,
incitando i più dotati ad esprimere le loro idee attraverso i diversi generi
letterari.
Per
la sua attività e le opere ricevette il Mercurio d'Oro speciale, il
premio Hailé Selassié, il dottorato onorario di laurea dall’Università di
Addis Abeba.
Morì il 6 dicembre 2003 all'età di
94 anni e fu sepolto il 7 dicembre 2003 presso la Cattedrale della Trinità di
Addis Abeba.
FILATELIA
ETIOPIA Anno 2010
(Mic 1878)
ALENÇAR JOSÈ
MARTINIANO de
(Brasile)
Nacque il 1° gennaio 1828 a Alagadiço Novo, oggi Messejana, Stato di Cearà.
Morto nel nel 1877
Narratore,
commediografo, poeta, giornalista, politico, giurista, critico. Con tante
attività non poteva non far uso di pseudonimi ne ne usò parecchi: Al, Senuio,
Erasmo, Ig.
Studiò avvocatura a
San Paolo e divenne avvocato nel 1851.
A partire dal 1854
cominciò a collaborare a diverse testate di giornali e alle riviste “Correio
Mercantil” e “Diario del Trio”, su cui pubblicò novelle.
I suoi prim romanzi
e in particolar modo le Cartas (1856), lo fecero conoscere al grande
pubblico in quanto affrontò in chiave critica il poema di Gançalvo de
Magailhaes A Confederaçao dos Tamoios, sostenendo che l’autore aveva dato
una falsa visione dell’indio e accusandolo di non aver puntato sulla creazione
di una nuova poesia legata alla terra brasiliana e ai suoi antichi abitanti.
Nominato governatore
di Cearà, indirizzò all’imperatore Pedro II una serie di Cartas de Erasmo
(1865-67) in cui analizzava la difficile situazione brasiliana. Divenuto
Ministro della Giustizia (1868-70) per la poca stima dimostratagli
dall’imperatore, abbandonò la carica e si ritirò dalla politica attiva.
Riprese l’attività
letteraria con l’intento di contribuire nel suo paese allo sviluppo del romanzo.
Profondo conoscitore
delle opere di Hugo, Sand, Cooper, ne trasse ispirazione per il lancio di un
ciclo di romanzi-poema di impostazione lirica a carattere storico-leggendario in
cui affrontava la tematica dell’indianismo, il periodo della colonizzazione e
della formazione della nuova civiltà.
Nacquero così i
capolavori L’indio Guarany (1859) – da cui A. Scalvini trasse il libretto
per l’opera Guarany con musica di Carlo Gomez -, Iracema (1865),
considerata la sua opera migliore, Ubirajara (1874), dove vengono
esaltati gli indios.
Il mito della terra
che attira i coloni affiora, invece, in A minas de prata (1862-63), Lo
scarabocchio (1872), Alfarrabios, O nermitàa de gloria (1877), A
guerra dos Mascates (1873).
Nella prefazione del
Sonhos d’ouro (1895) precisava la sua intenzione di mettere in risalto le
tradizioni brasiliane, esaminando l’impoverimento delle stesse provocato dalle
influenze esterne, l’eccessiva struttura patriarcale della famiglia, la
condizione della donna che aspirava ad una maggiore libertà sentimentale.
L’amore è il tema
centrale dei romanzi e delle novelle a sfondo storico-sociale: A viuvinha,
Cinco minutos (1858), La lucciola (1862), La diva (1964),
A pata de gazela (1870), Senhora (1875), Encarnaçao (1877).
Alcuni romanzi sono
di carattere regionalista: in essi Alençar metteva in evidenza il contrasto tra
la popolazione cittadina e quella della province che sapevano mantenere intatto
lo spirito delle antiche tradizioni. Appartengono a questa visione Il gaucho
(1870), O tronco de Ipé (1871), O sertanejo (1876).
Alençar si occupò
pure di teatro scrivendo sette commedie in cui arricchiva i temi trattati nei
romanzi con una introspezione psicologica dei personaggi.
La sua opera
contribuì ad arricchire il lessico, la lingua letteraria e la sintassi della
lingua brasiliana, traendo spunto anche dai linguaggi indigeni, un processo che
servì a formare una lingua e uno stile prettamente brasiliani.
Morì a Tijuca, Cearà,
il 12 dicembre del 1877.
OPERE
Iracema.
Poema in prosa lirica. Racconta la storia d’amore e di morte di Iracema, una
giovane indiana che si innamora di un bianco, al tempo della conquista
portoghese. L’india abbandona la tribù e lo segue. Viene osteggiata dai suoi.
Iracema, pur sapendo che con il suo atto tronca ogni legame col suo popolo e che
non potrà più a tornare a convivere con la tribù, è disposta a soffrire pur di
essere felice e morirà per il suo amore. Il poema, per la ricchezza di
sentimenti e per la musicalità con cui è narrato, fa pensare alle opere di
Chateaubriand.
Guarany.
L’azione si svolge nel 1560, l’epoca della turbolenta conquista portoghese e
mette in evidenza i contrasti tra due popoli orgogliosi, i sentimenti, le
passioni, gli odi. Cecilia, figlia di un governatore portoghese, è
segretamente amata da Pery, il capo di una tribù Guarany. Questi la segue e
vigila su di lei. La difende e la salva da un complotto di avventurieri.
Costoro, in combutta col capo della tribù degli Almoré, gli aprono le porte
della fortezza per permettergli di metterla a ferro e a fuoco, di uccidere il
governatore e di rapire sua figlia.
Nell’opera musicata
da Carlo Gomez, su libretto di Antonio Scalvini, la vicenda si conclude con Don
Antonio, il governatore, che fa saltare la fortezza con tutti i nemici, mentre
lontano, su una collina, il Guarany indica il cielo a Cecilia che,
inginocchiata, piange.
FILATELIA
BRASILE Anno
1965
(778),
1977
(1280),
1986
(1797)
ALEXANDRESCU
GRIGORE
(Romania)
Nasce nel 1812 a
Tirgoviste, una antica città valacca, patria di Michele il Prode e di Heliade.
Muore a Bucarest nel 1885.
Da ufficiale, nel
1840, prende parte al complotto contro il principe Ghica e simpatizza con i
rivoluzionari nel 1848. In seguito ottiene alte cariche amministrative, ma una
malattia mentale lo colpisce negli ultimi anni di vita.
Sotto l’influsso
del romanticismo, negli anni 1832,1838,1842 scrive raccolte di Poesie, in
cui affiora una malinconia di maniera, tranne che nell’opera L’ombra di
Mircea e Cozia. Più originalità si trova nella raccolta Ricordi e
impressioni e in Epistole e favole (1847).
Alexandrescu è
conosciuto come favolista e arguto censore della vita pubblica, dove
spesso usò perifrasi che ricordano La Fontaine.
FILATELIA
ROMANIA 1960
(1667),
1965,
1985
(3556)
ALFIERI VITTORIO
conte
(Italia)
Nacque ad Asti il
16 gennaio 1794. Morì a Firenze l’8 ottobre 1803.
Nato in una ricca
e nobile famiglia, dopo insoddisfacenti studi presso l’Accademia militare di
Torino, dalla quale uscì col grado di portinsegna nel 1766, fu inviato nel
reggimento provinciale di Asti dove rimase per cinque anni (1767-72). Cominciò
poi a viaggiare ininterrottamente per l’Europa. Accanto ai viaggi si pongono i
primi amori: all’Aja per una signora olandese, a causa della quale tenta il
suicidio; a Londra con Penelope Pitt, con il cui marito dovette battersi a
duello. Da quei viaggi e da quegli amori ne uscì inappagato e irrequieto,
situazione tipica in cui si configura conflitto romantico tra realtà e
immaginazione.
Parigi lo
deluse; Berlino gli sembrò una caserma prussiana; a Pietroburgo rifiutò di
ossequiare la zarina Caterina II; a Vienna evitò di frequentare Metastasio.
Bramava l’infinito e si placò solo davanti alle plaghe desolate della
Scandinavia o davanti al mare della Spagna e di Marsiglia.
Al termine dei
viaggi si tuffò in una vita dissipata e si abbandonò a nuovi amori. Fu proprio
assistendo una sua compagna caduta in malattia che concepì la tragedia
Antonio e Cleopatra (1775). Fu l’apertura verso la sua produzione teatrale
tragica e verso la vocazione di poeta..
Alfieri si
sottopose ad un severo apprendistato rivolto a colmare le lacune della sua
cultura scolastica. Iniziò lo studio sistematico dei classici e del latino e,
secondo l’uso dei letterati piemontesi prese l’abitudine a parlare e a scrivere
in francese. Per impadronirsi della tradizione letteraria italiana si stabilì in
Toscana.
La rottura col
Piemonte diventò in seguito definitiva quando donò i suoi beni alla sorella in
cambio di un vitalizio annuale. Lo scrittore veniva così a rompere i suoi legami
col sovrano piemontese cui era costretto a richiedere la licenza per
pubblicare le sue opere anche fuori dei confini.
Alfieri rimase in
Toscana per sempre, tranne sporadici viaggi a Parigi, a Roma, in Alsazia, e
visse avendo al fianco la sua compagna, la duchessa d’Albany, moglie separata
ufficialmente dall’anziano Charles Edward Stuart, pretendente alla corona
inglese.
Nel periodo
trascorso a Parigi, Alfieri fu spettatore dapprima entusiasta e poi deluso della
Rivoluzione. Il periodo del Terrore lo costrinse a ritornare in Toscana
nel 1892. E qui rimase in un chiuso e solitario distacco dagli uomini e dalle
cose del suo tempo.
Tra le sue opere
principali Della tirannide (1777) e Del Principe e delle lettere
(1778-86). La sua originalità è però presente nelle tragedie.
Escludendo Antonio e Cleopatra, da lui in seguito rifiutata, la prima è
Filippo (1775-76). Seguono l’Antigone (1776-77), Oreste
(1776-78), Virginia (1777-78), Timoleone (1779-81), Saul
(1782), Mirra (1784-87).
Una sorta di
ideale introduzione alla tragedie è l’opera Vita, la cui stesura fu
iniziata nel 1790 e protratta fino alla morte.
Accanto alla
Vita, opera autobiografia in prosa, possiamo accostare le Rime
(1789), una specie di autobiografia in poesia.
Iniziò dopo il
1786 a riordinare le Rime (1789); una seconda parte venne aggiunta
postuma nel 1804. È forse la raccolta di versi italiani più importante del
secolo. Il riordinamento del componimento secondo un criterio cronologico a lui
ispirato probabilmente dal modello petrarchesco, fa delle Rime
alfieriane, piuttosto che il “diario di una vicenda amorosa”, il disegno
di una “autobiografia ideale”.
Accanto a queste
opere maggiori spiccano tra le minori l’America libera (1781-83) in cui
inneggia alla rivoluzione americana; la Satire (1786-83); il Misogallo,
una specie di miscuglio in prosa e in rima, in cui è presente una feroce
attestazione di odio antifrancese e antirivoluzionario. Una serie di Commedie
(1800-1803) su tematiche politiche (L’uno; I pochi; I troppi;
l’Antidoto). Due satire di costume e morale (La finestrina, Il divorzio).
FILATELIA
ITALIA Anno
1932
(286),
1949
(605),
2003
(2670),
COLONIE
ITALIANE
Anno1932
(11),
ISOLE
EGEO
Anno
1932,
TRIESTE Z.A.
Anno
1949
(43 con sovrastampa AMG.FTT)
ALGER
jr. HORATIO
(U.S.A.)
Horatio Alger jr.
nasce nel Massachussets, a Revere, il 13 gennaio 1834.
Figlio di un
pastore unitariano, si laurea ad Harward e, divenuto pastore come il padre, si
trasferisce a New York nel 1866 per collaborare con la Newsboys’ Lodging House,
una organizzazione caritatevole che cercava di affrontare i problemi
derivanti dal frenetico sviluppo urbano di quegli anni.
Da questa
esperienza trae il materiale per scrivere oltre cento romanzi per ragazzi,
impostandoli tutti su una formula che raramente varia e che fa scuola in seguito
in subito applicata da altri scrittori. Si tratta di schemi che seguivono sempre
lo stesso iter nei quali lo scrittore descrive le vicende di ragazzini di
estrazione sociale povera i quali con la perseveranza, l’onestà, la dedizione
riescono ad evitare le trappole della società, a sottrarsi ai pericoli e a
raggiungere il successo e la ricchezza attraverso atti di bontà e d’amore.
Tra i migliori romanzi Ragged Dick (1867), Lunch
and Pluck (1869), The Young Outlaw (1875).
Il fine
perseguito dall’autore prevale sempre sul punto di vista letterario per cui i
suoi romanzi non sono stilisticamente curati, ma le sue opere hanno un peso
nella cultura di fine Ottocento, tanto che si diffuse il mito di Horatio Alger
inteso come paradigma del passaggio dalla povertà alla ricchezza e al successo,
senza mai uscire dal binario della lealtà e del bene.
FILATELIA
USA 1892
(1439)
ALIGHIERI DANTE
(Italia)
Cinque anni dopo la battaglia di Montaperti (1260), in cui i ghibellini di
Manfredi, con a capo Farinata degli Uberti, avevano sconfitto la guelfa Firenze,
e un anno prima della battaglia di Benevento tra Carlo d’Angiò e Manfredi, nel
maggio del 1265 nacque a Firenze Dante. Il padre Alighiero,
appartenente alla piccola nobiltà, di modesta estrazione sociale, era stato uno
dei pochi a non essere esiliato dopo la rotta Montaperti. La madre, Donna Bella,
era di ignoto casato e morì presto. Il padre di Dante si risposò con Donna Lupa,
che gli diede due figli, Francesco e Tana o Gaetana.
Durante la sua infanzia Dante, all’età di nove anni, incontrò Beatrice,
figlia di Folco Portinari, una figura di fanciulla prima e di donna poi che ebbe
una parte determinante nella sua opera. Dopo quel primo incontro e
quel coup de foudre infantile, il giovane rivide Beatrice dopo nove anni
e se ne innamorò perdutamente. Beatrice, però, andò sposa di Simone dÈ
Bardi, appartenente ad una ricca famiglia di banchieri fiorentini, e morì
giovane, all’età di 25 anni. La morte della donna, che Dante non aveva mai
cessato di amare, lo gettò in una vita di dissipazione, durante la quale
si innamorò di una non ben precisata ‘donna gentilÈ, cantata nella Vita Nova.
Nel campo della letteratura ebbe una tenzone con Forese Donati, suo
compagno di dissolutezze. I due si scambiarono sonetti trivialmente
ingiuriosi in cui Dante rinfaccia all’amico Donato la trascuratezza e la povertà
in cui lascia la moglie Nella e Forese rinfaccia a Dante la dappocaggine del
padre; lo rimprovera per guadagni illeciti ricavati da opere pubbliche a lui
affidate e di viltà per non aver fatto vendetta di un’onta recata alla sua
famiglia. Dante nel Purgatorio dove mise Forese Donati, fece ammenda e
riscatto delle ingiurie a lui indirizzate.
Il ricordo di Beatrice e l’amicizia di Guido Cavalcanti spinsero Dante a mutar
vita, a darsi alla filosofia e a frequentare la scuola dei francescani di
Santa Croce e quella dei domenicani di Santa Maria Novella. Intanto strinse
amicizia con Brunetto Latini, che considerò un maestro, studiò Virgilio e San
Tommaso e lesse Boezio, Cicerone e altri scrittori latini e greci.
Sposò Gemma, figlia di Manetto Donati, e dal matrimonio ebbe diversi figli:
Jacopo, autore di un poema scientifico, Pietro il primo commentatore della
Divina Commedia; Antonia che si fece suora col nome di Beatrice, e forse
anche un Giovanni, menzionato in un atto del 1308.
Nel 1289 Dante combatté nella battaglia di Campaldino nelle schiere dei feditori
a cavallo. Nello stesso anno è presente alla resa del Castello di Caprona contro
la ghibellina Pisa, allora governata dall’arcivescovo Ruggeri degli
Ubaldini, il quale aveva ucciso per fame il precedente podestà guelfo Ugolino
della Gherardesca, vinto nella battaglia della Meloria contro Genova e colpevole
di una politica favorevole a Firenze. L’episodio viene ricordato in un canto
della Divina Commedia.
La politica fiorentina in quegli anni è guidata dagli Ordinamenti di
giustizia di Giano della Bella che segnano il trionfo della democrazia. Allora
la città era divisa in tre parti: i Grandi, coloro che in passato avevano
retto le sorti di Firenze; il popolo grasso (i capitalisti e i
produttori); il popolo minuto (il proletariato).
Dante per antichità di casato apparteneva ai Grandi e poiché gli
Ordinamenti escludevano dalle cariche pubbliche coloro che non
risultassero iscritti a qualche arte, Dante si iscrisse a quella dei medici e
degli speziali, nella sua qualità di cultore di studi filosofici. Potè
così partecipare alla vita pubblica. Venne inviato nel 1300 come ambasciatore a
San Giminiano per la difesa della città contro Bonifacio VIII, Fece parte del
priorato dal 15 giugno al 15 agosto e si trovò coinvolto in una zuffa tra le
fazioni del Bianchi e dei Neri. L’episodio sarà la causa di tutte le sue
sventure.
I Bianchi rappresentavano i popolani, i Neri rappresentavano i Grandi. Nel
giorno di calendimaggio, mentre la gioventù festeggiava la primavera, ebbe luogo
una zuffa. Papa Bonifacio VIII inviò come paciere il cardinale Matteo d’Acquasparta,
ma in realtà col segreto mandato di appoggiare i Neri e porre il Comune di
Firenze alle sue dipendenze. Il 23 giugno ha luogo una seconda zuffa. I priori
in carica, tra cui Dante, decidono di cacciare in esilio i capi delle due parti.
Ma l’anno successivo gli esiliati Bianchi furono richiamati in patria dai nuovi
priori, con la scusa che erano stati confinati in una zona malarica. Ciò provocò
il risentimento dei Neri. Ai primi di giugno del 1301 i Neri invitarono i
Bianchi a radunarsi nella chiesa di S. Trìnita per una pacificazione, ma con
l’intento di farla fallire e di rigettare la colpa sui Bianchi. La congiura fu
scoperta e ne seguirono gravi condanne da parte del Papato contro i Neri. Il 1°
novembre 1301 una ambasceria, di cui faceva parte Dante, fu inviata al
pontefice.
Bonifacio rimandò indietro due ambasciatori e trattenne Dante. Intanto Carlo di
Valois, fratello di Filippo il Bello, entrava con le sue truppe in Firenze e
lasciava il campo libero alle vendette tra le varie fazioni.
Dante, che si trovava a Siena con altri cittadini, senza alcuna prova ma solo
per la sua fama, fu accusato di baratteria e soprattutto di ostilità
verso il papa e verso Carlo di Valois. Per questo fu condannato all’esilio per
due anni fuori della Toscana, al pagamento di 5000 fiorini e alla perdita dei
diritti civili. Non essendosi presentato nello spazio di tre giorni
davanti ai giudici, la seconda sentenza si concluse con la confisca di
tutti i beni, con l’esilio perpetuo e, nel caso fosse stato preso, ad essere
bruciato vivo.
Dante negli anni 1302-1304 partecipò a due tentativi di rimpatrio che fallirono
miseramente. Al terzo Dante non partecipò per un dissidio con i compagni, “la
compagnia malvagia e scempia”, e da allora fece parte per se stesso.
Iniziarono così gli anni di esilio da Firenze durante i quali il poeta
vagò per diverse corti italiane dove fu sempre benevolmente accolto.
1304-1306 Visse a Verona, ospite dapprima presso Bartolomeo e poi presso
Alboino della Scala.
1306-1307 Si recò in Lunigiana presso i marchesi Malaspina ove, per mandato di
Morello Malaspina, riuscì a stringere pace a Sarzana col
Vescovo di Luni.
1307-1308 A Casentino fu accolto dai conti Guidi di Battifolle. In questo
periodo è forse da porre l’amore appassionato per una donna non altrimenti nota
che col nome di Pietra e per la quale compose le Rime Petrose in cui è
presente l’ira del poeta per la donna che rifiuta il suo amore e che Dante
definisce “scherana micidiale e latra”. Taluni, come il Boccaccio, posero in
questo periodo un viaggio a Parigi. Ma la notizia non è basata su dati certi.
Nel 1310 l’imperatore Arrigo VII di Lussemburgo scese in Italia per comporre le
guerre civili di Lombardia e Toscana e per restaurare l’autorità
imperiale. In quell’occasione Dante scrisse tre lettere: la prima ai re, ai
principi e ai popoli italiani in cui esaltò la pace sicura che
l’imperatore poteva portare; la seconda agli “scelleratissimi fiorentini”; la
terza all’imperatore affinché si affrettasse nella sua missione e muovesse
contro Firenze, definita una “fetida volpe”, una “vipera che morde la madre”
“una pecora infetta che contagia tutto il gregge”. Purtroppo l’impresa di Arrigo
VII ebbe esito infelice causa l’ostilità del papa Clemente V che temeva
l’egemonia imperiale in Italia e per la morte di Arrigo a Buonconvento, mentre
si apprestava ad assalire Firenze.
Dal 1313 al 1321 Dante continuò il suo esilio e le sue preregrinazioni.
Nel 1312 lo troviamo a Lucca presso Uguccione della Faggiola. Pare che il poeta
in quel soggiorno si fosse innamorato di Gentucca la quale gli fece piacere
quella città che a lui pareva solo abitata da demagoghi e da barattieri. Durante
il soggiorno lucchese il Vicario del re Roberto d’Angiò, Messer Ranieri Zaccaria
d’Orvieto, emanò un decreto di amnistia per i fuoriusciti fiorentini, purché
pagassero una certa somma e facessero ammenda nella chiesa di San Giovanni
davanti al vescovo. Dante rifiutò dicendo in una lettera scritta ad un amico
fiorentino che quella non era la via del rimpatrio.
Come conseguenza il Vicario bandì un’altra condanna contro il poeta e anche
contro i suoi figli, perché ritenuti pericolosi partigiani di Uguccione.
Nel 1315 andò a Verona al seguito di Uguccione, cacciato da Pisa e da Lucca, e
fu ospite di Cangrande della Scala, ospite generoso di profughi italiani e
stranieri
Poi andò a Ravenna presso Guido Novello da Polenta, nipote di Francesca da
Rimini. Dante chiamò a sé i figli i quali gli resero più dolce la sua
travagliata vita. Gli giunse a Verona l’invito di Giovanni del Virgilio, maestro
di retorica all’Università di Bologna, per ricevere l’incoronazione poetica.
Rifiutò inviando due lettere, dicendo che voleva essere incoronato solo a
Firenze. Inoltre non desiderava allontanarsi da Ravenna in quanto a Bologna
temeva per alcuni nemici guelfi.
Nel 1321 Guido gli affidò una ambasciata a Venezia, che insidiava le terre dei
Da Polenta. Ritornò malato, colpito da febbri malariche che lo condussero a
morte il 14 di settembre di quell’anno. Fu sepolto in una cappella esterna
della chiesa di San Pier Maggiore, detta poi di San Francesco in Ravenna. Invano
Firenze richiese più volte le sue ossa per fare ammenda.
Opere: Vita Nuova È la storia dell’amore di
Dante per Beatrice, scritta un anno dopo la morte della giovane, avvenuta il
1290, all’età di 25 anni. Il poeta scelse tra le sue rime d’amore quelle che più
si confacevano con l’ideale che si era andato nel tempo maturando in lui.
Seguendo i dettami del Dolce Stil Novo, collegò le rime con prose alla maniera
provenzale. Le prose servono a narrare l’iter del suo sentimento e a
spiegare le poesie stesse, in modo da dare all’opera unità e movimento
Rime Titolo che racchiude le poesie del poeta, composte quasi tutte
prima dell’esilio o nei primi anni di esso
Convivio Si tratta di un trattato filosofico-scientifico scritto in
volgare. In esso invita gli uomini di mezza cultura ad un banchetto
spirituale, prendendo tre canzoni ed esaminandole dal punto di vista letterale
ed allegorico. Nella sua intenzione il trattato doveva essere composto di
quattordici canzoni, già diffuse tra il pubblico, più un libro di introduzione.
Ma Dante scrisse solo l’introduzione e il commento a tre canzoni.
De Vulgari Eloquentia Trattato linguistico in latino, rimasto
ignoto per circa due secoli e pubblicato nel Cinquecento da Gian Battista
Trissino. Opera importante perché apre nella letteratura italiana la questione
della lingua. Dante si propone di studiare il volgare illustre in cui, secondo
il suo parere, dovevano essere scritte le rime e le prose di più alto stile.
De Monarchia Trattato politico in latino, scritto probabilmente in
occasione della venuta in Italia di Arrigo VII e del suo conflitto con Clemente
V. Contiene il pensiero dell’autore, che troverà conferma nella Divina
Commedia. In esso Dante combatte tanto la teoria guelfa che pretendeva
l’Impero sottoposto al Papato, quanto quella ghibellina che sosteneva il
contrario. “Cesare a Pietro usi la reverenza dovuta al padre dal figlio” ma
nulla più.
Quaestio de aqua et terra.
Dissertazione fisica tenuta a Verona il 1330 nella chiesa di Sant’Elena
per combattere l’opinione che il livello dell’acqua possa in talune parti della
circonferenza terrestre essere più alto di quello della terra che emerge.
Due egloghe latine a Giovanni del Virgilio (1320)
Epistole. Ne sono rimaste tredici
E, infine la Divina Commedia, un poema narrativo allegorico che ha per
soggetto “lo stato delle anime dopo la morte” e “l’uomo in quanto,
meritando o demeritando per la libertà dell’arbitrio, è sottoposto alla
Giustizia che premia e punisce”.
L’opera è divisa in tre cantiche. La prima (Inferno) fu iniziata, secondo
il Boccaccio, primo biografo dantesco, prima dell’esilio e completata con
la calata di Arrigo VII. La seconda cantica (Purgatorio) venne composta
fra il 1310 e il 1313 quando Arrigo VII era in Italia. La terza (Paradiso)
negli ultimi anni di vita del poeta. Il titolo, inizialmente Commedia,
venne ampliato dal Boccaccio con l’aggiunta di Divina e appare per
la prima volta in una edizione comparsa nel 1555 a Venezia. Il periodo in cui
Dante completò il viaggio nell’aldilà ebbe luogo in occasione del giubileo del
1300 bandito da Bonifacio VIII, e durò secondo alcuni dal 25 marzo, data della
morte di Cristo, al 3 aprile, Domenica delle Palme; secondo altri tra l’8 e il
quindici aprile (Settimana Santa).
Si compone di 100 canti. Il primo è di proemio, gli altri 99 sono equamente
divisi nelle 3 cantiche, ognuna delle quali è quindi composta di 33
canti. Ciascun canto è in terzine in modo che il numero mistico 3 (che indica la
Trinità) domina la costituzione del poema. Le tre cantiche terminano tutte con
la parola ‘stellÈ.
Dante, smarrito nella selva del peccato, incontra Virgilio, la sua guida che lo
accompagna verso la luce ma non prima di avergli fatto percorrere e visitare
dapprima l’Inferno e poi il Purgatorio. Dalla selva oscura il poeta e la sua
guida attraversano la porta dell’inferno ed entrano nel regno di Lucifero,
formato da un immenso imbuto, diviso in nove cerchi in cui sono collocati i
peccatori cui sono inflitte pene varie. Quanto più si scende, tanto più i
peccati sono gravi e gravi pure le pene. Al fondo dell’imbuto c’è Lucifero.
Superato il centro della Terra, i due poeti risalgono attraverso la ‘natural
burella’ e riemergono alla luce nell’emisfero australe, ai piedi della grande
montagna del Purgatorio. Qui si trovano i peccatori veniali che, dopo
scontata la pena, possono salire al cielo. Il Purgatorio è diviso in una prima
balza che comprende gli scomunicati pentiti, seguita da sette cornici, più il
Paradiso Terrestre. Rimane costante il numero nove. Nel Paradiso Terrestre Dante
si addormenta e si sveglia, trovandosi accanto Beatrice, la nuova guida che ha
preso il posto di Virgilio e che accompagnerà Dante nel suo ultimo percorso sino
a Dio.
FILATELIA
AJMAN Anno 1972
(Mic. 2213),
ANTIGUA
Anno
2000
(2747),
ARGENTINA
Anno
1965
(718),
BULGARIA
Anno
1998
(3768),
CAMBOGIA Anno
1983
(386), DDR Anno
1965
(793),
DODECANNESO
Anno
1932 (30),
ECUADOR
Anno 1966
(760/1),
1996
(462 PA.),
FUJERA
Anno
1972
(79 PA.),
GERMANIA
Anno 1971
(549), GRENADA
GRENADINA
2000
(2551), GUATEMALA
Anno
1969 (442/6 Posta aerea),
ITALIA
Anno
1921
(116/8),
1932 (303,
314 e 34 PA), 1933
(14 P. Pneumatica),
1938
(439, PA 111/12), 1965
(1004/7),
1990 (156),
2009
(Emissione congiunta con S. Marino e Vaticano), Anno
2012,
MALTA Anno
1965
(322/4),
MESSICO
Anno1965 (260)
MONACO
Anno
(683/87),
2009,
PANAMA
Anno1967
(384), PARAGUAY
Anno 1966
(853),
ROMANIA
Anno 1965
(2124),
RUSSIA
Anno
1965
(2909),
SAN
MARINO
Anno
1965
(700/3),
2009
(emiss.cong. con Vaticano e Italia),
SIERRA
LEONE
Anno
1993
(1661),
UMM
AL
KAIWAIN
Anno
1972
(887/921 105 valori),
URUGUAY Anno
1966
(293),
VATICANO
Anno
2009
( 1506 - Emissione congiunta con Italia e S.
Marino), USA
Anno
1965
ALISH ABDULLA
(Russia)
Nato nel 1908 a Kuyuki, Tatarstan. Morto nel 1944.
Scrittore Tatar, giornalista, è un autore noto per i suoi libri per bambini.
Servì come un soldato nel 1941. Venne catturato dai tedeschi. Apparteneva al
gruppo di combattenti della resistenza Tatar intorno Musa Dzhalil.
Fu ucciso il 25 agosto 1944, a Plötzensee.
FILATELIA
URSS Anno 1968 (Busta postale)
ALISHAN GHEVONT
(Armenia)
Nato 6 luglio
1820 Costantinopoli , Impero Ottomano. Morto il 9 novembre 1901 a Venezia.
Ha frequentato
una scuola cattolica armena prima di andare a Venezia per continuare la sua
formazione presso il monastero Mekhitarian. Si è unito all'ordine
armeno-cattolico dei monaci conosciuti come i Mekhitarians nel 1838 e più tardi
fu ordinato sacerdote. Anche se autore di una serie di opere religiose, Alishan
ha speso i suoi anni adulti come istruttore nelle istituzioni educative gestite
dai Mekhitarians. All'inizio, ha sviluppato un interesse per il folklore armeno
e si era rivolto a comporre poesie.
Alishan si
guadagnò fama come scrittore di opere storiche. Ha pubblicato una ventina di
lavori in due volumi, contenenti una raccolta di manoscritti del monastero
Mekhitarian. Ha pure pubblicato una serie di grandi volumi illustrati di
interesse storico su varie province: Shirak Armenia (1881), Sisvan
(1885), Ayrarat (1890), e Sisakan (1893), che contengono
informazioni geografiche, topografiche, storiche, architettoniche, e altro.
Questi volumi hanno fornito le basi per lo sviluppo di un forte senso di
identificazione nazionale con l'Armenia tra gli armeni in comunità di espatriati
e tra le giovani generazioni. Nell'ultimo anno della sua vita, in occasione del
duecentesimo anno della fondazione dell'ordine Mekhitarian, Alishan ha concluso
le sue ricerche con l’opera Hayapatum (Storia armena).
Alishan è stata
una delle rare figure del XIX secolo, periodo di rinascita culturale armena, ad
imparare l'inglese. Ha viaggiato in Inghilterra nel 1852 e pubblicato nello
stesso anno la traduzione, in armeno, di una sezione del Paradiso Perduto
di Milton. Successivamente ha pubblicato traduzioni di Byron e di Longfellow.
Nel 1867 ha pubblicato le canzoni popolari armene tradotte in inglese.
E 'stato premiato
con la Legion d'Onor dall’ Accademia di Francia nel1866. E’ stato membro
onorario della Società asiatica di Italia, della Società Archeologica di Mosca,
dell’Accademia Veneziana e della Società Archeologica di San Pietroburgo. Era
pure membro della Congregazione Mekhitarist in Venezia dal 1838.
Nel 1885,
l’Associazione armena degli Studenti di Parigi gli rivolse un appello per creare
la prima moderna bandiera armena. Il suo primo disegno fu un tricolore
orizzontale, con una serie di colori diversi da quelli utilizzati sulla bandiera
armena di oggi. In seguito, Alishan progettò una seconda bandiera simile a
quella nazionale della Francia, identificata oggi come la "Bandiera
nazionalista armena". I suoi colori sono rosso, verde e blu, che rappresentano
la fascia di colori che Noè vide dopo l'atterraggio dell Arca sul monte Ararat.
FILATELIA
Armenia Anno 1995
ALISTAIR MACLEAN
(Scozia)
Nato a Glasgow nel 1922. Morto nel 1897.
Figlio di un ministro, di madre lingua gaelico-scozzese, imparò l'inglese come
seconda lingua. Trascorse l’infanzia a Daviot, vicino a Inverness.
Entrò a far parte della Royal Navy nel 1941; durante la Seconda Guerra
Mondiale prestò servizio in Inghilterra e Scozia e poi nella zona atlantica e
polare artica.
Nel 1944 nel teatro del Mediterraneo, prese parte all’invasione del sud della
Francia e contribuì ad operazioni nel Mar Egeo e in Estremo Oriente.
Lasciata la Royal Navy nel 1946, studiò.
l'inglese presso l'Università di Glasgow, dove si laureò nel 1953. Mentre era
studente universitario, iniziò a scrivere racconti brevi e vinse un
concorso nel 1954 con la storia marittima Dileas.
Richiesto dall’editrice Collins, scrisse il romanzo Ulisse. Nel
1960 pubblicò due romanzi sotto lo pseudonimo di Jan Stuart.
Si sposò due
volte ed ebbe tre figli dalla sua prima moglie. A MacLean è stato assegnato un
dottorato in letteratura presso l'Università di Glasgow nel 1983.
Negli ultimi anni di vita lottò costantemente contro l'alcolismo, che alla fine
lo portò alla morte, avvenuta a Monaco di Baviera nel 1987. E’ sepolto a pochi
metri da Richard Burton a Céligny, in Svizzera.
Scrisse libri thriller e di guerra e tra essi sono particolarmente noti I
cannoni di Navarone e Dove osano le aquile dai quali furono tratti
due film di successo. Pubblicò 28 romanzi e racconti brevi di argomento
paranormale
FILATELIA
SIERRA LEONE
Anno
1991 (1415)
AL-JAWAHIRI MUHAMMAD MAHDI
(Iraq)
Nato a 26 Luglio
1899 a Najaf , Iraq. Morto il 27 luglio 1997 a Damasco, Siria.
Il padre, 'Abd
al-Husayn, era uno studioso di religione e desideroso che il figlio seguisse le
sue orme, tanto da vestirlo da chierico 'Abaya’ , con tanto di turbante sin
dall'età di dieci anni. L'origine di "Al-Jawahiri" risale al suo Najafi,ed è
legata ad una famiglia arabo-irachena.
Dall’ 11° secolo
Hijri (15 ° secolo d.C.), i personaggi più famosi che abitarono a Najaf, vennero
chiamati al-Najafi e si guadagnarono il titolo di "Bejeweled" (o al-Jawahiri)
per il loro rapporto con il Libro di valori fiqh (uno studio religioso )
che uno degli antenati della sua famiglia, Shaykh Muhammad Hasan al-Najafi,
aveva scritto. I libri sono stati definiti "il gioiello del discorso per
spiegare le leggi dell'Islam" ed erano composti da una serie di 44 volumi. La
sua famiglia, conosciuta come "proprietaria dei gioielli", venne chiamata "Bejeweled"
(al-Jawahiri).
Muhammad Mahdi
cominciò leggere il Corano in tenera età senza, però, memorizzarlo, per cui il
padre lo mandò presso grandi maestri che gli insegnarono la lettura, scrittura,
grammatica, retorica e la giurisprudenza. Suo padre e altri inoltre si
occuparono della sua preparazione poetica.
L'apprendimento
iniziò in tenera età perchè dimostrò una particolare predisposizione verso la
letteratura. Cominciò a leggere il Libro di Eloquenza e dimostrazione di
Al-Jahiz e la Muqaddimah di Ibn Khaldun e altre raccolte di poesie.
Indossò presto
gli abiti religiosi e partecipò alla Rivoluzione del 1920 contro le autorità
britanniche.
Nel 1928,
pubblicò il volume Tra Sentimenti ed emozioni, la sua prima raccolta di
poesie che aveva preparato sin dal 1924 per la distribuzione con il titolo I
pericoli di Poesia in Amore, Nazione e Odi. Poi lavorò per un breve
periodo alla corte di re Faysal I quando ancora indossava il turbante di un
chierico.
In seguito
lasciò il clero così come abbandonò il lavoro nel tribunale di Faysal. Lasciata
Najaf per Baghdad, andò a lavorare nel campo giornalisico e pubblicò articoli
tra i quali Al-Furat (L'Eufrate), Al-Inqilab e Al-Ra'i al-' Am.
Più volte è stato eletto capo del sindacato degli scrittori iracheni.
Così lo
descfrisse un suo parente; “ Muhammad era un uomo molto brillante che visse
all'altezza delle sue aspettative. La sua passione e amore per la poesia lo
portò a condurre una vita serena. Ebbe otto figli. Dopo la morte della moglie,
ne sposò la sorella, perché voleva che i suoi figli appartenessero tutti alla
stessa famiglia. Fu uno dei più grandi poeti della sua epoca. Nella sua opera
trattò diversi tipi di poesia religiosa legati alla vita di ogni giorno.
Produsse le sue poesie religiose con l’intento diffondere la religione in una
società più ampia”. (Adil Aljawahiri. Da
Internet. Wikipedia)
FILATELIA
IRAQ Anno 2011 (1646)
ALKIO
SANTERI ALESSANDRO (pseud. di
Aleksanteri Filander)
(Finlandia)
Nacque il 17
giugno 1862 a Laihia, presso Wasa nell’Ostrobotnia.
Il padre esercitò
il mestiere di sarto e poi si dedicò alla mercatura. Il giovane Alkio appartenne
al gruppo di autori contadini. Si dedicò con le sue opere al miglioramento
intellettuale e morale delle classi più umili, attraverso una serie di novelle e
di romanzi in cui dipinge la situazione domestica e sentimentale del popolo, le
passioni e le sofferenze che devono trovare conforto nella fede.
Tra i suoi
romanzi più noti sono da ricordare: La famiglia di Teerelan (1887), in
cui descrive la vita dei suoi paesani, Eva (1888) sulla vita di una donna
del popolo, Gli eroi del coltello (1884) e Forze che spezzano
(1896) in cui ritrae un periodo di violenze e descrive la terribile
carestia del 1867, che colpì l’Ostrobotnia. Altra opera sociale Gente di
servizio (1904) in cui auspica il tempo in cui padroni e servi riusciranno a
stabilire rapporti normali e i primi si occuperanno dell’educazione dei secondi.
Un socialismo utopico.
Oltre a queste
opere a largo respiro, Alkio scrisse novelle raccolte in Figure dei
nostri tempi (1889-91), Da villaggi, case e campi (1894).
Interessante la novella Perduto (1882).
FILATELIA
FINLANDIA Anno
1962
(526)
ALLAIN MARCEL e
SOUVESTRE PIERRE
(Francia)
Marcel Allain
nasce a Parigi il 15 settembre del 1885 e muore ad Andésy (Yvelines) il 25
agosto del 1969.
Figlio di un
avvocato. incontra nel 1907 Pierre Souvestre il quale cercava un segretario per
il giornale “Le pois lourd”. Inizia a scrivere con lui diversi racconti
prima di creare il personaggio che li rese famosi: Fantomas. Dopo la morte
di Souvestre, avvenuta nel 1914, continua la serie, affiancando ad essa altre
opere come Fatala, Ferocias, Nez en l’air, Titi le Moblots…
Nel 1919/21 è
segretario del “Petit journal”. Sposa nel 1926 Henriette Klitser, già
compagna di Souvestre. La sua attività letteraria è costante e dura sino
alla sua morte. A lui sono attribuite oltre 400 opere.
Pierre
Souvestre nasce a Plomelin (Finistère) il primo giugno del 1874 e muore a
Parigi il 6 febbraio del 1914.
Figlio di un
prefetto e nipote di uno scrittore, inizia a studiare diritto e si laurea nel
1894. Pratica la professione di avvocato, ma la sua passione è la
letteratura. Sue prime opere sono Pêlemêle (1894), En badinant
(1895) sotto lo pseudonimo di Pierre de Breiz.
Appassionato di
automobilismo, dirige a Liverpool una scuderia automobilistica e organizza anche
corse d’auto. Lì conosce Henriette Kitsler che diventa la sua compagna.
Rientrato in
Francia, scrive articoli per il quotidiano “L’Auto” (poi diventato “L’Equipe”.
L’incontro con
Allain avviene nel 1907. Nel 1910 sottoscrive un contratto con l’editore Fayard
per una serie di 24 libri, dal titolo Fantômas, con la scadenza di
uno al mese.
Muore nel
febbraio del 1914.
Fantômas,
il personaggio da loro creato, è un mostro onirico di un’orgia demenziale di
morte e terrore, che imperversò per anni su Parigi, sull’Europa, sul mondo.
Fantômas è un ladro, ricattatore, assassino, inafferrabile, terrificante,
trasformista principe, espressione di crudeltà, del crimine, genio del male. I
due autori scrissero una trentina di volumi, oltre diecimila pagine. Per la
rozzezza del racconto e per le trame cattivanti, i feuilleton di Fantômas,
catturarono il lettore piccolo-borghese e furoreggiarono per anni.
Anche in epoche
recenti sono stati ristampati dalla Mondadori e da altre case editrici mentre
alcuni registi, anche di fama, hanno utilizzato il personaggio in diversi film.
Qualche casa
editrice, con opportune modifiche, ha pubblicato alcuni romanzi in collane per
adolescenti come Fantômas, Il terrore mascherato, Il sicario che
striscia,
Nella seconda
metà del Novecento le sorelle Giussani hanno trattato a fumetti un personaggio
simile, battezzandolo Diabolik..
IL PERSONAGGIO
Fantômas è un personaggio
letterario (poi adattato in numerose occasioni per il cinema e la TV) creato nel
1911, protagonista di una serie di 32 romanzi scritti dai francesi Marcel Allain
e Pierre Souvestre e di una successiva serie di 11 romanzi successivi, scritti
dal solo Marcel Allain, dopo la scomparsa del coautore.
Criminale
spietato, dotato di intelligenza diabolica, abilissimo nei travestimenti e
megalomane, organizza intrighi delittuosi complessi e con fini ambiziosi. Egli
riesce sempre a sfuggire al suo nemico giurato, l'ispettore Juve, e all'alleato
di questi, il giornalista Jerôme Fandor, innamorato di Hélene, la figlia di
Fantômas. I romanzi della serie di Fantômas contengono i motivi di due generi:
quello dei feuilletons, romanzi di intrigo pubblicati a puntate e
tipicamente di ambientazione parigina, e quelli del genere poliziesco. In questo
la serie dei romanzi su Fantômas va accostata a quella su Arsenio Lupin, il
personaggio creato da Maurice Leblanc.
Popolarissimi in Francia (ma anche
in altri paesi europei e in particolare in Italia), dagli anni 1910 agli anni
1930, hanno dato origine a numerose versioni cinematografiche, a fumetti e
teatrali; inoltre personaggio e libri sono stati ripresi in numerose opere di
fantasia. Infine va ricordato che la figura di Fantômas ha influenzato
personaggi di opere seriali successive come i cattivi dei films con James
Bond, e i cattivi del fumetto con Diabolik, creato dalle sorelle Giussani e
altri vari protagonisti del genere horror.
FILATELIA
FRANCIA Anno
1996
(3010)
ALLEN PAMELA
(Nuova Zelanda)
Nata ad Auckland
nel 1934.
Ha studiato Belle
Arti e, terminati gli studi, si è trasferita nel 1977 a Sidney col marito e due
figli.
Sin da bambina
sviluppa la sua passione per il disegno e su tale linea conduce i suoi studi.
Il primo libro
Il signor Archimede Bath fu pubblicato nel 1980.
Scrittrice e
illustratrice di libri per bambini, inserisce sia nei testi sia nelle
illustrazioni toni umoristici ed espressivi. I suoi libri sono operette ideali
per una lettura ad alta voce in un coinvolgimento adulto bambino. Nelle sue
opere e disegni è sempre costante e stretto il rapporto tra testo, immagine ed
espressività dei personaggi. La Allen sostiene l’utilità della lettura ad alta
voce seguita da un rapporto dialettico con i piccoli ascoltatori.
Molte sue opere
sono state premiate: nel 2004 ottiene la medaglia d’oro nel prestigioso premio
per la letteratura per l’infanzia, Medaglia Margareth Mahy. Nello stesso anno le
viene assegnato il Nuova Zelanda Post Book Awards for Childrens & Young Adults.
È stata finalista nel 2006 per il Premio Nuova Zelanda Post Book Award for
Childrens and Young Adults.
Ha scritto e
illustrato: Chi affondò la barca? 1982, Bertie e l’Orso
1983, Mr McGee
, 1987 Simon Said, (1985), Watch Me (1985),
Herbert e Harry (1986), Fancy That (1987), Il Signor McGee,
1987, , Questa fantasia!, 1988,
Simon Ti (1988), Watch Me Now 81989), I Wish i Had a Pirata
Suit (1989), Il mio gatto Maisie, 1990, Black Dog (1991),
Belinda, 1992Waddle Giggle Gargle, 1996, Signor McGee e la
Biting delle pul,,i 1998, Il Signor McGee e la perfetta Nestì,
1999, Dentro la casa di Mary Elisabeth (2000), Potete mantenere un
segreto? (2000), Pane e miele Brown (2001), Il popolo di patate
(2002), Il nonno e Thomas 2003, Il Nonno Thomas e l’ombrello verdeShortlisted
(2006)
FILATELIA
AUSTRALIA
Anno
1996
(1556)
Allen Woody
(Allen Stewart Königsberg)
(USA)
Nato il 1°
dicembre del 1935 a New York,
Nato nel
quartiere di Flatbush, è diventato il maggiore esponente della comicità
intellettuale ebraica new-yorkese. I suoi genitori erano ebrei americani mentre
i nonni provenivano dall'Europa dell'est.
Da un punto di
vista familiare ed economico ebbe un'infanzia ed un'adolescenza abbastanza
tranquille. A soli quindici anni comincia a scrivere gag per le rubriche di
gossip di alcuni quotidiani della città. I suoi insuccessi universitari (NY
University e City College) lo spingono verso il mondo dello spettacolo: lavora
come presentatore comico nei night club e contemporaneamente si guadagna da
vivere scrivendo testi comici per programmi televisivi, prima di iniziare la
carriera cinematografica come sceneggiatore e attore di commedie (Ciao
Pussycat, 1965).
L'esordio alla
regia avviene nel 1969 con Prendi i soldi e scappa e in pochi anni
realizza i film che gli danno fama mondiale: Il dittatore dello stato libero
di Bananas (1971), Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma
non avete mai osato chiedere (1972) e Amore e guerra (1975). Sono
film di una comicità scatenata e fulminante. Nel 1977 la svolta. Io e Annie
è sicuramente una pellicola ancora molto divertente, ma con in controluce un
trattamento dei temi amaro e disincantato.
Negli anni
Ottanta Woody Allen, dopo il successo di Manhattan (1979), e di Zelig
(1983) si dedica alla regia. I film più originali di questo periodo sono La
rosa purpurea del Cairo (1985) e Radio Days. (1987).
Nei primi anni
Novanta, comincia a superare l'opera autobiografica con altre tematiche:
Ombre e Nebbia (1991), Misterioso omicidio a Manhattan (1993),
Pallottole su Broadway (1994).
Sicuramente il
più europeo dei registi americani, il suo cinema potrebbe essere sintetizzato in
poche parole: psicanalisi, sesso, New York, ebraismo e musica jazz.
Allen ha scritto
articoli di prosa umoristica sul “The New Yorker magazine”.
FILATELIA
PORTOGALLO Anno
2000
(2588),
GUINEA Anno 2010, (5200/5)
Allsburg Chris Van
(U.S.A.)
Nato
a Grand Rapids, Michigan, il 18 giugno 1949.
Frequentò la junior e la senior high school nell’East
Gran Rapids, dove si applicò alla matematica e alle scienze. Selezionato tra
vari studenti , fu inviato nel 1967 all’Università del Michigan, dove,
inizialmente si sentì fuori luogo a causa della sua inesperienza. Trovò uno
sfogo nell’occuparsi nella costruzione di modelli di automobili e
barche. Laureatosi nel 1972, continuò la sua esperienza presso la Rhode Island
School of Design.
Nel 1975 aprì un suo studio a Providence, assieme
alla moglie, Lisa Morrison, conosciuta quattro anni prima, durante un corso
universitario. Chris espose le sue sculture a New York e in altre città. Assieme
a Lisa, che era stata insegnante, cominciarono ad occuparsi di illustrazioni
dapprima di un libro di storia e poi, dietro suggerimento di David Macaulay,
furono spinti ad illustrare libri da loro stessi prodotti.
Senza tralasciare la scultura, scrissero e
pubblicarono nel 1979 Il giardino di Abdul Gasazi, che nel 1980
ottenne in premio la Medaglia d’Onore Caldecott. Altre due medaglie furono
vinte per le opere Jumanij e L’espresso polare. Altre opere
ricevettero riconoscimenti come I misteri della Harris Burdick. Dal libro
Jumanij nel 1982 fu tratto un lungometraggio.
FILATELIA
OLANDA 2004
(2178)
ALMAFUERTE Pedro Bonifacio Palacios
(Argentina)
Nato a San Justo, Buenos Aires
(Argentina) il 13 maggio 1854. Morì il 28 febbraio 1917 nella città di La Plata,
provincia di Buenos Aires.
Di umile famiglia, maestro, amante
della pittura, scrisse sotto lo pseudonimo di Almafuerte.
Contrario al governo di Sarmento,
avendo scritto poesie ‘antigovernative’, perse il posto di lavoro. Ciononostante
continuò nella sua attività di poeta, collaborando a giornali locali, tra cui il
quotidiano “Persone”, fino a raggiungere una certa fama. Svolse anche l’incarico
di Bibliotecario e di traduttore, ma non volle mai accettare pubblici
impieghi.
Molto seguito dai giovani, ricevette dal Congresso Nazionale una pensione a
vita, per il suo lavoro Le sue composizioni, chiamate ‘milongas’, hanno un tono
predicativo. Evangelica (1915) è
stato il suo lavoro più rappresentativo.
Principali lavori: Lamentazioni
(1906), Poesie (1917), Almafuerte e la Guerra del 1914, Nuove
poesie, Milonghe classiche, Sonetti medicinali, Dio salvaci, ,
furono tutti pubblicati a Buenos Aires nel 1917 dopo la sua morte.
FILATELIA
ARGENTINA Anno
1983
(1340).
AL-MALA'IKA NAZIK
(Iraq)
Nata a Baghdad il 23 agosto1922. Morta al Cairo il 20 giugno 2007.
È
considerata una delle prime poetesse che introdussero l'uso del verso libero
nella rigida struttura poetica araba.
Prima di sette figli, nacque da genitori entrambi poeti. Il padre, insegnante,
fu anche editore di un'enciclopedia in 20 volumi; la madre aveva scritto poesie
contro la dominazione britannica. Sin da piccola mise in mostra la sua
propensione all'arte poetica componendo la sua prima poesia in arabo classico
all'età di soli 10 anni.
Frequentò il College universitario di Baghdad, laureandosi in letteratura nel
1944. Seguì pure corsi di musica. Mentre era ancora al college, pubblicò alcune
poesie su giornali e riviste. La sua prima raccolta, A'shiqat Al-Layl
(L'amante della notte), è pubblicata nel 1947.
Grazie alla sua buona conoscenza della lingua inglese vinse una borsa di studio
presso l'università di Princeton nel New Jersey. Nel 1954 proseguì i suoi studi
nel Wisconsin dove conseguì il master in Letterature Comparate, ottenendo poco
dopo una cattedra universitaria di letteratura.
Nel 1961 sposò Abdel-Hadi Mahbouba, suo collega nel reparto di lingua araba
presso il College di Baghdad. Con il marito contribuì a fondare l'Università di
Basra, nel sud dell'Iraq. Molte delle sue opere sono state pubblicate a Beirut e
in Libano, dove si trasferì alla fine del 1950.
Nel 1970 lasciò il suo paese in compagnia del marito e visse in Kuwait fino a
che nel 1990 Saddam Hussein invase il paese. Dopo il 1990 si trasferì al Cairo,
dove trascorse il resto della sua vita.
Sebbene altri poeti prima di lei avessero già tentato il verso libero, è con
Nazik al-Mala'ika che il metro della poesia araba viene rivoluzionato secondo un
programma ben preciso.
Il colera è una poesia ispirata ad un
fatto di cronaca: un'epidemia di colera che attraversò l'Egitto e l'Iraq nel
1947. Un intento coraggioso quindi, tenuto anche conto del suo sesso.
Nel 1949 al-Mala'ika pubblica Schegge e cenere, preceduta da una lunga
prefazione sulla teoria della metrica della nuova poesia. L'accettazione nel
mondo accademico non fu semplice, ma la poetessa non si lasciò intimidire. La
poesia di al-Mala'ika non è comunque priva di metro, anzi fa preciso riferimento
a sedici metri della tradizione classica araba, è quindi più corretto parlare di
verso libero e non di verso sciolto.
Altra tematica importante è quella della condizione femminile nel mondo arabo.
La poetessa scrisse anche alcuni saggi, come Donne fra due estremi: passività
e scelta etica, del 1954.
Morì nel 2007, all'età di 85 anni a causa di una serie di problemi di salute tra
i quali il morbo di Parkinson.
Opere: The Poetry of Arab Women: A Contemporary Anthology, 2000.
Encyclopedia of World Literature in the 20th Century, 2000. Encyclopedia of
World Literature in the 20th Century, vol. 3, 1999. 'Nazik al-Mala'ika's poetry
and its critical reception in the West, 1997. Reflections and Deflections,
1986. Women of the Fertile Crescent: Modern Poetry By Arab Women, 1999.
FILATELIA
IRAK Anno 2011
ALMEIDA GUILHERME
de
(Brasile)
Nato a Campinas, San Paolo, 1890. Muore nel 1969.
Si fece conoscere in campo letterario nel 1917 con un libro di impronta
romantico-simbolista Nos. A vent’anni aveva cominciato a comporre e
a pubblicare poesie semplici, cattivanti, preferite dai dicitori dell’epoca per
la loro musicalità.
Per la sua adesione a idee estetiche del Movimento Modernista, suscitò reazioni
avverse tra gli intellettuali conservatori.
Ebbe una vita tormenata e affascinante. Con l’avvento di Getulio Vargas al
potere abbracciò la causa costituzionalista e fu soldato durante la rivoluzione
del 1932. Per tale scelta ideologica dovette sottostare ad un anno di esilio in
Portogallo, dove fu accolto con gli onori dovuti ad uno dei maggiori poeti.
Tornato in patria, compose la
Cançao
do Expedicionario,
nota e cantata in tutto il paese. Nel 1959 venne eletto Principe dei Poeti
Brasiliani.
Alla sua morte, avvenuta a 79 anni, lasciò 27 poemi, sei opere in prosa e
traduzioni dal francese.
Tra esse:
La danza delle ore
(1919),
Razza
(1924),
L’angelo del sale
(1951).
FILATELIA
BRASILE
Anno
1990
ALMEIDA JOSÉ
AMERICO de
(Brasile)
Nato
a Areiba, Paraìba, nel 1887 e morto nel 1980.
Uomo politico e
scrittore, partecipò alla rivoluzione liberale del 1930. Fu in seguito
eletto ministro sotto Vargas. In campo letterario fu l’iniziatore della
cosiddetta ‘narrativa del nord-est’, impegnata nell’analizzare la situazione
delle condizioni sociali del paese. I suoi romanzi sono impegnati e
affrontano la difficile vita degli uomini di ceto rurale, di cui sono affermati
i diritti, che lavorano l’arida terra del sertao, i luoghi
più solitari e disagiati dell’interno del Brasile. Si battè per affermare tali
diritti, come traspare nei suoi romanzi Rifiuti (1929) e Guardiani
(1935).
FILATELIA
BRASILE Anno
1887
(1854)
ALMQUIST CARL
JONAS LOVE
(Svezia)
Scrittore
svedese nacque a Stoccolma il 18 novembre 1793.
Poeta e
romanziere, è autore di una vastissima e caotica produzione letteraria che
abbraccia e riflette tutte le varie tendenze del romanticismo.
Ebbe una infanzia
tranquilla e la possibilità di studiare (la madre proveniva da una famiglia
insigne e agiata). Frequentò gli studi a Upsala e si iscrisse alla locale
università. Dopo la laurea ottenne vari impieghi nell’amministrazione civile di
Stoccolma. Seguace di Rousseau, abbandonò presto la vita cittadina per
rifugiarsi a vivere in campagna come semplice contadino. A Värmland sposò nel
1824 una contadina e assunse il nome di “contadino Love Carlson”.
Il tentativo
’agreste-pastorale’ fallì dopo qualche anno e Almquist ritornò nella capitale
dove nel 1837 cominciò ad insegnare in una scuola elementare. In seguito divenne
direttore della ‘Elementarskolau’, una carica che lo impegnò nella stesura di
testi scolastici. Scrisse pure un sillabario svedese e altre pubblicazioni si
carattere pedagogico. Tentò inutilmente di ottenere una cattedra di
linguistica presso l’università di Lund.
Le opere che
sino ad allora aveva scritto, fortemente tinte di socialismo, e la visione
romantica della vita e della società, cominciarono a suscitare scandalo. Nel
1822 compose la novella Amorina, il cui tema era la responsabilità dei
delinquenti e della società. Un suo zio vescovo lo dissuase dal pubblicarla. Nel
1939 scrisse Così va bene, una novella in cui affrontava una tesi
contraria alla tradizionale
concezione del matrimonio. La novella attirò su di
lui una solenne ammonizione da parte del Consiglio capitolare del Duomo e in
seguito ad essa dovette lasciare l’insegnamento.
Ripiegò sulla
sua attività di scrittore e si diede al giornalismo entrando a far parte della
redazione del giornale liberale ‘Aftonbladet’.
Incline ad una
vita non proprio irreprensibile si trovò presto in precarie condizioni
finanziarie. Dovette chiedere aiuto ad usurai. Inoltre le cattive compagnie
sconvolsero la sua esistenza.
Nel giugno del
1851 dovette fuggire in America perché citato da un usuraio per falso in
cambiali e tentativo di veneficio. Il tribunale lo condannò in contumacia e lui
cambiò nome assumendo quello di K. Westerman. In America rimase per una
quindicina di anni e di lui, fino al settembre del 1866, non si ebbero più
notizie. Si disse che in quegli anni avesse svolto funzioni di segretario presso
Abramo Lincoln; che fosse stato depredato di tutti i suoi manoscritti, che
avesse avuto a che fare con la giustizia americana. Quando ritornò in Europa,
solitario e sconosciuto, trascorse, sempre sotto falso nome, l’ultimo periodo
della sua vita a Brema dove morì il 26 settembre del 1866. Solo dopo una
cinquantina di anni, nel 1901, la sua figura venne riabilitata e la salma venne
traslata solennemente in Svezia.
Almquist scrisse
molti romanzi, novelle, drammi, poemi epici, opere di fantasia, progetti di
riforme sociali, romanzi avventurosi e ‘noir’, per la maggior parte raccolti
sotto il titolo Il libro della rosaspina che comprende Il gioiello
della regina (1834); il racconto Così va bene (1838); opere
teatrali tra cui Ramido Marinaresco (1834); saggi Importanza della
povertà svedese (1838), Fondamenti del malcontento europeo (1847);
poesie Sogni (1849). Scrisse i romanzi Amalia Hillner
(1840), Gabriele Mimanso (1841), Tre signore nello Smaland (1842).
La sua è un’opera
discontinua che spazia da temi erotici, Colombina (1835) a novelle in cui
aleggia uno spirito cristiano, La cappella, a opere storiche che
trattano della Svezia antica, della Stoccolma moderna di Gustavo III;
della Bretagna di Re Artù, della Sicilia medievale, della Spagna cinquecentesca.
La sua opera
principale rimane Il libro della rosaspina scritto tra il 1832 e il 1850.
OPERE
Il libro della
rosaspina Raccolta di novelle, drammi, poesie, saggi pubblicati a
partire dal 1832.
Il primo libro
Il castello di caccia serve da introduzione. L’autore racconta la storia di
Julianus che incontra Richard Furumo e da lui apprende la vicenda di Maddalena,
una giovane dissoluta, la quale non è riuscita a soffocare nel suo animo la
visione della purezza persa e il desiderio di redenzione. Furumo ascolta la
storia da Maddalena mentre si trovano vicino ad un baratro. Il giovane la esorta
a sperare e a ricercare la perduta innocenza e quando capisce che in lei sono
nati buoni sentimenti e sono riaffiorati i pensieri di purezza della
fanciullezza, la spinge nell’abisso perché la morte le impedisca di ripensarci.
Il libro contiene
pure Il gioiello della regina, un episodio accaduto dopo l’uccisione di
Gustavo III. Protagonista è Tintomara, figlia di un principe e di una ballerina.
Tintomara non è né uomo né donna. È un essere androgino, di indole buona ma
incapace di amare. Quando sua madre le esprime il desiderio di vedere un
gioiello della regina, Tintomara si reca a corte, dove ha libero accesso, lo
prende e lo porta alla madre, con l’intenzione poi di restituirlo. Ma viene
accusata di furto e condannata a morte.
La cappella
è, forse, la migliore delle novelle. Narra la vicenda di un sacerdote inviato in
una lontana cappella per una predica. Il giovane, che ha preparato un dotto
sermone, si trova di fronte a povera gente, modesta e primitiva. Allora butta
via il sermone scritto e parla con le parole semplici che il cuore gli detta. La
sera prende dimora in una umile capanna e capisce di aver ormai trovato la sua
vera missione: quella di predicare e parlare con gli umili.
Nell’opera vi
sono altre novelle soffuse di romanticismo a sfondo mistico-realistico, nate
sulla scia della conoscenza dell’opera di Rousseau.
FILATELIA
SVEZIA Anno
1966
(544),
1973
(771)
ALONI NISSIM
(Israele)
Nato
nel 1906. Morto nel 1988
Nacque in una
povera famiglia nel quartiere Florentin, a sud di Tel Aviv, un ambiente che per
la dinamicità e l’autonomia dei suoi abitanti offrì al futuro drammaturgo
materiale per le sue opere.
Terminati gli
studi liceali scrisse per un settimanale e nel 1948 prese parte alla
guerra arabo-israeliana. Proseguendo nel servizio militare entrò a far parte
della redazione delle riviste “B’Ayin” e “Asmoret”.
Frequentò corsi
di storia e di Lingua francese presso l’Università ebraica di Gerusalemme.
Nel 1953 venne
rappresentata a Teatro la prima commedia La crudeltà del re, sulla figura
di Geroboamo, con grande approvazione tra gli amanti del teatro. Otto anni più
tardi venne rappresentata la commedia Gli abiti del re che lo
consacrò come uno dei maggiori drammaturghi di Israele. Nello stesso anno,
assieme a Yosi Banai e Avner Hezkyahu fondò il "Teatro delle Stagioni", per il
quale scrisse la commedia La principessa americana.
Continuò a
scrivere opere teatrali, commedie, drammi, scenette e altri tipi di
programmi tra cui The King's Clothes, The American Princess, La sposa e il
cacciatore di farfalle, Edi Re,His other plays
include The Gypsies of Jaffa, The Revolution and the Chicken, Lukas the Coward,
The Raucous Dying, Napoleon Dead or Alive. Gli zingari di Jaffa,
La Rivoluzione e il pollo, Lukas il Coward, The Dying Raucous, Napoleone Dead or
Alive.
Per.
l'attrice Hanna Rovina, scrisse la commedia Zia Liza. Ha anche
pubblicato una raccolta di prosa, chiamata Note di un Stray Cat.
Nel 1992 divenne
socio della Sam Spiegel Film and Television School di Gerusalemme. Nel
1966 gli fu assegnato il Premio Israele per il teatro.
FILATELIA
ISRAELE Anno
2005
(1774)
ALONSO DORA
(Cuba)
Nata a Doralina
de la Caridad Alonso-Perez il 22 dicembre 1910.Morta a Cuba il 21 marzo 2001.
Giornalista e
scrittrice, ha lavorato sia per la stampa sia per la radio. Ha scritto
romanzi, racconti, poesie, teatro e letteratura per bambini. Era anche uno
script-radio-televisiva e scrittrice e corrispondente di guerra.
La sua prima
poesia, Amor, apparve sul quotidiano “El Mundo”. Nel 1933 divenne
corrispondente del quotidiano “Prensa Libre”. Ha fatto parte della
organizzazione anti-imperialista Joven Cuba nel 1934 e ha incontrato Costantino
Barredo Guerra , con il quale ha avuto una relazione fino al 1938. Durante
questo periodo scrisse i primi articoli per la radio.
Nel 1936, ad uno
dei suoi racconti su temi sociali è stato assegnato il primo posto in un
concorso letterario della rivista letteraria “Boemia”. Nel 1942, Alonso ha
iniziato a scrivere per la rivista “Lux”, pubblicato dalla Federazione Sindicato
di stazioni elettriche di gas e acqua, che ha caratterizzato le sue prime
interviste con numerose personalità e figure politiche, come Ti Li Tsu
(ambasciatore cinese a Cuba ) e il poeta Pablo Neruda.
Ha ricevuto un
premio dalla Cubana Alianza por un Mundo Libre. Nel 1950 ha scritto testi
teatrali per lo spettacolo di burattini Pelusín del Monte, uno show trasmesso
dalla televisione cubana.
Alonso è un
scrittrice anche per bambini e le sue opere sono state tradotte e distribuite in
altri paesi. Il suo stile narrativo è basato sulla semplicità e la gestione
delle emozioni. Un importante tema delle sue opere è il contadino cubano che
mostra i suoi valori umani e l'amore per la natura.
Uno dei suoi
libri più famosi, The Year 1961, che racconta le sue esperienze durante
l' invasione della Baia dei Porci come corrispondente di guerra, ha vinto il
premio Casa de las Américas.
Da due dei suoi
romanzi, Tierra Brava e Soy el Batey, sono stati tratti film dall’
Instituto Cubano de Radio y Televisión (ICRT). Tierra inerme, un altro
dei suoi romanzi, ha ricevuto il più alto riconoscimento al II Concorso
Letterario ispano-americano alla Casa de las Américas.
Dora Alonso è
morta il 21 marzo 2001 all'età di 90 anni.
Opere: Tierra
inerme, L'Anno 1961, Tierra Brava, Soy el Batey, Aventuras de Guille,
Palomar, El grillo Caminante, El Caballito enano, La Flauta de chocolate,
Teatro para niños, Tres lechuzas en un cuento, El cochero azul, El valle de
la Pinta Pájara,
FILATELIA
CUBA Anno 2010 (4903)
ALTAMIRANO IGNACIO MANUEL
(Messico)
Nato a Tixla nel
1834. Morto il 13 febbraio 1893.
Figlio del
sindaco di Tixtla, frequentò la scuola locale. In seguito studiò a Toluca grazie
ad una borsa di studio che gli fu concessa da Ignacio Ramírez, di cui egli fu
discepolo. Ha fondato diversi quotidiani e riviste tra cui “El Correo de
Messico”, “ El Renacimiento”, “El Federalista” , “La Tribuna” e “La República”..
Altamirano è
stato presidente della Sociedad Mexicana de Geografía y Estadística (Società
Messicana di Geografia e Statistica) dal 1881 al 1889. Era anche pubblico
ministero, magistrato e presidente della Corte Suprema, così come alto
funzionario del Ministero dei Lavori Pubblici e dell'Economia.
Scrisse diversi
libri che hanno avuto un notevole successo nel suo tempo, tra i quali:
Clemencia (1869) - considerato il primo romanzo moderno messicana, La
Navidad en las montaña ( Natale in montagna ) (1871), Antonia
(1872), Beatriz (1873), Cuentos de invierno (1880), Rimas
(1880), El Zarco (1885-1889, edito 1901).
La sua opera
letteraria ritrae la società messicana del tempo.
Morì a San Remo,
Italia, nel 1893.
FILATELIA
MESSICO Anno 1984 (1064)
ALTERMAN NATHAN
(Israele)
Nato Varsavia,
Polonia (allora parte dell'Impero russo) il 14 agosto 1910. Morto il 28 Marzo
1970.
Poeta israeliano,
drammaturgo, giornalista e traduttore è stato molto influente nella politica
sionista socialista , sia prima sia dopo la costituzione dello Stato d' Israel.
Si trasferì a Tel
Aviv con la sua famiglia nel 1925, quando aveva 15 anni , e continuò i suoi
studi presso il Liceo ebraico Herzliya.
All’età di 19
anni , si recò a Parigi per studiare presso l'Università di Parigi ( La Sorbonne
) ma dopo un anno decise di andare a Nancy a studiare agronomia . Pur
mantenendo stretti contatti con la sua famiglia e gli amici a Tel Aviv,
trascorse tre anni in Francia e fu influenzato dai suoi incontri occasionali con
artisti e scrittori francesi. Quando tornò a Tel Aviv, nel 1932, lavorò presso
la scuola agraria Mikveh Yisrael , ma ben presto la lasciò per lavorare come
giornalista e pubblicare poesie ebraiche.
Alterman ebbe il
merito di aver portato i semi del pomodoro Marmande in Israele, dove divenne la
principale specie coltivata nel paese fino al 1960.
Seguì una
carriera letteraria e politica. Il suo primo libro di poesia Kokhavim Bakhuts
("Stelle al di fuori "), fu pubblicato nel 1938. Questo volume, con i suoi
"temi neo-romantici, molto virtuosismo metrico , lo affermò come poeta.
Nel 1942 , quando
le prime notizie sull'Olocausto raggiunsero la comunità ebraica sionista in
Palestina, Alterman compose una poesia che può essere descritta come una
parafrasi sarcastico sulla preghiera ebraica , "Laudato sei Tu ... che ci ha
scelti fuori di tutte le nazioni " . Nel 1943 , scrisse " La lingua
svedese" , in cui elogiò la volontà della Svezia ad accogliere profughi
ebrei dalla Danimarca. Nel 1943 , scrisse anche una poesia critica sul Papa Pio
XII , una poesia che è nel museo Yad Vashem.
Durante il
1945-1947, anni di lotta del movimento sionista contro il dominio britannico ,
tenne una rubrica sul settimanale " Davar " denunciando le misure oppressive
dell'esercito britannico e lodando le barche di immigrati clandestini che
sbarcavano i sopravvissuti all'Olocausto ebraico sulle coste del Paese, a
dispetto della politica britannica .Uno dei brani più noti è del 1945 "Elogio di
un capitano italiano" .
Nelle prime fasi
della guerra israeliana di indipendenza scrisse numerose poesie patriottiche
tra cui " Il Piatto d'argento ". Nel corso del 1950 , Alterman si oppose
alla legge marziale imposta al momento sui cittadini arabi di Israele ( fino al
1966 ) , e sostenne con forza la lotta di 1.952 marinai il cui sciopero fu
soppresso dal governo di Ben Gurion .
Dopo la Guerra
dei Sei Giorni , Alterman fu uno dei fondatori del Movimento per un Grande
Israele ritrovandosi in alleanza con gli attivisti di destra da lui fortemente
contrastati nei primi tempi della sua carriera . Ha criticato David Ben- Gurion
( che deteneva all'epoca solo la posizione di un membro della Knesset , ma era
ancora influente ) per essere troppo disposto a rinunciare ai territori
conquistati durante la guerra in cambio di un accordo di pace.
Alterman ha
tradotto Shakespeare , Molière , Racine e classici russi in ebraico e in yiddish
. Ha scritto il testo della famosa canzone Moshe Vilenski Kalaniyot ,
cantata da Shoshana Damari .
Il libro "La gioia dei poveri" è considerato il suo opus magnum.
Si tratta di una fantasmagoria caleidoscopica composta da 31 poesie , tutte
interconnesse dal racconto del fantasma di un morto ossessionato e della sua
donna, un rovesciamento della storia di Orfeo ed Euridice. Il morto vuole
proteggere il suo amore e sfuggire alla povertà, ma più di ogni altra cosa vuole
trascinare la sua donna nel suo mondo. I suoi piani sono continuamente
frustrati. La storia si legge come un thriller. Da tale opera è tratto il dramma
teatrale L’inno del fantasma, curato dal Direttore e
coreografo Yehezkel Lazazrov.
Trama: Dopo anni
passati a suonare in un bar, Hananel decide che se vuole davvero diventare un
violinista deve liberarsi della moglie lei e andare in cerca di fortuna.
Egli propina a sua moglie, Naomi, un sonnifero in modo
da poter fuggire indisturbato dalla loro capanna all'alba, ma la donna si
sveglia. Lei è in sintonia con le sue
ambizioni, e decide di lasciarlo liberto,
ma gli chiede di prometterle di ritornare da
lei dopo 12 anni. Inoltre lo convince a
permetterle di andare al servizio di un cambiavalute, il cui figlio voleva
sposarla, in tal modo potrà vivere del suo guadagno. Sulla sua strada, Hananel
incontra Inn lo Spettro, un mendicante proprietario di una ghironda, e
l'incantevole padrona di una locanda che gli predice grandi successi, mentre
il il mendicante gli offre i suoi servizi.
Dopo un
anno Naomi è trattata come una schiava nella casa
del cambiavalute e costretta a respingere le avances del figlio, che la
perseguita. Hananel ha, invece, avuto successo
e il mendicante è ora il suo manager. Hananel
viene premiato per i suoi meriti artistici.
Dopo la cerimonia, incontra il figlio del cambiavalute che egli non conosce e fa
ricerche per conoscere la sua identità. Costui lo vuole uccidere perché Hananel
ha scoperto la sua identità, ma non vi riesce. Passano dodici anni. Naomi vive
in una capanna dove il figlio del cambiavalute cerca di farla arrestare con una
falsa accusa di furto ma il mendicante Inn lo Spettro rivela alla polizia che si
tratta di una falsa accusa. Naomi incontra il marito ma si accorge che Hananel
non è disposto a ricongiungersi con lei come aveva promesso e lo libera dal
giuramento fatto dodici anni prima.
Per Hananel passano altri anni durante i quali perde
l’ispirazione e la sua musica perde la brillantezza. Si reca alla capanna nella
speranza che egli sarà ancora amato e voluto da Naomi. La moglie cerca di
consolarlo ricordandogli il passato amore e gli chiede di darle tempo per
decidere. Hananel promette di ritornare. Ma quando
ritorna trova la capanna vuota. Lei non vive più lì; vive con il mendicante.
Il soggetto trattato da Alterman è una affascinante
commedia con protagonista un artista assetato di autorealizzazione e di
aspirazioni superiori ai suoi meriti. La conclusione è che a pagare il prezzo
più alto per la sua ambizione è l’artista: quando si dimentica l’amore e si
rompe il legame, il talento è una dote effimera.
FILATELIA
ISRAELE Anno1971
(430), 1996
(1323)
ALVER BETTI
(Estonia)
Nata il 3
novembre del 1906 a Jogeva. Morì nel 1989 a Tartu.
.Dopo gli studi secondari conclusi a Tartu,
studiò presso la Facoltà di Filosofia della locale Università dal
1924-27.
Il suo primo
lavoro letterario importante fu il romanzo Tuulearmuke (1927),
mentre la prima raccolta di poesie apparve agli inizi degli anni Trenta, cui
seguirono altre poesie pubblicate su riviste letterarie e una
raccolta retrospettiva Tolm Tuli del 1936 che si distingue per una
maturità artistica e per la bellezza e armoniosità dei versi.
Altre importanti
collezioni comprendono Tähetund (Ore stellate, 1966), Eluhelbed
(Fiocchi di Vita, 1971) e Korallid Emajões (Coralli in Emajõgi, 1986).
Alver ha anche
lavorato come traduttrice: notevole è la versione delle poesie di Pushkin e la.
traduzione di Eugene Onegin (1964), considerata come il culmine della
traduzione di opere straniere in Estonia.
I versi della
Alver sono di fattura strettamente classica nella forma e tecnicamente perfetti,
tanto da aver avuto una notevole influenza sullo sviluppo della poesia estone
successiva.
FILATELIA
ESTONIA Anno
2006
(530)
ALVES
ANTONIO FREDERICO de CASTRO
(Brasile)
Nato a Curralinho,
Bahia il 14 marzo del 1847. Morì a San Salvador il 6 luglio del
1871.
La sua vita fu
assai breve, sebbene intensa. Compì i suoi studi nel ginnasio Baiano e nel 1864
entrò nell’Università di Recife e si iscrisse alla Facoltà di Diritto. Si
trasferì successivamente all’Università di San Paolo, ma non concluse gli studi.
A causa di una
caduta e di una ferita riportata ad un piede, dovette essere operato e il piede
amputato. Dopo poco tempo, causa una malattia polmonare, morì.
Nel 1870, all’età
di 23 anni, pubblicò le sue prime liriche Spume fluttuanti. Le altre sue
opere uscirono postume: La cascata di Paulo Alfonso (1876), Gli
schiavi (1883) e Inni dell’Equatore (1921).
Morì di tisi a
ventiquattro anni.
“Alves
rappresenta quella scuola ‘condoreira’ che, nell’assunzione a proprio emblema
del condor delle Ande, indicava il gusto per le vette retoriche, per il tono
oratorio e messianico di influenza vittorughiana, posto al servizio di una causa
sociale e politica (l’abolizione della schiavitù negra in Brasile)”. (da
Enc. Le Garzantine ))
FILATELIA
BRASILE Anno
1947
(452), 1997
(2315)
ALYKULOV BARPY
(Kirghisistan)
Nato nel 1884.
Morto nel 1949.
Poeta kirghiso,
era esperto nel trattare la forma poetica e seguì i dettami di Toktogula.
Le sue produzioni
oscillano tra il tono satirico e quello politico.
FILATELIA
KIRGHISISTAN Anno
2009
AMADO JORGE
(Brasile)
Nato a Piangi,
Bahia, il 10 agosto 1912. Morto il 6 agosto del 2001
Appena
quindicenne, cominciò a lavorare presso un giornale. Di ideologia comunista,
entrò presto nell’Alleanza Nazionale per la Libertà e nel 1937, anno di
pubblicazione del romanzo Capitani di arena, e anche nel 1938 fu
arrestato. I suoi libri vennero bruciati sulla piazza di San Salvador.
Rifugiatosi in
Argentina e poi in Uruguay, rientrò in patria dove fu eletto deputato
nelle liste del Partito comunista. In questo periodo scrive opere di impegno
politico e ideologico.
Nuovamente
esiliato, dal 1948 al 1962 visse in Francia, in Russia e in Cecoslovacchia, dove
scrisse la trilogia I sotterranei della libertà (1954).
Già nei romanzi
giovanili, manifestò la sua ideologia e il suo stile realistico, come in
Paese del carnevale (1932), Cacao (1933), Sudore (1934).
Riuscì a dimostrare la sua compiutezza letteraria in Jubiabà (1935), cui
seguirono Mar Morto (1936), Terre del finimondo (1943) la
sua opera migliore.
Superato il
momento ideologico, scrive Due storie del porto di Bahia (1961), I
pastori della notte (1964), Donna Flor e i suoi due mariti
(1966), La bottega dei miracoli (1969, Teresa Batista stanca di
guerra (1977). Un elemento nuovo si trova nel romanzo Gabriella, garofano
e cannella (1958).
Nel suo ultimo
romanzo Tocaia grande (1985), racconta la nascita di una città vista come
epopea collettiva, cui fa da contrappunto l’incapacità dei governanti.
Scrisse anche un
saggio su Luis Carlos Prestes, il capo dell’Alleanza Nazionale per la Libertà,
dal titolo Il cavaliere della speranza (1942).
Membro
dell’Accademia brasiliana delle lettere, creatore di una infinità di personaggi,
ripresi anche sul piccolo e grande schermo, è forse lo scrittore contemporaneo
più conosciuto e tradotto nel mondo.
FILATELIA
BRASILE Anno
2002, 2012 (3242) (2784, )
CECOSLOVACCHIA
Anno
1950
Cartolina Postale,
SAN
MARINO
Anno
2004
(1933)
AMANZHOLOV KASIM RAKHIMZHANOVICH
(Kazakistan)
Nato nel 1911 a
Karkaralinsk Raion, Karaganda Oblast, Morto il 17 gennaio 1955.
Poeta kazako.
Membro del PCUS dal 1944.
Amanzholov ha
cominciato a pubblicare nel 1931. Il suo originale dono lirico è evidente nelle
poesie Confessione (1938) Storm (1948), Girl (1939),
La leggenda della morte di un poeta (1944), la Nostra Dastan (1947) e
altre opere. Kazakhstan rappresenta la vita in e l'eroismo del popolo sovietico
nella Grande Guerra Patriottica.
In campo poetico
ha introdotto accorgimenti metrici oggi ampiamente usati dai poeti kazaki.
Amanzholov è autore dei componimenti poetici Il bambino meraviglioso
(1949), Poesie (1949), e World Bright (1950). Molte sue opere
storiche e canzoni popolari tra le persone fanno oggi parte della cultura
kazaka.
Opere:
Shïgharmalarïnïhg, tolïïq jïynaghï, voll. 1-3. 1955-1957. Dauldï jïldar
däpterǐ. 1960. Tangdamal'i
shïgharmalar. 1961. Bǐzdǐng
Dastan , 1965. In traduzione russa: Stikhi i poemy. , 1958. Ha
tradotto in lingua kazaka opere di Pushkin, Lermontov, Nekrasov, Shevchenko,
Twardowski, Nizami, Rustaveli.
FRANCOBOLLI
Kazakistan Anno 2011
AMICHAI YEHUDA
(Germania)
Nato in Germania
nel (1924–2000) 1924. Morto nel 2000.
Amichai è
considerato da molti come il più grande poeta moderno israeliano, ed è stato uno
dei primi a scrivere in ebraico. Nei suoi scritti, tratta spesso i temi della
vita quotidiana in modo tenue, dolce e ironico. Nei versi traspare l’amore
per le persone, per la religione, per la sua terra, e, in modo particolare
per la città di Gerusalemme.
Amichai,
originario di Würzburg come Ludwig Pfeuffer, immigrò successivamente
con la sua famiglia in Palestina nel 1936.
Combattè durante
la seconda guerra mondiale nella British Army-brigata ebraica e durante la
guerra per l’indipendenza di Israele.
Fu sempre.
un fautore della pace e della riconciliazione nella regione, in collaborazione
con scrittori palestinesi.
FILATELIA
ISRAELE Anno
2001
(1576)
AMIRKHAN FATIKH
(Russia)
Nato 1 gennaio 1886, a Kazan, dove morì il 9 marzo 1926.
Scrittore e pubblicista, nato in una famiglia mullah, partecipò nel 1905 al
movimento Shakird per le riforme della scuola radicale, per cui fu espulso dalla
madrasa.
Ha fondato il giornale radicale “El'-islakh” (Riforma, 1907-1909).
Nelle sue opere letterarie e socio-politiche Amirkhan si scagliò contro i
residui del feudalesimo nella vita quotidiana, esaltando, invece,
l'aspirazione dei giovani tartari per la vita moderna e la cultura russa. I suoi
lavori includono le novelle La ragazza tatara (1909), Fatkhulla
Khazrat (1909), Al bivio (1912) e il dramma La gioventù
(1910).
Amirkhan contribuì allo sviluppo della critica letteraria, e lottò per l'arte
realistica. Dopo la Rivoluzione d'Ottobre lavorò come giornalista.
Raccolta di opere: Saylanma äsärlär , voll. 1-2. 1957-58. Nella
traduzione russa: Tatarka. Mosca, 1959.
FILATELIA
RUSSIA Anno 2006 (Busta postale),
URSS Anno 1985 (Busta Postale),1986 (Annullo speciale)
Amir-Pinkerfeld
Anda
(Polonia)
Nata in Galizia nel 1902. Morta nel 1981.
Suo padre lavorò come architetto per il governo
austro-ungarico.. Anda completò la scuola
secondaria di Lvov, e pubblicò un libro di versi in polacco all'età di 18 anni.
La sua prima poesia è la preghiera di un bambino polacco per la liberazione del
suo paese.
Dopo aver studiato presso le università di Lipsia e Lvov, si trasferì in Palestina nel 1923. Nel 1921 ha pubblicato un altro volume
di versi in lingua polacca, Piesni źycia ("Canti di vita").
Successivamente, sotto l'influenza di Uri Zevi * Greenberg
, , iniziò a scrivere in ebraico. I temi dei
suoi versi sono l'amore della natura, l'amore romantico, e le gioie della
maternità. Il suo lungo poema Ahat ("Uno", 1953) descrive la vicenda di
una giovane ragazza ebrea immigrata in Israele dopo essere sopravvissuto
dell'Olocausto, la quale muore combattendo per l'indipendenza di Israele. Tra i
suoi libri sono Noraim Dovevim (1929); Yuval (1932); Geisha
Lian Sharah Tang (1935); Gittit (1937); Duda'im (1943);
Gadish (1949); Kokhavim bi-Deli (Stelle in un secchio,1957).
Anda Amir è stato il primo poeta a scrivere poesie
per bambini in ebraico.
La
sua prima raccolta di poesie quali, Al Anan Kevish (1933), è stata curata
da HN Bialik, mentre al suo Shirei Yeladim (1934) è stato assegnato il
Premio Bialik per le poesie per bambini. Nel 1978 ha ricevuto il Premio Israele
per la letteratura infantile.
FILATELIA
ISRAELE,
Anno
1995
AMUR SANAN ANTON
(Russia)
Nato 14 settembre 1888, in Bagaburulovskii Aimak, ora di Raion Gorodovikovsk
della ASSR calmucca. Morto 17 aprile 1939.
Scrittore calmucco, membro del Partito comunista dal 1918. Ha scritto in russo.
Amur-Sanan studiò all’Università Pubblica Shaniavskii di Mosca dal 1915 al 1917.
Ha partecipato alla lotta per stabilire il regime sovietico in Calmucchia.
La sua opera principale è il racconto autobiografico Il Figlio di Mudresh
(1925), che mostra il percorso iniziatico di un pastore che cerca di capire le
finalità dello Stato.
Il villaggio pre-rivoluzionario calmucco è raffigurato nella sua storia
Aranzal (1932). Il suo primo volume di racconti, Nelle steppe
(incompleto), è stato pubblicato nel 1935. Le sue opere, sottoposte a
repressione e censurate, furono riabilitate e nuovamente diffuse dopo la sua
morte.
Tra le sue opere in traduzione russa: Mudreshkin syn: Izbrannoe . Mosca, 1966.
FILATELIA
URSS 1988, (Busta postale)
Amyot Jacques
(Francia)
Nato a Melun nel
1513. Morto a Auxerre nel 1593.
Diventato vescovo, fu
precettore dei figli di Enrico II, insegnò letterature antiche
all'università di Bourges. Deve la sua fama ad alcune esemplari traduzioni.
Le Vite parallele di Plutarco furono da lui tradotte nel 1559. Ad esse
seguirono le Opere morali (1572) sempre di Plutarco.
Fornì alla letteratura del
tempo una miniera inesauribile di modelli, eroici e edificanti. La sua prosa fu
esempio di classica bellezza. Amyot tradusse anche la Storia etiopica
(1547) di Eliodoro, Dafni e Cloe (1559) di Longo Sofista.
Con essi introdusse in
Francia il gusto del fiabesco, dell’avventuroso e i motivi bucolici tipici
del romanzo ellenistico.
Morì ad Auxerre nel 1503,
lo stesso anno in cui era stato nominato vescovo di quella città. (da Enc. Le
Garzantine)
FILATELIA
FRANCIA Anno
1963
(1370)
ANACREONTE
(Grecia)
Nato a
Teo (Asia Minore) nel VI sec. a.C.
Anacreonte appartiene alla lirica eolica in quanto sviluppa più che altro la
poesia erotico-simposiaca di Alceo e Saffo.
Condusse
una vita errabonda e prese parte a diverse battaglie durante le quali non
brillò come un eroe. In seguito all’invasione persiana fu costretto ad andare in
esilio presso varie corti. Fu a Samo presso Policrate dove incontrò Ibico e
Simonide. Dopo la tragica morte di Policrate andò ad Atene presso Ipparco, poi
in Tessaglia presso gli Aleuadi.
Importante fu il suo soggiorno a Samo perché il lusso e i costumi dissoluti
della corte di Policrate influirono sull’ispirazione della sua poesia.
Morì più
che ottuogennario, soffocato da un acino d’uva.
Scrisse
gli Scolii, canti conviviali e composizioni varie in cui canta
soprattutto il vino e l’amore. Il suo sentimento non è ardente come quello di
Saffo. Si consola facilmente ad ogni distacco. Nelle sue liriche sono
presenti figure di efebi e di cortigiane.
Di lui
rimangono un centinaio di frammenti e una ventina di epigrammi.
FILATELIA
CAMBOGIA
Anno
1983
(392)
, AYMAN
Anno
1972
(Mic. 1887 BF)
Ananian, Vakhtang Stepànovic
(Armenia)
Nato 26
luglio (o 8 agosto), 1905, in Pogos-Kilisa, ora Shamakhian.
Di
famiglia contadina, Ananian divenne un lavoratore del Komsomol, poi un
giornalista. Il suo primo racconto, Nel cerchio di fuoco (1930), ha per
argomento episodi della guerra civile. Ha pubblicato altre raccolte: Sul
campo di battaglia (1946), Dopo la guerra (1947), sei volumi di Storie
di un Hunter (1947-1966), novelle Sulla sponda del Sevan (1951) e
Prigionieri di Barsov (1956).
La prosa di Ananian è colorita e romantica, e il suo
stile narrativo vivace e avvincente.. Le
sue opere sono state pubblicate in molte lingue. Egli è anche autore del lavoro
scientifico Il mondo degli animali d'Armenia,
Altri materiali che l'autore non fu in grado
di pubblicare durante la sua vita sono stati inclusi nella raccolta "Pagine
inedite" .
FILATELIA
ARMENIA
2006.
ANCHIETA JOSÉ DE
(Spagna)
Nato a San
Cristobal de la Laguna il 14 marzo 1534. Morto il 9 giugno 1597 a Reritiba,
Espirito Santo.
Fu un
missionario gesuita in Brasile nella seconda metà del 16° secolo e tra i
fondatori di São Paulo, nel 1554, e Rio de Janeiro nel 1565. Scrittore e poeta,
è considerato il primo scrittore brasiliano e attivo operatore nella conversione
alla fede cattolica della popolazione indiana al Cattolicesimo.
Suo padre, Juan
López de Anchieta, era un proprietario terriero di Urrestilla, nel Paese Basco,
fuggito nel 1525 a Tenerife dopo aver partecipato ad una fallita ribellione
contro il re, Carlo V. Sua madre, Mencia Díaz de Clavijo y Llarena, è stata un
discendente dei conquistatori di Tenerife, e proveniva da una famiglia ebrea. E
'stato un parente di Loyola.
Studiò in
Portogallo quando aveva 14 anni, nel Reale collegio delle Arti di Coimbra. Era
profondamente religioso e avvertì la vocazione per il sacerdozio, così chiese
l'ammissione nel 1551 al Collegio dei Gesuiti dell’Università degli Studi di
Coimbra come un novizio. Durante gli studi era considerato uno studente
eccezionalmente intelligente e un poeta di talento. Imparò a scrivere in
portoghese e latino. Una malattia che lo colpì alla spina dorsale all’età di 17
anni lo rese quasi un gobbo.
Nel 1553, a soli
diciannove anni, fu inviato per sua scelta in Brasile come missionario. Dopo un
pericoloso viaggio fece il suo primo incontro con gli indios Tapuia. Da allora
cominciò ad insegnare la lingua latina agli Indiani, e contemporaneamente ad
imparare la loro lingua e a compilare un dizionario e una grammatica.
Si schierò sempre
dalla parte degli indios nella lotta contro i coloni portoghesi che
sistematicamente operavano uccisioni e saccheggi dei loro villaggi e contro i
tentativi di ridurre uomini e donne in schiavitù. Dopo molti incidenti e
massacri, riuscì a ottenere la fiducia degli indios e a concludere la pace tra
le popolazioni dei Tamoyo e Tupiniquim e il Portogallo.
Nel 1565 seguì
l’esercito portoghese e prese parte alla fondazione di Rio de Janeiro, ai piedi
del Pão de Açúcar. Partecipò in qualità di interprete, sino alla vittoria, ad
una serie di battaglie tra portoghesi e i loro alleati indiani e i francesi e i
loro alleati indiani, fino alla vittoriosa battaglia finale contro i francesi,
nel 1567.
Dopo la pace, un
collegio di gesuiti è fu fondato a Rio de Janeiro e Anchieta fu invitato a farne
parte.
Nonostante la sua
fragilità, la precaria salute e i rigori dei lenti viaggi a piedi e per nave,
nei seguenti dieci anni viaggiò molto tra Rio de Janeiro, Bahia, Espírito Santo
e São Paulo per consolidare la missione dei Gesuiti in Brasile. Nel 1577 il
quarto generale dei gesuiti, Everardo Mercuriano, lo nominò superiore
provinciale dei membri dell'Ordine in Brasile.
Con il
peggioramento della salute, Anchieta chiese di essere sollevato dalle sue
funzioni nel 1591. Morì nel suo paese di adozione, il 9 giugno 1597, a Reritiba,
Espírito Santo, compianto da più di 3.000 indiani.
Fu beatificato
da Papa Giovanni Paolo II nel 1980, col titolo di "Beato José de Anchieta".
Esiste un movimento per promuovere la sua eventuale canonizzazione , e quindi la
santificazione.
Nella tradizione
dei gesuiti, Anchieta è stato un prolifico relatore, comunicando principalmente
con lettere ai suoi superiori, scrivendo in spagnolo, portoghese, latino e Tupi.
I suoi scritti sono pubblicati in Cartas, i Informações e Fragmentos
Históricos Sermões messaggi (lettere, rapporti, frammenti storici e
Sermoni). Scrisse canti religiosi e testi teatrali rivolti ad insegnare la
morale agli indiani anche attraverso la musica. Ha scritto una poesia famosa
Vergine Maria , presumibilmente scrivendo ogni mattina sulla sabbia bagnata
di una spiaggia a Iperoig e impegnandosi a memoria fino a quando poté
trascrivere i suoi oltre 4.900 versi sulla carta. Per questo motivo, Anchieta è
il patrono della letteratura e della musica in Brasile.
Anchieta è stato
pioniere nel trascrivere e standardizzare in lingua Tupi, la teologia ,
l'istruzione religiosa, il teatro e la poesia. Era anche uno storiografo, un
appassionato naturalista (ha descritto diverse nuove piante ed animali) e un
ottimo chirurgo e medico . Le relazioni lucide e dettagliate che ha lasciato
sono ancora importanti oggi, per capire, conoscenze stile di vita e costumi di
indiani ed europei durante il suo tempo, così come le sorprendenti novità di
fauna selvatica del Brasile e la geografia .
Nella poesia di
De Gestis Meni de Saa , scritto intorno al 1560, ha descritto le "gesta
eroiche" di soldati portoghesi che combatterono durante le varie guerre di
conquista.
FILATELIA
BRASILE Anno 1934, 1964, 1980, 1993, 2007,
PORTOGALLO Anno 1997 (2170), SAN MARINO, 2004, SPAGNA 1965 (1343)
ANDERSEN HANS
CHRISTIAN
(Danimarca)
C’era una
volta nella città di Odense, fondata dal dio Odino, un povero anatroccolo
sognatore, incapace di volare ma desideroso di diventare un maestoso
cigno. Purtroppo i genitori, alquanto bizzarri, poco si curavano di lui. Mamma
anatra, dall’aspetto trasandato e volgare, se ne andava ogni giorno a lavare i
panni in un fiume dove alleviava la fatica sostenendosi con qualche bevuta (non
certo di acqua). Suo marito sedeva tutto il giorno accanto al deschetto da
ciabattino, lavorando poco e sognando molto quando guardava, appeso alla parete
di fronte, il ritratto di un famoso condottiero di eserciti, il quale in quei
giorni collezionava vittorie su vittorie. Se solo avesse potuto seguirlo! Nel
frattempo si limitava a sognare. Il nonno del piccolo anatroccolo era tipo
assai bizzarro. Invece di lavorare preferiva aggirarsi per la città,
vendendo buffe statuine di legno e raccontando storie…
Così potrebbe
iniziare una fiaba e così inizia la realtà di Hans Christian Andersen.
Andersen nasce a
Odense il 2 aprile del 1805 in una umilissima famiglia.
Il padre
calzolaio è così povero da aver dovuto adattare i resti di un catafalco
acquistato ad un asta per ricavarne il letto nuziale. Sognatore per natura
lavora poco e si limita a pensare a Napoleone e alla fortuna che
avrebbe fatto se avesse potuto seguirlo. Sposato con una lavandaia più vecchia
di lui, una donna ‘robustamente sensuale’ e con istinti da popolana, l’abbandona
per seguire l’armata napoleonica. L’avventura militare dura poco perché, minato
nel fisico, deve presto ritornare a Odense dove muore nel 1816, quando
Hans aveva quindici anni.
Due anni dopo la
madre, ormai cinquantenne, si risposa con un altro ciabattino più giovane di
lei. La donna, abituata al bere, discende sempre più la china dell’abbrutimento
e Hans si ritrova abbandonato a se stesso privo di istruzione, tranne gli
insegnamenti tratti dai racconti uditi dal padre e da quelli veri e non veri
della nonna paterna che spesso lo porta con sé nell’orto. Il ragazzo
preferisce stare con gli adulti e schiva la compagnia dei suoi coetanei vuoi per
un certo ritegno, vuoi per sfuggire alla baia dei ragazzi della sua età, vuoi
per le matterie e le stravaganze del nonno, vuoi, infine, per la vergogna
della sua corporatura allampanata, dalle braccia troppo lunghe. Impara a leggere
alla scuola dei poveri e legge di tutto. Il suo sogno è quello di
diventare attore e ballerino.
Nel 1919 parte
alla volta di Copenhagen in cerca di fortuna. Il primo impresario teatrale cui
si rivolge lo giudica non valido a calpestare le scene. Anche una celebre
danzatrice del Teatro Reale cui si era presentato (dopo aver imparato a
danzare come una ballerina!) lo manda a spasso. L’unico che comincia ad
interessarsi a lui è un tenore italiano, Giuseppe Siboni, cui aveva chiesto di
insegnargli il canto. Costui forse per pietà lo istruisce e lo mantiene fino a
quando si accorge che il giovane Andersen non avrebbe mai potuto far parte di un
coro. Allora si dà alla recitazione. Manda memoria scene, poesie monologhi che
recita a tutti e nelle più disparate occasioni, ma tale attività non
funziona. Riusciva però ad inserire in quei ‘tentativi teatrali’ poesie e
scenette scritte da lui, tanto che porta a termine per il teatro una tragedia…
naturalmente respinta.
Vive quindi
stentatamente finché non si presenta a Jonas Collin, un alto funzionario, il
quale riesce a fargli ottenere un assegno mensile dal re Federico VI e il
permesso di frequentare gratuitamente la scuola di latino a Slagelse. Può così
ricominciare gli studi che furono proficui, sebbene si sente a disagio, lui
giovane ventenne, a fianco di allievi tredicenni e quattordicenni. Si diploma
nel 1828.
Nel frattempo
comincia a farsi conoscere nel campo della poesia, pubblicando nel 1827
Il bambino morente sulla rivista “Kjoebenhaavnspost” e nel 1829 un racconto
romantico e ironico Viaggio a piedi dal canale di Holmen fino alla punta
orientale di Amager. Ottiene anche qualche successo nel comporre
vaudeville per il teatro, un genere difeso dall’illustre critico danese
Johan Ludwig Heiberg, divenuto suo amico. Nel 1831 dà alle stampe anche un
volume di liriche, un volume di schizzi e fantasie (1831), due melodrammi (1832)
e il poema drammatico Agnete e il Tritone (1833).
Rientra in questo
periodo il suo amore non corrisposto per Riborg Voigt, sorella di un suo
compagno di studi. Il rifiuto della ragazza lo spinge a viaggiare. Contando
sull’assegno reale, si reca a Lubecca, Amburgo, Dresda, Lipsia, Berlino dove
incontra Ludwig Tieck, Adelbert von Chamisso, Karl Simrock e altri
personaggi illustri nel campo della letteratura. Il viaggio gli suggerisce un
nuovo libro Echi ed immagini di un viaggio nel’Harz e nella Svizzera Sassone.
Ritornato in
Danimarca vi soggiorna per poco tempo perché un secondo amore sfortunato come il
primo per Luisa Collin, la figlia del suo benefattore, lo spinge a riprendere i
suoi viaggi per il mondo. Parte per la Francia dove incontra Victor Hugo,
Cherubini, il poeta Heine; visita l’Italia, (dove in seguito ritorna per altre
tre volte). In Italia scrive e ambienta il romanzo L’improvvisatore che
aumenta la sua fama attraverso i molti elogi dei critici.
Nel campo
sentimentale Andersen non ha altrettanta fortuna perché il suo carattere
oltremodo romantico e sognatore gli aliena anche il suo amore verso la cantante
svedese Jenny Lind. Di quella passione rimangono tracce nelle sue opere.
Compie altri
viaggi in Germania, in Grecia, in Turchia, in Austria, in Inghilterra, dove è
ospite di Charles Dickens. Erano gli anni che precedettero i sussulti e
gli sconvolgimenti del 1848, ma Andersen non ne fa alcun cenno nelle sue opere.
La politica non fa per lui: è come una nebbia che lo avvolge ma non lo soffoca.
Il conflitto diretto della sua Danimarca con la Germania per la questione dei
Ducati di Slevig e Holstein, susciteranno solo il dolore di fronte alla guerra.
Neppure i conflitti sociali lo interessano, cosa strana in lui, figlio del
popolo. È di questo periodo il volume autobiografico La fiaba della mia vita
senza poesia, in cui invece di poesia ve n’è molta. Terminato il conflitto,
riprende i suoi amati viaggi. Scrive Essere e non essere (1857) un
incontro con la filosofia che non ottiene grandi consensi; Reiselberg: Svezia
(1851), Portogallo (1866), Spagna (1873), tutti resoconti di
viaggio con descrizioni e impressioni.
Nel 1867 Andersen
onorato con titoli e commende, introdotto nelle Corti e nelle case della più
alta società europea, acclamato all’estero, ritorna nel suo paese dove riceve
quale omaggio la cittadinanza onoraria che la città di Odense gli attribuisce…
Il 4 agosto del
1875 muore serenamente nella villa Rolighed, vicino a Copenhagen, dove era
ospite dei Melchior, ricchi mercanti danesi
… e così il
piccolo anatroccolo che era nato e vissuto nella città di Odino coronò tutti i
suoi sogni e poté morire felice. Ormai era diventato il maestoso cigno che aveva
sempre sognato.
Così potrebbe
concludersi la fiaba della sua vita. C’è però da notare che nella sua fiaba
Il brutto anatroccolo il personaggio non ha i tentennamenti che Andersen
ebbe in tutta la sua vita e non mostra indecisioni né cedimenti..
Andersen ebbe in
realtà un carattere debole e forte allo stesso tempo. Facile all’entusiasmo,
propenso alla malinconia e alla depressione, mantenne per tutta la vita
una ingenuità infantile. Agognava le lodi dei suoi contemporanei ed era, però,
capace di deprimersi fino alle lacrime per un giudizio sfavorevole anche se
espresso da un giornalista poco noto. Infantilmente vanitoso dei suoi
successi, era gravato di complessi vari.
Su Andersen il
regista Kung Vidor girò nel 1952 un film dal titolo “Il favoloso
Andersen”, mentre la produzione di Walt Disney dedicò un lungometraggio alla
Sirenetta e utilizzò altre fiabe dando ai vari protagonisti l’aspetto e
le caratteristiche dei personaggi disneyani.
LE
FIABE
Come accadde a
molti scrittori di talento, l’opera in cui avevano creduto meno e che avevano
scritto per diletto e passatempo spesso si è rivelata quella che ha dato loro
fama imperitura, mentre altri lavori in cui avevano maggiormente confidato,
perché al momento in cui furono pubblicati avevano ricevuto il plauso comune,
col passare del tempo sono rimasti confinati in una specie di limbo da cui
vengono saltuariamente tratti da studiosi o amanti di quell’autore. È stata la
sorte di Charles Perrault oggi ricordato solo per i suoi Contes de ma mère l’oie
e di Andersen la cui notorietà è oggi legata alla raccolta Fiabe e racconti (Eventyr
og Historier).
Lo scrittore
danese pubblica ottimi romanzi quali L’improvvisatore (1935),
O.T. (1936) iniziali che a Copenhagen indicavano una casa di pena,
Soltanto violinista (1837), Le due baronesse (1849), Essere o non
essere (1857). Piero il fortunato (1879). Scrive libri di poesie,
opere autobiografiche, descrizioni di viaggi e per tutta la vita continua a
coltivare la sua passione per il teatro scrivendo commedie, tragedie,
vaudeville, libretti d’opera oggi dimenticati.
Ma la fama e la
notorietà odierne sono legate solo alle sue fiabe.
Raccontano i suoi
biografi che il danese si stupisse quando qualcuno anteponeva ‘La regina delle
nevi’ , ‘L’acciarino’ o qualche altra fiaba al romanzo L’improvvisatore.
Andersen comincia
a raccogliere e a pubblicare le fiabe nel 1835 in un primo fascicolo cui, quasi
ogni anno, ne seguirono altri fino al 1872 per un totale di 156 fiabe e
racconti. Molto materiale lo ricava da quanto il padre, il nonno e la nonna gli
raccontarono quando era bambino, altro materiale lo raccoglie attraverso
racconti popolari del suo e di altri paesi visitati, dalle Mille e una notte,
opera letta in gioventù. In altri casi, specie nei racconti, si tratta di
invenzioni su fatti realmente accaduti da lui rielaborati poeticamente e
ricostruiti con la fantasia.
Andersen nel
raccogliere il materiale dalla viva voce del popolo opera diversamente dai
fratelli Grimm. Questi accettarono dal popolo le fiabe nella loro interezza e
cercarono di rispettare la poesia e lo stile popolare senza sovrastarli.
Andersen, invece, non concede nulla alla moda dell’epoca; non si sottomette alle
varie correnti in voga. Inventa un suo particolare tipo di fiaba, diverso dai
Grimm, dai romantici tedeschi Tieck, Chamisso, Arnim. Nel suo stile semplice,
nella visione serena della natura e del mondo in cui immerge i suoi personaggi
non v’è mai nulla di pauroso. Andersen ammira E.T.A.Hoffmann ma di lui non
accetta il mondo fantastico, magico e demoniaco in cui vi sono scene che possono
destare terrore nei lettori giovani. Andersen parla in modo più sommesso e
immagina un mondo positivo fondato sulla bontà. Il suo animo è rimasto quello di
un fanciullo, assai diverso, ad esempio, dalla visione leopardiana che vede
nella natura non una madre amorevole ma una matrigna maligna e tragica. Lontano
dalle visioni lunari e notturne dei romantici, le sue sono fiabe solari.
Utilizza fiabe
del passato, quelle legate alla féerie in cui abbondano principi e
principesse, fate e streghe, gnomi e elfi e folletti. Utilizza per costruirle
materiali apparentemente inadatti ad una fiaba, ma che riescono a parlare alla
sua fantasia come un’ago da rammendo, un vecchio lampione, un solino,
stracci. Per lui è un gioco scoprire una fiaba in una persona o una cosa
incontrata. E la natura gli fornisce materiale in abbondanza suggerito dal lino,
dall’abete, dai fiori, dalle margherite, dai cardi, dai bucaneve dagli animali.
La sua aspirazione è quasi sempre religiosa, attenta ai segnali della vita,
della morte, della salvezza. Non sempre c’è il lieto fine, ma la morte, ad
esempio, può essere l’inizio di una nuova vita, come in ‘Scarpette rosse’.
Andersen non è
mai stato uno spirito combattivo e i suoi personaggi, in cui infonde molto di
sé, quando vengono posti di fronte ad avversità piangono, soffrono ma sperano in
un Dio buono e misericordioso a cui affidarsi con umiltà. Nelle sue fiabe c’è
saggezza e c’è morale, non quella palese di Esopo, di Fedro, di La Fontaine con
le loro conclusive massime didattiche e moraleggianti. In Andersen la morale
salta fuori a poco a poco, la si legge tra le righe e non buttata in faccia a
mo’ di conclusione, quasi la fiaba fosse stata scritta solo per quella funzione.
Nei suoi racconti c’è spesso umorismo e comicità, vedi ‘I vestiti nuovi
dell’imperatore’; manca l’ironia e la satira perché sono qualcosa di troppo
intellettualistico per essere alla portata dei fanciulli.
Per questo
l’Andersen della fiaba non fece scuola. Non poteva farla: le sue sono fiabe
paniche, uniche, singolari le quali non ebbero e forse non potevano avere
imitatori e seguaci.
In Italia furono
fatte conoscere attraverso due ottime traduzioni: quella di Maria Pezzé
Pascolato, Quaranta novelle (1903) e quella di Maria Tibaldi Chiesa,
Nuove novelle (1937). Nel 1954 Einaudi pubblicò tutte le fiabe nella collana
‘I Millenni’.
Il cinema
attraverso un lungometraggio a cartoni animati di Walt Disney immortalò La
sirenetta, travisando alquanto, secondo lo stile disneyano, il personaggio,
facendone una fanciulla allegra e un poco contestataria. Ma quando mai Disney è
fedele all’originale!
L’acciarino o Il soldato di ventura
Un soldato dal ritorno dalla guerra incontra una strega che lo invita a calarsi
in una grotta dove si trova un tesoro a custodia del quale stanno tre cani. Gli
spiega come neutralizzarli e concorda con lui che il tesoro sarà suo e a lei
andrà invece un acciarino che sua nonna aveva dimenticato durante una precedente
visita nelle grotta. Il soldato al momento della consegna, vuole sapere a
che serve l’acciarino. Nasce un diverbio. La vecchia viene uccisa e il
soldato con le ricchezze vive in città da signore. Quando i soldi finiscono si
ricorda dell’acciarino e scopre che con le scintille della pietra focaia
compaiono tre cani che si mettono ai suoi ordini. Il soldato, innamorato
di una principessa, ordina loro di portargliela nottetempo. Al mattino la
principessa non sa dove ha trascorso la notte. La storia si ripete. Allora la
regina ordina ad una fantesca di fare la guardia e quella, nottetempo, segue la
principessa e il cane e contrassegna col gesso la porta della casa in cui è
entrato. Ma il cane, accortosene, segna col gesso tutte le porte delle case.
Allora la regina lega alla cintura della figlia un sacchettino bucato, pieno di
grani di miglio. E questo permetterà di trovare il soldato che viene
condannato all’impiccagione. Ma all’ultimo istante arrivano i tre cani i quali
lo liberano. Il soldato sposerà così la principessa.
Il bambino cattivo
In una sera di tempesta un vecchio poeta sente bussare alla porta. Apre e si
trova davanti un bambinello nudo, intirizzito e tremante con un arco e una
freccia in mano. Lo ospita presso il fuoco, lo rifocilla, lo asciuga e se lo
tiene sulle ginocchia. Gli chiede il nome e quello risponde ‘Amore’. Riprese le
forze, il bambino per tutta ricompensa incocca una freccia e lo colpisce al
cuore. “Che bambino cattivo è Amore!” esclama il poeta. “Da oggi in poi lo dirò
a tutti i bambini buoni perché stiano in guardia e non giochino mai con lui. Ma
Amore conosceva tutti i sotterfugi per ingannare tanto che riusciva a camuffarsi
e a scagliare sempre le sue frecce. Non può farne a meno perché Amore è
dappertutto: è riuscito a colpire anche il cuore di tuo padre e di tua madre e
anche quello della nonna, che, pur essendo passato molto tempo non lo scorderà
mai.
Il baule volante
Un giovane ereditò dal padre, un mercante molto ricco, una fortuna che sperperò
in pochi anni. Rimasto senza il becco di un quattrino, perduti gli amici, si
ritrovò con un solo baule lasciatogli da uno di essi che gli disse: “Fai fagotto
e vattene!”. Non avendo nulla da mettere nel baule, ci entrò lui. Il baule era
singolare. Appena lo si chiudeva, cominciava a volare. Atterrò in Turchia,
vicino ad un palazzo dove era segregata una principessa. Nottetempo il giovane
andò a farle visita. La principessa si innamorò di lui e gli chiese di tornare
non di nascosto ma alla presenza dei suoi genitori ai quali avrebbe dovuto
portare in dono una bella fiaba. Dopo averla raccontata, il re gli offrì
la mano della figlia. Si fece in città gran festa e il giovane volle partecipare
con dei fuochi di artificio. Li mise nel baule e innalzatosi sopra la città vi
diede fuoco, illuminando la notte con fiamme colorate. Poi atterrò nel bosco
dove lasciò il baule e andò in città per conoscere l’effetto dei suoi fuochi.
Quando ritornò nel bosco trovò il baule bruciato. Una scintilla vi era rimasta e
l’aveva distrutto. Poiché solo col baule poteva ritornare dalla principessa, il
giovane dovette rinunciare al suo matrimonio.
Il brutto anatroccolo.
Un anatroccolo è diverso dai suoi fratelli. È brutto, sgraziato, goffo tanto da
essere preso in giro. Fugge disperato. Si unisce ad alcune oche, viene accolto
in una casa in cui vive una vecchia, un gatto e una gallina. Ma non sapendo fare
le uova, viene cacciato. Durante l’inverno ne passa di tutti i colori, viene
raccolto, curato e di nuovo scacciato Ma giunge la primavera e si accorge di
saper volare. Tanto da raggiungere dei superbi uccelli bianchi. Con meraviglia,
specchiandosi nell’acqua, si accorgerà di essere diventato un magnifico cigno.
La casa vecchia
In un quartiere in mezzo a case nuove ne sorgeva una vecchia. Le case nuove la
guardavano con disprezzo e la consideravano una topaia che avrebbe dovuto essere
demolita. Di fronte alla vecchia casa abitava un bimbo al quale invece
l’edificio piaceva e si chiedeva chi lo abitasse. Vide un giorno un vecchio
signore ad una finestra e lo salutò. Quello rispose. Il giorno appresso il
bimbo, pensando che l’uomo vivesse solo e che la solitudine è triste, gli mandò
in dono uno dei suoi soldatini di piombo. Il vecchio signore lo accettò e invitò
il bimbo a fargli visita. Da quel giorno la solitudine del vecchio ebbe uno
sprazzo di luce. L’unico a lamentarsi fu il soldatino di piombo il quale avrebbe
preferito vivere accanto al bambino perché nella sua casa regnava la gioia
e la serenità. Un giorno il vecchio morì e non avendo parenti e amici venne
portato al cimitero senza alcun estremo saluto, tranne l’unico bacio
gettato al feretro dal bimbo da dietro i vetri della sua finestra. La
vecchia casa fu demolita e i mobili venduti all’asta. Al suo posto
fu creato un piccolo giardino. Passarono gli anni e un giorno il bambino, ormai
uomo e sposato, venne ad abitare la casa paterna. Un mattino la moglie, scavando
con le mani la terra per piantare un fiore, si punse un dito con un soldatino
rimasto sepolto da anni. In esso l’uomo ritrovò il dono che aveva fatto al
vecchio signore e raccontò la storia alla moglie. Costei gli chiese di visitare
la tomba del vecchio e di portargli un fiore, ma nessuno sapeva dove fosse
sepolto. “Come deve esser stata tremenda la sua solitudine!” disse la donna. Il
soldatino aggiunse: “Però che felicità essere ricordati da qualcuno!”. Ma
nessuno lo udì, tranne un pezzo di cuoio di una poltrona appartenuta alla
vecchia casa, rimasto anche lui sepolto per tanti anni.
Le cicogne
In un nido in cima ad tetto un gruppo di cicognini appena nati sono spaventati
da una filastrocca cantata da un bambino poco amante degli animali. La
filastrocca dice che i cicognini devono essere impiccati, infilzati, bruciati.
La filastrocca viene ripetuta ogni giorno, anche da altri bambini. I cicognini
crescono, imparano a volare e meditano la vendetta. Ma la madre riesce sempre a
dissuaderli. Solo alla fine, suggerisce loro cosa dovranno fare. Siccome
le cicogne portano i bambini nelle famiglie e i figli dell’uomo si trovano nello
stagno prima di nascere dove fanno sogni belli che non faranno mai più, si
vendicheranno portando fratellini a coloro che non hanno cantato la filastrocca,
mentre a quelli che l’hanno cantata non ne porteranno affatto. Al bimbo
più crudele porteranno un bimbo morto nello stagno a forza di sognare.
La figlia del re della palude
Babbo Cicogna, che con la famiglia viveva sul tetto della casa di un re
vichingo, raccontò alla moglie di aver veduto tre cigni volare sulla palude. Ma
non si trattava di uccelli ma di tre fanciulle una delle quali era una
principessa d’Egitto, venuta per cercare un fiore che avrebbe guarito suo padre.
La giovane, pensando di averlo veduto in fondo alla palude, consegnò le piume di
cigno che le permettevano di volare alle due compagne e si tuffò. Quelle,
malvagie, portarono via il vestito di piume e lo distrussero impedendo così alla
principessa di tornare. Quella rimase prigioniera in fondo alla palude per
sempre, compagna del re di quel regno melmoso. Il tempo passò e un giorno dal
fondo spuntò una pianta dalla quale nacque un fiore. Quando si aprì, conteneva
una bella bimba. Mamma cicogna, seguendo il compito che le era stato affidato,
cercò una madre a cui affidarla e dato che la moglie del re vichingo rimaneva
quasi sempre sola in quanto il marito era impegnato in scorrerie, gliela
affidò. La madre amava la figlia anche se quella aveva un’indole cattiva.
Un mattino all’alba la madre non trovò più la piccola: al suo posto c’era un
rospo. Stava per ucciderlo quando scorse una infinita tristezza dipinta sul muso
dell’animale e ne ebbe compassione. In quel momento, attraverso la finestra
entrò un raggio di sole e il rospo si tramutò nella sua bimba. Col passar
del tempo la cosa si ripeté e la donna capì che la sua creatura era di notte un
rospo buono e di giorno una bella bimba, ma cattiva. Al marito non disse mai
nulla. Si limitò a mostrarle la bimba solo di giorno. Quando le cicogne
migrarono in Egitto seppero che il padre della fanciulla morta nello
stagno era sempre ammalato e nella vana attesa del ritorno della figlia. Ma le
compagne gli avevano detto che un cacciatore l’aveva uccisa mentre volavano.
Allora le cicogne decisero di rubare una veste da cigno e di portarla in
riva alla palude. Se la principessa non era morta, sarebbe ritornata. Intanto la
bimba, cui avevano dato il nome di Elga, cresceva sempre più bella e sempre più
malvagia. La madre spesso si sentiva attratta dalla tristezza del rospo che
vedeva ogni notte e che ormai aveva preso ad amare. Un giorno dalle scorrerie
ritornò il marito portando prigioniero un prete che predicava una religione
fatta solo di amore. Elga però non lo ascoltava, anzi attendeva il giorno in cui
sarebbe stato sacrificato agli dei. Il rospo, venuto a conoscenza del fatto,
nottetempo andò nella cella del prete prigioniero lo liberò e in sua compagnia
fuggì a cavallo nella notte. Al sorgere del sole però il rospo riprese la forma
di Elga la quale tentò di usare la sua malvagità contro il prete, inutilmente.
La conoscenza del giovane prete, della sua dottrina e le avventure che dovettero
affrontare fianco a fianco, risanarono a poco a poco la fanciulla che
ritornò nella terra da dove sua madre era partita per compiere un atto d’amore.
Gian Babbeo.
Tre fratelli, due intelligenti e loquaci e il terzo, Gianbabbeo, assai meno
colto, si recano al castello del re dove la principessa ha messo in palio la sua
mano. La concederà a colui che avrebbe parlato con più spigliatezza. Due
fratelli partono con i loro cavalli, mentre Gianbabbeo, che cavallo non ha,
parte seduto sul dorso del suo caprone. Strada facendo trova un uccello morto,
uno zoccolo spezzato e della molle fanghiglia. Dal colloquio con la principessa
i due fratelli escono sconfitti, mentre Gianbabbeo, parlando di quello che
ha trovato, vince la gara e la mano della principessa.
Il guardiano di porci
Viveva in un minuscolo regno un principe che desiderava sposarsi. Era famoso per
la sua bontà e per la sua perizia nel fabbricare oggetti d’arte.Un giorno si
presentò alla figlia del re di un paese vicino e le chiese la mano. Quella,
alquanto altezzosa, gli chiese che cosa le aveva portato in dono. Il principe le
offrì una rosa che fioriva ogni cinque anni. Ma venne rifiutata perché non
sembrava vera. Allora le offrì un usignolo che cantava divinamente. La
principessa volle appurare se era vero o no. Fece aprire una finestra e quello
volò via. Rimasta con un dono che non le piaceva e senza l’altro che s’era
involato, la principessa lo respinse. Il principe se ne andò e ritornò qualche
giorno dopo, tutto tinto di nero, sporco e con i vestiti a brandelli. Chiese
lavoro al re e ottenne quello di guardiano dei porci reali. Durante le pause del
lavoro si dilettava a costruire oggetti. Fece una pentola con sonaglini i quali
tintinnavano canzoni quando l’acqua bolliva e fece anche un sonaglio che
eseguiva tutte le danze in voga. La principessa volle gli oggetti e il porcaro
glieli diede a patto che lo baciasse. Il re la sorprese mentre baciava il
porcaro e cacciò entrambi dalla reggia. Strada facendo il porcaro di
nascosto si lavò, si tolse di dosso i cenci sporchi, indossò abiti principeschi
e ritornò dalla ragazza. “Tu, le disse, hai disdegnato il mio fiore e il mio
usignolo; tu sai solo dilettarti con balocchi e per averli accetti
persino di baciare un porcaro. Non sei la sposa che fa per me. Ritorna pure
da tuo padre. Addio!” E lui continuò la sua strada per ritornare nel suo
minuscolo regno.
Madre Sambuco o MadreSureau
C’era una volta un bambino che si prese il raffreddore e la madre, per farlo
guarire, gli diede una tazza d’infuso di sambuco e lo mise a letto. Un vecchio,
vicino di casa, venne a trovarlo. Il vecchio era solito raccontare al bimbo
delle fiabe e quella sera ne inventò una. Disse al bimbo: “Guarda la teiera.
Vedrai spuntare un albero carico di fiori di sambuco e dentro di esso vedrai una
vecchina. I marinai la chiamano Mamma Sambuco.” Raccontò che sotto
quell’albero stava un giorno seduta una coppia di vecchi, marito e moglie, che
avevano raggiunto l’età delle nozze d’oro. I due vecchietti, che non
rammentavano quello che avevano fatto quella mattina, cominciarono a rivangare
il passato, dal loro primo incontro, alle nozze, ai lunghi viaggi e alle assenze
di lui che era marinaio, al fiore di sambuco che lei gli aveva donato un giorno
prima della partenza, alle lunghe attese di lei, ai figli che vennero, ai
nipoti. E i ricordi fluivano chiari pieni di rimpianto ma al tempo stesso di
gioia. Quando il vecchio cessò di raccontare, prese il libro dei salmi che
portava sempre con sé, l’aprì nella pagina in cui c’era un fiore di sambuco. Era
ancora fresco. Poi chiuse il libro e se ne andò. Ma prima disse al bimbo il nome
di quella che i marinai chiamavano Mamma Sambuco: il suo vero nome è Ricordo.
L’ombra
Un filosofo che viveva nei paesi freddi del nord decise di andare nei paesi
caldi, là dove il sole maggiormente metteva in evidenza le ombre degli uomini.
La casa dirimpetto a quella in cui viveva il filosofo aveva sempre le finestre
socchiuse e da esse usciva una musica dolce. Incuriosito chiese chi vi abitasse,
ma nessuno sapeva nulla. Pensò allora di inviare in quella casa la sua ombra
perché si guardasse attorno e poi gli riferisse ciò che aveva visto. L’ombra
andò e non ritornò più. L’uomo ne rimase senza, ma a poco a poco si accorse che
un’altra cresceva attorno a lui. Quando ritornò nei paesi del nord aveva una
seconda ombra normale. Passarono li anni, Un giorno udì bussare alla
porta. Aprì e si trovò di fronte un tipo magro, distinto che gli confessò di
essere la sua vecchia ombra. Gli raccontò di essere penetrato in quella casa e
di aver scoperto che ad abitarla era la poesia. Così era rimasto. Da allora
aveva cominciato ad assumere un corpo, si essersi istruito e di aver iniziato a
girare mondo. Ora era ricco di denaro e di esperienza. Gli raccontò molte altre
cose e poi se ne andò. Passarono altri anni. Il filosofo cominciò a
trovarsi in ristrettezze quando l’ombra – ormai uomo – tornò e gli propose di
viaggiare con lui, purché gli facesse da ombra. Il filosofo non accettò.
Nel frattempo si era ammalato e era diventato così magro che la gente diceva “Si
è ridotto ad un ombra. Avrebbe bisogno di essere curato”. Fu così che il
filosofo accettò la proposta della sua ex ombra con la quale si recò in un luogo
di cura. Lì incontrarono una principessa che cercava uno sposo che fosse
all’altezza di reggere le sorti del suo regno. Conobbe l’ex ombra, se ne
innamorò e accettò di sposarlo quando seppe che era intelligente assai più
dell’ombra che ora l’accompagnava. Prima di sposarsi l’ombra disse al filosofo:
“Da ora in poi sarai la mia ombra, non dovrai mai dire di esser stato un uomo e
quando starò al sole tu dovrai sdraiarti per terra davanti a me”. Il
filosofo non accettò, anzi disse che avrebbe rivelato tutto alla principessa. Ma
non fece in tempo perché il giorno delle nozze non poté udire le urla di
giubilo, gli spari dei cannoni né vedere i fuochi d’artificio perché l’avevano
ucciso.
Il paradiso terrestre
Il figlio di un re da piccolo aveva imparato a conoscere il mondo solo dai
libri: La nonna gli aveva raccontato che nel paradiso terrestre c’erano molti
fiori che contenevano la storia, la geografia, la matematica… Bastava
mangiarli per imparare tutto. Da grande non ci aveva più creduto e diceva:
“Perché mai Adamo ha ceduto ad Eva e ha mangiato il frutto del bene e del male?
Io non l’avrei mai fatto.” Un giorno mentre passeggiava in un bosco scoppiò un
furioso temporale e trovò rifugio in una caverna dove viveva la madre dei venti.
Stava cucinando in attesa del loro ritorno. Quando rientrarono ognuno narrò di
aver scatenato qui una tempesta, di aver sparso la neve, di aver soffiato tanto
da seppellire intere carovane nel deserto. Per ultimo rientrò il vento dell’Est
il quale aveva una foglia di palma sulla quale l’araba fenice aveva scritto
tutta la storia della sua vita degli ultimi cento anni trascorsi sulla
terra. Doveva consegnarla alla regina delle fate che abitava nel Paradiso
terrestre e gliela avrebbe portata l’indomani. Il principe gli chiese di
accompagnarlo. Il giorno dopo si ritrovarono nel paradiso terreste davanti alla
regina delle fate. Durante il soggiorno il principe poté vedere tutto
quello che accadeva sulla terra. Quando il vento ripartì, il principe disse: “Va
pure: io rimango qui. Ritorna fra cent’anni.” “Puoi rimanere” acconsentì
la regina “ma ricordati: nei cento anni che seguiranno, ogni sera io ti chiederò
di seguirmi, ma tu non dovrai farlo. E se lo farai, non tentare mai di
baciarmi.” Il giovane promise. Ma già la prima sera disubbidì e seguì l’invito
della fata che lo condusse sotto l’albero del bene e del male e lì si lasciò
tentare e la baciò. Il paradiso terrestre scomparve e il giovane si ritrovò
nella caverna accanto alla madre dei venti. “Se tu fossi mio figlio, ti
chiuderei in un sacco per sempre!” disse adirata. Ma la Morte che era presente
disse: “No, lasciamolo errare sulla terra affinché possa espiare ogni
peccato e un giorno tornerò. Lo metterò in una bara e lo porterò nel paradiso
terrestre dove, se sarà stato buono e pio, potrà entrare.
La pastorella e lo spazzacamino.
Un fauno intagliato in una credenza chiese in moglie una pastorella di
porcellana, fidanzata con uno spazzacamino, di porcellana pure lui, che se ne
stava su un tavolino accanto ad un cinesino che diceva di essere suo nonno e
faceva sempre cenno di sì con la testa. Alla richiesta del fauno, che si
chiamava Zampa di Capra, fece cenno di sì e la pastorella si disperò e chiese
allo spazzacamino di fuggire. Si nascosero in un cassettone dove c’erano mazzi
di carte e un teatro di burattini in cui si rappresentava la storia di due
innamorati che non potevano sposarsi. Non contenta del nascondiglio,
la pastorella volle riprendere la fuga e i due fuggitivi, attraverso il
camino, salirono sul tetto Il cielo e il mondo che li circondavano impaurì
la pastorella che volle ritornare sul suo tavolinetto di cristallo. Lì giunti
seppero che il cinesino di porcellana, caduto a terra non faceva più cenno di sì
col capo. Per cui il fauno Zampa di Capra non ebbe il consenso di sposare la
pastorella che visse per sempre col suo spazzacamino.
La piccola fiammiferaia.
La notte di Natale una bambina mendicante, intirizzita dal freddo, accende i
suoi fiammiferi uno dopo l’altro per scaldarsi e alla luce della fiammella ha
delle visioni confortevoli: una stufa, un’oca arrosto, un albero di Natale, la
nonna morta, che le aveva voluto bene. Per trattenere la visione della nonna la
bimba accende tutti i fiammiferi che possiede e la nonna la prenderà in braccio
per portarla là dove non esiste la fame, il freddo, l’angoscia.
Il piccolo Tuk
Piccolo Tuk era un bambino povero che viveva con la madre e una sorella ancora
piccola di cui doveva aver cura. Tuk, quando la madre era assente, la
teneva sulle ginocchia e canticchiava per tenerla tranquilla e non
aveva così il tempo di studiare. Un giorno dovette attendere il ritorno della
madre prima di poter prendere in mano il libro di geografia, ma la madre
giunse tardi quando le ombre della notte erano già scese per cui, non
essendo la casa illuminata ed essendo la madre tanto povera da non poter
comprare delle candele, dovette rinunciarvi. Vedendo dalla finestra una povera
lavandaia tornare dal fiume carica di cenci bagnati, il piccolo Tuk le
andò incontro per aiutarla. Quella sera andò a letto e si addormentò a stento
pensando alla lezione di geografia dell’indomani alla quale sarebbe andato
impreparato. Qualcuno gli aveva però detto di mettere sotto il guanciale
il libro, forse durante il sonno…Durante la notte sognò la vecchia lavandaia la
quale gli disse di non disperare ed ecco che dal libro cominciarono ad uscire le
notizie che doveva imparare e Tuk se le vide passare tutte davanti agli occhi
come se fossero scene vere. Vide le città, gli abitanti, le loro vicende
storiche, i fiumi, i mari, le genti al lavoro. Tutto, insomma. Quando al mattino
si svegliò si accorse di sapere tutto. Andando a scuola incontrò la vecchia
lavandaia che gli disse “Ti ringrazio, piccino per l’aiuto. Dio ti benedica e
trasformi in realtà ogni tuo sogno”. E così avvenne,
Pollicina
Una donna senza figli riesce ad averne uno per
intervento di una strega. Solo che Pollicina, nata in un fiore, è così minuscola
da vivere in un guscio. Una rospa la rapisce per darla in sposa a suo figlio.
Pollicina riesce a fuggire e a bordo di una foglia di ninfea scende lungo il
fiume. Incontra varie avventure e alla fine finisce nella tana di una topa alla
quale fa da serva. Un vecchio topone si innamora di Pollicina e la vuole
sposare. Prima delle nozze la bimba trova abbandonata per terra una rondine che
tutti credono morta. Pollicina riesce a donarle la vita e la libertà. Quando
arriva il giorno delle nozze, Pollicina esce dalla tana per salutare il sole che
forse non vedrà mai più. Ed ecco arrivare la rondine che la porta via con sé nei
paesi caldi. Là Pollicina vivrà nelle corolle dei fiori e in una di esse troverà
il suo principe col quale vivere per sempre.
La principessa sul pisello.
Un principe voleva sposare una vera principessa ma per quanto cercasse non ne
trovò una vera. Una sera di pioggia si presentò al castello una fanciulla che,
dicendo di essere di stirpe reale, chiedeva ospitalità. La regina madre le fece
preparare un letto con sette materassi e sotto quello più basso mise n pisello.
Al risveglio la principessa disse di avere tutto il corpo illividito perché
qualcosa l’aveva disturbata durante il sonno. Questo bastò a conferirle la
patente di vera principessa.
Quello che fa il babbo è ben fatto
Due vecchi vivono miseramente e per far fronte al bisogno decidono di vendere il
cavallo. Il marito (che la moglie chiama affettuosamente babbo), ottenuta
l’approvazione e il consenso della donna, si avvia verso il mercato. Strada
facendo incontra un amico con una mucca il quale gli dice di aver sempre sperato
di avere un cavallo. Il vecchio di buon cuore fa il cambio. Proseguendo nel
cammino incontra altri amici con i quali continua a cambiare la sua merce,
ottenendo così prima una pecora e poi un’oca, una gallina e alla fine un sacco
di mele marce. Due inglesi, udendo nell’osteria il vecchio raccontare la sua
storia, gli dissero che al ritorno a casa la moglie lo avrebbe bastonato ben
bene. Il vecchio rispose di no, anzi , gli darà un bacio e dirà “Quel che
fa il babbo è ben fatto”. I due inglesi scommisero uno staio pieno di monete
d’oro contro uno staio di mele marce. Quando il vecchio raccontò alla moglie i
vari passaggi della merce la donna trovò che ognuno poteva essere vantaggioso e
non ebbe nulla da ridire così il marito ricevette baci invece di busse. I due
inglesi pagarono la scommessa.
La regina delle nevi
Kay e Gerda abitano in due soffitte adiacenti. Un giorno nel cuore di Kay entra
una scheggia del diavolo. Da quel, momento il ragazzo diserta i giochi con
l’amica. Scende in piazza e attacca il suo slittino alla slitta della Regina
delle Nevi che se lo porta via. Gerda parte alla sua ricerca. Viene catturata da
una maga che tenta di farle dimenticare lo scopo della sua ricerca. Durante le
sue peripezie capita nella casa di un brigante e si salva solo perché la figlia
del brigante la vuole per amica. Poi una renna la porta in Finlandia dove una
donna le predice che solo lei ha la forza di liberare Kay e sarà proprio in
Finlandia, dove la Regina delle Nevi ha il suo palazzo, che Gerda riuscirà a
liberare Kay dall’incantesimo.
Scarpette rosse Una
bimba molto graziosa ma anche molto ambiziosa ambiva ad avere un paio di
scarpette rosse. Le ebbe da una vecchia e le indossò il giorno in cui morì
sua madre. Una signora anziana e ricca si prese cura di lei, la rivestì
con abiti sontuosi e bruciò le scarpette perché le ritenne orribili. Il
giorno della confermazione la bimba, che si chiamava Karen, riuscì a farsi
comprare un paio di scarpette rosse. L’anziana signora, ormai mezza cieca, non
badò al colore perché non avrebbe mai permesso che Karen di entrare in
chiesa con quelle scarpette. Quando Karen si avvicinò all’altare tutti la
guardavano e scuotevano il capo. Quando la vecchia signora seppe
dell’accaduto ordinò alla figlioccia di non usare più le scarpette rosse per
andare in chiesa. Karen non ubbidì. Uscendo di chiesa un vecchio soldato disse:
“Che belle scarpette da ballo. Aderite ai piedi quando ballate”. Da quel momento
la bimba non poté più togliersi le scarpette e cominciò a ballare. Le era
impossibile fermarsi e continuò a ballare notte e giorno finché non chiese al
boia di tagliarle i piedi. Costui eseguì la triste richiesta e costruì per la
bimba un paio di grucce. Da quel momento Karen cominciò a pentirsi. Entrò al
servizio della moglie del pastore, eseguì i lavori più umili. Un giorno entrò in
chiesa dove non era più stata dal giorno in cui aveva calzato le scarpette
rosse. Il pastore l’accolse e il cuore della bimba si colmò di una tale gioia
che si spezzò. La sua anima volò sino a Dio e lassù nessuno le ricordò mai le
scarpette rosse.
La sirenetta
Una sirena, la più piccola figlia del re del mare, nel suo quindicesimo anno
d’età, quando è permesso alle sirene di affacciarsi alla superficie, vede e si
innamora di un principe che festeggia i suoi sedici anni su una nave in
transito. Scoppia una tempesta e la nave cola a picco, ma la sirenetta salva il
principe e lo depone sulla spiaggia dove viene trovato da una fanciulla di cui
il principe si innamora. La sirenetta, ignara, vorrebbe diventare come gli umani
e chiede alla Strega del Mare di mutare la coda in due gambe, rinunciando alla
voce. Il principe però sposerà un’altra. Per liberarsi dall’incantesimo, la
sirenetta dovrà uccidere il principe con un coltello fornito dalla sue sorelle
le quali per ottenerlo dalla Strega del Mare hanno sacrificato le chiome.
Ma la sirenetta non lo farà e si dissolverà nella schiuma del mare. Potrà,
comunque avere un’anima immortale dopo trecento anni, e ogni buona azione
compiuta da un bambino accorcerà questo tempo.
La Sirenetta fu trasferita sullo schermo nel
1989 dal regista J. Musker e nel 2000 da J.Kammerud e Brian Smith,
Il soldatino di piombo (o di stagno).
Un bimbo riceve in regalo una scatola di soldatini di piombo tutti uguali,
tranne uno cui manca una gamba. Sistemato sul davanzale della finestra il
soldatino vede una fanciulla di carta ritagliata che danza su una gamba sola
e se ne innamora. Un colpo di vento apre la finestra e il soldatino cade nel
prato sottostante dove due ragazzini lo raccolgono e lo fanno navigare su
una barchetta di carta che finisce nelle fogne. Un topo non riesce a
prenderlo ma un grosso pesce lo ingoia. Il pesce pescato finisce nella casa da
dove il soldatino era partito. Tutto come prima. Un bimbo, però, non contento
del soldatino con una gamba sola, lo getta tra le fiamme. Una folata di vento,
afferrata la ballerina di carta, la porta pure essa nel fuoco accanto al
soldatino. Entrambi moriranno abbracciati. Il mattino dopo, nella cenere ancora
calda, verrà trovato un cuore di piombo e un nastrino della ballerina.
L’uomo di neve.
L’uomo di neve era stato costruito e modellato da un gruppo di bambini dopo una
abbondante nevicata. L’omino era stupito di fronte al sole che correva veloce
nel cielo, ma dopo essere sparito ritornava subito con un altro colore.
“Tu non sai niente” gli disse un cane legato alla catena. “Il primo è il sole e
l’altra è la luna”. Il colloquio tra l’omino e il cane durò a lungo e il
cane ebbe modo di raccontare la sua storia, inizialmente bella, perché viveva in
una casa dove poteva godere del tepore di una grossa stufa, e poi sempre più
triste finché non era finito legato alla catena. La stufa di cui il cane aveva
parlato l’omino la vedeva attraverso i vetri della finestra, lo affascinava e lo
attirava. “Brutta cosa per un uomo di neve essere attratti dal fuoco di
una stufa” gli diceva il cane. Poi, un giorno il tempo cambio, arrivò
prima un tepore e poi il caldo. L’omino si sciolse e si squagliò e di lui non
rimase nulla. Rimasero i bimbi lieti dell’arrivo della nuova stagione e il cane
che legato alla catena continuava ad abbaiare. E dell’uomo di neve non si
ricordò più nessuno.
L’usignolo dell’imperatore.
Un imperatore cinese viveva in un castello di
porcellana. Un giorno venne a conoscenza che nei suoi giardini c’era un usignolo
che cantava divinamente. Lo invitò a corte dove l’uccello cantò per l’imperatore
e per i suoi ospiti, ma non volle ricompense. Si accontentò di aver veduto
lacrime di gioia negli occhi dell’imperatore. Un giorno l’imperatore del
Giappone mandò all’imperatore cinese un usignolo meccanico e i dignitari
di corte lo preferirono all’usignolo vero perché cantava a comando, mentre
quello vero era imprevedibile. Ma l’usignolo meccanico si ruppe e l’imperatore
per il dispiacere si ammalò. Era in punto di morte quando l’usignolo vero
ritornò e prese a cantare così melodiosamente che la Morte stessa si fermò ad
ascoltarlo e se ne andò, dimenticandosi dell’imperatore che guarì. L’usignolo
non volle nulla tranne la sua libertà. Sarebbe tornato dall’amico imperatore
a cantargli quanto vedeva nel suo regno.
I vestiti nuovi dell’imperatore
Un sovrano molto attento all’eleganza ricevette un giorno la visita di due
impostori che si vantarono di saper tessere una tela invisibile agli occhi
degli sciocchi. Il sovrano si lasciò convincere, ma non svelò a nessuno il
segreto della tela invisibile. I suoi dignitari non osarono dirgli che una tale
stoffa non esisteva e, quando l’abito fu confezionato, lo lasciarono uscire…
completamente nudo. L’inganno non durò a lungo perché venne svelato da un
bambino che, vedendo l’imperatore, esclamò: “Ma l’imperatore è nudo!”.
L’imperatore non si scompose e dignitosamente continuò a camminare, mentre
i dignitari di corte fingevano di reggere uno strascico che non esisteva.
FILATELIA
ALDERNEY 2005 , ANTIGUA 2005 (3665/67+BF 610), -2006 , ASCENSION 2005 , BAHAMAS 2005 (1224/7), BELGIO 2005 (3434/8), BRASILE 2005 (2937), BIELORUSSIA 2005, BOSNIA ERZEGOVINA 2005, BULGARIA 1955 (841),
1968 (1591),
2000 (3869),
2005 (BF), BURUNDI 1977 (741/4), CECOSLOVACCHIA 1955 (831), CENTROAFRICA REPUBBLICA 1979 (395/9), CINA 2005 (4267/71), 2012, COREA DEL NORD 1987 (1924), CUBA 2000 (3879),
DANIMARCA 1935 (229/34), 1974 (576), 1975 (601/3), 1975 (Aerogramma), 1989 (947),
1996 (1122), 1997 (1165/6), 2005 (1399/1402),
Anno 2012,
DDR 1972 , 1975 (1776),
Anno 2013
(giu) (set), 2014 (set)
DOMINICA 1991 (1279/82; 1337/40+BF196), FALKLAND 2005 (922/5), GAMBIA 2005, GERMANIA 2005 (2277), GRENADA 1987 (1521/32+BF 187 e 189), 2005 (4723/5+BF 690), GRENADINES 1987 (801/12+BF139 e
141), 1997 (2154), GRENADINES
DI SAINT VINCENT 1992 (794/802+BF
91/92), GUINEA Anno
2011 (6585/7), GUYANA 1999 (4764/69), 2005 (5830/32+BF489), HONGKONG 2005, ISRAELE 2000 (1483/5), JERSEY 2005 (1206), KAZAKISTAN 2005 (448), 2006 (1v), LESOTHO 2005 (1850/2+BF 198), LIBERIA 1998 (1764), 2006, MACEDONIA 2005 (355), 2006 , MALDIVE 2005 (3700/2), MALTA 2005 (1342/5), MANAMA 1972 (893/899), MARSHALL ISOLE 2005, MICRONESIA 2005 (1435/37), MONACO 1980 (1235/40), MONTSERRAT 2005 (1184/6), NEVIS 2005 (1846/49+BF 258), NORVEGIA 1981 (792), PALAU 2005 (2114/6+BF 183), POLONIA 1987 (2931/6), 2005 (3923/4), REDONDA 1986, ROMANIA 1955 (1424), 2005 (4969), SAN CRISTOFORO 2005 (1226/8+BF 79), SAINT VINCENT 2005 (4879/81+BF 604), SALOMONE 2005 (1155/60), SAN MARINO 2005 (2035) SERBIA MONTENEGRO 2005 (3100/1), SIERRA LEONE 1977 (BF), 2005, SINGAPORE 2005 (1024A/30A) (1288/91), TUVALU 2005 (1078/89), UCRAINA Anno
2011, UNGHERIA 1976 (2508), 1979 (2697), 1987 (3144/5).
ANDERSEN-NEXØ MARTIN
(Danimarca)
Nato a Copenhagen
il 26 giugno 1869. Morto a Dresda il 1° giugno 1954.
Di famiglia
proletaria, di salute gracile, riuscì a studiare anche con l’aiuto di amici e
frequentò una ‘folkög” (scuola popolare). Diventato insegnante, lasciò la scuola
nel 1901.
Comunista
militante, visitò la Russia nel 1922, poi vi si rifugiò nel 1943. Seguendo la
sua ideologia, alla fine della guerra visse nella DDR dove rimase, come
cittadino onorario, fino alla morte.
Autore fecondo,
mise sempre al centro delle sue opere il proletariato e le sue lotte, creando
affreschi sentimentali e pedagogici.. Debuttò nella letteratura con la novella
La svedese della lotteria (1898), inserita in seguito nella raccolta
Ombre, cui seguirono Per questo si espia (1899), Una madre
(1900), Dryss (1902) e l’autobiografia Giorni di sole (1903).
Seguì il romanzo Espiazione (1899). Tra le sue opere spiccano altri
romanzi tra cui La famiglia Frank (1901) e le epopee Pelle il
conquistatore (1906-10), Ditte figlia dell’uomo (1917-21),
Martino il Rosso (1945) e La generazione perduta (1948) in cui le
tendenze comuniste del periodo giovanile cedono il posto ad una maggiore fede
rivoluzionaria. Fu anche autore di numerosi libri di viaggio in diversi paesi
europei tra cui Spagna, Italia, Russia, fra questi Verso l’alba
(1923), Due mondi (1934).
La storia della
sua formazione letteraria è tracciata in 4 volumi autobiografici, Rimembranze
(1932-39).
FILATELIA
DANIMARCA Anno1969
(493),
GERMANIA
Anno
1969
(1136)
ANDERSON DAN
(Svezia)
Nato a
Skattlösberg Grangarde il 6 aprile 1888. Morto a Stoccolma il 15 settembre
1920.
Figlio di un
maestro elementare che insegnava in un piccolo villaggio, conobbe presto la
durezza del lavoro nei boschi, facendo il carbonaio, il bracciante agricolo, il
boscaiolo.
Autodidatta e
col solo sostegno pedagogico del padre, riuscì a diventare maestro. Con la
costanza nello studio, imparò le lingue tanto da riuscire a tradurre in svedese
Kipling e Baudelaire.
Anderson si
dedicò principalmente alla poesia nella quale trasfuse i ricordi
dell’infanzia e dell’adolescenza. In essa è, quindi, presente la lotta per la
sopravvivenza, i duri lavori nei boschi, la lotta dell’uomo contro un ambiente
difficile.
Sia in prosa sia
in versi narrò, quindi, la sua dura esperienza di fatica e di miseria di
carbonaio in Storie di carbonai (1914), Canti di carbonaio
(1915) e Ballate nere (1917). In seguito espresse nelle sue liriche, in
una dimensione cupa e allucinata, la sua angoscia esistenziale e i conflitti
religiosi.
Le sue poesie si
diffusero anche presso il proletariato di cui divenne un simbolo carismatico.
FILATELIA
SVEZIA Anno
1988
(1487/8)
ANDERSON LENA
(Svezia)
Nata nel 1939.
Lena Anderson è autrice e illustratrice di
libri per bambini e adolescenti. Tra i suoi lavori sono da ricordare:
Hedgehog, Pig e la dolce piccola amica, Il segregto di Hedgehog, Linnea
nel Giardino di Monet, ed Eugenia a Venezia.
FILATELIA
SVEZIA, Anno 2010
ANDERSON POUL
(USA)
Nato nel 1926 a
Bristol, Pennsylvania . Morto il 31 luglio del 2001 a Orinda, California.
Scrittore
americano di origine scandinava.
Poiché il lavoro
del padre, ingegnere, lo portava in diverse parti dell’America, il giovane Poul
viaggiò moltissimo. Si laureò in Fisica nel 1948 e in seguito studiò anche
Matematica e Filosofia, ma non si occupò mai di tali settori preferendo
dedicarsi all'attività di scrittore.
Esordì sulla
rivista “Astouding” nel 1947 con un racconto dal titolo Tomorrow’s Children,
senza attirare grande attenzione. La ottenne, invece, con il romanzo La città
perduta e altri tre romanzi Quoziente mille (1953), Tre
cuori e tre leoni (1953), I proteiformi (1953). Si affidò
più alla letteratura fantastica che non a quella fantascientifica. Nel 1954
pubblicò il suo miglior romanzo La
spada spezzata
spesso accostato al Signore degli anelli di Tolkien.
Nella trama della Spada spezzata
ritroviamo infatti molti degli stessi elementi fantastici quali troll,
gnomi, elfi, draghi e la stessa Spada Spezzata.
Entrambi gli autori, esperti in lingue antiche e saghe islandesi,
attinsero alle medesime fonti. Vi è però una profonda differenza tra i due
capolavori: Tolkien presenta gli Elfi come esseri belli,
saggi, colti, rispettabili e gentili; Anderson li descrive, invece, come esseri
amorali, spietati, crudeli, feroci ed avidi, molto più avanzati tecnologicamente
dei loro contemporanei umani e in grado di vivere all'infinito e di mutare
forma.
Scrisse anche romanzi storici:
The Golden Slave (1960), War of the Gods (1998), libri per
ragazzi; gialli Murder in Black Letter (1960), Murder Bound
(1962) e Perish by the Sword (1959), volumi di saggistica, articoli
critici e poesie.
Tra le altre opere da lui scritte
occorre ricordare ancora: War of Two Worlds (1953), After Doomsday
(1962), il ciclo Time Patrol (1950-1991), Tau Zero (1970), The
Boat of a Million Years (1989), il ciclo Polesothecnic League
(1958-1978) e quello di Dominic. Pur non presentando la sua
fantascienza elementi di particolare interesse, bisogna comunque riconoscere che
la narrativa di Anderson è sempre dotata di trame intelligenti ed impeccabili,
perfette da qualunque angolo di visuale le si analizzi.
Oggi Poul Anderson è certamente
considerato un "mostro sacro" della narrativa fantastica: idolatrato da milioni
di fans in tutto il mondo, ha collezionato tutti i massimi premi di genere:
dall'Hugo al Nebula, dal World Fantasy al Locus, dal
Mythopoeic al Gandalf Grand Master alla carriera.
FILATELIA
SIERRA LEONE
Anno
1996
(Mic. 2712, fogl.321)
Per testo e illustrazioni degli scrittori per
l’infanzia vedi: FANTAFILATELIA su GOOGLE
ANDRADE CARLOS
DRUMMOND de
(Brasile)
Nato a Itabira,
Minas Gerais, nel 1902 e morto a Rio de Janeiro nel 1997.
Nel 1925 fondò
nel suo paese d’origine un movimento modernista che importò a Rio, dove iniziò a
pubblicare le sue prime opere, la raccolta Poesia del 1930, seguita da
Brejos de Alma (1934). Risale al 1940 la raccolta Il sentimento del
mondo, in cui in modo ironico racconta la vita delle grandi città. Cantò la
lotta proletaria in La rosa del popolo (1945) e scrisse pure poesie
sperimentali, in forma ermetica, raccolte in Un chiaro enigma (1951),
Latifondista dell’aria (1954), Lezione di cose (1962), Boitempo (1968).
Fu anche autore
di romanzi e racconti: Confessioni da Monas (1944), Parla mandorlo
(1957), La borsa o la vita (1966), Strade di João Brandão
(1970)
FILATELIA
BRASILE Anno
1995
(2656)
ANDRADE MARIO RAUL
de MORAES
(Brasile)
Nato a San Paolo
il 9 ottobre 1893 e ivi morto il 25 febbraio del 1945.
Saggista, poeta,
musicista, narratore, studioso del folklore nazionale, critico letterario, fu la
personalità più completa della cultura brasiliana della prima metà del
Novecento.
Docente di
storia al Conservatorio di San Paolo dove si era laureato in pianoforte, insegnò
storia e filosofia all’università. Ebbe l’incarico di dirigere l’Istituto
nazionale del libro e progettò la prima enciclopedia brasiliana. Tranne due anni
trascorsi a Rio de Janeiro, visse sempre a San Paolo. Fu tra i primi capi
del modernismo musicologo brasiliano, sorto a San Paolo nel 1923. Fu socio
fondatore della società degli scrittori brasiliani e dal 1940 occupò il posto di
funzionario del Servizio del patrimonio storico nazionale.
Il suo esordio
come poeta avvenne con l’opera C’è una goccia di sangue in ogni poema
(1917) e qualche anno dopo con Pauliceta allucinata (1922). Si tratta di
poesie in versi liberi, scritte in una lingua che rompeva col passato e
sceglieva i suoi temi nella vita normale cui cercava di dare vita artistica.
Cantò la miseria, la libertà, il razzismo in La fine dei mali (1930) e
Lira paulistana (1946). Fu autore di romanzi tra cui Macunaima
(1926), il suo capolavoro nel quale trae ispirazione dal folklore brasiliano,
Clan de jabot, Amare verbo intransitivo (1927), Il carro
della miseria (1946)
Nel 1926 scrisse
una serie di racconti raccolti in Primeiro andar e nel 1934 Belasarte.
Fu autore di
saggi sulla musica tra cui. il Saggio sulla musica brasiliana (1928), un
Compendio di storia di musica (1933); critico letterario in Il ballo
delle quattro arti (1943), Aspetti della letteratura brasiliana
(1943).
FILATELIA
BRASILE Anno
1993
(2141)
ANDRADE OSWALD de
(Brasile)
Nato a S.Paolo 1890-1954.
Fu tra gli iniziatori del modernismo brasiliano.
Nella sua opera espresse la necessità di un ritorno alle origini della storia e
della cultura del paese.
Assieme a R.Bopp e altri pubblicò il manifesto della corrente “Antropofagia”
(1928), che rappresenta un rifiuto della cultura europea e la riscoperta
di una cultura autoctona.
Lasciò romanzi e poesie: si ricordano
Legno Brasile
(1925),
Primo quaderno dell’alunno di poesia O.Andrade
(1927).
La trilogia dell’esilio
composta da
I condannati
(1922),
La stella d’assenzio
(1927),
La scala rossa
(1934). Due romanzi sentimentali
Memorie sentimentali di João Miramar
(1923) e
Serafino Ponte Grande
(1933) e
Limite zero
(1943) un ritratto della società del suo paese.
In teatro conquistò il favore del pubblico con
L’uomo a cavallo
(1934),
La morte
(1937),
Il re della candela
(1937).
FILATELIA
BRASILE
Anno
1990
Andreevski Petre
(Macedonia)
Nato nel 1934 a v.Sloestilca, Demir Hisar. Morto nel 2007.
Poeta, romanziere, narratore, commediografo, fu per più di quattro decenni tra
le figure di punta della letteratura moderna macedone. Ha scritto poesie,
racconti, romanzi, opere teatrali, sceneggiature di film e altri tipi di opere.
Si laureò presso la Facoltà di Filosofia di Skopje. Per un breve periodo fu
docente a Demir Hisar e poi si trasferì a Skopje, dove si dedicò al giornalismo.
Per molti anni fu il direttore della direzione editoriale di musica popolare del
programma RTV Drama a Skopje. Divenne membro del DP.Min. nel 1964 e un membro
della MANU nel 2000 di cui fu nominato segretario nel 2006.
E 'stato anche
membro del Centro PEN macedone, e di altre associazioni letterarie.
Nella letteratura
debuttò nel 1960 con la sua raccolta di poesie Knots, cui seguirono
racconti, romanzi e commedie.
Opere: Nodi
(poesia 1960), Né in cielo né in terra (poesia 1962), Denicia
(poesia 1968), Incudini lontane (poesia 1971), Premi e reclami
(poesia 1975), Casa eterna (poesia 1987), Lakrimarij (poesia
1999), Il settimo giorno (racconti, 1964), Anni infidi (racconti,
1974), Tutte le facce della morte (racconti, 1994), Erba di grano
(romanzo 1980), Cavallette (romanzo 1983), Tijanovna (1988),
L’ultimo contadino (1987) e Tunnel (romanzo 2003).
Ha pure pubblicato
due raccolte di poesie per bambini intitolate Roll e guardarsi intorno e
Mangia e cresci.
Diverse opere,
selezionate da tutta la sua produzione letteraria, nel 1984 sono state stampate
in 5 volumi.
Ad Andreevski sono
stati assegnati diversi premi tra cui il premio "Fratelli Miladinovci"
(due volte), il premio "Racin", lo “Stale Popov" e il premio dell’Associazione
degli scrittori della Macedonia.
FILATELIA
MACEDONIA
Anno
2009
(Mic. 525)
ANDRES STEFAN
(Germania)
Nasce a Djhrochen
(Mosella) il 25 giugno del 1906 e muore a Roma il 29 giugno del 1970.
Nono figlio di un
mugnaio, frequenta un collegio gesuita e poi un convento di Cappuccini come
novizio, in ossequio alla volontà paterna che lo voleva prete. Lasciata tale
strada, si iscrive all’università senza laurearsi.
Sposata Dorothee
Freudinger nel 1932, con una piccola borsa di studio viene in Italia, a Capri, e
si stabilisce per qualche tempo a Positano. Durante il nazismo, vi ritorna e si
ferma per vivervi lontano dal regime nazionalsocialistico tedesco.
Si diletta di
pittura e molti panorami di Positano sono immortalati sulle sue tele.
Nel 1957 esce il
volume Positano. Storie da una città sul mare.
Tra le sue opere:
L’uomo di Asteri (1939), Viaggio alla Porziuncola (1954), El Greco
fa il ritratto del Grande inquisitore (1936), Il diluvio universale,
trilogia (1949/59)
Tornato in
Germania, dove è ormai uno scrittore famoso, Andres sentirà il richiamo della
sua patria di elezione e, stabilitosi a Roma, vi rimane fino alla morte. Riposa
nel Camposanto Teutonico.
FILATELIA
GERMANIA Anno
2006
(2368)
Andreyev Leonid
Nikolayevich
(Russia)
Nato nel 1871.
Morto nel 1919.
Scrisse
inizialmente racconti di tipo realistico su argomenti della vita quotidiana. I
racconti attrassero l’attenzione di Gorki tanto che questi usò la sua
influenza per ottenerne la pubblicazione in volume.
Dopo un enorme
successo iniziale, Andreyev si rivolse a temi più metafisici,
impiegando spesso l’allegoria e simbolo. Perse l’amicizia di Gorki quando
dichiarò apertamente il suo anti-bolscevismo e si trasferì in Finlandia,
dove morì.
Scrisse La
maschera nera, Re Fame (1907), un amaro ritratto della società
russa, Colui che ha bollato Gets (1915), un dramma popolare imperniato
su un clown, Anatema (1909) una allegoria sulla futilità della
bontà, La bella Sabina (1911), satira politica.
Il suo eccessivo
pessimismo sugli aspetti della vita e della società influì sulla sua popolarità.
FILATELIA
SLOVENIA Anno
1992
(288)
ANDRIC IVO
(Yugoslavia)
Autore di
racconti, romanzi, poesie, saggi, Andric nacque a Dolac (Bosnia) il 9 ottobre
1892 e morì a Belgrado il 13 marzo 1975.
Compì gli studi
elementari a Visegrad, quelli liceali a Serajevo e quelli universitari a
Graz dove si laureò nel 1924.
Durante la prima
guerra mondiale fu incarcerato per le sue idee ostili alle autorità austriache e
per aver aderito al movimento nazionale jugoslavo. Affrontò il carcere
prima a Spalato, poi a Sebeniko, a Maribor e infine fu confinato nei
villaggio di Ogarevo e a Zenica. Amnistiato per motivi di salute, riprese
gli studi e cominciò a pubblicare le sue opere.
Fu uno dei
fondatori della rivista “Il Sud letterario” (1918-19), e redattore del
“Messaggero Letterario Serbo”.
Dopo la seconda
guerra mondiale, partecipò alla vita politica con vari incarichi: deputato al
Parlamento della Bosnia Erzegovina e Presidente dell’Unione degli scrittori
jugoslavi dal 1946 al 1952. Fu insignito di vari premi tra cui il Nobel nel
1961.
Dal 1921 al 1924
ebbe incarichi diplomatici in Roma, Bucarest, Graz, Parigi, Madrid, Bruxelles.
Ginevra, Berlino.
La sua carriera
letteraria ebbe inizio sulla rivista “Fata bosniaca” con prose poetiche,
liriche, critiche d’arte. Alcuni suoi lavori sono inseriti nell’antologia
Giovane lirica croata del 1924. Le sue poesie, scritte durante la prima
guerra mondiale, sono raccolte nell’opera Inquietudini del 1916 in cui
sono presenti molte delle tematiche dell’autore.
Il primo racconto
lungo del 1920 Il viaggio di Alija Derzelez è la sua prova matura
sul senso della vita che sarà alla base di molte opere successive.
Tra le sue opere
più importanti si annoverano: le raccolte Novelle (1924, 1931,1936),
Nuove novelle (1948), Volti (1960); i romanzi, tutti pubblicati nel
1945, La signorina, La cronaca di Travnik, Il ponte sulla Drina. Uscirono
postume le opere Sulle rocce a Pociteli (1975), Casa solitaria
(1976), Storia e leggenda (1977), e L’artista e la sua opera
(1977).
A questi lavori
si aggiungono le prose scritte sui suoi viaggi nelle città in cui lavorò da
diplomatico e i numerosi saggi su scrittori e pittori jugoslavi moderni e su
altri europei tra cui Goya.
OPERE
La
Cronaca di Travnik Racconta vicende storiche e personali dei
protagonisti. Travnik è una città della Bosnia assai importante nell’800 e
teatro di una singolare guerra diplomatica tra il consolato francese e quello
austriaco, entrambi desiderosi di assicurare al loro governo il favore della
autorità turche. L’eco lontana di quanto accade in Europa influenza e fa
mutare continuamente le posizioni diplomatiche. Le vicende abbracciano un
periodo che va dal 1807 al 1814 dopo la sconfitta di Napoleone. I due consolati
diventano inutili e la cronaca della città si chiude. L’attenzione,
oltre alle vicende storiche e personali dei protagonisti, si accentra pure sui
rapporti di cultura e di fede, in particolar modo quando la Turchia entra nella
vicenda storica. Assieme a Il ponte sulla Drina lo scrittore offre una
panoramica approfondita sulla storia e sulle vicende della sua terra.
FILATELIA
CROAZIA Anno 2001 (862) , PALAU Anno 2001 (1652), YUGOSLAVIA Anno 1893 (1875/6), BOSNIA ERZEGOVINA Anno 1997 (65), 2001 (203),2006 (533), 2012, PARAGUAY Anno 1977 (Mic. fog. 306), REPUBBLICA SERBA DI BOSNIA, Anno
2011, SERBIA Anno 2010, 2011, VIETNAM Anno
2011,
ANDRONIKOV IRAKLI
(Russia)
Nato a San Pietroburgo il 28 settembre 1908. Morto il 13 giugno 1990.
Appartenente al ramo nobile della famiglia Andronikova, studiò nel 1925 presso
la scuola di Tiflis dove ottenne il diploma. Fece parte del Dipartimento
storico-filologico dell'Università di Leningrado e, allo stesso tempo dell
'Istituto di storia dell'arte. Nel 1928 iniziò la sua docenza presso la
Filarmonica.
Irakli dopo aver conseguito la laurea nel 1930, lavorò per una rivista di
fumetti e poi presso la biblioteca pubblica, dove ebbe la possibilità di
approfondire le sue ricerche sul poeta M.Lermontov, una figura di scrittore che
lo aveva affascinato fin dagli anni studenteschi.
Nel 1936 ha pubblicato il primo articolo su Lermontov e nel 1939 uscì il suo
libro Vita di Lermontov.
Durante la Seconda guerra mondiale lavorò per il giornale "In vista del
nemico" e , terminato il conflitto, riprese i suoi studi su Lermontov,
scrivendo i saggi: Storie (1949), Lermontov (1951), Lermontov.
Articoli di ricerca e racconti (1952).
Andronikov ha ricevuto il Premio di Stato dell'URSS e ed è stato decorato con 2
ordini.
Nel 1954, la televisione centrale presentò un ciclo di suoi racconti.
FILATELIA
RUSSIA, Anno 2008 (Busta postale)
Anees
Mir Babar Ali
(India)
Nato a
Faizabad, Stato di Up, nel 1803, morì nel 1874,
Suo
padre, Mir Khaliq, un famoso poeta e letterato, prese interesse personale per la
sua formazione e educazione, affidandolo alle cure di insegnanti di fama, quali
Mir Ali a Najaf e Faizabadi Maulvi Hyder Ali Lucknavi..
Inoltre, la madre. una donna colta e pia, ebbe un ruolo significativo
nella formazione della personalità del poeta ragazzo. Ma soprattutto, curò la
sua formazione, avviandolo verso l'apprendimento e la letteratura tanto da fare
di lui un poeta compiuto, esperto in arabo, persiano e testi sacri islamici, con
una profonda conoscenza della logica, della letteratura e della filosofia. La
poesia è stata per lui come eredità ancestrale, derivatagli dal nonno e dal
bisnonno, eminenti poeti e uomini di lettere.
Anees era il nipote di Mir Hussein, che è ricordato per la sua immortale
Masnavi, Sehir-ul-Bayaan.
FILATELIA
INDIA
Anno
1973
(442)
Angelou
Maya
(USA)
Nasce a St. Louis, il 4
aprile del 1928.
Ritenuta una figura chiave del
Movimento Americano per i Diritti Civili, Maya Angelou, il cui vero nome è
Margherite Johnson, è diventata famosa come scrittrice con il romanzo
autobiografico “I Know Why The Caged Bird Sings” del 1969 e “All God’s
Children Need Travelling Shoes” del 1986. Inoltre la sua raccolta di versi
“Just Give Me a Cool Drink of Water 'Fore I Die” del 1971 ha ricevuto una
nomination per il premio Pulitzer.
Da questa raccolta la Angelou ha
recitato “On The Pulse of Morning” in occasione della cerimonia di
insediamento del presidente americano Bill Clinton. È stata insignita nel corso
degli anni di numerosi riconoscimenti accademici e dottorati, dalle università
di Yale, del Kansas, del Ghana e dalla Rockfelle Foundation in Italia, pur non
avendo mai ricevuto una educazione universitaria.
Il suo amore per la musica e il
teatro l'ha portata a ricevere un Tony Awards e un Grammy nel
1993 per il Miglior Album Parlato per “On Pulse of Morning”.
FILATELIA
GHANA
(2197)
ANNENSKIJ INNOKENTIJ FEDOROVIC
(Russia)
Nato a Omsk nel 1858. Morto a Pietroburgo nel 1909.
Ellenista ed eminente studioso di letteratura classica, è autore di tre volumi
di liriche: Canti. sommessi (1904), Il cofano di cipresso
(1910), Versi postumi (1923) che cantano con toni desolati il tedio della
condizione umana e l’orrore della morte.
Riscoperta dopo il 1917, la sua opera esercitò notevole influsso su diversi
poeti della nuova generazione tra cui Pasternak.
Fu autore di drammi che riprendono gli schemi del teatro classico greco:
Melanippa filosofo (1901), Laodamia (1907), Tamira il citaredo
(1913), e di saggi critici Il libro dei riflessi (1906), Il
secondo libro dei riflessi (1909).
FILATELIA
RUSSIA
Anno
2005
Busta postale
Anouilh Jean
(Francia)
Nato a Bordeaux
il 23 giugno 1910. Morto a Losanna il 3 ottobre 1987.
Nacque a Cérisole, alla periferia
di Bordeaux, in una famiglia di origini basche. Suo padre era un sarto.
Probabilmente la sua inclinazione
artistica gli provenne dalla madre, violinista e insegnante di pianoforte.
D’estate suonava nell’orchestra di un casinò di Arcachon e fu sul quel
palcoscenico che il piccolo Anouilh ebbe il primo contatto con gli autori
classici (Moliére, Marivaux, Musset…) che vi venivano rappresentati.
Trasferitosi con la famiglia a
Parigi nel 1921, frequentò l'école primaire supérieure acquisendo
la sua istruzione secondaria al Collège Chaptal. Lì conobbe Jean Louis Barrault.
Si iscrisse alla Facoltà di Legge, ma abbandonò i corsi dopo soli diciotto mesi
quando trovò lavoro presso un'agenzia pubblicitaria.
In questo periodo lesse molti testi
teatrali classici e contemporanei: Shakespeare, Claudel, Pirandello, Giraudoux,
Cocteau. Decise allora di vivere della sua scrittura, ma gli inizi furono duri.
A 19 anni divenne segretario del
grande attore e regista Louis Jouvet al Teatro degli Champs-Elysées. Ben presto
scoprì di non riuscire ad andare d'accordo con quell'uomo burbero e lasciò la
sua compagnia nel 1932.
Nel 1929 scrisse il suo primo testo
teatrale, la farsa Humulus le muet. Ma fu nel 1932 che scrisse la sua
prima vera opera, L'Hermine (L'ermellino). Anouilh dovette
sopportare anni di povertà, durante i quali scrisse vari testi teatrali. Sposò
l'attrice Monelle Valentin nel 1931 ed ebbe subito una figlia, ma ciò aumentò i
suoi problemi economici.
Le rappresentazioni di Mandarine
(1933) e di Y avait un prisonnier (1935) furono dei fallimenti.
Nel 1935 incontrò Gorge Pitoèff e
André Barsac che in seguito avrebbero lavorato con lui; Pitoëff, in particolare,
fu autore della messa in scena di una trentina di testi di Anouilh al Théâtre
des Mathurins.
Ottenne finalmente il suo primo
grande successo nel 1937 con l'opera Le voyageur sans bagage (Il
viaggiatore senza bagaglio). Lo spettacolo venne replicato 190 volte; il
successo, ripetuto insieme a Pitoëff l'anno successivo con le oltre 100 repliche
de La sauvage, confermò la notorietà dello scrittore e mise fine ai suoi
problemi economici.
Nel 1938 André Barsac portò in
scena Le bal des voleurs, con un buon successo. Nello stesso anno,
Anouilh incontrò Robert Brasillach., scrittore e critico teatrale, redattore del
giornale di estrema destra «Je suis partout».
Nel 1939 creò, insieme a Jean-Louis
Barrault e a René Barjavel, il giornale «La Nouvelle Saison».
Durante l'occupazionem nazista Jean
Anouilh continuò a scrivere. Non prese posizione né per il collaborazionismo né
per la Resistejnza, ma pubblicò testi a contenuto non politico nel giornale “Je
suis partout”, che aveva assunto un orientamento collaborazionista; la cosa
gli venne in seguito rimproverata. Alcuni avrebbero desiderato che il suo nome
fosse sulle liste nere dell'epurazione, ma nulla fu trovato contro di lui.
Del 1941 è Eurydice, prima
tragedia basata su un mito greco. La sua più celebre opera resta però
Antigone, scritta nel 1944 e accettata freddamente dal pubblico e dai
critici.
Malgrado tale esordio poco felice,
l'Antigone è oggi unanimemente considerata dalla critica come il suo
capolavoro.
L'insieme della sua opera venne
premiata nel 1970 con il Premio mondiale Cino del Duca e, nel 1980, con il
Grand Prix du théâtre de l'Academie Française.
Altre opere: Léocadia (1940)), Le rendez-vous de Senlis (1941), Antigone (1942),
Roméo et Jeannette (1946), L'Invitation au Château (1947), Ardèle ou la
Marguerite (1948), La répétition ou l'amour puni (1950), Colombe (1951), La
valse des toréadors (1952), L'Alouette (1952), Ornifle ou le courant d'air
(1955), Pauvre Bitos ou le dîner de têtes (1956), L'hurluberlu ou le
réactionnaire amoureux (1959), La petite Molière (1959), Becket ou l'honneur de
Dieu (1959 ), La Grotte (1961), Le boulanger, la boulangère et le petit mitron
(1968) Cher Antoine; ou l'amour raté (1969) Les poissons rouges; ou Mon père, ce
héros (1970), Tu étais si gentil quand tu étais petit (1972), Monsieur Barnett
(1974), L'Arrestation (1975), Chers zoizeaux (1976), Vive Henri IV (1978),
La Culotte (1978), La Foire d'empoigne (1979), Le Nombril (1981).
FILATELIA
MONACO
Anno 2009
(2713)
ANSKY SHLOIME
(pseud. of Solomon Seinwil Rapoport)
(Russia)
Nato a Casniki,
Vitebsk nel 1863. Morto a Varsavia nel 1920.
Di educazione
talmudica, fu influenzato dall’illuminismo ebraico e poi attratto dal movimento
populista dei Narodniki. Studiò a fondo il folclore ebraico regionale e se ne
avvalse per descrivere realisticamente ambienti e personaggi delle sue storie.
Scrisse racconti,
poesie, studi di folklore e studi sulla storia degli ebrei russo-polacchi. La
sua opera più famosa è Tsvishn Tsvey o Der Dibbuk
(1920), messa in scena nel teatro ebraico di Mosca dalla Troupe
Vilna. Il dramma fu in seguito trasferito sul grande schermo dal regista
espressionista M.Waszynski nel 1938. Narra di una sposa che viene
posseduta dall’anima dello sposo, cui era stata sottratta.
Altra opera
Distruzione della Galizia (1925-27) è un importante resoconto sulle
comunità ebraiche-galiziane durante la prima guerra mondiale cui l’autore
partecipò.
FILATELIA
ISRAELE
Anno
1970
(405)
Anthias Tefkros
(Cipro)
Nato nel 1903
presso il villaggio di Contea, nel quartiere di Famagosta. Morì a Londra
nel 1968.
Ha studiato
presso il Liceo commerciale e al Teachers' College di Larnaca dove si è
diplomato nel 1922. Ha lavorato come insegnante di scuola primaria prima a Cipro
e poi in Grecia.. Ha vissuto per diversi anni
in Grecia, dove ha pubblicato la sua nota raccolta di poesie Tha sphyrigmata
tou Aliti. Nel 1930 tornò a Cipro, dove lavorò come giornalista e, allo
stesso tempo, pubblicò raccolte di poesie come Giudizio Universale
(1931) e altre. Si trasferì poi a Londra dove continuò a comporre versi e
a lavorare come giornalista. Ha al suo attivo: romanzi, opere teatrali, libri,
commedie, libri e poesie per bambini, e poesie folkloristiche
FILATELIA
CIPRO
Anno
2003
(1035).
ANTOKOLSKIJ PAVEL GRGORIEGVIC
(Russia)
Nato a Pietroburgo nel 1896. Morto a Mosca nel 1978.
Dopo essersi occupato di teatro come aiuto-regista, dall’inizio degli Anni Venti
si dedicò alla letteratura e si affermò con alcune raccolte poetiche,
Occidente (1926), Terzo libro (1927), La Comune dell’anno
’71 (1933) e con il poema a sfondo storico, François Villon, che
resta l’opera migliore.
Dopo il periodo bellico e postbellico, allineandosi alla produzione
ufficiale, scrisse Il figlio (1943), Milleottocentoquarantotto
(1948), Oceano (1950), L’anno di Puskin (1958), Alta tensione
(1962), La quarta dimensione (1964), Il tempo (1973).
Fu autore di saggi I poeti e il tempo (1957), La forza del Vietnam
(1960), Le strade dei poeti (1965).
FILATELIA
RUSSIA
Anno
1996 Busta postale.
ANZENGRUBER LUDWIG
(Austria)
Nato a Vienna il
29 novembre del 1839. Ivi morto il 10 dicembre 1889.
Di famiglia
modesta, il padre prima di diventare impiegato aveva fatto il contadino. Spinto
da ambizioni letterarie, prima di morire aveva lasciato molti libri in eredità
al figlio, unitamente ad un pacco di manoscritti di commedie. Il giovane Ludwig,
leggendoli, si sentì subito attratto dal teatro. La scuola non fu per lui di
gran godimento, tanto che l’abbandonò per andare a lavorare in una libreria come
commesso. Ma non resistette al fascino della scena. Per una decina d’anni fece
parte di compagnie ambulanti e girò per l’impero austroungarico accompagnato
dalla madre. Non diventò mai un buon attore, per cui si diede alla composizione
di drammi e commedie che bruciava quando le trovava poco piacevoli. Alla fine si
ridusse a fare la comparsa nelle operette che si rappresentavano a Vienna.
Nel frattempo
ottenne un incarico come scrivano presso la polizia e gli riuscì di far
rappresentare Il parroco Kirchfeld (1870) in cui l’eroe è il prete di un
villaggio che predica la tolleranza e condanna il fanatismo. L’opera gli diede
la notorietà. Lasciò il posto di scrivano e si diede alla stesura di drammi. Ne
compose quattordici. Fra i migliori Il contadino spergiuro (1871)
considerato il suo capolavoro, Il verme del rimorso (1974), Il quarto
comandamento (1977), La macchia del disonore (1876), ambientato in un
villaggio e la cui protagonista è una figlia illegittima. e altre commedie tutte
di tipo rusticano.
Nel 1873 sposò
una sedicenne, ma l’unione non fu felice. Due anni dopo gli morì la madre e nel
1879 ebbe due clamorosi insuccessi per cui abbandonò la sua attività teatrale.
Ricordando le sue
origini, il mondo paesano in cui trascorse l’infanzia e le sue esperienze di
attore girovago, cominciò a scrivere novelle e racconti, raccolti in Storie
da calendario (1887) e romanzi di cui il migliore è La fattoria di
Sternstein. La sua produzione, in cui sono inseriti temi ideologici e
audaci, è ispirata da Feuerbach e da Darwin e caratterizzata da un intento
pedagogico e moralistico. I suoi lavori si presentano con un linguaggio
rude e antiletterario.
FILATELIA
AUSTRIA
Anno
1931
(403), 1989
(1804)
Apitz Bruno
(Germania)
Nato a Lipsia il 28 aprile 1900.
Morto a Berlino il 7 aprile 1979.
Scrittore, sceneggiatore, autore di
romanzi, racconti e opere teatrali, fu tra i più noti intellettuali comunisti
della storia della Germania.
Figlio di una lavandaia, studiò
regolarmente sino all'età di quattordici anni, poi iniziò a lavorare nel campo
dell'editoria, senza ottenere però grande fama. Durante la Prima guerra
mondiale, alla quale non prese parte, entrò in contatto con alcuni connazionali
comunisti, che gli fecero conoscere il pensiero di Marx. Fu uno dei
fondatori della Lega di Spartaco (1917). All'età di diciassette anni, ad un anno
dalla fine della guerra dalla quale la Germania uscì sconfitta, fece un discorso
dinanzi i lavoratori di una fabbrica a Lipsia, per il quale dovette scontare
ventinove mesi di prigione in quanto ritenuto dal Governo e dalla Polizia
non solo dissidente, ma anche traditore.
Nel 1919
s'iscrisse al Partito Socialista Tedesco e in seguito aderì al Partito
Comunista, guidato da Rosa Luxemburg. In questi anni esordisce come autore su
alcuni giornali di tendenza comunista con poesie e racconti. Il suo nome
nell'ambiente delle Sinistre era tra i più noti, poiché aveva preso parte
attivamente alla Rivoluzione di novembre (1918/19) per abbattere la monarchia e
proclamare la repubblica e al Putsch di Kapp nel 1920 per rovesciare la
Repubblica di Weimar. L’operazione non riuscì e dal 1924 fu continuamente
imprigionato. Con l'avvento di Hitler, la sua vita fu segnata dagli
spostamenti da un campo di concentramento all’altro. Dal 1937 al 1945 fu
‘ospite’ del tristemente celebre Campo di Buchenwald. Da questa infelice
esperienza trasse spunti per il romanzo Nackt unter Wölfen (Nudo tra i
lupi), pubblicato nel 1958. Fu poi liberato dagli Alleati.
FILATELIA
GERMANIA ORIENTALE
Anno
1980
(Annullo speciale con scritta in esperanto“B.Apitz
Nuda Inter Lupot")
APOLLINAIRE GUILLAUME
(pseud. di Wilhelm Apollinaris de
Kostrowitski
(Francia)
Apollinaire può
essere considerato il capo di molti movimenti d’avanguardia del suo tempo, tra
cui il cubismo e il surrealismo, e le sue idee hanno influenzato gli indirizzi
della poesia e dell’arte del Novecento.
Nacque a Roma il
26 agosto 1880. Figlio naturale di una nobildonna polacco-francese appartenente
alla famiglia Kostrovitzky e di un ex ufficiale borbonico, l’italiano
Francesco Flugi d’Aspermont, iniziò i suoi primi studi a Roma. Successivamente,
insieme alla madre, donna spregiudicata, dedita al gioco d’azzardo, abbandonò
l’Italia e visse a Nizza, Monaco, Cannes, Lione e Parigi dove si stabilì
definitivamente nel 1902.
Terminati gli
studi, lavorò dapprima come precettore presso ricche famiglie. Nel 1901,
precettore in una famiglia tedesca, cominciò ad inviare novelle e poesie alla
“Revue blanche” che si segnalarono all’attenzione dei critici. Ritornato in
Francia trovò un impiego in banca e poi nel giornalismo, un lavoro che gli
permise di frequentare gli ambienti letterari parigini. Fondò due riviste “Le
festin d’Esope” e “Les soirées de Paris” su cui cominciò a pubblicare le sue
poesie e cronache d’arte in cui sostenne il movimento dei fauves,
presentando Matisse, Derain e altri. Nel 1913 appoggiò la rivoluzione cubista,
scrivendo il saggio I pittori cubisti. Entrato in contatto con Marinetti,
scrisse il manifesto L’antitradizione futurista (1913) e fu sempre pronto
a cogliere l’importanza delle tendenze più disparate e d’avanguardia.
Nel campo
letterario pubblicò romanzi e novelle: L’incantatore imputridito (1909),
L’eresiarca e compagnia (1910), Il poeta assassinato (1916). Si
occupò anche di teatro scrivendo commedie come Le mammelle di Tiresia
(1917) rappresentata in teatro con la musica di P.A.Birot, Nel 1918 pubblicò
Il vagabondo delle due rive.
Ma la sua fama è
legata al mondo della poesia con le raccolte di versi Alcools (1913) e
Calligrammi (1918), opere fondamentali nella poesia moderna.
Alcools
raccoglie cinquanta componimenti che abbracciano il periodo dal 1898 al 1913
Calligrammi raccoglie 86
poesie “della pace e della guerra”. Solo una minima parte sono calligrammi. Il
calligramma è un modo particolare e curioso di presentare un componimento
poetico senza seguire l’iter classico dei versi scritti ordinatamente in senso
orizzontale l’uno sotto l’altro. Nel calligramma i versi sono disposti in modo
da seguire i contorni e la conformazione della figura degli oggetti di cui il
poeta parla: un orologio, un mandolino, un cavallo ecc. Il sistema
influenzò molti poeti che si misero nella sua scia.
Presentato da
Léautaud, lavorò al “Mercure de France” dove si mostrò subito un critico
sensibile e acuto nei confronti dei movimenti artistici più avanzati. Nel 1913
scrisse un saggio sui pittori cubisti.
Allo scoppio
della prima guerra mondiale Apollinaire si arruolò e nel 1916 fu inviato al
fronte dove subì una ferita alla testa. La trapanazione del cranio sembrò
guarirlo tanto da permettergli di riprendere a scrivere, ma il fisico rimase
debole. Morì il 9 novembre del 1918 a Parigi durante l’imperversare della
febbre spagnola.
Dopo la sua morte
furono pubblicati numerosi inediti: La donna seduta (1920), La pittura
moderna (1939), Lettere alla madrina 1915-18 (1951), Testi inediti
(1952)
FILATELIA
FRANCIA
Anno
1961
(1300),
MONACO
Anno
1980
(1228),
1996 (2043)
Apollonio Rodio
(Egitto)
Nato ad Alessandria d’Egitto nel 295 a.C. Morto nel 215 a:C.
Figlio di Sileo (o Illeo) e di
Rode, compì i suoi studi ad Alessandria e fu discepolo di Callimaco e compagno
di studi di Eratostene.
All'età di circa 30 anni fu
nominato bibliotecario della Biblioteca di Alessandria dal re Tolomeo II
Filadelfo, succedendo a Zenodoto.
Contemporaneamente ebbe l'incarico
dell'educazione del figlio di Tolomeo, il futuro Tolomeo III Evergéte. Secondo
il lessico bizantino Suda (o Suidas) dovette andare in esilio per la scarsa
considerazione che i suoi concittadini diedero alla sua opera principale Le
Argonautiche. Si trasferì a Rodi, dove visse fino alla sua morte avvenuta
intorno al 215.
A questo suo trasferimento, secondo
la tradizione, non furono estranee la sopraggiunta inimicizia con Callimaco, la
rivalità con Eratostene che ovviamente era appoggiato dal suo conterraneo
Callimaco (erano entrambi di Cirene). ma gli costò soprattutto la scarsa
simpatia di Berenice, moglie di Tolomeo Evergéte.
Apollonio Rodio oltre alle
Argonautiche scrisse anche altre opere che non ci sono giunte.
Il poema epico Le Argonautiche
narra il viaggio di Giasone e della sua nave "Argo".
Durante il soggiorno a Rodi, è possibile che Apollonio abbia scritto una seconda
edizione de Le Argonautiche, in quanto le fonti antiche parlano di una
proèkdosis (edizione preliminare) ed una èkdosis (edizione).
Altre opere:
Apollonio Rodio scrisse poemetti eruditi che non ci sono giunti, specie sul tema
della ktìsis (fondazione)di città, come Alessandria, Naucrati, Cauno. In
particolare dedicò un poemetto a Canòpo, che secondo il mito fu timoniere di
Menelao. Arrivato in Egitto dopo la guerra di Troia: alla morte del suo
timoniere, Menelao fondò in suo onore l'omonima città.
Notevole il suo apporto alla Questione omerica, circa la composizione
dell’Iliade e dell’Odissea, e all’attribuzione ad Esiodo dell’opera sullo Scudo
di Giasone.
FILATELIA
GRECIA
Anno
1995
(1865/69)
APPARAO
GURAZADA VENKAT
(India)
Incerta la data di nascita (30 novembre 1861 o 21
settembre 1862). Morì nel 1915.
E’ stato un poeta e scrittore Telugu di Andhra Pradesh,
in India. Ha scritto la prima commedia Telugu,
Kanyasulkam, considerata la più importante in lingua Telugu.
Apparao fu un influente riformatore sociale del suo
tempo ed è stato lodato come Mahakavi, che significa "il grande poeta".
Egli spesso si dilettava di poesia, ed è accreditato
con la creazione di un nuovo stile di poesia in lingua Telugu.
Ha inoltre conseguito i titoli Kavishekara e Abyudaya
kavitha pithamahudu.
Gurajada si ritirò dal lavoro attivo nel 1913.
L’Università di Madras lo onorò facendo di lui un "Fellow".
La sua salute cominciò lentamente peggiorare e dopo
alcuni mesi di malattia e di povertà, morì a Gurajada nel 1915.
FILATELIA
INDIA Anno 2013
Apukhtin Aleksey
Nikolayevich
(Russia)
Nato nel 1840. Morto nel 1893.
Poeta minore russo e scrittore, figura di rilievo a San.
Pietroburgo nell’ambiente gay del tempo. Per tutta la vita fu amico di
Pyotr Tchaikovsky (entrambi frequentarono la Facoltà di Giurisprudenza a
San Pietroburgo) e amante di suo fratello Modest Tchaikovsky.
Pyotr Tchaikovsky scrisse la musica per sei delle sue poesie.
FILATELIA
URSS
Anno
1990
Cartolina postale.
ARAGO ETIENNE-VICENTE
(Francia)
Nacque nel 1802 a
Estagel, Rossiglione, e morì a Parigi nel 1892.
Di famiglia
benestante, legata alla cultura (suo fratello François era fisico e astronomo;
un altro fratello, Jacques, scrisse romanzi e opere drammatiche, tra cui
Viaggio intorno al mondo (1838-40) e Ricordi di un cieco (1838),
iniziò a studiare chimica, ma l’abbandonò per dedicarsi prima al teatro, come
commediografo, e poi al giornalismo, per poi passare a coltivare anche la
letteratura, scrivendo romanzi storici, memorie degli avvenimenti politici del
suo tempo e raccolte di poesie. Fu uomo politico e prese parte alle lotte del
partito repubblicano
Nel periodo dal
1849 al 1859 dovette rifugiarsi in esilio e si recò a Bruxelles. Visse per
un certo tempo anche a Torino.
Dopo il 4
settembre 1870 venne eletto sindaco di Parigi per un breve periodo.
Arago scrisse
opere da solo e anche in collaborazione con altri, opere drammatiche che
andavano dal melodramma, L’avvocato, al vaudeville, Una invasione di
sartine, a commedie in versi, Gli aristocratici.
Contemporaneamente scrisse romanzi storici, I blu e i bianchi (1862);
poemi, Spa (1851); poesie Una voce dall’esilio (1860); memorie e
storie sugli avvenimenti ai quali partecipò Les postes en 1848 (1867),
Il municipio nel 4 settembre e durante l’assedio (1874).
FILATELIA
ALGERI
Anno
1948
(267),
FRANCIA
Anno
1948
(794),
TUNISIA
Anno
1947
(324)
ARAGON LOUIS
(Francia)
Nacque a
Parigi il 3 ottobre 1897. Terminato il liceo, iniziò a studiare medicina.
Interruppe gli studi nel 1917 per arruolarsi come volontario. Durante i corsi di
addestramento conobbe André Breton e Philippe, con i quali negli anni attorno al
1920 fondò la rivista “Littérature” su cui scrisse articoli nei quali
sostenne il surrealismo di Tristan Tzara. Negli anni intorno al 1920 cominciò a
scrivere poesie e romanzi. A questo periodo appartengono le raccolte poetiche
Fuoco di gioia (1919), Moto perpetuo (1926), il romanzo surrealista
Il contadino di Parigi (1926), in cui descrive le scoperte di un uomo
semplice venuto a contatto con il ‘quotidiano meraviglioso’ della capitale.
Nel 1923 fondò un’altra
rivista “La Révolution surréaliste” che in seguito cambierà titolo in “Le
surréalisme au service del la revolution”
Nel 1927, dopo
l’incontro con la scrittrice di origine russa Elsa Triolet (che divenne in
seguito sua moglie), aderì al Partito comunista, allontanandosi dal surrealismo.
Fece un lungo viaggio in Russia e nel 1933 pubblicò il suo primo romanzo di
carattere sociale Le campane di Basilea (1939), I bei quartieri
(1936), I viaggiatori dell’imperiale (1942), Aurelien (1955).
La seconda guerra
mondiale consolidò le sue idee, espresse nei tre volumi I comunisti
(1949-50).
Durante
l’occupazione tedesca della Francia, con Paul Elouard partecipò attivamente alla
Resistenza, svolgendo in clandestinità una intensa campagna giornalistica e
politica. Di questo periodo sono le raccolte poetiche Crepacuore (1941),
La Diana francese (1945), ispirate ad un fervente patriottismo. A queste
si aggiungono i temi lirici tradizionali e i temi d’amore come Le musée
Grevin (1943), Gli occhi di Elsa (1942), Gli occhi e la memoria
(1954), Elsa (1959), Il folle d’Elsa (1963) che fanno parte del
ciclo che ha come musa suggeritrice sua moglie.
La sua
nuova produzione di romanziere denota un allontanamento dal precedente realismo
di stampo sociale come si nota in La settimana Santa (1958), La
condanna a morte (1965), Bianca o l’oblio (1967), Teatro/Romanzo
(1972), una sorta di zibaldone autobiografico, e i racconti Il mentire vero
(1980).
Eletto membro
dell’Accademia Goncourt nel 1967, si dimise l’anno successivo.
Di Aragon occorre
anche ricordare i saggi come la Letteratura sovietica (1955), cui fece
parallelamente eco l’opera di Mauriac dedicata agli USA, riunite assieme nel
1963 sotto il titolo I due giganti; i saggi Non ho mai imparato a
scrivere o Gli incipit (1969), Henri Matisse, romanzo (1971).
Scrisse numerosi
articoli pubblicati nella rivista “Les Lettres françaises” di cui aveva assunto
la direzione nel 1953 e che cessò le pubblicazioni nel 1972.
Tra le sue ultime
pubblicazioni si ricordano: Cronache della pioggia e del bel tempo
(1979); Scritti sull’arte moderna ((1981); la raccolta poetica
Gli addii (1981).
Aragon morì a
Parigi il 24 dicembre del 1982.
FILATELIA
FRANCIA
Anno
1991
(2672)
ARANY JANOS
(Ungheria)
Nasce il 2 marzo
del 1817 a Nagyszalonta. Era l’ultimo di dieci figli in una famiglia contadina e
fu educato nella severa religione calvinista. Le sue prime letture furono la
Bibbia e i Salmi.
Sin da fanciullo
fu di indole solitaria e meditativa. Dal 1823 al 1833 frequentò
regolarmente le scuole nella sua cittadina natale. Cominciò a conoscere i.
classici e si sentì legato ad essi per tutta la vita. Amava in particolar modo
Shakespeare di cui in seguito tradusse in ungherese molte commedie. Il
drammaturgo inglese lo affascinava a tal punto da spingerlo verso il teatro con
l’intenzione di diventare un attore.
Nel 1835 si
trasferì a Debreczen dove ebbe un incarico di maestro. La sua aspirazione era
quella di frequentare la facoltà di filosofia. Non essendo riuscito
nell’intento, tentò la via del teatro, aggregandosi ad una compagnia girovaga e
partì alla volta della Transilvania, Ma il successo non venne. Si racconta che
un giorno, addormentatosi in un bosco, sognò sua madre che stava morendo.
Abbandonò subito la compagnia e ritornò alla cittadina d’origine. La madre,
ammalata di colera, morì poco dopo. Arany, dovendo accudire al padre cieco,
accettò il posto amministrativo di cancelliere nella sua città.
Nel 1848,
durante il breve periodo di indipendenza dell’Ungheria che tentava di sottrarsi
al giogo asburgico, fu con i suoi scritti a fianco di Petöfi e di Kossut. Prestò
anche servizio nella Guardia Nazionale e diventò redattore del giornale ‘Amico
del popolo’, contribuendo con i suoi scritti ad infiammare la fede del popolo
contro la tirannide. Soffocato il tentativo di indipendenza e morto il suo amico
Petöfi, sfuggi alle persecuzioni riparando in una provincia lontana dalla
capitale.
Scrisse in quel
periodo Gli zingari di Nagyida (1849) dove espose e criticò i difetti
nazionali, causa prima del fallimento della rivoluzione. Intanto viveva
insegnando l’ungherese, il greco e il latino.
Nel 1860,
allentate dagli Asburgo le redini politiche, poté tornare a Budapest dove fu
nominato direttore della Società letteraria Kisfaludy. Fondò e diresse due
settimanali letterari e dal 1865 al 1879 fu Segretario dell’Accademia delle
Scienza.
Arany condusse
sempre una vita ritirata e meditativa e, sebbene il re lo ammirasse, continuò a
restar fedele alla sua natura semplice, schiva, malinconica. I suoi ultimi anni
di vita non furono felici. Gli morì una figlia, mal sopportava lo stress della
vita quotidiana, soffriva di una grave malattia. Al contatto con gli
uomini preferiva quello con la natura e quasi quotidianamente si recava in riva
al Danubio dove componeva delicate poesie poi raccolte nel libro Colchici
autunnali.
Intanto aveva
ripreso a curare la stesura finale della sua opera Toldi, tanto ammirata
dal suo amico Petöfi, iniziata nel 1847 e rimasta incompiuta.
Alla trilogia di
Toldi, si affiancano altri poemi come L’assedio di Murany (1849),
La morte di Buda (1864), Compose 34 ballate nel periodo dal 1853 al
1856 e poi ancora nel 1877. Si tratta di componimenti brevi, rapidi, scritti con
stile popolare accessibile a tutti, di contenuto per lo più tragico.
Arany morì il 26
ottobre del 1882 a Budapest, pianto da tutti.
OPERA
Toldi
È l’opera di maggior respiro, suddivisa in tre parti: Toldi
(1847); L’amore di Toldi (1879); La sera di Toldi (1854). Lo
spunto è tratto da una cronaca del 1500.
Nicola Toldi, un
giovane erculeo, pur essendo di nobili origini, preferisce vivere in campagna
vicino ai suoi contadini. Il fratello vive, invece, alla corte del re e fa parte
della schiera degli eroi. Anche Nicola vorrebbe essere un eroe del re ma la
gelosia del fratello glielo impedisce. Un giorno uccide uno dei servi del
fratello che lo dileggiava ed è costretto a fuggire. Dopo molte peripezia,
avventure, pericoli, riesce a sopravvivere e a liberare il paese da un guerriero
boemo. Il re lo perdona e lo accoglie tra i suoi eroi.
Nel secondo
libro Toldi partecipa ad un torneo e ottiene quale premio la mano della
principessa Piroska, ma, avendo partecipato al torneo in nome di un altro eroe,
Lorenzo Tar, è costretto a cedere la fanciulla. Questa, che pur è innamorata di
Toldi, vedendo che il giovane non si ribella, per puntiglio accetta di sposare
Lorenzo, sebbene Toldi le abbia dichiarato il suo amore. Nicola parte per Praga
dove viene fatto prigioniero. Quando ritorna in patria incontra Lorenzo e lo
uccide. L’omicidio è fonte di disgrazie. Toldi perde l’onore, viene scomunicato,
respinto dall’amata Piroska che si rifugia in un convento. È nuovamente
costretto a fuggire. Dopo varie vicende e dopo atti eroici a favore del suo re,
viene da questi riabilitato.
Nella terza parte
della trilogia Nicola è ormai vecchio e vive solitario in una capanna dove si è
ritirato dopo un ennesimo contrasto col re. Sua unica aspirazione è morire e,
intanto, si prepara la tomba. A rianimarlo è la richiesta del re che gli chiede
di recuperare lo stemma del regno di cui si è impadronito un guerriero italiano.
Toldi interviene, lo recupera e il re lo perdona di nuovo. Ma il clima di corte
non fa per lui. I giovani di corte lo disdegnano e lo beffeggiano. Toldi,
assalito dall’ira, ne uccide tre, offendendo così di nuovo il re. Nicola
ritorna alla sua capanna, sente le forze venir meno, ma ha la gioia di vedere il
suo re che si è recato al suo capezzale mentre sta per morire.
FILATELIA
UNGHERIA
Anno
1932/37
(450),
1957
(1224), Anno
1997
(3586),
2001
(3809)
ARAZ
MAMMAD IBRAHIMOV
(Azerbaigian)
Nato il
14 ottobre 1933, Nursu, Nakhchivan. Morto il 1
Dicembre 2004, Baku.
Nel 1954,
si diplomò presso Istituto Pedagogico dell'Azerbaigian.
Fu redattore di varie pubblicazioni
Araz lavorò presso le redazioni di Maarif a Baku,
Ulduz Magazine (1967-1970), Letteratura e giornali Art (1970-1972) e Azerbaijan
State (1972-1974). Ha anche lavorato a lungo
tempo come direttore di "Nature of Azerbaijan" rivista dal 1974.
Si
occupò di poesia e scrisse "The World is Yours,
The World is Mine" che divenne il testo di una canzone molto popolare della
hit-music in Azerbaijan nel '90.
Altre opere più famose di Araz:
If There Were No War
Se non ci fossero guerre , The
World is Yours, The World is Mine The
World is Yours, The World is Mine,
The Sound Written on the Rocks La
Scritto suono on the Rocks , Father
of Three Sons Padre di tre figli.
Le sue
opere sono state pubblicate in inglese da Betty Blair come ad esempio la più
nota:Se non ci fossero guerre (1956) – “Se
non ci fosse la guerra, / Potremmo costruire un
ponte tra la Terra e Marte / Fondere le armi in
un forno Martin-Siemens. /Se non ci fosse la
guerra, / La raccolta di un migliaio di anni
potrebbe crescere in un giorno. /Gli scienziati
potrebbero portare la luna e le stelle sulla Terra.
Araz ha
ricevuto i seguenti premi: “Cultura Worker dell'Azerbaigian” (1978), vincitore
del repubblicano dello Stato Award (1988) e " Istiglal . "(Indipendenza) Order
FILATELIA
AZERBAIGIAN Anno
2013 (855)
ARBES JAKUB
(Cecoslovacchia)
Originario di
Smichov dove nacque nel 1840. Morì a Praga nel 1914.
Narratore e
drammaturgo, lasciò una vasta opera molto varia. Si specializzò nella stesura di
‘romaneta’, romanzetti in cui si intreccia la divulgazione scientifica a trame
ad effetto, nella cui ispirazione non è estraneo un influsso di Poe Le sue
opere si basano sovente sul conflitto tra razionalità e mistero. Riuscì a
fondere fantasia e scienza per dar vita ad un genere che ebbe notevoli sviluppi
nella letteratura boema.
Tra i suoi libri:
San Saverio (1873), Il cervello di Newton (1877), Il crocefisso
(1876), I moderni vampiri (1879).
Le sue opere
richiamarono l’attenzione dei letterati surrealisti.
FILATELIA
CECOSLOVACCHIA
Anno 1955
(805)
Arbuzov Aleksey
Nikolayevich
(Russia)
Nato a Mosca il
26 maggio del 1908 . Morto il 20 aprile 1986.
Di padre
russo e madre greca rimase orfano a dieci anni e visse con una zia..
Il primo contatto con il teatro l’ebbe nel 1922, quando fu assunto presso
il teatro Marinski di San. Pietroburgo..
Imparò i primi rudimenti legati al mondo teatrale e in seguito frequentò una
scuola di teatro nella quale si laureò nel 1927.
Diresse
inizialmente un tour teatrale a Leningrado e nel 1930 Nello stesso anno scrisse
una commedia e nel 1936 mandò sulle scene La lunga via
seguita due anni dopo da Tania, che rappresentarono due
successi nella sua produzione.
Dal 1939 al 1944
lavorò con il regista Pluchek in rappresentazioni per i soldati.
Dopo il 1947
mandò in scena Cronaca europea (1953), La promessa (1965),
Confessione notturna (1967)
La sua opera
Una storia di Irkutsk del 1959 segnò il reingresso del sentimento nella
drammaturgia post-staliniana. Tra gli altri drammi sono da ricordare Il
mio povero Marat (1965), Il vecchio mondo (1975), Giochi crudeli
(1977).
A Mosca fu
segretario dell’Associazione scrittori e vice presidente dell’Istituto
Internazionale del teatro
FILATELIA
URSS
Anno
1988
busta postale.
ARENAL CONCEPCIÓN
(Spagna)
Nata a Ferrol ,
Galizia, il 31 Gennaio 1820. Morta il 4 febbraio 1893.
Scrittrice,
attivista, pioniere e fondatrice del movimento femminista in Spagna.
Suo padre, Ángel
del Arenal, era un ufficiale militare, di idee liberali, spesso imprigionato per
la sua ideologia e per l'opposizione al regime di Ferdinando VII. Si ammalò e
morì in carcere nel 1829. Concepción si trasferì con la madre ad Armano (Cantabria),
e poi a Madrid nel 1834, per frequentare la scuola del conte di Tepa. Contro la
volontà della madre nel 1841 entrò nella Facoltà di Giurisprudenza
dell'Università Centrale (ora Università Complutense di Madrid), diventando la
prima donna in Spagna a frequentare l'Università. Fu però costretta a indossare
abiti maschili. Ha inoltre partecipato a dibattiti politici e letterari, cosa
inaudita all'epoca per una donna.
Si è laureata nel
1848 e sposò avvocato e scrittore Fernando García Carrasco. Hanno avuto tre
figli: una figlia che è morta poco dopo la nascita, e due figli, Fernando (nato
nel 1850) e Ramón (n. 1852). Nei suoi ultimi anni, la sua salute cagionevole
divenne una causa permanente di preoccupazione.
Concepción Arenal
e suo marito hanno collaborarono strettamente sul giornale liberale “Iberia” Nel
1859, dopo la morte del marito, rimasta senza un soldo, fu costretta a vendere
tutti i suoi possedimenti in Armano e a trasferirsi nella casa del violinista e
compositore Jesús de Monasterio a Potes, Cantabria, dove nel 1859 ha fondò il
gruppo femminista di Saint Vincent de Paul , al fine di aiutare i poveri. Due
anni dopo l'Accademia delle Scienze Morali e Politiche le assegnò un premio per
il suo lavoro filsantropico. Fu la prima volta che l'Accademia diede il premio a
una donna.
Negli anni
successivi Conception pubblicò libri di poesia e saggi quali Lettere a
delinquenti (1865), Ode contro la schiavitù (1866), e L'esecuzione
della condanna a morte (1867) . Nel 1868 fu nominata ispettore delle case
correzionali femminili e nel 1871 iniziò la sua collaborazione con la rivista
madrilena “La Voce della Carità” che durò quattordici anni.
Nel 1872 fondò il
Beneficiario Construction, una società dedicata alla costruzione di case a buon
prezzo per i lavoratori. Ha lavorato anche con la Croce Rossa durante la guerra
carlista , prestando la sua opera nell’ospedale di Miranda de Ebro, dopo essere
stato nominata Segretario Generale della Croce Rossa tra il 1871 e il 1872. Nel
1877 ha pubblicato Studi Penitenziari .
Concepción Arenal
è morta il 4 febbraio 1893 a Vigo. Il suo epitaffio è il suo motto personale:
“Alla virtù, alla vita, alla scienza”.
Arenal ha scritto
ampiamente non solo sullo stato delle carceri sia per gli uomini e le donne, ma
anche sul ruolo delle donne nella società in opere come La Mujer del Porvenir
(1869), L'educazione delle donne, .Lo stato attuale delle donne in Spagna
, Il lavoro delle donne , La donna di casa (1883) e Il servizio domestico.
FILATELIA
SPAGNA Anno 1933
ARENDT HANNA
(Germania)
Nasce nel
1906 a Hannover, in una famiglia benestante appartenente alla borghesia ebraica.
A 18 anni,
conseguita la maturità, si iscrive all’Università di Marburg. Allieva del
filosofo Heidegger (col quale si lega con un rapporto che durerà per tutta la
vita e che influenzerà la sua preparazione letteraria) e di K .Jaspers, si
laurea in filosofia.
Conseguito il
dottorato e trasferitasi a Berlino, sposa Günther Stern, un filosofo
conosciuto anni prima a Marburg,
Negli anni
Trenta è impegnata nel movimento sionista e collabora all’emigrazione dei
rifugiati ebrei in Palestina.
Dopo l'avvento al
potere del nazionalsocialismo abbandona la Germania nel 1933 per raggiungere
successivamente Parigi.
Nel 1941 si
rifugia col marito a New York dove prosegue congiuntamente l’impegno politico e
umanitario in associazioni ebraiche e la carriera accademica nel campo delle
scienze sociali. La sua preparazione culturale le permette di acquisire
autorevolezza e notorietà come intellettuale e pensatrice politica.
Dal 1957 comincia
la carriera accademica. Ottiene insegnamenti presso le Università di Berkeley,
Columbia, Princeton e, dal 1967 fino alla morte, anche alla New School for
Social Research di New York
Nel 1961, in
qualità di inviata del settimanale "New Yorker", assiste al processo contro il
gerarca nazista Eichmann. Su tale esperienza scrive nel 1963, La banalità del male. Eichmann in Gerusalemme. Sempre nel 1963 pubblica il
saggio Sulla rivoluzione.
Nel 1972 viene
invitata a tenere le “Gifford Lectures” all'Università scozzese di Aberdeen.
Due anni più tardi, durante il secondo ciclo delle "Gifford", subisce il primo
infarto.
Altre opere
significative sono. Le origini del totalitarismo (1951) (traduzione
italiana nel 1967), Vita activa. La condizione umana (1999) e il volume
teoretico La vita della mente, uscito postumo nel 1978.
Il 4 dicembre
1975 muore a causa di un secondo arresto cardiaco, nel suo appartamento di
Riverside Drive a New York.
FILATELIA
GERMANIA
1988
(1223)
ARETINO PIETRO
(Italia)
Nato ad Arezzo
nel 1492. Morto a Venezia nel 1556.
Di estrazione
umile, figlio del ciabattino Luca del Tura e di Tita Bonci, rifiutò il cognome
del padre per assumere quello della città d’origine. Dopo la fanciullezza
trascorsa ad Arezzo e poi un decennio a Perugia, dove frequentò letterati e
pubblicò una raccolta di versi, Opera Nuova (1512), si recò a Roma nel
1517 dove, protetto da Agostino Chigi, il più ricco mercante e banchiere
della cristianità, acquistò rapidamente fama, scrivendo sonetti satirici, le
pasquinate, che richiamavano proteste anticuriali e venivano appese sul
torso marmoreo della statua di Pasquino presso piazza Navona. Con le sue
Lettere volanti e i suoi Pronostici creò una specie di
embrionale giornalismo, ritenuto un campione del ‘quarto potere’. Cominciò pure
a scrivere commedie tra cui Farza e La cortigiana (1525), ripresa
poi nel 1534 in una seconda edizione.
Da Roma dovette
allontanarsi a seguito di sferzanti pasquinate da lui rese pubbliche durante il
conclave che seguì la morte di Leone X, nel 1521, e l’elezione a papa di
Adriano VI. Vi ritornò quattro anni dopo quando venne eletto il nuovo papa
Clemente VII, ma poi dovette nuovamente allontanarsi, stavolta definitivamente,
per gravi dissidi col datario Giberti.
Si rifugiò presso
Giovanni dalla Bande Nere e alla di lui morte, andò a Mantova nel 1527 ma solo
per un breve periodo. In seguito prese dimora stabile a Venezia. Nella città
lagunare visse da “avventuriero della penna”, mettendo il suo estro mordace al
servizio di sovrani e principi, alti ecclesiastici, tutti personaggi che lo
pagavano lautamente per le sue lodi o per il suo silenzio. La sua casa,
allietata da un harem di belle donne, le “Aretine”, era frequentata da nobili,
prelati, uomini d’arme e di commercio, personaggi in vista.
In pochi anni
riuscì a costruirsi una piccola corte di letterati, ad intrecciare interessi
artistici, intellettuali e politici di risonanza europea. Fu critico d’arte,
libellista ascoltato e temuto per la spregiudicatezza con cui usava l’arma
tagliente della satira, della diffamazione, del ricatto. Ebbe tra i suoi amici
Bembo, Tiziano, Jacopo Sansovino e godette della protezione di Francesco
I. re di Francia e Carlo V, che gli assegnò una ricca pensione.
La sua produzione
letteraria si divide in commedie, Il marescalco (1527-30), la
Talanta, Ippocrito (1541), Il filosofo e la tragedia in versi
Orazia (1546). Scrisse opere poetiche, i primi tre canti di La Marfisa
(1535), le Lacrime di Angelica (1538), due parodie di poemi
cavallereschi, Orlandino (1540), Astolfeida; prose religiose e
agiografiche Salmi, Passione di Gesù (1534), Humanità di Cristo
(1535), Genesi (1538), Vita di Vergine Maria (1539),
Vita di Caterina Vergine e martire (1540), Vita di San Tomaso
(1543), con le quali intendeva di propiziarsi la nomina a cardinale. Non
riuscita perché in tali opere sarebbe vano cercare uno spirito religioso. Lasciò
un ricchissimo epistolario le Lettere in sei libri pubblicati dal 1538 al
1557.
La sua fama è
però legata ai Dialoghi delle corti, alle Carte parlanti, ai
Ragionamenti delle prostitute, (Ragionamento della Nanna e dell’Antonia
(1534), Dialogo nel quale la Nanna insegna a la Pippa (1536),
successivamente indicati col titolo unitario di Ragionamenti e più di
recente Sei giornate e Ragionamenti. Dialogo).
Si racconta che
sulla sua tomba, a mo’ di epitaffio, volle la frase:
“Qui giace l’Aretin
poeta tosco,
che di tutti
disse mal fuorché di Cristo,
scusandosi con
dir: ‘Non lo conosco’”
FILATELIA
ITALIA
Anno
1977
(1375)
AREVALO MARTINEZ
RAFAEL
(Guatemala)
Nato a Quetzaltenango nel 1884. Morto nel 1975.
Formatosi alla scuola della prosa modernista, ovvero
sulla lezione narrativa di Poe e Barbey d’Aurevilly, creò con L’uomo che
sembrava un cavallo (1911) un genere di racconto simbolico e allucinato, ma
a sfondo morale e quasi religioso, che accosta la psicologia degli uomini e il
comportamento degli animali al fine di rilevare il legame che unisce tra loro
tutti gli esseri.
Tra le sue opere: Il signor Monitor (1922),
Manuel Aldano (1926), il romanzo utopistico Viaggio a Ipando
(1939), e al lungo racconto satirico-politico L’ambasciatore di Torlania
(1960).
FILATELIA
GUATEMALA
Anno
1987
(P.A. 816),
VENEZUELA
Anno
1966
(P.A.894)
ARGHEZI TUDOR
(pseud. di Ion Teodorescu)
(Romania)
Nato a Bucarest nel 1880.
Morto nel 1970.
Di estrazione operaia,
autodidatta, ebbe una giovinezza irrequieta. Si dedicò poi al giornalismo.
Esordì in letteratura
all’età di 47 anni con la raccolta di liriche Accordi di parole,
cui seguirono altri volumi di poesie: Fiori di muffa (1931), Foglie
(1961), Nuove poesie (1963), Notte (1967), Rami (1970).
Temi centrali della sua
poesia sono l'appassionato e contraddittorio rapporto con il divino, l'uomo come
creatore e essere sociale, le cose e i sentimenti domestici.
Tra le sue opere in prosa
si ricordano i racconti La porta nera (1930), e i romanzi Icone su
legno (1930), Il cimitero dell'Annunciazione (1936), I pianeti
della fortuna (1946), Mondo vecchio, mondo nuovo (1958), Con il
bastone per Bucarest (1961).
Il suo lessico è
eccezionalmente ampio. Nei temi dà spazio anche all'osceno, al ripugnante, al
dissacrante, con l'amore per accostamenti rari e sorprendenti. (da Enc. Le
Garzantine)
FILATELIA
ROMANIA
Anno
1980
(3286),
1983
(BF 160)
ARGUEDAS JOSÉ MARIA
(Perù)
Nato a Andahuaylas nel 1911. Morì a Lima nel 1969.
Trascorse la sua
infanzia tra gli indios, parlando la loro lingua, il quechua, studiandone la
vita, gli usi, i costumi, e la loro psicologia. Nel 1929 si trasferì a Lima
dove ebbe difficoltà per l’impatto con la lingua spagnola, a lui poco familiare.
Nel 1937 fu
incarcerato per le sue idee di sinistra. Scarcerato, ottenne nel 1957 la
cattedra di etnologia nell’università di San Marcos, a seguito della
pubblicazione di opere sulla cultura india e di traduzioni dallo spagnolo.
Morì suicida.
Esordì in campo
letterario con la raccolta di racconti Acqua (1935), ma solo i romanzi
successivi decretarono la sua fama di scrittore: Festa di sangue (1940) e
il suo capolavoro, Fiumi profondi (1958), capolavoro della letteratura
peruviana del Novecento. Nel volume, in cui sono presenti motivi autobiografici,
lo scrittore descrive la mentalità e la sensibilità del suo popolo. Notevoli
anche i romanzi Tutte le stirpi (1964), Sexto (1961), unico
romanzo ambientato a Lima. In La volpe di sopra e la volpe di sotto
(1971), rievoca le sue amare esperienza carcerarie. L’opera, intrisa di
pessimismo, è una specie di testamento ed è rimasta incompiuta.
FILATELIA
PERU’
Anno
1987
(861),
Anno 2011
Arione di Metimna
(noto anche come Arione di Lesbo)
(Grecia Antica)
Visse probabilmente attorno al VII
secolo a.C.
Erodoto lo definì il primo poeta
ditirambico. Arione, secondo la leggenda, era figlio di
Poseidone e di Onea. Inventore della poesia ditirambica (canti in onore di
Dioniso), vinse una gara in Sicilia. Durante il suo ritorno a casa i marinai che
lo riportavano in Grecia, avidi dei tesori che si era guadagnato grazie
alla sua bravura, lo derubano e lo condannano a morte, ma gli danno la
possibilità di cantare per un'ultima volta. Concluso il canto viene gettato in
mare, dove un delfino se lo carica sul dorso e lo conduce a Corinto. Lì il
tiranno locale Periandro gli concede di mettere a morte il capitano della nave,.
Appena entrata in porto, che aveva tentato di ucciderlo, ma il poeta lo
perdonò.
Il ricordo di Arione viene
perpetuato (assieme a quello del poeta Orfeo), nella costellazione della
Lira. Anche il delfino viene ricordato attraverso l'omonima costellazione.
FILATELIA
GRECIA
Anno
2008
(2460)
ARIOSTO LUDOVICO
(Italia)
Nato l’ 8
settembre 1474 a Reggio Emilia. Morì a Ferrara il 6 luglio 1533.
Nacque nella
Rocca degli Estensi dove suo padre era capitano. Si trasferì presto a Ferrara
dove visse praticamente per il resto della vita. I suoi interessi si volsero
subito verso gli studi umanistici e la poesia, ma la morte prematura del padre
lo costrinse, in quanto figlio primogenito, ad occuparsi dei numerosi
fratelli e sorelle.
Capitano della
Rocca di Canossa, passò poi al servizio del cardinale Ippolito d’Este, fratello
del duca Alfonso, e dovette accompagnarlo in missioni diplomatiche, non di rado
pericolose, negli anni che vanno dal 1503 al 1517.
Nel 1517 Ippolito
fu nominato vescovo di Buda (Ungheria). L’Ariosto per ragioni di salute, si
rifiutò di accompagnarlo. V’erano anche ragioni sentimentali: il suo legame con
Alessandra Buzzi Strozzi, che poi sposò segretamente.
Licenziato dal
cardinale, passò al servizio e agli ordini del duca Alfonso che lo utilizzò dal
1522 al 1525 come governatore della Garfagnana. Tornato a Ferrara
trascorse tranquillamente gli ultimi anni della sua vita, attendendo alla
revisione del suo capolavoro l’Orlando Furioso, uscito in precedenza in
due edizioni 1516 e 1521 e ripubblicato nel 1532.
Ariosto fu un
uomo tranquillo, non propenso all’azione, sebbene esperto in cose politiche e
diplomatiche. Aspirava ad una vita sedentaria che non poté conseguire perché
cosciente del suo lavoro di diplomatico e di governatore. Cosa che gli estensi
gli riconobbero.
Questa sua indole
si ricava dalle Lettere.
L’attività
letteraria si apre con liriche in latino, i Carmina (1494-1503). Una vena
sensuale si riscontra nelle Rime, iniziate verso il 1503. Importanza
letteraria hanno le sue commedie legate al teatro tradizionale della corte
estense. La prima fu La cassaria (1508), cui seguirono I
suppositi (1909), Il negromante (1520), La Lena (1528) e
Gli studenti, rimasta incompiuta.
Tra le opere
minori trovano posto le Satire, scritte in terzine tra il 1517 e il 1525,
alla cui base sta una impronta autobiografica.
OPERE
Il suo capolavoro
è l’Orlando furioso che l’Ariosto cominciò a concepire nel 1505 e che lui
considerava la prosecuzione dell’Orlando innamorato del Boiardo. In esso
c’è la presenza di personaggi epici del ciclo carolingio e del ciclo
bretone. Il Furioso inizia là dove si era fermato l’Innamorato e
cioè l’imminenza della battaglia tra cristiani e saraceni. Carlo Magno aveva
consegnato Angelica, amata dai cugini Orlando e Rinaldo, al duca di Namo con
l’incarico di assegnarla a chi si fosse meglio distinto in battaglia. Durante la
battaglia Angelica fugge e incontra Medoro, un fante saraceno ferito, di
cui si innamora. Con lui parte per il Catai, seguita da numerosi guerrieri
innamorati della ragazza. Quando Orlando apprende che Angelica ha sposato Medoro,
impazzisce e comincia a vagare compiendo folli azioni. Riesce a rinsavire solo
dopo che il paladino Astolfo si reca sulla Luna sul dorso del cavallo
alato, l’ippogrifo, per riportare in terra il senno smarrito di Orlando il quale
viene così liberato della sua follia. Numerose storie si intrecciano alle
vicende di Orlando. Tra queste spicca la storia d’amore tra Ruggiero e
Bradamante, destinati ad essere i capostipiti della famiglia estense.
Durante il banchetto nuziale sopraggiunge il saraceno Rodomonte, rimasto lontano
dalle sorti della guerra. Costui sfida Ruggiero ma viene da questo ucciso.
L’episodio conclude il poema.
FILATELIA
ITALIA
Anno
1932
(293) ,
Anno 1974
(1268),
AYMAN
Anno
1970
(630 e Mic. 217, ), 1972
(Mic.1887),
CAMBOGIA
Anno
1983
(388),
DODECANNESO
Anno
1932
(29),
FUJERA
Anno
1972
(1909),
COLONIA
ITALIANE
Anno
1932
(11),
MANAMA
Anno1971
(41),
ROMANIA
Anno
1968
(2375), SAO
TOME’
&
PRINCIPE Anno
2008
ARISTOFANE
(Grecia)
Sui suoi dati
anagrafici non sono giunte indicazioni precise. La nascita avvenne
all’incirca verso l’anno 455 a.C., ma sulla città gli storici sono discordi:
qualcuno lo volle nativo ad Atene, altri a Lindo, a Camino di Rodi, a
Egina, a Naucrati in Egitto; e la sua morte, forse in Atene, avvenne tra
il 388 e 385 a.C.
Figlio di
Filippo Ateniese, fece parte del demo di Citadene e della tribù Pandionide.
Ebbe possedimenti nell’isola di Egina.
Di vasta
cultura non partecipò alla vita politica. All’inizio le sue commedie furono
presentate sotto prestanomi, tra cui Callistrato. Esordì con I banchettanti
(427) e I Babilonesi (426). Seguì Gli Acarnesi (425), commedia che
ottenne il primo agone teatrale. L’ultima opera presentata in vita fu Pluto
(388).
Gli antichi gli
attribuirono 44 commedie delle quali solo undici sono giunte sino a noi: I
cavalieri, Le nuvole, Le vespe, La pace, Gli uccelli, Le Tesmoforiazuse,
Lisitrata, Le rane, Le ecclesiause, Pluto. Non sempre le commedie furono
presentate col suo nome ma attraverso prestanome per ragioni non chiarite.
Nelle commedie
Aristofane mescola l’osservazione della realtà, la buffoneria caricaturale, il
sarcasmo, la satira. I personaggi sono tratti dalla polis, ridotti in
modo grottesco e buffonesco. Sono i tipi rappresentativi dalla vita cittadina
come demagoghi, guerrafondai, filosofi e artisti estrosi. Il popolo
sciocco viene sempre illuso e beffato. Aristofane assiste al declino della sua
città e lo mette in evidenza sulla scena. Aristofane ride, fa ridere tutti
e tocca tutti i tasti delle cose divine e umane, mirando non alla moralità dei
costumi ma al divertimento degli spettatori.
OPERE
Le vespe
(422 a.C.) La commedia è una polemica contro il demagogo Cleone. Racconta
la storia di Filocleone, un uomo assetato di liti giudiziarie, alle quali ama
partecipare in qualità di giudice. Suo figlio Schifacleone, dopo aver tentato di
dissuadere il padre dal partecipare al sorteggio per i giudici, lo convince a
far da giudice in casa e gli organizza un processo. Il cane del demo
di Citadene accusa il cane del demo di Exone di aver rubato del formaggio
siciliano. Schifacleone intenerisce il padre mostrandogli i cuccioli
dell’accusato e con forza gli strappa l’assoluzione. Ma il vecchio non è
convinto. La commedia termina con Filocleone che si esibisce in una danza
grottesca. Le ‘vespe’ sono i suoi consimili che affollano i tribunali.
FILATELIA
GRECIA
Anno
1987
(1649)
Arkas MIkARa
(Ucraina)
Nato il 7 gennaio 1853 a Mykolaiv e ivi morto
nel marzo del 1909.
Ebbe un ruolo attivo nei
settori della cultura e dell'istruzione. Fu anche un compositore e uno storico
dilettante. Dopo la laurea conseguita all’Università di Odessa lavorò
nell’Ufficio Navale Mykolaiv dal 1875 al Successivamente visse nulla sua
tenuta nel illaggio di Khrystoforivka e Bohdanivka,
Kherson dove, a proprie spese, creò una
scuola elementare in lingua ucraina.
La scuola fu chiusa dalle autorità
dopo due anni di funzionamento. Arkas è stato uno dei fondatori e il Presidente
a vita, della Società Prosvita Mykolaiv. Ha registrato in ucraino 80
canzoni folk, romanze e duetti.. Il suo lavoro più importante è stato
l'opera Kateryna (1891), con il libretto, basato sul poema di Taras
Shevchenko. Kateryna andò in scena per la prima volta a Mosca nel 1899.
Arkas è stato l'autore della
popolare Istoriia Ukrainy (Storia della Ucraina,
Saint Petersburg 1908) e ha scritto
liriche e poesie. La sua vita e le
attività sono descritte da L. Kaufman in Mykola Arkas (1958).
FILATELIA
UCRAINA
Anno
2003
Arkatdumkeung
Rabibhadana (Altezza Reale – Principe
tailandese)
(Tailandia)
Nato il 12 novembre 1905).
E’ noto per aver scritto un’opera drammatica:
Lakornhangchevit.
FILATELIA
TAILANDIA
Anno
2005
(2339)
ARLT ROBERTO
(Argentina)
Nato a Buenos Aires nel 1900.
Morto nel 1942.
Nato in una famiglia povera, fu espulso dalla scuola
e trovò lavoro in una libreria dove cominciò a formarsi una cultura.
Cambiò diversi lavori: apprendista stagnaio, pittore, meccanico, operaio in una
fabbrica di laterizi, prima di trovare lavoro stabile come giornalista presso un
giornale di Buenos Aires.
Attirato dal socialismo comunista, si interessò alla
teoria marxista e scrisse con energico realismo di impronta socialista la sua
prima opera Il giocattolo rabbioso (1926), ma il suo genio si manifestò
con il successivo romanzo I sette pazzi (1929) un romanzo grezzo,
brutale, surreale.. Col romanzo I lanciafiamme (1931) concluse una specie
di trilogia, che rappresenta l’apice del suo lavoro.
Dopo i tre romanzi Arlt scrisse racconti brevi
e opere per il teatro, dove proseguì con le sue visioni bizzarre e con i suoi
personaggi strani e alienati, consumati dalla durezza dell’esistenza.
I racconti sono radunati nel volume Il
gobbetto (1933). Tra i drammi emerge L’isola deserta (1938)
FILATELIA
ARGENTINA
Anno
2002
(2349)
ÁRNASON JÓN
(Islanda)
Nato a Hof
il 17 agosto 1819. Morto il 4 settembre 1888 a Reykjavík.
Studiò
presso la Scuola Latina di Bessastadi. Fu il direttore del museo che per
primo raccolse testi folkloristici e raccolte di racconto popolari e dal
1848 al 1887, fu anche il primo bibliotecario della Biblioteca Nazionale
d’Islanda e il primo curatore delle Isole Forngripasafns (Collezione di
Antichità Islandesi).
Inoltre,
lavorò come segretario del vescovo e come insegnante e custode della
biblioteca presso la Scuola Latina. Nel 1877, fu proposto come uno dei due
rappresentanti islandesi per la celebrazione del centenario della
Università di Uppsala.
Ispirato
dalle opere dei fratelli Grimm, Jón cominciò a raccogliere e registrare
racconti popolari, insieme a Magnus Grímsson, un ecclesiastico maestro di
scuola. La loro prima collezione, Íslenzk Æfintýri (Racconti
folkloristici islandesi) apparve nel 1852, ma ebbe poco successo. I due
ripresero la raccolta dopo il consiglio di Konrad von Maurer, storico
tedesco e studioso di letteratura islandese, il quale visitò l’Islanda nel
1858 e li incoraggiò a proseguire. Dopo la morte di Magnús Grímsson
(1860), Jón Árnason terminò la raccolta per conto suo e pubblicò due
volumi nel 1862 e 1864 a Lipsia, Íslenzkar Þjóðsögur og Æfintýri
(Fiabe e leggende islandesi), che comprendono più di 1300 pagine. Nel
1954-1961 l’opera è stata ristampata a Reykjavík in sei volumi.
A Jón e
Magnus mancavano il tempo e mezzi per viaggiare e raccogliere racconti,
per cui si affidarono ai loro alunni e ad altri contatti, chiedendo di
inviare loro storie e leggende alle quali apportavano lievi varianti. .
Jón
Árnason scrisse pure alcune biografie su Martin Lutero (1852),
Carlo Magno (1853), e Sveinbjörn Egilsson .
Jón si
sposò tardi nella vita. Morì dopo una lunga malattia Ebbe un figlio che
morì prematuramente.
Opere:
Jón Árnason e Magnus Grímsson (a cura di) Íslenzk Æfintýri. (1852).
Íslenzkar Þjóðsögur og Æfintýri. 2 voll. (1862, 1864). Agrip af æfisögu
Dr. Marteins Lúters. (1852). Sagan af Karlamagnúsi keisara (1853).
FILATELIA
ISLANDA Anno 2012
ARNAUD GEORGES
(Francia)
Nato nel 1917. Morto nel 1987.
È noto come l’Autore di un libro da cui fu tratto un
famoso film: Il salario della paura. Il libro, dal titolo Vite vendute
venne utilizzato nel 1953 dal regista Henri-Georges Clouzot. Il film
ottenne “L’orso d’oro” nel festival di Berlin del’53.
Si tratta di un
thriller in bianco e nero sulle vite vendute di alcuni individui che accettano
di portare a termine una missione impossibile: trasportare un convoglio di
camion carichi di nitroglicerina su una strada molto dissestata. Un film teso,
un appassionante thrilling.
FILATELIA
DOMINICA
Anno
2000
(2538).
ARNDT ERNEST
MORITZ
(Germania)
Nato a Schoritz, isola di Rûgen, nel 1769. Morto a Bon nel 1860.
Di famiglia contadina, diventò professore universitario nel 1800. Nel 1806
lasciò il paese occupato dalla truppe francesi e vi ritornò nel 1809 sotto falso
nome. In seguito si trasferì a Pietroburgo per organizzare la
legione tedesca e preparare la riscossa nazionale.
Nella primavera del 1813 ritornò in Germania dove con scritti politici fomentò
lo spirito nazionalistico dei suoi compatrioti e contribuì a sollevare la
Germania contro Napoleone nel 1813.
Nel 1818 divenne professore all’Università di Bonn dove ebbe a soffrire per le
sue idee liberali e unitarie e fu costretto a dare le dimissioni dal suo
incarico. Ebbe parte negli avvenimenti del 1848. Fu membro del Parlamento
di Francoforte e appartenne al gruppo che sosteneva Federico Guglielmo di
Prussia nel proporlo come imperatore del popolo. Illuso, si ritirò a
vita privata.
Oltre ai suoi numerosi scritti di carattere politico lasciò i Canti di guerra e
Lo spirito del tempo opera uscita in diversi volumi tra il 1806 e il 1818.
FILATELIA
DDD
Anno
1963
(696),
GERMANIA
Anno
1969 (474)
ARNICHES CARLOS
(Spagna)
Nato ad Alicante l’11 ottobre del 1866. Morto a
Madrid 16 aprile 1943
Di famiglia modesta, a 14 anni lavorò prima in
una banca come fattorino e poi in una fabbrica di macchine per cucire. Una zia
benevola gli permise di studiare.
Un suo lavoro, dedicato alla vita di Alfonso XII,
interessò la Regina tanto che ne ordinò l’uso in tutte le scuole e gli permise
una tranquillità finanziaria.
Si dedicò al teatro scrivendo per lo più atti unici,
sainetes e zarzuelas con o senza musica, piene di costumbrismo
(vita popolare) , scritte in modo fresco e vivace. Ne lasciò circa 200.
Il suo
periodo più prolifico, brillante e di maggior impegno fu quello tra il 1916 e il
1921, quando la sua notorietà raggiunse il massimo livello. Più tardi,
essendo la fama diminuita e anche a causa della Guerra Civile, si trasferì
in Argentina dove lavorò per il teatro, la radio e il cinema.
Tornato
con la famiglia nel 1940 a Madrid, trovò una città diversa.
Ancora amato e. rispettato per le sue
opere precedenti, morì tre anni dopo per insufficienza cardiaca indotta
dalla notizia della morte improvvisa della figlia Rosaria
FILATELIA
SPAGNA
Anno
1966
(1491)
ARNIM BETTINA
BRENTANO
(Germania)
Nata a Francoforte sul Meno nel 1785.
Morta a Berlino nel 1859.
Sorella di Clemens von Brentano, andò sposa al poeta Ludwig Achim von
Arnim nel 1811. Dopo la morte del marito (1832), si dedicò all'attività
letteraria, componendo tre romanzi in forma epistolare, tra cui Carteggio di
Goethe con una bimba (1835) ispiratole dalle relazioni intercorse tra il 1807 e
il 1811 con J. W. Goethe. In essi l’Autrice mescola spesso realtà e
fantasia
Fu anche in corrispondenza con Beethoven.
Fu una delle prime autrici a descrivere la vita del proletariato industriale, in
particolar modo nelle opere Il libro dei re (1843) e Il libro dei
poveri, pubblicato postumo. La sua opera letteraria e sociale esercitò un
notevole stimolo nel movimento letterario
tedesco, tanto da essere definita la Sibilla del romanticismo germanico.
FILATELIA
GERMANIA
BERLINO
Anno
1985
(693) e Annullo speciale
ARNIM LUDWIG ACHIM
von
(Germania)
Discendente da
una nobile famiglia prussiana, nacque il 26 gennaio 1781 a Berlino. Passò parte
della sua gioventù a studiare scienze naturali, ma finì per dedicarsi alla
letteratura. Di indole girovaga e vagabonda,
per ampliare le sue esperienze, percorse a piedi la Germania, la Svizzera,
l’Italia settentrionale, la Francia, l’Olanda, l’Inghilterra. Durante le sue
peregrinazioni conobbe e divenne amico di un altro
scrittore di tendenze a lui affini, Clemens
Brentano, col quale percorse la
Renania alla ricerca di antichi canti popolari. I due scrissero in
seguito la raccolta Il corno meraviglioso del fanciullo
(1806-1808)
A
Heidelberg incontrarono i fratelli Grimm e
Görres, formando una specie di cenacolo che diede il
via al romanticismo tedesco.
Arnim pubblicò ad
Heidelberg il “Giornale per gli eremiti”.
L’attività politico-letteraria berlinese di quegli
anni, che si preparava alla riscossa antinapoleonica, attirò i suoi interessi e
gli ispirò le novelle Giardino d’inverno. Di
interesse notevole sono i racconti La contessa Dolores (1810) e
Isabella d’Egitto (1812), che è una sorta di anticipazione del surrealismo.
Nel 1811 sposò Bettina Brentano, sorella minore di
Clemens, e con lei tornò nelle sue terre della
Marca, dove si dedicò all’agricoltura e alla poesia.
Il suo spirito
prussiano lo spinse a sostenere attivamente la sua patria, come quando, nel
1813, devolse tutti i proventi di una sua opera drammatica a favore
dell’armamento delle truppe che combatterono nella battaglia di Lipsia. Tornò
anche al giornalismo, ma rimase deluso dal fallimento del suo sogno nella
grandezza prussiana. Il suo ideale è espresso
nell’ultima opera rimasta incompiuta I custodi della corona (1817-56). Si
avverte in lui il raffreddamento giovanile verso il romanticismo.
I rapporti con la
moglie Bettina non furono sempre idilliaci. Ciò non toglie che ebbe su di
lei una influenza letteraria tanto da condurla a
seguire la sua via.
Morì a
Wiepersdorf il 21 gennaio 1831.
FILATELIA
GERMANIA-BERLINO
Anno
1981
(598)
AROSENIUS IVAR
(Svezia)
Nato nel 1878.
Morto nel 1909.
Pittore,
disegnatore, scrittore. Le sue opere riflettono il drammatico rapporto tra il
piacere di vivere e la consapevolezza della sua malattia (emofilia) che avrebbe
potuto colpirlo in ogni momento.
I suoi soggetti
attinsero alla fantasia orientale, alle favole, alle immagini domestiche della
moglie e della figlia.
Eseguì splendide
illustrazioni per libri per ragazzi.
FILATELIA
SVEZIA
Anno 1969, (640)
Arráiz Antonio
(Venezuela)
Nato a Barquisimeto (Edo, Lara) il 27 marzo 1903. Morto a Westport (USA)
il 16 settembre 1962.
Scrittore, poeta, giornalista, iniziò gli studi nel suo paese natale e li
continuò a Caracas nel Collegio Cattolico Tedesco e nel Liceo Andrei Bello sino
al 1914.
Nel 1919 viaggiò negli Stati Uniti dove prestò servizio militare. Rientrato in
patria, partecipò ai movimenti antigovernativi, fu incarcerato e poi confinato a
Barquisimeto, dove fondò il giornale “El Heraldo”.
Esercitò il giornalismo in maniera attiva. Fu direttore dei giornali “Ahora” e
“El Nacional” dal 1943 al 1948.
Nel gennaio del 1949 andò in volontario esilio negli USA dove lavorò nel
Dipartimento Stampa delle Nazioni Unite.
Nel 1924 pubblicò i poemi Aspero, nei quali ruppe con la tradizione
venezuelana troppo impregnata di puritanesimo.
Alla caduta della dittatura di Gomez fu segretario del Governo dello Stato
Carabobo, prima dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Altre sue opere: Historia de Venezuela, Geografía de Venezuela, Lecturas,
Vida ejemplar del Gran Mariscal de Ayacucho, Puros Hombres, Dámaso Velázquez.
Per i giovani scrisse Tío Tigre y Tío Conejo e Il gallo Martinez .
FILATELIA
VENEZUELA
Anno 1997, 1998
Arsen'ev Vladimir
Klavdiyevic
(Russia)
Nato a San Pietroburgo nel 1872. Morto nel 1930 a Vladivostok.
Suo padre era un ex servo della gleba, diventato capo del distretto ferroviario
di Mosca. Dopo una formazione militare, iniziò diverse spedizioni attraverso le
foreste dell’Estremo Oriente. Visse a Vladivostok durante gli anni della guerra
civile russa ed fu un Commissario delle minoranze etniche delle regioni
dell’Estremo Oriente. Dopo l’assorbimento dei territori dell’Est da parte della
Russia sovietica, rifiutò di tornare a San Pietroburgo per rimanere a
Vladivostok.
Arsen'ev descrisse i suoi viaggi in una serie di libri, raccontando avventure e
peripezie nel bacino Ussuri in compagnia del cacciatore Dersu Uzala, dal
1902 al 1907
Morì nel 1930 all’età di 57 anni.
La sua vedova, Margarita Nikolaevna Arsenyeva fu arrestata nel 1934 e nuovamente
nel 1937 dopo essere stata accusata di essere membro di una organizzazione
sovversiva. Il tribunale militare che si occupò del caso (21 agosto 1938)
impiegò solo dieci minut a condannarla a morte.
Anche la figlia fu arrestata nel mese di aprile 1941 e condannata ad essere
deportata in un gulag.
Arsen’ev
è famoso per i suoi libri sulle sue esplorazioni, una sessantina di opere
che trattano della geografia, fauna selvatica ed etnografia delle regioni da lui
attraversate. La sua opera più famosa, in tre parti Dersu Uzala (Dersu il
cacciatore, 1923) racconta tre spedizioni nella taiga dell’Ussurian, nell’Asia
del Nord, lungo il Mar del Giappone e Vladivostok..
Il libro attirò l'attenzione del regista giapponese Akira Kurosawa, che ne
trasse una versione cinematografica, «Dersu Uzala», nel 1975. Il terzo
libro della trilogia Le montagne di Sikhote-Alin, è stato pubblicato
postumo, nel 1937.
FILATELIA
SAN
MARINO
Anno
2010,
URSS Anno
1956
(1811),
1972,1973,
1988
Annulli speciali cartoline e buste
postali.
ARTURO AURELIO
(Colombia)
Nato a La Union Nariño nel 1906. Morto a Bogotà nel 1964.
Laureato in giurisprudenza, cominciò a pubblicare le sue prime opere sulla
rivista universitaria, diretta da German Arciniegas.
Si dedicò interamente alla sua professione, occupando anche alcuni incarichi
pubblici come Segretario del Ministero dei Lavori e in seguito funzionario del
Ministero della Difesa.
Occupò il tempo libero dedicandolo alla letteratura con poesie e
traduzioni, Nel 1963 pubblicò il primo libro Morada al sud, che ottenne il
Premio Nazionale Guillermo Valencia.
Alcuni mesi prima della sua morte ricevette la laurea honoris causa in Filosofia
e lettere presso l’università di Nariño.
FILATELIA
COLOMBIA
Anno
1998
Asachi Gheorghe
(Romania)
Nato a Herta nel 1788. Morto a Iasi nel 1869.
Scienziato
e diplomatico, viaggiò a lungo in Austria e in Italia. Fu tra i promotori del
rinnovamento culturale romeno. Fondò la rivista «L'ape romena» (1829-49),
giornali, scuole e il primo teatro in lingua nazionale. La sua opera di
scrittore, pur avendo scarsa consistenza dal punto di vista artistico, ha il
merito di aver introdotto nella lingua romena i generi letterari europei: il
sonetto, l'ode neoclassica, l'elegia sepolcrale, il racconto storico, la ballata
popolare di tipo romantico.
FILATELIA
MOLDAVIA
Anno
2000
(Cartolina postale).
Asan.
N.Kumaran
(India)
Nato nel 1873 a Kaayikkara,
Thiruvananthapuram, Kerala. Morto a Pallana nel 1924.
Secondo figlio in una famiglia di
nove figli ereditò dal padre la passione per le lettere e fu attratto dallo
studio della matematica e del sanscrito.
Trovò lavoro come insegnante e poi
come ragioniere di un grossista, impiego che abbandonò dopo due anni per
seguire le scuole superiori di sanscrito. Per impratichirsi di Yoga e di Tantra
lavorò come apprendista in un tempio. Asan.Ricevette
una borsa di studio per la poesia che gli permise di frequentare gli studi
superiori. In quel periodo compose canzoni devozionali per i fedeli del tempio
Muruga a Vakkom.
Kumaran fu perseguitato per tutta
la vita dalla cattiva salute. Durante un periodo di malattia, incontrò il guru
Sree Naravana del quale divenne in seguito discepolo.
Nel 1895 fu inviato a Bangalore per
3 anni per gli studi superiori in sanscrito, presso il Collegio di Sree
Chamarajendra, dove si specializzò in Sastra Tarka. Lasciata Bangalore si
trasferì a Madres e dopo un breve soggiorno, si spostò a Calcutta dove il suo
maestro gli profetizzò che un giorno sarebbe diventato un famoso poeta.
Profezia avverata perché Asan fu uno dei poeti del triumvirato del Kerala,
filosofo e riformatore sociale.
Visse per cinquant'anni. La sua
vita fu tragicamente stroncata da un incidente in barca nel gennaio del 1924
durante il viaggio da Kollam ad Alappuzha dove si recava per partecipare a una
funzione come ospite d'onore. La barca capovolse a Pallana.
Scrisse:Subramanya Sathakam
e Sankara Sathakam, in cui ha espresso le sue aspirazioni devozionali. La
breve poesia Veena Poovu (caduta dei fiori) diventata classico della
letteratura, l’elegia Prarodanam; le poesie Khanda
Kavyas , Sthothrakrithikal (1901), Saundaryalahari
(1901), Veenapoovu (1907), Oru Simhaprasavam (1909), Nalini
(1911), Leela (1914), Sribuddhacharitham (1915),
Baalaraamaayanam (1916), Graamavrikshattile Kuyil (1918),
Prarodanam (1919) Prarodanam
(1919), Chintaavishtayaaya Sita (1919 ), Pushpavaadi (1922
Duravasthha (1922), Chandaalabhikshuki (1922), Manimaala
(1924), Vanamaala (1925). Ha scritto i poemi epici Buddha Charitha
poi Duravastha.
FILATELIA
INDIA
Anno
1973
(361)
ASBJØRNSEN PETER CHRISTEN
MOE ENGEBRETSEN JØRGEN
(Norvegia)
Peter
Christen Asbjørnsen nacque a Cristiania il 15 gennaio 1812 e ivi morì
il 6 gennaio 1885.
Moe Jørgen
Engebretsen nacque il 22 aprile 1813 a Cristiania e ivi morì il 27 marzo
1882.
Asbjørnsen
nel 1825 fu mandato a Norderhov-Ringerike per iniziare il suo curriculum
universitario. Qui incontrò Jørgen Moe. Anche se molto diversi per
carattere, i due giovani avevano un interesse comune per la natura e la
vita all'aria aperta. Non è chiaro quale di loro abbia cominciato a
raccogliere racconti popolari o chi dei due abbia creato il loro
stile-favola. Quello che avvenne fu la decisione presa nel 1837 allorché
iniziarono a lavorare insieme su una collezione scientifica di racconti
popolari, sul modello dei Fratelli Grimm.. Il primo opuscolo di racconti
popolari norvegesi apparve nel 1841 e ad esso seguirono subito altri tre
opuscoli, e poi nel 1851 apparve un'opera in due volumi col titolo
Favole norvegesi, raccolte e raccontate da P.Chr. Asbjørnsen e Jørgen Moe.
L’opera fu subito definita un capolavoro letterario.
L'uso
innovativo del norvegese parlato in queste storie contribuì a creare una
forma di scrittura norvegese, distinta dal danese, che divenne normativo
per lo sviluppo di Riksmål e Bokmål.
Nel campo
della letteratura folkloristica i loro nomi vanno sempre congiunti. Due
esistenze legate da un interesse comune. Dissimile fu, comunque, la loro
vita.
Asbjørnsen,
esperto zoologo, con l'aiuto della Università di Oslo viaggiò lungo le
coste della Norvegia, in particolare nel Hardangerfjord. Nel 1856
cominciò ad occuparsi del problema della deforestazione della Norvegia, e
indusse il governo ad occuparsi del tema. Nominato maestro-forestale
viaggiò attraverso la Norvegia e visitò vari paesi del nord Europa per
studiare i metodi per la conservazione del legno. Nel 1876, si ritirò da
tali incarichi e nel 1879 vendette la sua vasta collezione di esemplari
zoologici al Museo di Storia Naturale (Irlanda) per £.300. Questa
collezione comprende esemplari di Brisinga endecacnemos, raccolti
nel corso della sua indagine biologica del Hardangerfjord nel 1850.
Anche Moe
dal 1841 trascorse molte estati nelle zone meridionali della Norvegia,
raccogliendo le tradizioni popolari e i racconti montani. Nel 1845 venne
nominato professore di teologia all'Accademia militare norvegese; nel 1853
e fino al 1863, divenne cappellano della Olberg Church di Krødsherad e
della Sigdal Church di Sigdal. Qui trovò ispirazione per alcune delle sue
poesie più famose, come Den Gamle Mester ("Vecchio Maestro") e
Sæterjentens Sondag ("Domenica alle Malghe"). Nel 1863 si trasferì a
Drammen e diventò parroco di Bragernes, poi nel 1870 si trasferì di nuovo
a Vestre Aker, vicino a Christiania. Nel 1875 divenne vescovo nella
Diocesi di Agder, con sede a Kristiansand. Moe ha anche pubblicato
un'antologia di racconti in prosa per i bambini, I Brønden og i Tjernet
(1851) e En Liden Julegave (1860).
Fu
nominato Cavaliere dell'Ordine di S. Olav nel 1873. Nel gennaio 1882, si
dimise a causa della salute precaria, e morì nel marzo successivo. Nel
1881, Moe è stato nominato Comandante dell'Ordine di San Olav.
Suo figlio,
Moltke, continuò il lavoro del padre nel folklore e nelle fiabe e divenne
il primo professore della materia presso l'Università di Christiania.
FILATELIA
NORVEGIA Anno 2012
ASCASUBI HILARIO
(Argentina)
Nato a Fraile
Muerto (oggi Belle Ville) il 14 gennaio 1807, morì a Buenos Ayres il 17
novembre 1875.
Dopo i primi
studi, si imbarcò su una nave mercantile alla volta degli Stati Uniti e, dopo
incredibili peripezie, ritornò in patria nel 1823.
Scelta Salta come
residenza, vi impiantò una tipografia e stampò i suoi primi versi patriottici,
dedicati alla vittoria di Ayacuchi (1824). Militò nella campagna contro il
Brasile e contro i ‘caudillos’ dell’interno (tra cui Facundo Quiroga). Si oppose
alla tirannia di Rosas, difendendo Montevideo durante l’assedio di Oribo,
incitando i patrioti con versi in lingua ‘gaucha’ Paulino Lucero.
Luogotenente di
Urquiza nella battaglia di Caseros (1852), si distaccò da lui e lo attaccò
con i versi di Aniceto il Gallo.
Dal 1852 si
dedicò alla riorganizzazione del paese. Fu inviato a Parigi dal presidente Mitre
e nella capitale francese assunse volontari per la lotta contro gli indios del
deserto. A Parigi si dedicò anche alla pubblicazione delle sue Opere complete.
Nel 1862 riprese
un antico progetto, quello di comporre un vasto poema sulla vita dei gaucho, (di
cui già nel 1850 aveva composto due parti col titolo Los Mellizos. Il
risultato totale fu Santos Vega, un’opera che Borges definì languida e
che ammirò solo in parte.
FILATELIA
ARGENTINA
Anno
1966
(763)
Asdreni (pseudonimo
di Aleks Stavre Drenova)
(Albania)
Nato nel 1872 nel villaggio.
di Drenova, a circa cinque chilometri a sud-est di Korça. in Albania. Morì
nel 1947.
Rimasto orfano a tredici anni dovette recarsi a Bucarest per unirsi ai suoi due
fratelli maggiori.
Lavorò inizialmente come garzone carbonaio. Studiò privatamente e riuscì a
frequentare la Facoltà di Scienze Politiche dell 'Università di Bucarest.
Nel 1905, insegnò in una scuola albanese nella città portuale di Costanza e
l'anno seguente divenne presidente del nuovo capitolo di Bucarest del Dija,
una società, fondata a Vienna. Convinto della necessità di creare uno
stato indipendente albanese, si recò a Durazzo per accogliere nella primavera
del 1914 il nuovo capo di Stato, eletto nel paese, il Principe Wilhelm zu Wied
dal quale sperava di ottenere l’incarico di archivista nella nuova
amministrazione reale..
Ma la sua attesa venne delusa, per cui, dopo un breve periodo trascorso a
Scutari, fece ritorno a Bucarest nel mese di luglio del 1914 quando l’ Europa
stava preparandosi per la guerra. Negli anni successivi, Asdreni continuò
a svolgere un ruolo attivo nel movimento nazionale albanese. Egli tuttavia
scelse di rimanere in Romania, e impiegarsi come segretario al consolato
albanese aperto nel marzo 1922.
Ritornò in Albania nel novembre 1937 in occasione del
venticinquesimo anniversario di indipendenza, con la speranza dopo molti anni di
servizio di ottenere una pensione governativa. Invano..
Morì in povertà in data 11 dicembre 1947.
Asdreni pubblicò la prima raccolta di 99 poesie nel 1904 dal titolo Raggi di
sole, che dedicò all’eroe albanese Scanderberg. Un secondo volume Sogni e
lacrime uscì nel 1912, dedicato ad un amico dell’Albania, il
viaggiatore inglese Edith Durham. Nel 1930 uscì un terzo volume dal titolo
Salmi di un monaco.
Viene considerato
come uno dei migliori poeti albanesi del XX secolo.
FILATELIA
ALBANIA
Anno
1987
(2153)
Aseev Nikolai
Nikolaevic
(Russia)
Nato a Kursk nel 1889;
morto a Mosca nel 1963.
Prima legato all'esperienza
decadentista e simbolista, si orientò poi verso le tendenze sperimentali della
poesia sovietica, il cubofuturismo, le ricerche di Majakovskij e Chlebnikov.
Nel 1923 fu tra i fondatori
del LEF, e collaborò poi al Nuovo LEF. La sua poesia, in L'usignolo d'acciaio
(1922), Canti d'ottobre (1925) ha i suoi accenti migliori
nell'idealizzazione del progresso e nella fusione di motivi oratori
propagandistici con le cadenze delle antiche ballate popolari.
FILATELIA
RUSSIA
Anno
1999,
URSS
Anno
1999
Buste postali
ASIMOV ISAAC
(U.S.A)
Isaac Iudich
Asimov nasce nel 1920 a Petrovich, Russia. Muore a New York
nel 1992.
Nel 1923 la sua famiglia - ebrea - emigra negli USA dove il padre Judah
acquista a New York, nel quartiere di Brooklyn, un negozio di dolciumi con
annessa una rivendita di giornali e riviste. A cinque anni il piccolo Isaak sa
già leggere da solo e inizia a frequentare le biblioteche pubbliche.
Nel 1928 ottiene
la cittadinanza americana e ‘americanizza’ il suo nome in Isaac Asimov.
La sua passione
per la lettura lo porta presto a contatto con le riviste di fantascienza che in
quel periodo proliferavano e che acuiscono la passione per visioni fantastiche
di mondi nuovi e lo predispongono ad accostarsi alla scienza, condizionando il
suo futuro di scrittore.
Inizialmente
comincia a scrivere racconti e nel 1938 pubblica la sua prima novella che
gli permette di entrare a far parte del Club ‘Futurians’ che già contava tra i
suoi membri validi scrittori di fantascienza come Pohl, Kornbluth, Wollheim. In
quel periodo conosce John W. Campbell jr., geniale direttore della prestigiosa
rivista “Astouding Science Fiction”, il quale gli fu amico e mentore,
seguendolo passo passo il suo lavoro. Contemporaneamente studia alla
Columbia University dove si laurea in chimica e biologia.
Nel 1942, il
giorno di San Valentino, incontra Gertrude Blugerman che sposerà. Pochi mesi
dopo, però, i due divorzieranno e nel 1970 Asimov passerà a nuove nozze,
sposando la psichiatra e scrittrice Janet Opal Jeppson.
Durante la
Seconda Guerra Mondiale, lavora come chimico presso la U.S. Naval Air
Experimental Station a Philadelphia, e nel 1945 viene inviato ad Honolulu,
dove partecipa al primo esperimento atomico del dopoguerra.
Al termine del
conflitto, nel 1948, riprende i suoi studi in biochimica e consegue
la laurea; dal 1949 al 1958 insegna tale materia alla Boston University
School of Medicine. L’insegnamento si interrompe quando le sue
opere cominciano ad aver successo e lo spingono a scegliere la carriera di
scrittore a tempo pieno.
Il debutto come
scrittore avviene nel 1939 col racconto Marooned Off Vesta, pubblicato su
“Amazing Stories”, ma l'opera che lo pone tra i grandi della fantascienza
è Cade la notte, pubblicato nel 1941 e giudicato come il migliore
racconto di fantascienza.
Le sue opere più
interessanti risalgono proprio a quel periodo in cui nascono i racconti più
noti: quelli dedicati ai Robot Positronici, che saranno successivamente
raccolti nei libri e quelli dedicati al ciclo Foundation (1942-1993) -
ispirato ad Asimov dalla lettura di The Decline and Fall of Roman Empire
di Edward Gibbon e di A Study of History di Arnold Toynbee . Il
ciclo di Fondazione verrà premiato nel 1956 con l'Hugo Award quale
«miglior ciclo fantastico di tutti i tempi».
L’anno prima
aveva scritto The End of Eternity, ritenuto il suo miglior romanzo.
A partire dal
1958 smette di scrivere romanzi di fantascienza per dedicarsi alla
divulgazione scientifica, allora più remunerativa.
L’interesse per
la letteratura fantastica riprende quando fonda la rivista “Isaac
Asimov's Science-Fiction Magazine”.
Asimov è pure
scrittore di racconti polizieschi, raccolti nelle 4 collezioni dedicate ai
Black Widowers e nel volume Union Club Mysteries.
Il cinema lo
affascina e nel 1966 partecipa alla sceneggiatura del film Un viaggio
allucinante, da cui poi trarrà l'omonimo romanzo.
Al 1976
risale la pubblicazione del racconto The Bicentennial Man, sorta di
moderna favola di Pinocchio dalla quale, negli anni Novanta, verrà
ricavato un film con Robin Williams.
Purtroppo un
attacco cardiaco lo costringe ad una degenza in ospedale e costituirà un
ridimensionamento nella sua attività di scrittore. Nel suo ultimo decennio di
vita l'autore s'impegna a fondere tra loro le sue opere più importanti: scrive
così I Robot e l’impero, quale collegamento del ciclo dei Robot
(1940-1992) con quello del Trantorian Empire (1950-1952) e Forward the
Foundation.
Sebbene i ragazzi
siano soliti impadronirsi anche di opere scritte e pensate per adulti, Asimov,
assieme alla moglie Janet, scrive una serie di libri per ragazzi,
incentrata sulle avventure del robot Norby, che va ad aggiungersi agli
altri juveniles che hanno come protagonista la figura del "vagabondo
degli Spazi", Lucky Starr, originariamente scritti quali sceneggiature di
una serie di telefilm che non venne mai girata.
Nel 1989 contrae
l'AIDS a causa di una trasfusione di sangue infetto. La notizia viene tenuta
nascosta agli occhi del pubblico, tanto che la sua scomparsa verrà attribuita
ad una semplice crisi cardiaca. La vera ragione verrà diffusa dalla moglie
solo nel 2002.
Asimov muore a
New York nel 1992. In suo onore il Mensa ha dato il suo nome
all'asteroide “5020 Asimov”.
Autore di oltre
quattrocento opere, vincitore di sei Hugo Award,, insignito di 14
dottorati ad honorem, rimane nella leggenda della fantascienza come
uno degli autori più prolifici.
Sebbene il suo
stile non sia entusiasmante, Asimov è universalmente apprezzato per essere
riuscito ad abbinare la fantasia fantascientifica alle Scienze umane quali la
Psicologia, la Storia, la Politologia. La sua opera incentrata sui
Robots ha influito sullo studio della robotica e ha mutato l’impostazione
narrativa che vedeva , fino a quel momento, prevalere la tesi della Shilley e il
“complesso di Frankenstein” che aveva continuato a dominare dalla fine
dell’Ottocento.
Notevoli e
importanti sono, infatti, le sue famose leggi che stanno alla base dei suoi
racconti:
Legge Zero
- un robot non può danneggiare l'Umanità, né può permettere che, a causa del suo
mancato intervento, l'Umanità riceva danno;
Prima Legge
- un robot non può recare danno agli esseri Umani, né può permettere che, a
causa del suo mancato intervento, gli esseri Umani ricevano danno;
Seconda Legge
- un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri Umani, a meno che
ciò non contrasti con la Prima Legge;
Terza Legge
- un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che ciò non contrasti
con la Prima e la Seconda Legge;
Le leggi sono
ormai diventate una sorta di postulato scientifico fondamentale.
Tra le sue
migliori opere sia di fantasia che di divulgazione vanno ricordati:
I paria del
cielo (1950), Stelle come polvere (1951), Le correnti dello
spazio (1952), Abissi d’acciaio (1953), La fine dell’eternità
(1955), Il corpo umano (1963), Il cervello umano (1964), La
porta sul futuro (1969)., I mattoni dell’universo (1971),
L’orologio su cui viviamo (1973), Uomini (1978), Astronavi
(1978), I perché della scienza (1978), Opus 200 (1979),
Autobiografia (1979), L’orlo della Fondazione (1982), Preludio
alla fondazione (1988), Azalal e Nemesi
(1989), Norby, il robot stravagante (1985), Norby e la
principessa perduta (1987), Norby e gli invasori (1988),
Storie di giovani mostri (1989), Storie di giovani alieni (1989),
Storie da un altro mondo (1990), Storie di giovani fantasmi (1990),
Storie di giovani maghi (1991) L’ascesa dei mercanti (1992),
La conquista dei quattro regni (1992), Il leone della XX flotta (1992),
La repubblica di Korell (1992), I segreti di Norby (1992), La
seconda fondazione (1992), Sogni di robot (1993)
.
OPERE
Cronache della
Galassia Il titolo originale è Foundation (1951-53)
L’opera è composta da tre volumi ed è un grandioso affresco cosmico dove la
forza negativa del Mutante cerca di distruggere un sogno di perfezione
socio-politica e la sua sconfitta significa il trionfo della razionalità.
Difficile riassumere la vicenda. L’immenso impero galattico creato dall’uomo è
scosso da sussulti di agonia e da sanguinose lotte intestine. Le autorità
centrali non sono più in grado di tenere a freno le rivolte che scoppiano
ovunque. E dal caos che ne deriva nasce una sorta di una milizia privata che,
guidata da un avventuriero misterioso, dotato di poteri sovrumani, il Mutante,
si impadronisce a poco a poco dell’impero.
Io robot
racconti pubblicati separatamente e poi raccolti in due volumi. In essi lo
scrittore rivoluzionò le precedenti teorie sui robot, stabilendo
definitivamente che il robot è solo una macchina programmata. Ma intuendo che
l’uomo cominciava a temere la macchina da lui programmata e ne avrebbe in futuro
rifiutato l’uso come elettrodomestico, applicò al personaggio un cervello
positronico in cui erano inserite tre ferree leggi, tutte a difesa dell’uomo, e
creò il personaggio della dottoressa Susan Calvin, la psicologa dei robot.
Tutti i racconti sono studiati e condotti applicando la ferra legge sui robot,
dando vita a sottili intuizioni e a casi particolari. Dal primo racconto
Robbie in cui una bambinaia viene sostituita con un robot, ai successivi in
cui ai robot viene impedita la libera circolazione sulla Terra, si giunge
all’ultimo agghiacciante racconto scritto nel 1974 Che tu debba
preoccuparti di lui in cui i robot decidono che per il bene dell’umanità
si rende necessaria la sua estinzione e la successiva sostituzione dell’uomo con
i robot.
ISRAELE
2000
(1510), SAN
MARINO
1998 (1583),
GUINEA Anno 2012 (6412/4 + BF
1417) .
ASkenazy Ludvík
(Cecoslovacchia)
Nato nel 1921.
Morto nel 1986.
Giornalista e
scrittore, di famiglia ebrea, nacque nel Sachsenberg. Studiò filologia
slava a Lwòw.
Nella seconda
guerra mondiale militò nella Repubblica ceca, in una unità dell’esercito
sovietico. Fu membro del Partito Comunista in Cecoslovacchia e tra il 1945
e il 1950 lavorò nella Repubblica Ceca nella radio di stato.
Dopo l’invasione
sovietica della Cecoslovacchia nel 1968, partì in volontario esilio e trovò
rifugio a Monaco di Baviera.
Tra il 1976 e il
1986 visse a Bolzano con la moglie Leonia Mann, figlia dello scrittore
tedesco Heinrich Mann.
Scrisse anche per
bambini tra cui la commedia Problemi con la Luna .
FILATELIA
CECOSLOVACCHIA 1961
(1159)
Aškerc Anton
(Slovenia)
Nato a Globoko il 9 febbraio 1856. Morto a Lubjana nel 1912.
Apprese i primi rudimenti letterari in una scuola slovena e poi frequentò la
scuola elementare tedesca a Celje e il ginnasio a Maribor dove studiò teologia.
Già durante il periodo degli studi cominciò a dubitare dei dogmi religiosi e
come sacerdote entrò in contrasto con i suoi superiori.
Messo prematuramente in pensione, ottenne il posto di archivista a Lubjana
dove rimase fino alla morte.
Pubblicò le prime poesie in forma anonima sotto lo pseudonimo di Gorazd.
Continuò a produrre ballate e romanzi, per dedicarsi infine alla poesia epica
nella quale inserì i dubbi relativi ai dogmi cattolici.
Importanti e caratteristiche sono le opere Ballate, Liriche e Poesie epiche che
segnano il picco creativo della sua produzione. Scrisse anche romanzi.
Nella terza raccolta di testi poetici Nuove Poesie, si avverte un calo di tono e
di forza poetica.
Tra il 1900 e il 1902 fu l’editor di Ljublianski Zvon.
Tentò, senza troppo successo, anche la strada del teatro.
Tradusse molti poeti, in gran parte russi.
FILATELIA
SLOVENIA
Anno
2006, Annullo speciale e cartolina
postale.
Asnyk Adam
(Polonia)
Nato a Kalisz l’11 settembre del 1830. Morto a Cracovia il 2 agosto del 1897.
Di famiglia slovacca, dapprima venne educato in casa e poi frequentò la scuola
presso l’Istituto di Agricoltura e Foreste a Marymont e poi presso
la Scuola Medica di Varsavia. Continuò gli studi a Breslavia, Parigi e
Heidelberg.
Ritornato in patria, prese parte all’insurrezione del 1863 e partecipò alla vita
politica come esponente delle tendenze democratiche.
Nel 1866 ottenne il dottorato in filosofia. Visse in diverse regioni dove
esercitò anche la professione di giornalista. Si occupò di politica scolastica
fondando diverse scuole e fu tra i creatori della Società popolare scolastica e
in seguito membro della Società Tatra.
Scrisse poesie in cui filosofia e ideali romantici convivono. Descrisse la
bellezza dell’infanzia, della natura, dell’amore universale dell’unità dell’uomo
col cosmo, nelle opere Il sogno dei sepolcri (1865), Nei
Tatra (1878), Sopra gli abissi (1894),
Fu autore di drammi tra cui Cola da Rienzo (1874), e commedie L’ebreo
(1875), Gli amici di Iov (1879)
FILATELIA
POLONIA
Anno
1997 (Cartolina postale)
Aspazija
(pseud.di Elza Plieksane nata Rozenberga)
(Lettonia)
Nata a Jelgava nel 1865. Morta a Riga nel 1943.
Péoetessas e
drammaturga, studiò a Jelgava e fu membro attivo di alcune associazioni
giovanili. Dedicatasi alla letteratura, durante un convegno tenuto dal movimento
“Jauna strava” (Nuova corrente) incontrò Jānis Pliekšāns (meglio noto come
Rainis), un editor di giornale, poeta e avvocato, il quale nel 1897
diventò suo marito.
Per un breve
periodo vissero a Panevezys, Lituania. In seguito, costretti all’esilio,
furono prima in Russia dal 1897-1903, e poi in Svizzera dal 1905-1920
Aspazija,
rientrata in Lettonia quando questa tornò all’indipendenza dopo la guerra
mondiale, fu una attiva esponente nel movimento femminista. Aderì
anche al Partito socialdemocratico lettone dei lavoratori, diventando membro
in tutte le sessioni del Parlamento nel periodo 1920 al 1934. Morì a Riga nel
1943.
Le prime opere di Aspazija sono per lo più
realistiche, ma la maggior parte del suo lavoro è di stampo neo-romantico,
velato da. nostalgico sguardo verso il
passato; vedi ad esempio, la commedia Vaidelote scritta nel 1894,
ambientata nel 14 ° secolo nel Granducato di Lituania. Le opere successive
Semplici diritti e Obiettivi raggiunti provocarono molte discussioni
a causa della loro protesta contro la società patriarcale. La commedia Velo
d'argento è considerata il suo migliore lavoro. Nel 1923 ha scritto una
commedia intitolata Aspazija.
Autrice anche di
poesie, parla in esse di cose semplici, ordinarie, viste sotto una luce venata
di romanticismo, piene di fantasia e non di rado intrise di pessimismo..
Durante il
periodo vissuto all’estero scrisse Angolo di sole e Ali che hanno
un minor numero di aspetti sociali ma un contenuto più intimo; si avverte meno
ribellione contro la società e più sentimenti personali.
FILATELIA
URSS
Anno
1990
Annullo speciale
ASSIS JOAQUIM MARIA
MACHADO de
(Brasile)
Nato a Rio de
Janeiro nel 1839, ivi morì nel 1908.
Figlio di un
mulatto di professione imbianchino e di una lavandaia delle Azorre, autodidatta,
abbandonò la casa paterna a sedici anni e nel 1855 pubblicò il primo testo
poetico La palma. Dovette affrontare difficoltà economiche e superare
barriere razziali fino a costruirsi una solida posizione sociale divenendo
funzionario dello Stato e, nel 1897, Presidente dell’Accademia Brasileira de
Lettras. Coltivò numerosi interessi, primo fra tutti il giornalismo, ma la sua
fama è legata all’attività di narratore. I suoi romanzi uscirono quasi sempre in
prima stesura sui giornali.
L’attività
giornalistica fu importante nella stesura dei romanzi e gli permise di tracciare
a tutto tondo le figure dei personaggi: giovani avviati alla ricerca di una
carriera pubblica; ragazze da marito, madri, vedove, zie, parassiti vari.
L’ambiente è Rio de Janeiro.
Tutta una umanità
presente nei Racconti di Rio de Janeiro (1872), Storie di mezzanotte
(1873), Fogli sciolti (1882). Storie varie (1896) e nei
romanzi Resurrezione (1872), La mano e il guanto (1874),
Iaia Garcia (1878), Memorie postume di Bràs Cubas (1881).
Nel 1881 con le
Memorie dell’aldilà Assis diede una svolta alla sua precedente forma
narrativa, approdando ad una forma surrealistica in cui lui, l’autore,
narra dall’oltretomba. Fu il primo volume di una trilogia cui appartengono
Quincas Borba e Don Casmurro, il suo capolavoro. Il tema è centrato
su una donna, Capitù, dalla psicologia contorta ed enigmatica che si riflette su
Bentinho, il marito frustrato, “Si tratta di una narrativa psicologica,
scritta da un uomo che ha perso ogni illusione sull’autenticità dei sentimenti
umani.”
Dal punto di
vista poetico Assis fu un parnassiano come si riscontra nelle raccolte:
Crisalidi (1864), Falene (1870), Americane (1875),
Occidentali (1901).
Assis è
unanimemente ritenuto come l’autore di maggior prestigio nel suo paese.
FILATELIA
BRASILE
Anno
1940
(364) ,
1958
(663),
1989
(1932),
CUBA
Anno
1989
(2961)
Astafiev
Viktor Petrovich
(Russia)
Nato in un
villaggio vicino a Ovsyanka di Krasnoyarsk, sulla sponda del fiume Yenisei nel
1924. Morto nel 2001
Trascorse
l’infanzia in un orfanotrofio. Nel 1942 entrò a far parte dell’esercito
sovietico. Durante la guerra fu ferito. Dopo il suo congedo dall’esercito nel
1945 visse in diverse regioni della Russia, negli Urali, vicino a Perm
Chusovoy Vologda, dove svolse lavori come fabbro in una fonderia.
Scrittore di
racconti brevi e romanzi, pubblicò nel 1953 la prima raccolta di racconti in
gran parte dedicata alle esperienze di soldati russi e dei civili durante la
Grande Guerra Patriottica. Dopo il 1962 è diventato uno scrittore professionale
realistico spesso critico nei confronti del regime sovietico, come traspare nei
romanzi sulla guerra e sull'epoca di Stalin. A metà degli anni 1980, fu
coinvolto in polemiche per i suoi scritti, seguite da accuse di sciovinismo e di
xenofobia.
Nel 1999, il suo
romanzo Il soldato Jolly, che ritratta gli orrori dello Stato sovietico,
suscitò una violenta reazione che contribuì ad aggravare la sua malattia di
cuore. Morì due anni dopo.
FILATELIA
RUSSIA
Anno
2004,
Busta postale
ASTURIAS MIGUEL
ANGEL
(Guatemala)
Nato a Salamà
(Guatemala) il 19 ottobre 1899. Morto a Madrid il 9 giugno 1974.
Trascorse la sua
infanzia in un paese dell’entroterra guatemalteco, venendo così a contatto con
tradizioni, leggende miti del suo popolo, che approfondì quando, venuto a
Parigi, studiò sotto la guida di Georges Raynaud. Con l’introduzione di
Paul Valery, pubblica a Parigi le Leggende del Guatemala.
Vissuto a lungo
in Francia, fu ambasciatore e diplomatico, ma visse spesso in esilio per motivi
politici.
Al suo ritorno in
patria nel 1933 si dedicò alla poesia, pubblicando Sonetti (1936),
Alclazàn (1940), Esercizi poetici in forma di sonetto sul tema di Orazio
(1951), Clarivigilia primaverile (1965). Fu un seguace del dittatore
Ubico e alla sua caduta dovette andare esule in Messico. Qui pubblicò L’uomo
della provvidenza. Il signor Presidente (1946), dedicato alla feroce
dittatura di Estrada Cabrera, che per 19 anni governò sul Guatemala, una dura
denuncia sulla corruzione e la violenza tipica dei dittatori sud americani. Si
trattò di un’opera impegnata, alla quale fece seguito la ‘trilogia
bananiera’ che comprende Il vento forte (1950), Il papa
verde (1954), Gli occhi che non si chiudono (1960). Scrisse anche tre
racconti in Week-end in Guatemala (1956). Tali opere
gli permisero di ritornare nel suo paese e il successivo ingresso in diplomazia.
La sua opera
maggiore è del 1949, Uomini di mais, con l’ideale prosecuzione Mulatta
senza nome (1963), una specie di “Mille e una notte andina”, in cui sono
presenti leggende, miti, demoni, tormentate presenze umane.
Alla caduta di
Frondizi, fu espulso dall’Argentina per aver presieduto la “Conferencia de los
pueblos”, a favore della rivoluzione cubana. Tornò nel vecchio continente
e soggiornò dal 1963 al 1966 in Italia.
Un ritorno
nostalgico alla magia e ai miti del suo paese sono il romanzo La
pozza del mendico (1961), i racconti Lida Sal e il romanzo
Il ladrone (1969).
Nel 1966 fu
insignito col Premio Lenin e l’anno successivo col Premio Nobel.
I suoi ultimi
anni furono fecondi. Tra il 1971 e il 1974 pubblicò Tre dei quattro
soli, Venerdì di passione (1972) e, postumo, Due volte bastardo.
Molti dei suoi romanzi rispondono ad una linea più politicamente impegnata
contro lo sfruttamento straniero della ricchezza bananiera del Guatemala.
Un’aspra polemica lo oppose ai romanzieri suoi contemporanei, colpevoli, secondo
lui, di non avergli riconosciuto il ruolo di anticipatore e di padre del
nuovo romanzo, ispanoamericano.
FILATELIA
CUBA
Anno
1989
(2969),
EL
SALVADOR
Anno
1999
(1421),
GUATEMALA
Anno
1967 (389
PA.), 1968
(426 PA.), 1989
(836),
1990
(936 PA.),
NICARAGUA
Anno 1995
(2094), PARAGUAY
Anno
1977
(Mic. fog. 306) ,
SVEZIA
Anno
1985
(1348),
ATTERBOM PER DANIEL
AMADEUS
(Svezia)
Nato a Åsbo
nell’Östergöland il 19 gennaio 1790. Morto a Uppsala il 21 luglio 1855.
Di ingegno
precoce, formò la sua cultura sui preromantici tedeschi, alcuni dei quali
conobbe personalmente durante un viaggio in Germania e in Italia compiuto nel
1817-18. Condusse un cenacolo ‘L’aurora’, da lui fondato, che aveva per fine una
polemica romantica contro il razionalismo e il classicismo francese. Fu
discepolo di Schlegel, Tieck e Novalis.
Esordì in campo
letterario con le liriche giovanili I fiori (1812).
Membro
dell’Accademia svedese, fu professore di filosofia a Uppsala e poi di estetica e
letteratura. Scrisse Veggenti e poeti svedesi (1941-49); poemi drammatici
e fiabe L’uccello azzurro (1814), L’isola della felicità
(1824-27), usando i temi delicati del romanticismo. Le sue idee si trovano in
saggi pubblicati su periodici “Fosforo”, “Calendario poetico”, “Giornale
svedese di letteratura” Nei suoi scritti sulla letteratura svedese traspare una
grande sensibilità lirico musicale, attraverso pagine piene di nostalgia e di un
mondo di fantasia.
FILATELIA
SVEZIA
Anno
1944
(404/5)
Attila József
(Ungheria)
Nato a
Budapest, l’11 aprile 1905. Morto a Balatonszàrszò il 3 dicembre 1937.
Figlio di Áron
József, operaio di origine rumena, e di Borbála Pőcze, contadina, nacque nel
quartiere popolare di Ferencváros, a Budapest, terzogenito dopo le sorelle Eta e
Jolán. Il padre abbandonò la famiglia quando lui aveva tre anni e la madre non
riuscì a mantenere i figli.
Attila,
attraverso un'istituzione nazionale di assistenza sociale, fu affidato ad una
coppia di Öcsöd per lavorare nella loro fattoria. Le condizioni di vita furono
tali che Attila (ribattezzato "Pista" dai genitori affidatari) fuggì
nuovamente a Budapest per tornare dalla madre.
La madre morì nel
1919, a 43 anni di età. Attila venne quindi cresciuto da Ödön Makai, suo
cognato, che gli consentì di studiare in una scuola superiore. Poi si iscrisse
all'università di Seghedino, con l'intenzione di diventare un insegnante, ma ne
venne espulso per via di una poesia provocatoria che aveva scritto.
Da quel momento,
cercò di mantenersi con i pochi guadagni derivanti dalla pubblicazione dei suoi
scritti. Iniziò inoltre a dare segni di schizofrenia e andò in cura presso vari
psichiatri.
Morì nel 1937
all'età di 32 anni a Balatonszàrszò, dove viveva con la sorella ed il cognato,
travolto da un treno di passaggio mentre si trovava sdraiato sui binari.
L'ipotesi del suicidio è la più accreditata, anche se alcuni studiosi non
escludono l'incidente.
Presso il luogo
della sua morte è posto un cippo memoriale.
FILATELIA
UNGHERIA
Anno
1980
(2725)
AUB MAX
(Spagna)
Nato a Parigi il
2 giugno 1903. Morto a Città del Messico il 23 luglio 1972
Di padre tedesco
e madre francese, all’età di undici anni dovette trasferirsi in Spagna allo
scoppiare delle Prima guerra mondiale, in quanto la nazionalità tedesca del
padre non permetteva la residenza a Parigi. Andò ad abitare con la famiglia a
Valencia dove imparò il casigliano. Fu un autore prolifico in una molteplicità
di generi letterari. In un primo momento si dedicò a lavori di estetica
‘disumanizzata’, secondo le tendenze degli anni Venti, teorizzate da Ortega y
Gasset. A questo periodo appartengono Geografia (1928), Fabula verde
(1933), Luis Alvarez Petreña e Io vivo, pubblicato nel 1953,
ma scritto tra il 1934 e il 1936.
Con la guerra
spagnola, entrato a far parte delle truppe miliziane, la sua visione
cambiò e si accentrò sulla vicenda della Spagna che gli ispirò sei romanzi e più
di trenta racconti, contenuti nell’opera completa Il labirinto magico
(1843-68). Si tratta dei sei romanzi Campo chiuso (1943), Campo
di sangue (1945) Campo aperto (1951), Campo del Moro (1963).
Campo francese (1965), Campo dei mandorli (1968), e delle novelle
Lo zoppo (1938), Non sono racconti (1944), Racconti certi
(1955), La vera storia della morte di Francisco Franco e altri racconti
(1960).
Tra le sue opere
per così dire avanguardiste, si distingue Jusep Torres Campalans (1958),
una strana biografia inventata su un pittore inesistente, presunto amico di
Picasso, cui fa seguito Giochi di carte che presenta 108 lettere stampate
sul retro di carte da gioco illustrate dall’immaginario Campalans.
Nell’opera
Le buone intenzioni (1954) rende omaggio a B. Pérez Galdos, Cervantes,
Quevedo e Valle-Inclan. La Calle de Valverde (1961) descrive Madrid negli
anni Venti, prima della scoppio della Guerra civile.
Aub fu anche
appassionato di cinema. Scrisse sceneggiature, collaborò col regista
Malraux nel film Sierra de Teruel e quando andò ad abitare il Messico,
diventò professore di teoria cinematografica. Un suo libro su Buñuel uscì
postumo.
Tra le altre
opere e saggi si ricordano:Antologia tradotta (1963), Sovversioni
(1971), Discorsi sulla novella spagnola contemporanea (1945),
Storia della letteratura spagnola dalle origini ai giorni nostri (1966),
Gennaio a Cuba (1969). Nel 1968 scrisse una elegia drammatica in morte di
Che Guevara, L’accerchiamento.
Aub si occupò
anche di teatro. Scrisse Narciso (1928), L’impareggiabile
malfidato (1931), Specchio dell’avarizia (1935), Morire per
chiudere gli occhi (1944), Il rapimento di Europa (1946),
Alla deriva (1947), Il ritorno (1948), Il carcere (1949),
No (1952), I morti (1956).
Affrontò anche il
tema poliziesco con Uomini eccellenti (1949), Un anarchico (1950);
il dramma psicologico La vita coniugale (1944) e Desiderata (1948)
Nel 1942 Aub si
recò in esilio in Messico dove rimase fino alla morte. Verrà in Spagna per brevi
viaggi, l’ultimo dei quali è documentato nella Gallina cieca (1971)
FILATELIA
SPAGNA
Anno 2003
(3565)
Aubert de Gaspé
Philippe
(Canada)
Autore in lingua
francese, nacque il 30 ottobre del 1786 nel Quebec e ivi morì nel gennaio
del 1871.
Di nobile
famiglia francese emigrata in Canada, frequentò il seminario negli anni dal 1798
al 1806 e divenne avvocato nel 1911.
Nel periodo
1804/16 seguì la carriera militare divenendo prima tenente della milizia del
Quebec, poi capitano, in seguito maggiore e infine sceriffo del distretto
del Quebec, incarico che dovette abbandonare a causa di una accusa di peculato.
Destituito, si
rifugiò presso sua madre a Port Joly.
Dal 1838 al 1841
venne imprigionato per debiti. Uscito di prigione ritornò a Quebéc dove redasse
la maggior parte dei suoi scritti (memorie e romanzi).
Oggi, in suo
onore, una cittadina canadese porta il suo nome : Saint-Aubert (Quebec)
Sue opere:
Gli antichi canadesi (1863), Memorie (1866),
Opere diverse (1893). Alcune novelle sono state pubblicate nel
« Foyer Canadien » (1866): La donna della tribù delle volpi, Il
lupo giallo, La statua del generale Wolfe, Il villaggio indiano della
giovane Lorette, tutti pubblicati da suo figlio Alfred Aubert de Gaspé.
FILATELIA
CANADA
Anno
1986
(951)
Aue Hartmann von
(Germania)
Nato ?? Morto tra il 1210 e il 1220.
Poco si sa riguardo alla sua vita,
né il luogo, né la data della sua nascita sono stati accertati. Era un cavaliere
svevo al servizio della Lords Contea
of di Aue
Aue.
Assai colto, era in grado di
leggere e scrivere in Francese and e
Latino,era esperto conoscitore della letterastura del suo tempo
La morte del suo feudatario, che
egli piange in versi durante un torneo poetico e nei quali canta le gesta del
suo padrone, è una prova della sua presenza ad una delle crociate
tra il 1189 e il 1197.
Da citazioni presenti nelle opere
di Gottfried von Strasburg (Tristano, 1210) ed Einrich vom den Turlin
(Krone 1220) che lo dà per defunto, si può circoscrivere la data della sua
morte in quel periodo.
E’ autore di una serie di liriche
nella moda dell'epoca: minnesong.
Ha anche scritto due buchelîn
epistole poetiche di natura galante;
ma la paternità della seconda di queste epistole è contestata. La sua fama
si basa sui suoi quattro poemi epici, Erec, Iwein, Gregorius, e Der
arme Heinrich. ).
Hartmann è stato il poeta preferito
dei circoli di corte, i cui ideali sono presenti nelle sue opere. L'impeccabile
forma dei suoi poemi epici li ha resi modelli classici per i poeti
successivi.
FILATELIA
LIECHTENSTEIN Anno 1963
(386)
AUEZOV MUKHTAR OMARHANOVICH
(Kazakistan)
Nato il 28
settembre, 1897 in Chingiz Vvolost (oggi regione Abai). Morto nel 1961.
Auezov, parente
del poeta Abai Kunanbaev, studiò presso il Seminario russo e frequentò la
facoltà di lettere dell'Università di Leningrado, e continuò con lo studio
post-laurea nell'Università degli Studi dell'Asia centrale.
Il primo e più
antico lavoro letterario fu la commedia Enlik-Kebek, basata su una
leggenda nazionale il cui tema era il destino tragico di due giovani e il
coraggio di mettere i sentimenti di sopra dei conflitti patrimoniali. La trama
è simile alla storia di inimicizia delle famiglie Montecchi e Capuleti nel
dramma di Shakespeare Romeo e Giulietta.
La fecondità
creativa di Auezov si espresse nella creazione di storie, racconti, opere
teatrali, molte delle quali sono state rielaborate in testi teatrali e portate
sullo schermo.
La sua opera
principale,l romanzo-epopea Percorso di Abai, è composta da quattro
libri.
Il patrimonio
creativo di Auezov è estremamente vario: comprende opere d'arte, numerosi
schizzi, articoli pubblicistici, ricerche scientifiche.
Auezov fu il
primo collettore, compositore e il direttore delle pubblicazioni
post-rivoluzionarie di opere di Abai Kunanbaev; fu il suo primo biografo
scientifico e il ricercatore della creatività del grande poeta e pensatore
kazako
FILATELIA
KAZAKISTAN Anno 1997
Aukrust Kjell
(Norvegia)
Nato ad Alvdal il 19 marzo 1920 e ivi morto il 24 dicembre 2002.
Poeta e scrittore, nipote del poeta
romantico Olav Aukrust, è conosciuto per aver raccontato nei libri Simen,
Bonden e Bror Min la sua infanzia nella città natale e anche
per aver creato il villaggio immaginario di Flåklypa e dei suoi
eccentrici abitanti.
Questo villaggio diventò lo sfondo
del film animato realizzato con la tecnica dello stop motion, Flåklypa Grand
Prix, diretto da Ivo Caprino (1975). Il film fu un grande successo e venne
tradotto in più di settanta lingue. Il film ha quali personaggi delle
marionette tra le quali primeggiano il merlo Solan Gunderesen, il porcospino
nevrotico Ludvig, Gurin con la coda di volpe.
Aukrust ha
ricevuto un particolare riconoscimento dalla sua città natale di Alvdal e
il titolo di cavaliere – dell’'Ordine Reale Norvegese di St. Olav - a lui
concesso da re Harald nel 1998.
FILATELIA
NORVEGIA, Anno 1988
AULNOY MARIE
CATHERINE LE JUMEL DE BARNEVILLE contessa de
(Francia)
Nasce a
Barneville presso Honfleur il 14 gennaio del 1650 o 1651.. Muore a Parigi nel
1705..
Figlia di Claude
Le Jumel e di Judith Angelique Le Coustelier, parente del Marchese di Béringhem,
la D’Aulnoy appartiene ad una delle più note famiglie normanne.
Si sposa all’età
di 15 anni con François de la Motte, barone d’Aulnoy, aiutante di camera di
Cesare di Borbone, duca di Vendôme (figlio naturale di Enrico IV), di circa
trent’anni più anziano di lei. Una unione che non poteva durare. La d’Aulnoy,
decisa a liberarsi del marito, che detestava, comincia a tessere trame contro di
lui e con la complicità della madre e di due gentiluomini inventa una falsa
accusa, denunciando alle autorità il marito, colpevole di aver commesso un
crimine.
Quando la falsa
accusa viene scoperta, i due gentiluomini vengono processati e giustiziati. Lei
riesce a sfuggire alla giustizia rifugiandosi dapprima in Inghilterra e
successivamente in Spagna, dove, si dice, diventa una spia al servizio della
corte del Re Sole.
Sull’esperienza
spagnola Mme d’Aulnoy scrive Memorie della corte di Spagna (1690)
in cui si riflette la visione che i francesi avevano della Spagna e Relazione
di un viaggio in Spagna (1691), alla quale si ispirò Victor Hugo prima
di scrivere il Ruy Blas.
Ottenuto il
perdono di Luigi XIV, rientra in Francia nel 1685 e si stabilisce a Parigi dove
apre un salotto letterario frequentato da tutta la società mondana.
La scrittrice
nella storia della letteratura francese si propone come un singolare personaggio
la cui vita è costellata di avventure in cui si è immersa senza scrupoli. Una
vita tumultuosa che si conclude in un convento dove trascorre gli ultimi suoi
anni di vita.
La d’Aulnoy
inizia la carriera letteraria scrivendo il romanzo Avventure di
Ippolito, conte di Douglas (1690) che ottiene una vasta eco; segue
Jean de Bourbon, principe di Carency (1691).
Nella
Relazione di un viaggio in Spagna è inserito il racconto La storia di
Mira legata al personaggio di Melusina e al genere racconti di fate,
allora di moda.
La sua notorietà
è, comunque, legata alla sua produzione per i giovani. Nel 1696-99,
pubblica in otto tomi I racconti di fate, I nuovo racconti di fate, Le
fate alla moda… che comprendono le note fiabe La bella dai capelli d’oro,
Graziosa e Percinet, Babiola, Il buon piccolo topo, La principessa Rosetta, Il
montone, Il principe Lutin, La rana benefattrice, Il ramo d’oro, Il
piccione e la colomba, Il principe Marcassin, Il nano giallo, La gatta
bianca, L’uccellino azzurro.
FILATELIA
JERSEY 2005
AUSEKLIS (pseud.
di Michael Krogzeme)
(Lettonia)
Nato il 18 settembre 1850. Morto il 6 febbraio 1879.
Fu un poeta lettone, educatore, editore, uno dei primi
ad occuparsi del risveglio della nuova letteratura lettone.
Lo pseudonimo da lui usato deriva dalla mitologia lettone.
Ausekļa (Alba) era la dea associata a Venere e legata ai mesi, al sole e alla
luna. Era ritratta come una giovane ragazza che entra nel mondo sotterraneo per
poi rinascere e ricongiungersi con la madre. Questo rende Auseklis la divinità
della vita, della morte e della rinascita. Simbologicamente Michael Krogzeme
educatore, editore e poeta innovatore prese il nome a simbolo del suo lavoro,
il cui scopo era quello di risvegliare la letteratura lettone e di dare ad essa
una nuova vita.
FILATELIA
LETTONIA Anno 1936 (210)
AUSTEN JANE
(Inghilterra)
Nacque il 16
dicembre del 1775 a Steventon (Hampshire) dove il padre era parroco. Trascorse
tutta la vita tra le pareti domestiche per cui luoghi e situazioni trattate
nelle sue opere si svolgono in ambienti ristretti, per lo più racchiusi
nell’ambito familiare. Soggiornò a Londra, a Bath (dove si trasferì nel
1805), a Southampton (vi si trasferì nel 1809), a Chawton (il luogo dove compose
la maggior parte delle sue opere). Morto il padre, la sua vita si ridusse ad una
ristretta cerchia di amicizie con donne per lo più vedove o con zitelle.
Jane era l’ultima
di sette figli e rimase sempre legata alla sorella Cassandra. I maschi uscirono
presto di casa per arruolarsi nell’esercito. Alla morte di Edward, uno dei suoi
fratelli avvenuta nel 1908, Jane andò con la sorella Cassandra a vivere con la
cognata per accudire ad una nidiata di undici nipoti, con i quali instaurò
presto un rapporto molto stretto.
Uno dei nipoti,
divenuto adulto, scrisse la sua biografia dove si legge: “È sorprendente come
essa riuscisse a scrivere i suoi romanzi poiché non aveva uno studio dove
potesse ritirarsi da sola e gran parte della sua opera deve esser stata compiuta
nella comune stanza di soggiorno, alla mercè di ogni genere di interruzioni
casuali. Si dava cura che la sua occupazione non venisse sospettata dai servi e
dai visitatori o da chiunque fuorché dalle persone della sua famiglia.” Il suo
intento era di scrivere per la cerchia familiare, componendo schizzi, racconti
sotto forma epistolare che la scrittrice raccolse in Love and
Friendship. Scrisse pure un romanzo (perduto) dal titolo Elinor e
Marianna, riscritto in seguito sotto il titolo di Buonsenso e sensibilità.
Nel 1796 iniziò a scrivere Lady Susan, orgoglio e prevenzione, rifiutato
da un editore nel 1797. Riveduto, venne in seguito pubblicato nel 1813. Anche
L’abbazia di Northangher scritta nel 1797-98 venne rifiutata.
Scoraggiata, smise di scrivere ma riprese la penna dopo che un editore accettò
Sense Sensibilty (Ragione e sentimento) (1811) e Pride and Prejudice
(Orgoglio e pregiudizio). Nel 1814 apparve Il parco Mansfield e
poco dopo Emma (1816). Nel 1815 iniziò il romanzo Persuasione
che fu stampato nel 1818 insieme a L’Abbazia di Northanger che era stato
rifiutato.
Lady Susan
e The Watsons (frammentario) furono pubblicati da J.E.Austen Leigh
nella seconda edizione del suo Memorial.J.A. (1971)
L’ultima opera
Sanditon fu scritta negli ultimi mesi della sua vita e rimase
sottoforma di frammenti (editi solo nel 1925).
Ammalata di tisi,
Jane Austen si recò a Winchester per consultare un noto medico. Morì a
Winchester il 18 luglio 1817.
Nonostante Walter
Scott abbia elogiato Emma. il capolavoro della Austen, il successo della
scrittrice fu al suo tempo assai modesto. Walter Scott aveva scritto di lei:
“Questa signorina ha, nel descrivere intrecci di sentimenti e personaggi di vita
comune, un talento che, a mio parere, è il più straordinario che io abbia mai
incontrato”. Giocò a suo sfavore il fatto che le sue opere comparissero anonime
e nessuno alla sua morte la conosceva come scrittrice.
Pochi romanzi
giunsero alla seconda edizione. Solo dopo una ventina di anni, verso il 1990, a
seguito di biografie scritte su di lei, la sua opera cominciò ad essere
apprezzata dai critici i quali trovarono nei suoi personaggi aspetti maliziosi,
umoristici e tutta la descrizione di un mondo particolare, quello vissuto tra le
pareti domestiche, talvolta monotone, rigide, ma piene di un sottile fascino e
di problemi e segreti talvolta curiosi e avvincenti. La sua galleria di
personaggi, ritratti con sottile psicologia, comprende ragazze da marito,
bellimbusti, giovani sentimentali, vedove desiderose di accasarsi, donne
orgogliose, figli di papà considerati prede facili, fanciulle romantiche di
condizioni modeste. Insomma tutto il mondo familiare dell’Ottocento, il mondo
provinciale in cui la scrittrice visse.
La sua prosa è
elegante e fredda. Esamina i conflitti tra le esigenze psicologiche e morali e
ciò conferisce una non comune complessità a tali conflitti.
Per questi
aspetti la Austen viene collocata tra i maggiori nomi della narrativa inglese.
OPERE
L’abbazia di
Northanger Il primo abbozzo del romanzo aveva per titolo Susan.
Fu venduto ad un editore di Londra che non lo pubblicò. Nel 1816 fu ricomprato
dall’Autrice e comparve solo dopo la sua morte.
Caterina Morland,
figlia di un agiato pastore, si innamora del giovane Enrico Tilney. Il padre di
Enrico, generale a riposo, la invita a trascorrere qualche giorno nella loro
casa a Northanger Abbey. Qui la fervida fantasia di Caterina la spinge a
immaginare segreti, misteriosi manoscritti e addirittura un atroce delitto che
sarebbe stato commesso dal generale. Enrico la riconduce alla realtà. Intanto il
fidanzamento fra Giacomo, fratello di Caterina, e Isabella Thorpe, ragazza fatua
e volgare, va a monte e il fratello di Isabella denigra la famiglia Morland
presso il generale, il quale, credendo alle calunnie, caccia di casa Caterina.
Ma tutti alla fine si chiarisce.
Il libro fu
scritto per mettere in ridicolo l’esaltazione dei lettori verso il romanzo nero,
allora ampiamente diffuso da Anne Radcliffe e dai suoi imitatori. Pur essendo
uno dei primi romanzi dell’Autrice, conserva un tono giovanile e qualcosa di
farsesco.
Emma
Orfana di madre, Emma vive col padre malaticcio. Rimasta padrona assoluta della
casa dopo il matrimonio delle sorelle e della governante, si sente capace di
governare il piccolo mondo che la circonda, senza accorgersi di essere alquanto
invadente e talvolta presuntuosa. Vorrebbe combinare il matrimonio di una
giovinetta, Enrichetta Smith, da lei accolta in casa, con un giovane pastore ma
questi interpreta male le sue parole e la sua gentilezza e le chiede la sua
mano. Emma rifiuta. Intanto il figliastro della governante, innamorato
segretamente, per nascondere agli occhi della comunità il suo sentimento, si
mostra gentile con Emma che fraintende il suo atteggiamento. Venuto a galla il
segreto, Emma si sente confusa e mortificata e lo è ancora di più quando
apprende che Enrichetta è innamorata di Mr. Knightley, l’uomo che Emma stima e
che troppo tardi si accorge di amare.
Tutto l’interesse
della storia si accentra sulla figura di Emma, tipica rappresentante di quelle
dame della media borghesia, orgogliose e invadenti, ma di buon cuore e sempre
pronte a migliorare.
Orgoglio e
pregiudizio. Il giovane e ricco Bingley prende in affitto una tenuta
nell’Hertfordshire, mettendo subito in agitazione le famiglie con figlie da
marito. . Il giovane si innamora di Giovanna, la maggiore delle cinque sorelle
Benneth, appartenenti ad una famiglia di estrazione modesta. Le due
sorelle di Bingley, aiutate dal di lui amico Darcy, lo sconsigliano e lo
convincono a rinunciare ai suoi propositi di matrimonio e ad allontanarsi dal
paese, adducendo come pretesto che Giovanna non ricambia il suo
sentimento. Nel frattempo l’amico Darcy si innamora di Elisabetta, una
delle sorelle di Giovanna, e la chiede in moglie, senza nascondere il sacrificio
del suo orgoglio (lui ricco che intende sposare una fanciulla di estrazione
modesta) che tale proposta gli costa. La ragazza lo respinge.
Qualche tempo
dopo, durante un viaggio, Darcy incontra Elisabetta e fa di tutto per farsi
perdonare. Intanto Lidia, sorella minore di Elisabetta, fugge con un giovane
ufficiale. Darcy rintraccia la coppia e convince i due fuggitivi a riparare col
matrimonio. La trama si conclude con altri matrimoni: quello tra Giovanna e
Bingley e quello di Darcy ed Elisabetta.
I romanzi della
Austen furono definiti “romanzi di vita domestica”. Gli avvenimenti che accadono
hanno una importanza relativa. Quello che conta è l’analisi dei sentimenti, lo
studio dei caratteri, le debolezze, le vanità e la meschinità dell’animo umano.
Il tutto viene condito dall’Autrice con un pizzico di umorismo e il quadro che
si presenta al lettore è quello della provincia inglese con le sue grette
rivalità, i pettegolezzi e le piccole miserie.
Il parco di
Mansfield Sir Thomas Bertram accoglie in casa la nipote Fanny
Price e la alleva insieme ai figli Tom, Edmond, Maria e Giulia. Il distacco
dalla famiglia viene per Fanny mitigato dall’amicizia col cugino Edmond. Passano
gli anni e Sir Tommaso, per far rifiorire le sue finanze, parte per l’India.
Durante la sua assenza la figlia Maria si fidanza con Mr. Rushworth, un giovane
ricco ma insignificante, proprietario di una tenuta nei paraggi di Mansfield
dove vivono i Bertram. Giungono, intanto, ospiti del pastore locale, i suoi due
cognati Maria ed Enrico Crawford. Edmond si innamora di Maria Crawford, con
grande dolore di Fanny, mentre Maria, malgrado il fidanzamento con Edmondo, si
lascia corteggiare da Enrico. Al suo ritorno dalle Indie Sir Tommaso
rimette a posto la situazione. Maria sposa Rushworth ed Enrico, tornato al
villaggio dopo un periodo di assenza, rivolge le sue attenzioni a Fanny. Ma la
fanciulla lo respinge, incontrando la disapprovazione dello zio. Gli avvenimenti
precipitano: Maria fugge con Enrico; Giulia si allontana da casa col poco
raccomandabile Mr. Yates. Il comportamento di Maria in quell’occasione illumina
Edmond che, conscio degli errori precedenti, cercherà conforto in Fanny e la
sposerà.
Il romanzo fu
scritto dopo un lungo periodo di silenzio e in esso non si ritrovano più la
vivacità e l’arguzia delle prime opere. Lo studio dei caratteri resta comunque
l’elemento principale, così come il pregio e l’accuratezza dell’ambiente e della
vita domestica in cui i personaggi vengono immersi. Ottima la figura di Fanny,
meno brillante quella di Edmond.
FILATELIA
GRAN BRETAGNA Anno 1975 (766/9), 2013 (83800/5)
Avellaneda Gertrudis
Gomez de
(Cuba)
Nata il 23 marzo
del 1814 a Santa Maria de Puerto Principe. Muore a Siviglia il l 2
febbraio del 1873.
Lettrice
insaziabile fin dalla più tenera età, visse a Cuba fino al 1836, dopodichè si
trasferì con la famiglia in Spagna. Il ricordo degli anni giovanili trascorsi a
Cuba affiorano spesso nei suoi sonetti. Prima di stabilirsi definitivamente in
Spagna visitò la Francia.
Ottenne
inizialmente successi con le sue novelle, nel campo della poesia lirica e del
dramma.
Nel 1846 sposò
don Pedro Sabater, dal quale presto si separò. Nel 1836 si risposò con un uomo
politico assai influente, Don Domingo Verdugo.
Dopo 25 anni di
assenza ritornò a Cuba, dove ebbe una accoglienza molto fredda.
Rimasta vedova
nel 1856 ebbe una crisi religiosa. Nel 1865 visita gli Stati Uniti, per
poi ritornare in Spagna, senza più passare per Cuba. Si stabilì definivamente
a Siviglia dove morì.
Avellaneda ebbe
un posto di prestigio fra i poeti romantici spagnoli. Scrisse anche
romanzi come Il mulatto Sab (1841), , drammi storici e religiosi
quali Alfonso Munia (1844) e Baltazar (1858).
Scrisse talvolta
sotto lo pseudonimo di La Peregrina.
FILATELIA
SPAGNA Anno 1977 (2092),
CUBA Anno 1914
(174),
1973
(1648 )
AVERCENKO ARKADIJ
TIMOFEEVIC
(Russia)
Nato a Sebastopoli nel 1885. Morto a Praga nel 1925.
Fondatore della rivista “Satyricon”, fu autore di molti racconti :Le allegre
ostriche (1910), Racconti umoristici (1910), nei quali gli
avvenimenti pre e postrivoluzionari sono visti attraverso il filtro
dell’umorismo indifferente al senso della storia e teso solo a coglierne gli
aspetti grotteschi.
Dopo la rivoluzione di ottobre, emigrò prima a Parigi e poi a Praga, dove
pubblicò due raccolte di racconti: Il comico nello spaventoso (1923),
Racconti di un cinico (1925).
FILATELIA
RUSSIA Anno 2000.
Avidar-Tchernovitz
Yemima
(Lituania)
Nata a Vilnius nel 1909. Morta nel 1998.
Nacque in una famiglia di letterati in cui la lingua parlata era l’ebreo.
Nel 1922 emigrò con la famiglia a Eretz, Israele, e cominciò ad insegnare in una
scuola di bambini, figli di operai, di Tel Aviv e nel 1929 iniziò a pubblicare
libri destinati all’infanzia.
Nel 1932 si recò
in Germania dove studiò psicologia con Alfred Adler e Anna Freud presso
l’università di Berlino e inoltre si laureò nel seminario di Jugendheim.
Ritornata in
Israele lavorò per vent’anni negli asili come insegnante.
Pubblicò 43 libri
per giovani lettori. Tradusse molti classici in ebraico e nel
1983 e 1984
ricevette premi e riconoscimenti per la sua opera e il suo lavoro dedicati
all’infanzia. I suoi diari furono pubblicati nel 2003.
FILATELIA
ISRAELE Anno 2004
AWDRY WILBER VERE
(Inghilterra)
Nato a Romsey, 15
giugno 1911. Morto il 21 marzo 1997.
Autore di romanzi per ragazzi.
Figlio di un pastore, studiò alla Dauntseys School, West Lavington, Wiltshire,
alla San Pietro Hall, Oxford e alla Wycliffe Hall, Oxford. Fu ordinato sacerdote
anglicano nel 1936.
Nel 1938 sposò Magraret Wale. Ebbe
un figlio, Christopher Awdry che, dopo la
morte del padre, proseguì il lavoro di alcune creazioni artistiche.
Il primo libro fu pubblicato nel
1945, ed ebbe, non immediatamente, un buon successo. Divenne Ufficiale
dell'Impero Britannico per i suoi meriti letterari nel 1996. Morì l'anno dopo a
85 anni.
Sempre in merito alle sue opere,
dopo la morte, venne dato il suo nome ad una locomotiva. Ma Awdry non ottenne
successo solo grazie alla sua famosa serie. Durante la sua vita scrisse anche
molti altri romanzi, come Belinda the Beetle non pubblicato in Italia, la
storia di una macchina rossa che divenne una Volkswagen Maggiolino nelle
illustrazioni dell'edizione tascabile.
FILATELIA
ISOLA DI MAN Anno 1995,
INGHILTERRA, Anno 2011 (Mic. 3103)
Ayala García
Duarte Francisco
(Spagna)
Nato a Granada nel 2006. Morto a Madrid, 3 novembre 2009, all’età di 103 anni.
Nel 1922 si recò a
Madrid, dove ha studiato Giurisprudenza e Filosofia. Durante questi anni ha
pubblicato i suoi primi due romanzi, Tragicomedia espíritu de un hombre sin
e Storia delle Nazioni Unite (1926). All'inizio della Guerra
Civile spagnola,
Ayala lasciò il Paese, Dopo esser tornato per breve tempo in Spagna, servì come
segretario della Repubblica Spagnola a Praga.
Durante l'avvento del nazismo, ha
vissuto a Berlino dal 1929 e il 1931. He got a
Ph.D. In seguito ha ottenuto un dottorato di ricerca
in in Legge presso la Universidad de
Madrid, dove in seguito fu anche insegnante.
Alla fine della guerra civile si
trasferì in esilio in Argentina, dove visse dal 1939 al 1950. Continuò a
insegnare sociologia e a scrivere libri, tra cui i tre volumi del Tratado de
la sociología (1947). Visse brevemente in Brasile e dopo il 1950 a Puerto
Rico, dove insegnò all'Università di Puerto Rico. Poi si trasferì negli Stati
Uniti dove insegnò in varie università tra cui il Bryn Mawr, Princeton, New York
University e il Brooklyn College. Nel 1956 visitò brevemente la Spagna, ma poi
non vi ritornò fino al 1980. Nel 1983, all'età di 77, è stato eletto membro
della Real Academia Española. Continuò a scrivere fino in tarda età.
Nel 1988 ha
ricevuto il Premio Nacional de las Letras Españolas.
Nel 1991 gli fu assegnato il Premio Miguel de Cervantes e, nel 1998, il Premio
Principe delle Asturie per la Letteratura.
I critici hanno
spesso diviso il lavoro di Ayala in due fasi: prima e dopo la guerra civile
spagnola.
Alla prima fase,
oltre le due opere già citate, appartengono El boxeador y el Ángel (1929)
e Cazador en el alba (1930).
Dopo un lungo
silenzio, Ayala ha iniziato la sua seconda tappa in esilio con El hechizado
(1944), Los usurpadores (1949), una raccolta di sette racconti con il
tema comune della lussuria per il potere.La
cabeza del Cordero (1949) una raccolta di racconti sulla Guerra Civile,
Muertes de perro (1958). El fondo del vaso (1962).
A questi romanzi
seguirono altri romanzi e racconti brevi, come quelli raccolti in El As de
Bastos (1963), El rapto ( 1965), Diablo mundo, De triunfos y
Penas ( 1982) e El Jardín de las malicias (1988), dove ha raccolto
sei racconti scritti in tempi diversi della sua vita.
Nel 2005 le sue memorie sono state pubblicate in Recuerdos y olvidos.
FILATELIA
SPAGNA Anno 2010
(Mic. 4545)
AYGUESPARSE ALBERT
(Belgio)
Nato a Bruxelles
nel 1900.
Poeta,
romanziere, critico, saggista, è una figura di spicco nel panorama letterario
belga del Novecento. Fondatore di diverse riviste fra cui “Marginales”, fu
membro dell’Accademia reale di lingua francese. Nella sua produzione letteraria
ai problemi sociopolitici che investono l’uomo moderno aggiunse opere di
narrativa e di poesia.
Autore di molti
romanzi, tra cui si segnalano L’ora della verità (1947), Una
generazione per niente (1954), Simon la bontà (1965), La
spartizione dei giorni (1972), I malpensanti (1979).
Autore di poesie,
legato ad un romanticismo rivoluzionario, pubblicò Ultimi fuochi a terra
(1931), Il mare da bere (1937). Ha in seguito mutato tema, cercando nella
natura un sollievo alla disperazione e alla disillusione nelle raccolte La
rugiada sulle mani (19389, Il vino di Cahors (1957), Le armi della
guarigione (1973), Il geometra dell’ombra (1980).
FILATELIA
BELGIO Anno 2001 (2990)
AYMÈ MARCEL
(Francia)
Nato a Joigny,
Yonne, nel 1902. Morto a Parigi nel 1967.
Fece i suoi studi
al Collège di Dole, poi fu giornalista a Parigi. Nei circoli letterari si fece
notare con il suo primo romanzo, Brûlebois (1927); La Table aux crevés
ottenne nel 1929 il Premio Renaudot.. Pubblicò racconti per bambini, romanzi,
raccolte di novelle. Pubblicò anche testi nell'organo collaborazionista Je
suis partout, cosa che gli fu in seguito rimproverata.
La sua narrativa,
che raggiunse la popolarità con La cavalla verde, descrive soprattutto
ambienti di provincia, alternando toni cronachisti e toni fantastici, satira ed
erotismo.
Nel dopoguerra
furono rappresentate alcune sue commedie, Luciana e il macellaio (1948),
La testa degli altri (1952), La mosca blu (1957), che
ripropongono le cadenze realistico-grottesche dei romanzi con spunti di critica
sociale. (da Enc, Le Garzantine)
FILATELIA
FRANCIA Anno 1994
AYNI o AINI SADRIDDIN
(Tagikistan)
Nato nel 1878 e
morto nel 1954.
Poeta e
scrittore.
Il suo lavoro si
svolge su tre direttive: il romanzo, la storia, la ricerca scientifica. Come
storico scrive la Storia del Manghit Emirs
di Buchara, Le memorie in cui
riflette sugli eventi della sua vita a Buchara, e della sua militanza nell’ala
di sinistra del movimento di Jadid.
Nella sua opera poetica raccoglie tradizioni
classiche scrivendo in lingua tagica e uzbeca .
Viene considerato
come uno dei capostipiti della letteratura moderna del Tagikistan.
FILATELIA
RUSSIA Anno 1968 (3366).
TAGIKISTAN Anno 2003
(203)
Azeglio Massimo
Taparelli, marchese d'
(Italia)
Nato a Torino il 24 ottobre 1798 e
ivi morto il 15 gennaio 1866.
Fu uno scrittore, pittore
uomo politico.
Sincero patriota, ma cosciente
delle grandi differenze tra i vari regni d'Italia e deciso a rispettare i
sovrani legittimi, era contrario ad una unificazione a sola guida piemontese e
auspicava la creazione di una confederazione di stati sul modello dell'Unità
tedesca.
Fu duramente attaccato per questo
dai mazziniani.
Dopo i primi studi a Firenze,
presso le Scuole Pie di Via Larga, a soli 13 anni venne ammesso alla facoltà di
filosofia dell'Università di Torino, da dove uscì per entrare in Cavalleria
("Reale Piemonte").
Abbandonata la cavalleria per
dissenso nei confronti della classe aristocratica, entrò nella fanteria (Guardia
provinciale).
Incaricato di mansioni di
segreteria presso l'ambasciata sarda a Roma, decise di intraprendere la carriera
artistica. Da quel momento si dedicò prevalentemente alla politica.
Fu primo ministro, Senatore del
Piemonte, Governatore della Provincia di Milano.
Durante la sua vita si dedicò anche
alla pittura ed alla letteratura, sia in veste di scrittore politico sia
di romanziere.
Da gaudente si guadagnò fra le dame
di corte il nomignolo di "sporcaciun" mentre Francesco De Sanctis
descrisse la sua attitudine come «un certo amabile folleggiare... pieno di buon
umore». Queste connotazioni hanno posto in secondo piano le sue doti di politico
che ebbe la capacitá di intravedere i limiti della riunificazione ("Abbiamo
fatto l'Italia ora dobbiamo fare gli italiani"), della dirigenza sabauda
(abbandonò la scuola di cavalleria per contrasti con l'aristocrazia) e che
propose una sua soluzione sia dal punto di vista costituzionale (stato federale)
sia da quello economico (liberale).
Sposò Giulia, figlia di Alessandro
Manzoni, ma l'unione non fu felice.
Durante gli ultimi anni della sua
vita, trascorsi sul Lago Maggiore, si dedicò alla scrittura delle sue memorie,
pubblicate postume col titolo I miei ricordi (1867).
Tra le sue opere più famose si
possono citare Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta (1833) e
Niccolò de’ Lapi ovvero i Palleschi e i Piagnoni (1841).
A lui si deve anche lo scritto
politico Degli ultimi casi di Romagna (1846), nel quale espone le riforme
necessarie alla formazione del nuovo stato italiano; nel 1847 scrisse una
Proposta di un programma per l'opinione nazionale italiana, e nel 1848 I
lutti di Lombardia.
Dal suo romanzo Ettore
Fieramosca, o la disfida di Barletta sono stati tratti diversi film.
FILATELIA
ITALIA Anno 1980
(annullo speciale
illustrato)
AZERBAEV KENEN
(Kazakistan)
Nato nel
1884. Morto nel 1976.
Seguace del
akyn Jambul, famoso per le sue qualità vocali, scrisse versi messi in
musica.
Nella sue opere
Birzhan-sal e Akhan-sere, segue le migliori tradizioni dell’akyns
kazako. Il tema principale che emerge dalle sue opere è la vita del popolo
kazako, i sogni e le speranze di ogni singolo uomo.
Azerbaev, di
elevata posizione sociale, partecipò attivamente al movimento di liberazione
nazionale del 1916, Le canzoni nate in quel periodo Bulbul”,
“L’anno 16”, “Nazar Bazar” le poesie “Aly Batir”, “Kyrgyzbai”
ispirarono e furono di sprone ai partecipanti della lotta in quanto, attraverso
le sue parole, si sentivano orgogliosi di combattere per la loro terra,
L’amore civile,
spirituale e i motivi lirici dell’attività creativa di Kenen Azerbaev,
incontrarono sempre il rispetto di tutti.
FILATELIA
KAZAKISTAN Anno 2009
AZORIN
(pseud. di José Martinez
Ruiz)
(Spagna)
Nato a Madrid nel 1874. Morì a Monóvar [Alicante] nel 1967).
Politico, radicale, fece parte del gruppo della “Generazione del’98”.
Fu autore di saggi critici, scritti in modo chiaro e in stile scorrevole.
Notevoli nelle sue opere di narrativa la descrizione dei tipici villaggi
castigliani.
Tra i suoi scritti sono da ricordare le opere autobiografiche La volontà del
1902, Antonio Azorin del 1903. Don Juan del 1903 e una raccolta di novelle
brevi pubblicati nel 1929.
Azorìn si distingue tra gli
intellettuali dell'epoca per la tendenza a analizzare la crisi del suo paese
dalla prospettiva e con la misura dell'elzevirista: i toni di sorvegliata
ironia, polemicamente incline agli aspetti marginali dei problemi e alle verità
più nascoste. Uno stile che ambisce a una raffinata trasparenza sorregge questa
specie di moralismo estetico lungo l'intero arco della sua produzione, che dà i
frutti migliori nei primi decenni e nella saggistica ad esempio i ritratti
critici di Al margine dei classici (1915).
Meno interessante la
narrativa e la produzione poetica e teatrale. (da Enc. Le Garzantine)
FILATELIA
SPAGNA Anno 1986 (2470), 1998
Azuela Mariano
(Messico)
Nato a Jalisco il 1
gennaio 1873. Morto a Città del Messico il 1 marzo 1952.
Studiò medicina e Chirurgia presso
l’Università di Guadalajara. Laureato in medicina, partecipò come medico
militare alla rivoluzione messicana del 1910. Successivamente visse in
esilio e quando ritornò in patria esercitò la professione a favore del popolo
più indigente, traendo da questa esperienza spunti per le sue opere.
Iniziò a scrivere ai tempi della
dittatura di Porfirio Diaz Scrittore di crudo realismo presentò
nella sua opera più nota, quella che lo rese popolare, Quelli di sotto
(1916) un quadro spietato della rivoluzione.
Il suo primo racconto fu Maria
Luisa (1907) cui seguì nel 1911 Andrés Pérez maderista (1911).
Fu dirigente politico a Lagos e, in
seguito, director de Educación a Jalisco. Dopo la caduta di Madero entrò a far
parte delle forze rivoluzionarie di Julián Medina come medico militare.
Altre opere: I falliti
(1908), Erba grama (1909), I cacicchi (1917), La
disgrazia (1923), La lucciola (1932), Pedro Moreno il
ribelle (1935), I precursori (1935), La mercantessa
(1944), Anime vuote (1050).
Le sue opere letterarie hanno
spaziato dal teatro al racconto, dal saggio critico al romanzo, genere nel quale
ha ottenuto i maggiori riconoscimenti
Nel 1942 ottenne il Premio
Nazionale di Letteratura del Messico.
L'8 aprile del 1943 entrò a far
parte, come membro fondatore, del Colegio Nacional del suo paese e nel
1949 ricevette il Premio Nazionale delle Arti e delle Scienze.
Morì a Città del Messico, il 1°
marzo del 1952 e fu qui sepolto, nella Rotonda degli Uomini Illustri.
FILATELIA
MESSICO Anno 1974
(801)
AZUNDZADEN MIRKA FATALI
(Azerbaigian)
Scrittore, nato
nel 1812. Morto nel 1878.
FILATELIA
AZERBAIGIAN Anno 2012
Azzopardi Clare
(Malta)
Nata a Malta nel 1977.
Ha studiato presso
la Facoltà di Scienze dell'Educazione dell’l'Università di Malta ed a conseguito
un Master in Letteratura presso l'Università di Sheffield.
In
seguito si è occupata di laboratori di scrittura creativa per adulti e
bambini. Ha scritto sei libri di testo, Stilel (2003-2006) ed ha
anche curato una serie di libri per bambini, Senduq Kuluri / Senduq Buffuri
(2005-2007). Attualmente sta lavorando al suo primo romanzo per l’infanzia.
Le sue poesie e
racconti sono stati raccolti in antologie come Illejla Ismagħni Ftit
(2001), Gżejjer (2000), F'Kull Belt Hemm Kantuniera (2003),
Ktieb għall-Ħruq (2004), e Storja Tinkiteb (2005). Traduzioni dei
suoi racconti sono stati pubblicati in riviste letterarie, tra cui “Focus”(2005/2006).
Ha pubblicato Across (2005), che contiene due racconti tradotti in
inglese, e Il-Linja l-Hadra (La linea verde, 2006), la sua prima raccolta
di racconti brevi in lingua maltese, vincendo il Maltese National Book
Award per la narrativa. La storia La Linea Verde è stata definita una
delle migliori storie on-line nel 2006.
Nel 2003 Chiara ha
partecipato come membro del gruppo maltese alla Biennale dei Giovani Artisti
dell'Europa e del Mediterraneo, svoltasi ad Atene.
FILATELIA
MALTA Anno 2010.
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